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RACCONTI e DESIDERI ... Parte quinta " Esperienza inaspettata: il pompino di un amico "
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18.03.2021 |
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"Inizio a menarlo piano, dolcemente, fino a scappellarlo tutto..."
Con il passare degli anni, la vita va avanti e si cresce. Tra gioie e dolori, che a volte colpiscono anche in giovane età, spesso troppo presto. All'età di 17 anni, il mio migliore amico, di soli 14 , causa una malattia tipo leucemia, se ne volato in cielo, lasciandomi solo e triste. Arrivano per me i 18, inizio di una mia attività lavorativa in proprio. Arriva per me la patente di guida, e a mio sostegno, ritrovo un compagno di scuola elementare, di catechismo, di gite in montagna con la parrocchia. Per dire " vecchie amicizie ritrovate ". Iniziamo a frequentarci, uscire la domenica per una pizza, un giro in città, e come si fa sempre, si cerca di distrarsi dai problemi di tutti i giorni. Fin da subito, inizia a frequentare casa mia, venendo quasi tutte le sere dopo cena. Mio fratello, nonostante più giovane di me, aveva il suo gruppo di amici al bar, e così pure una fidanzata. I miei genitori, dopo cena se ne stavano tranquilli nel salotto a guardare la televisione, ed io con l'amico che chiamerò Marco, ( nome di fantasia ) se ne stavamo a parlare in cucina. spesso una partitina a carte, una sfida a dama, e così via per quasi tutte le sere, quando tranne qualche impegno di lavoro serale della mia attività, non me lo consentiva. D'estate si sa, il caldo si sente, soprattutto in casa, senza climatizzatori o simili, anche di sera. Una sera me ne stavo tranquillo in pantaloncini corti, quando arrivò lui come altre sere. Ci mettemmo tranquilli in cucina come al nostro solito, e dopo aver preso le carte ci sedemmo al tavolo per la solita partitina. Ma quella sera notai subito qualcosa di strano in lui, ma non riuscivo a capire cosa. Non era concentrato nel gioco, ma bensì, concentrava il suo sguardo su di me. Continuavo a non capire. Ma ad un certo punto, sentii la sua mano appoggiarsi sulla mia gamba, e mentre rimasi stupefatto da questo gesto, lo guardai e lui mi fissava,finchè le sue parole uscirono di bocca. " Nathan, lo sai che hai una bella gamba? E poi quando ti sei alzato per prendere da bere, ho osservato il tuo culo. Hai proprio un bel culetto quasi da signorina." Subito gli risposi quasi con un vaffa schersozo, non ci detti peso a quelle parole, ma pensando che non si era soltanto limitato a questo, ma bensì un attimo prima aveva allungato la mano sulla mia gamba, lì per lì ci pensai. si fece tardi, ci salutammo come sempre, e tornò a casa ed io a letto. Ma quella sera, qualcosa mi teneva sveglio. Qualcosa turbava i miei pensieri, che feci fatica a prendere sonno. Non riuscivo a capire quel gesto e quelle parole. Vabbè, mi dissi dentro di me, sarà stato così per scherzo. Non ci pensai più e mi misi a dormire. Il mattino seguente, andai come sempre nel mio negozio, come sempre incontravo bella gente di cui una tipa molto carina che mi attirava molto. Ma la mia maledetta timidezza mi bloccava sempre. Trascorsi 2 giorni senza la sua presenza serale a casa mia, la terza sera si ripresentò. Tutto normale come nulla fosse successo,pensavo sinceramente. Quindi deduco che sia stata una cosa così fatta per scherzo, una battuta un pò più approfondita. Anche perchè in tutta sincerità, in questo momento in cui scrivo e alla mia età matura, niente ho contro gay e lesbiche.Ognuno è libero di fare la propria scelta sessuale e affettiva. Però io rimango con tutto rispetto nelle mie scelte. Ma in quel tempo, 40 anni fa, non la pensavo proprio così. I gay, che allora erano chiamati " culattoni " proprio non li sopportavo, e da me dovevano stare alla larga, molto larga. cosa che stranamente non pensavo per le lesbiche, che in tutta sincerità, ho sempre ammirato il loro amore saffico. Non per niente, ricordo un bellisimo film che mi è sempre rimasto impresso nella mente, dal titolo " Bilitis ". Ma torniamo all'epoca per continuare il mio racconto. Come sempre anche quella serata la trascorremmo in casa a giocare la partina a carte. Quella sera i miei erano usciti con amici loro, quindi in casa ero rimasto da solo. E ad un certo punto, lui iniziò con strani discorsi. che ero davvero un bel ragazzo, che avevo un bel fisichetto, e si sbottonò liberamente dicendomi senza problemi che gli sarebbe piaciuto vedere il mio cazzo. sbalordito, gli chiesi se veramente stava dicendo ciò, ma che io la presi come una battuta scherzosa. Invece lui annuì dicendo che tutto ciò che aveva detto era pura verità. Detto questo io gli feci presente che di culattoni non ne avrei voluto sapere,quasi incazzandomi, ma con toni pacati. In sua risposta ricevetti un sorriso, accompagnato dalle seguenti parole: " Nathan, non sai cosa ti perdi " Lo guardai e gli chiesi che cosa mi avrei perso. allora mi confessò che in certi fine settimana, gli trascorreva in città, fuori dal nostro paese di provincia, a casa dello zio e di sua moglie. una coppia che non avendo figli, si divertiva molto anche a livello sessuale nelle loro sfaccettature più strane. Mi confessò che dopo cena finirono sempre le serate tutti a letto insieme. che a lui piaceva molto leccare la passera della zia, ma anche il cazzo dello zio. Che mentre lui faceva dei sublimi pompini allo zio, la zia gli leccava l'ano,preparandolo per bene visto che dopo lo zio lo avrebbe inculato e la zia si sarebbe dedicata al suo cazzo. Insomma delle serate di sesso a tre fra zio, zia e nipote. Beh, devo dire che rimasi un pò così sbalordito, ma non tanto turbato, anzi, un pò da un certo punto di vista, quasi lo invidiavo. a chi non sarebbe piaciuto, magari scoparsi la zia acquisita? Pensavo subito alla mia di zia, se ciò fosse successo ora visto che mio zio, non la scopava più come prima e che lei affamata di cazzi andava alla ricerca di nuove storie. E se ciò fosse stato bello come la prima sega che da lei ricevetti 8 anni prima, ora una bellissima scopata me la sarei gustata veramente. Mentre mi raccontava di queste sue storie, a me sinceramente il cazzo mi diventava duro. E così che sotto i pantaloncini corti e stretti, il mio rigonfiamento si fece notare. Alla sua vista, sorrise e mi disse: " Hai visto che te l'ho fatto diventare duro?" Ed aggiunse: " Dai, tiralo fuori che ti faccio provare ciò che non hai mai provato in vita tua." Si perchè sapeva che mi piacevano le ragazze, alcune mie clienti giovani e meno giovani, poi detta tutta, il paese in cui avevo il mio studio negozio, a pochi chilometri da casa, era famoso per le donne sposate che si trombavano ragazzi giovani, amanti, facendo cornuti i loro mariti, quasi sempre fuori almeno 3 giorni a settimana per lavoro. Quel paese era ed è famoso perchè tutti lavorano in proprio, e la maggior parte con un lavoro di commercio ambulante. Quindi conoscendomi ormai bene, sapeva di tutto ciò che io gli raccontavo, e di quante volte durante il giorno avevo la voglia di masturbarmi. Insistette per vedere il mio cazzo, a tutti i costi avrebbe voluto prenderlo tra le sue mani, ma specialmente tra le sue labbra. Sinceramente mi venne una certa confusione in testa. Ormai l'ora si faceva tarda, i miei stavano per rientrare, quindi come altre sere, finimmo per bere qualcosa e se ne tornò a casa. L'accordo era che ci saremmo rivisti la sera dopo, un sabato sera, per andare dopo cena a mangiare un gelato nella vicina città