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Lui & Lei

Un incontro


di HAL9000
23.05.2024    |    121    |    1 8.7
"Per carità, sempre meglio di chi a quel tavolo manco c’arriva o, ad essere onesti, proprio non ci può arrivare manco a impegnarsi..."
a Maddy

La penombra della sala lascia appena intravedere il suo profilo. È bella, elegante, coi capelli corti. Sempre avuto un debole per le donne con i capelli corti. Latente complesso d’Edipo, le donne così mi fanno ripensare a mia madre da giovane. Porta una collana verde, che ad ogni movimento della mia mano sul petto rilascia un tintinnio delicato e quasi simpatico, allegro. Le dico che mi piace quella collana, ma sono eccitato, parlo piano e forse mi mangio una parola. Non afferra e se la sfila. Peccato. Avrei voluto vedergliela indosso ballonzolare sui seni nudi. Non ho fatto che pensare ad altro da quando me la sono finalmente trovata davanti. Forse per colpa di quella sua foto che ho visto, o forse perché è una mia fisima e basta.
Quando l’ho vista arrivare ero seduto sul tavolino già da un po’ e sforzavo la vista per guardare lontano e scovarla tra gli avventori di questo bistrò postmoderno. Chissà perché, ma mi ero come immaginato che fosse una tipa da perlustrazione preventiva. Una che ti dice “Devi scusarmi sai, ma sono un po’ in ritardo” mentre intanto sta già lì che si fa un giro in incognito, di nascosto per scrutare lei per prima e farsi un’idea, per vedere bene se prenderselo sul serio questo aperitivo o magari al dunque ripiegare con una scusa. “Sono lì tra un minuto” leggo invece sul telefono.
Sto sudando cazzo, è ottobre e fa ancora un caldo bestia. Ma il caldo stavolta non c’entra. Per niente. L’attesa mi ha sempre turbato. Insomma, è una del sito. Ho visto le sue foto, lei avrà visto le mie, avrà letto i miei feedback e sarà andata a vedere chi me li ha messi, si sarà fatta un’idea di me, si attenderà pur qualcosa da questo incontro o forse c’è venuta solo per curiosità, perché le sono risultato simpatico, intrigante magari. O forse ha accettato solo perché non avrà avuto altro da fare? E sono certo, anche lei avrà chiaro che prima di incontrarla anch’io mi sarò pur fatto un giro sulle sue amicizie, che avrò letto quello che i suoi uomini hanno detto di lei. Abbiamo studiato insomma.
Un tempo, quando uscivi per incontrare una, vestito insomma, era tutto una uno sforzo per arrivare a levarseli i vestiti. Qui invece, che le tette già sai come sono fatte, lo sforzo è al contrario. È immaginarsela vestita, come una persona fuori dal suo profilo. Quello è il vero sforzo. Una col tailleur. Gonna corta o jeans, camicetta scollata o maglia castigata ma elegante? Stivaletto o scarpa da zoccola? Sapendo già che quella che tra un attimo ti troverai davanti sarà pur sempre una che non si fa poi tanti problemi a mostrarle. Le tette, intendo. Ma ci stiamo vedendo per un aperitivo, o no? e niente è scontato, come si dice. Il che, a guardarla sotto un’altra prospettiva, è anche peggio. Riflettici un po’, e ti renderai conto che sei in una posizione di merda. Per carità, sempre meglio di chi a quel tavolo manco c’arriva o, ad essere onesti, proprio non ci può arrivare manco a impegnarsi. E però mica è così tranquillo qui. Al punto che, se poi invece qualcosa dovesse andare storto, ti toccherà chiamare in causa l’Italgas. Due palle ‘sta scintilla! Nell’allegro mondo delle frasi sfatte, la chimica e la scintilla mi stanno un poco sotto solo all’amore per il sapone, che alla luce dei fatti resta pur sempre come il tonno. Insuperabile. E poi, ma hai letto quello che ha scritto di lei supercazzo42? Mi vengono i brividi solo a pensarci e mi tranquillizza appena un attimo il fatto che anche lei avrà letto l’elogio di coppiafregna69. E quindi pari e patta, i nostri avatar virtuali avranno pur fatto il loro alzando solide barriere sulle nostre reali persone. Parlo per me, almeno. Io mi conosco. E conosco bene il mal di stomaco di questi momenti. C’avrai fatto il callo no? mica è la prima volta. “Vabbè, momenti manco me la ricordo la prima volta”. Invece no, me la ricordo eccome, e soprattutto della prima volta mi ricordo proprio questo, e sta ancora qui, ‘sto cazzo di malessere interiore che ti piglia e ti strapazza le budella. Capita che molti atleti prima di scendere in pista vomitino. Tensione, nervosismo, paura e adrenalina a cannone, voglia matta di correre, un colpo di pistola e via. Ma dai!!! Non esagerare e no la fa troppo lunga. Guarda quello seduto a quel tavolo là davanti e datti una calmata. Ma l’hai visto? Ecco, ora esci un attimo da te, alzati e guardati, c’è un raggio di sole che filtra dalla vetrata e sbatte sulla tua camicia bianca, come John Belushi che ha appena visto la luce. Capito? Ecco, da bravo…rimettiti seduto e non rompere troppo il cazzo!