delle terme e a farci un giro. Arrivò dunque il sabato sera, e come promesso, io che già ero automunito,andammo. In macchina si parlò del più e del meno, ma presto girando per i viali, mangiando la bella coppa di buon gelato, i suoi discorsi si fecero piccanti, ed iniziò il suo attacco verso di me. Soliti discorsi, il mio cazzo, quello che gli sarebbe piaciuto che io concedessi di fare, di quanto ne fosse stato sicuro che mi sarebbe piaciuto ecc.... Prendemmo poi la macchina per tornare verso casa, e li, continuando a parlare di sesso, di cazzo, del culo e figa di sua zia, era impossibile che per uno voglioso e pieno com'ero io, il cazzo mi venne duro. Approfittando del fatto che era sera tardi, del buio, e che io stavo guidando, mi mise la mano sulla patta dei pantaloni, nonostante io gli dissi di stare fermo, lui continuò, e sorridendo mi disse: " Vedi che il cazzo ti è diventato duro? Scommetto che una bella sborrata te la faresti ora, con chiunque ti capitasse l'opportunità di farlo, magari sparando tutta la tua sborra in una bocca calda." Certo che sentendo quelle parole, non è che il mio cazzo, smettesse di tirare, anzi, diventava sempre più duro. Arrivati nel frattempo in paese, volle farmi vedere dove una volta era stato in mezzo ad un vigneto con lo zio, facendomi capire senza tante parole ciò che aveva fatto. Avevo capito l'intenzione, ma non so perchè, forse preso da troppa adrenalina in testa, mi fermai in quel posto, e mentre lui continuò a palpeggiare il mio cazzo dal di fuori dei pantaloni, spensi il motore, e restai li fermo. Intanto lui iniziò ad aprire la mia cerniera, ed io invece di reagire, abbassai il mio sedile, l'aiutai ad abbassarmi pantaloni e slip, fino alle ginocchia, e standomene disteso e rilassato, lasciai nelle sue mani il mio cazzo senza dire nulla. Inizio a menarlo piano, dolcemente, fino a scappellarlo tutto. Me lo stava toccando in tutti i modi. Una mano era intenta al cazzo, mentre l'altra frugava le mie palle delicatamente. Non seppi dire di no. Mi guardo per vedere la mia reazione, e mi disse: " Vedi che avevo ragione io? Vedi che ti piace e ne hai voglia? E aspetta, questo è ancora niente." Dicendo così, si abbassò verso il mio cazzo, e prima con qualche tocco di lingua, poi con la mano, se lo prese in bocca iniziando un sublime su e giù. Chiusi gli occhi, la cosa mi piaceva, cercavo di fantasticare nel sentire quella bocca calda che mi stava spompinando veramente per la mia prima volta. Non volevo pensare che a farlo fosse il mio amico Marco, uno del mio stesso sesso. A me che di gay non ne volevo sapere. Ma la cosa mi piaceva troppo. Sarebbe stato un suicidio al mio cazzo ritirarmi in quel momento. E poi anche se non sapevo giudicare essendo la mia prima volta, il mio primo vero pompino, come potevo dire se era meglio la sua bocca o la bocca di una donna? Non lo sapevo. Quello che so, che in quel momento pensavo a tutto e a niente, ma pensavo a godermi la sborrata che tra un pò sarebbe arrivata. Iniziavo a godere, godere sempre di più. Sentivo ormai la mia sborra salire, e per correttezza cercai di avvisare che stavo per venire. Lui come niente, non mollò la presa, anzi, cominciò un lavoro ancora più forte di labbra e di lingua. Non ce la feci più. Inizia a sollevare il culo, mi dimenavo, non riuscivo a star fermo, ormai la sborra era al culmine. sentii l'altra sua mano appoggiarsi sotto il mio culo. Mentre con l'altra lo menava alla base del cazzo, la bocca scorreva su e giù, sempre più forte, la lingua in punta che mi leccava, gli feci una mega sborrata in bocca, che quasi mi sembrava di svenire. Non sentivo più le gambe, avevo svuotato o quasi le palle. Lui non si fermò. Inghiotti tutta la sborra che gli riempiva la bocca, deglutì, e continuo a spompinarmi fino a farlo diventare duro una seconda volta e a farmi sborrare ancora. Mi pulì per bene il cazzo, mi sistemai slip e pantaloni, e senza parole, lo accompagnai a casa, per poi tornarmene a casa anch'io. Sinceramente ero stravolto da ciò che era successo, ma non dispiaciuto. L'unico mio pensiero era la paura di diventare gay, perchè troppo mi sarebbero piaciute le donne. L'altro pensiero che lui potesse farmi delle richieste di contraccambio, che sinceramente io, un cazzo in bocca mai lo avrei voluto prendere. Per una settimana non lo vidi, causa anche una sua trasferta di lavoro. però un altro bel pompino, lo avrei desiderato. Arrivò il fine settimana, pensavo che essendo sabato sarebbe venuto come sempre. Invece non lo vidi. Pensavo, che forse si sarà pentito dell'accaduto. Che forse gli sarebbe bastato quella volta la curiosità del mio cazzo, e che dopo aver raggiunto tale obiettivo avrebbe cercato altrove. Non sapevo se esserne dispiaciuto oppure anche contento che la cosa finisse lì. Invece non fu così. La domenica pomeriggio, ero a casa da solo, dopo essere tornato dal negozio, perchè nel paese in cui esercitavo la mia attività, quando non avevo servizi esterni, lero sempre aperto al pubblico essendo giornata di grande mercato. Avevo pranzato, e dopo aver fatto un riposino mentre i miei erano usciti con la coppia di loro amici, me ne stavo comodamente sul divano a guardare la tele. Suonò il campanello, e alla porta si presentò lui. Mi spiegò che se non lo avevo visto in settimana era causa del lavoro, e che il sabato pomeriggio e sera lo aveva trascorso dai suoi amatissimi zii in città, fermandosi pure la notte, per una di quelle loro notti trasgressive. Poco dopo il discorso andò a parare su ciò che era successo la settimana prima. mi disse di aver notato che ciò mi era piaciuto, e come avrei potuto essere bugiardo nel dire di no, e che gli sarebbe piaciuto poter soddisfarmi e soddisfarsi un'altra volta. Ridendo gli chiesi se la notte appena trascorsa a casa dagli zii non gli fosse bastata, e come risposta mi disse che il mio cazzo era tutta un'altra cosa. Che dallo zio si, oltre che a fargli pompini, leccate di figa alla zia ed a prenderlo anche nel culo gli piaceva, ma che il suo desiderio era quello del mio cazzo. In tutta fretta mi precipitai a dirgli che io però mai e poi mai,avrei fatto ne pompini, tanto meno dato il mio culo. Lui sorrise e mi disse che gli bastava fossi io, a soddisfarmi facendolo anche godere di ciò che a lui piaceva. rimasi un pò perplesso e alquanto confuso, con la sensazione di non aver capito bene il concetto della cosa. Restò il fatto che parla e riparla, la mia mente iniziò a navigare su onde estreme. Pensavo che una sborrata come si deve, me l'avrei fatta volentieri, visto poi che dalla settimana prima, nemmeno più una volta mi ero masturbato, e la voglia si faceva sentire. Mi chiese ridendo, come ridevo anch'io se avessi più sborrato, se mi era piaciuto, se lo avrei voluto rifare, e se sinceramente già non avessi il cazzo duro. E come mentire? Si, era vero, il cazzo già lo avevo duro. Iniziò ad allungare la mano sopra il mio pacco coperto dai pantaloni, e sentendo che già stavo bello in tiro, fece un'espressione di compiacimento. Mi disse di aprire i pantaloni, ma subito lo fermai, dicendo che era meglio andare nella mia cameretta, restando bene in tiro con le orecchie in tal caso avessi sentito i miei rientrare a casa. Cosa che facemmo subito. Mi sdraiai sul mio letto, orizzontalmente allo stesso, non per tutta la lunghezza dello stesso. Mi levai i pantaloni, abbassai gli slip, e subito la sua mano andò sul mio cazzo. Iniziò a menarlo e subito a prenderselo tutto in bocca. Una mano lo aiutava nell'intento, mentre l'altra mi massaggiava le palle. Ma poi