Eccola. Arriva. Di colpo svanisce tutto. Un saluto ed un sorriso gentile. Si siede e mi passa sopra come un bulldozer. Uno sguardo, due scemenze d’entrée e inizia e raccontarmi di tutto, delle sue storie, del suo lavoro, pure del cane. Con l’occhio cerco il cameriere che non c’è ma poi mi dico che non venisse proprio adesso a rompere tutto. “Chardonnay”. Alla fine arriva e ordino io. Un brindisi e per la prima volta mi rendo conto che sono finito dentro ai suoi occhi.
“Devi scusarmi ma tra un po’ devo andare. Ho il cane che m’aspetta”. Mi viene da ridere, ma non lo do a vedere, almeno ci provo. Sempre avuto un debole per le persone ironiche. Vai a un appuntamento con un aspirante corteggiatore, uno che – s’è capito dai – ti si vorrebbe fare lì sul tavolo davanti a tutti e gli fai capire che nella scala di valori lui lo tieni sì in considerazione, certo, ma sempre dopo al cane. Secondo me bluffa, si vede. Facciamo così, “Senti cara, o ci prendiamo un altro bicchiere o andiamo da me”. Colpo secco, zero pensiero, istinto puro. Mi gioco il banco senza inutili giri di parole, rosso o nero. Un altro bicchiere e non ci vedremo mai più, lo so. Andiamo da me e chissà, magari facciamo un bel viaggio insieme.
Mi guarda, sorride con un’espressione a metà tra lo sconcerto e lo stupore di chi riceve un regalo inaspettato. Poi, con la naturalezza di una bambina mi dice “Ah” pausa, “Andiamo!”. Capisci quando le cose vanno o non vanno con una sola espressione del viso. Ci sono persone che sai, che anche se ti impegni, se ce la metti tutta, ma proprio tutta, beh, proprio no, no cazzo, non si può, non ce la faccio, m’arrendo! Poi ci sono quelle come lei. Ride e mi fa ridere, anche senza impegnarsi, cane compreso.
Viene così, naturale. Naturale come quando mi dice “vuoi che ti bacio?”. Che domanda che mi fai, qualcuno t’avrà mai detto di no? Qualcuno potrebbe mai dirti di no? Come si fa a dirti di no, soprattutto se in bocca sarà già un quarto d’ora che ci stiamo baciando e con la mano mi stai accarezzando così malandrina che non ci capisco più niente. Ormai sono perso e quando inizio a scoparla ho così tanta energia in corpo che dopo un po’ mi dice “ehi, fai piano, mica scappo”. Ora, a ripensarci adesso per un attimo mi viene quasi da ridere e mi immagino ad essere il voyeur di cui ogni tanto nei last di A69 si richiede i servigi e pensa un po’ se ti capitasse di assistere una roba del genere, che figura.
Mi fermo, e resto lì dentro di lei. La sua calda umidità mi inghiotte, mi avvolge, mi ristora. Resto lì a guardarla dritto negli occhi. È una vera profanazione, le sto entrando dentro, ma il cazzo nella fica questa volta non c’entra proprio niente. Si gira. Che le piacesse ne ero certo. Lo sapevo che l’avrebbe fatto, roba di sesto senso. E se invece per pudicizia fosse rimasta lì a guardarmi l’avrei girata io. Perché mi piace, così piace anche a me. Si ha una bella vista da qui. Il panorama tiene vivi i sensi, le mani vanno sciolte ad accarezzare le spalle ed i capelli, e mi sento libero di scegliere i tempi. Dio, sto scoppiando e la spingo piano come in una danza e poi deciso, con colpi secchi, ritmati, duri, quasi rabbiosi. Ad ogni affondo urla, persa e abbandonata. La vedo che ci guarda nello specchio, estasiata all’apice del godimento quando con un dito le offro un altro stimolo. Le piace e me lo dice. Non ci penso un attimo, e con delicatezza affondo nel suo nuovo piacere. Sto impazzendo, una scarica continua di brividi mi solca la schiena, fino a perdere ogni contatto col mondo, disorientato e confuso dentro di lei. Che bella che sei mentre godi e che dolce sei quando steso ed esanime sul tuo ventre mi accarezzi i capelli. “Ci rivediamo?” mi dice. “Si. Ci rivediamo”, e dentro di me penso però che magari la prossima volta toccherà che s’organizzi meglio col cane, ora come ora avrà fatto un disastro.
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