la sentii scivolare verso il mio culo, accarezzandolo mentre mi spompinava. Poi ad un tratto si fermò e guardando la mia reazione mi disse che ora me lo avrebbe fatto diventare ancora più duro con ciò che di li a poco mi avrebbe fatto. Non risposi, e lo lasciai fare. Sentivo la sua mano menarlo piano piano, Il pollice che mi toccava incessantemente la cappella, che a me quel tocco mi mandava su di giri, mentre l'altra mano che scivolava sempre nel mio culo, iniziò ad allargarmi le chiappe. Subito sentii la sua lingua leccare il mio buco, e fu una sensazione piacevole alquanto strana per me. Mai avevo provato a farmi leccare il buco del culo. Mi venne anche la tentazione di alzarmi di brutto, in quanto la mia paura era quella che non volesse lui, il mio culo. Feci quasi in modo per sollevarmi dal letto, ma mi tranquillizzò dicendomi di stare tranquillo che non era come avrei pensato. A quel punto mi rilassai, e mi godetti tutto quell'andare e venire di lingua nel mio forellino. Era molto piacevole. di lì a poco passò nuovamente a prendersi il mio cazzo in bocca ed a spompinare a dovere. Certo che con quella leccata di culo, mi sentivo bagnato e chissà magari un pò un dito mentre avrei sborrato sarebbe stato un piacere. Non servi che io ne feci richiesta, perchè così avvenne. La mia sborra oramai stava salendo sempre più, e quando senti il mio cazzo diventare più grosso e pronto a sputare il mio succo dentro la sua bocca, appoggiò la punta del dito al mio buco. Iniziai a sobbalzare sul letto, stavo per venire, cosa che pochi attimi dopo successe. Si prese tutta la mia sborra in gola, mi leccò il cazzo per pulirlo fino all'ultima goccia, e poi si dedicò nuovamente a leccarmi il buchetto. Rimasi fermo. La cosa mi piaceva, ed il cazzo di lì a poco, sarebbe tornato duro. Gli dissi che avrei voluto per ogni evenienza spostarmi dalla mia camera. Di seguirmi nella soffitta all'ultimo piano. Cosi facemmo. Lì, avevo del materiale che non usavo, ma anche un pò di spazio per poter stare a " giocare ". Arrivammo su, anche se la luce essendo ormai sera non era molta, ma non avrei voluto magari che qualcuno potesse vedere la luce provenire da lì e fosse salito. Anche perchè non c'era soltanto la mia di soffitta, ma anche quelle di altri condomini. Però quella che c'era era abbastanza per vedere ciò che si voleva fare. Misi dei vecchi cuscini di spugna a terra, io restai in piedi con i pantaloni e slip tirati giù fino ai piedi, lui si inginocchiò davanti a me, e cominciò a farmi nuovamente un pompino, visto che il cazzo già mi stava salendo, solo al pensiero, all'eccitazione di ciò che avrei voluto fare. Con il cazzo bello duro, mi voltai dandogli le spalle, mi piegai un pò in avanti per offrire alla sua bocca il mio culo. Mentre con la lingua mi leccava, con la mano mi masturbava. ero pronto bello in tiro. Gli dissi di stare in ginocchio, di abbassare pantaloni e slip e di girarsi dandomi le spalle. Mi bagnai di saliva il cazzo, anche se già era bagnato dal suo pompino. Lui capì la mia intenzione. Si passò la sua mano bagnata sul buco del culo, mentre con il cazzo duro mi avvicinai, puntando la cappella sul suo buco. Essendo un tipo un pò più alto e robusto di me, aveva un culo un pò grosso e molto peloso. Gli presi le chiappe mentre lui con le mani si reggeva a pecorina sul pavimento. Con la cappella puntata al buco, spinsi senza pensarci con un certo vigore. Fece un urlo un pò soffocato per non farsi sentire, e lì me lo inculai per la prima volta. Mai avevo scopato una ragazza, tanto meno messo nel culo a nessuna. L'unica speranza e pensiero era sempre quello di zia, ma ormai la cosa ed il mio sogno erano svaniti. e così mi inculai l'amico Marco, a cui mi confessò poi che gli era piaciuto molto. La cosa andò avanti un pò di mesi. Anche quando lui iniziò il servizio militare. Ogni volta che tornava, almeno una sera si faceva qualcosa di eccitante. Poi quando doveva rientrare in caserma, lo accompagnavo sempre io a prendere il treno in città, ma andavamo via per tempo, per avere il necessario per poter fermarci in un posto appartato e darmi il pompino dell'arrivederci. Terminato il servizio di leva, ricominciò a venire puntualmente da me. Mi raccontava di ciò che anche durante quell'anno in caserma, aveva trovato da " fare ". Alla sera quando veniva a casa mia, la maggior parte delle volte mi facevo trovare giù in garage, quel garage che anni prima da ragazzino, mi vide come paziente delle due gemelle dottoresse, quelle del racconto precedente. Lì avevo allestito la mia camera oscura, dove mi dedicavo allo sviluppo e stampa di foto in b/n. Era diventato un posto sicuro, e base per godermi i pompini e le inculate che davo a Marco. Una sera, uscimmo con un altro dei miei amici, conosciuto in negozio. Con lui, avevo conosciuto ragazze e signore a cui realizzavo servizi fotografici. Ma mai riuscii a portarmi una a letto. Quel famoso sabato sera fu l'ultimo in cui vidi Marco. Insieme all'altro amico, andammo a mangiare prima una pizza, e poi al cinema, a gustarci un bel film. Porno ovviamente. Vidi che Marco era serio tutta la sera, poche parole, uno strano comportamento. Con l'alto amico, che era d'età un pò più grande di me, si parlava di tutto, soprattutto di donne, specialmente quelle che si facevano sbattere al paese durante la settimana. Tornammo a casa, e quando restammo io e Marco, pensai di andare in quel posto in cui da lui ricevetti il mio primo pompino. Invece volle tornare a casa. La mia voglia era tanta, speravo almeno un bel pompino dopo avermi caricato con quel film visto al cinema. Invece niente. Avevo capito. Marco era geloso della mia amicizia con l'altro amico. Gli aveva dato molto fastidio i discorsi che facevamo sulle donne, sulla voglia di scopare. Ma vedevo strana la cosa, perchè le trasgressioni che lui faceva con gli zii mi lasciavano pensare che in fondo, anche se gli piacevano più i cazzi che le fighe, un pò la figa gli sarebbe piaciuta, visto ciò che mi raccontava faceva alla zia. Io poi, mai mi sono dichiarato gay, o meglio di avere storie più complicate con lui, e che le donne non mi fossero piaciute. Anzi al contrario, era ciò che sognavo ed aspettavo. Passò una settimana, due, tre, e non si fece più vedere. Un giorno tornando a casa a pranzo, raccolsi io la posta, e la portai in casa. Giunto sopra mi accorsi che una lettera era intestata a me, ma senza mittente. Si sentiva qualcosa di strano all'interno. Andai in camera, aprii la busta, e trovai un foglio bianco con incollato sopra 5 lamette da barba, in cui c'era scritto: " Tagliati le vene. sei un culattone come me, e non la passerai liscia." Avevo capito subito. Ma ora non sapevo cosa fare. Cosa dire ai miei. Raccontai di quella ultima sera tra amici, raccontai in parte di ciò che era successo. Sia per la vergogna, sia per i giudizi, e anche per non discriminare tanto la sua persona. Ma alla fine convinto, andai a denunciare il tutto ai carabinieri. Andarono a casa sua, e alla fine non poté che ammettere che era stato lui, l'artefice di quella lettera. Ritirai la denuncia, la sua famiglia mi ringraziò pure, ma un pò in colpa mi sentivo. Avrei dovuto rompere l'amicizia prima che tutto avesse inizio. E da lì, ognuno per la propria strada. Lui andò a vivere in città dalla coppia di zii. Dopo qualche anno vidi sul giornale, di uno schianto in tangenziale, di un centauro contro un'auto. Era Marco, volato in cielo.
Nathan 😇
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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