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Lui & Lei

La novizia (pt. 4)


di Membro VIP di Annunci69.it Scopamico-78
06.06.2024    |    5.131    |    7 9.2
"Io e Michela corremmo nei bagni lì vicino, iniziammo a baciarci e toccarci, le mani di entrambe scorrevano ovunque alla ricerca di ogni angolo di pelle..."
Il resto del giorno fu tormentato e la notte il tormento aumentò a dismisura.

Le immagini di Don Mario, del suo membro e di come mi possedeva, si affollavano nella mia mente e non mi permettevano di pensare a nulla e, come s’impossessavano della mente, così del corpo che subito cedeva al calore ed alla voglia di piacere, di essere scosso, di abbandonarsi alla carne.

Non riuscivo a scacciare quei pensieri e mi rigiravo nel letto inconcludente nel prendere sonno, sudata ed assetata mi alzai per andare verso i bagni.

Clara era lì, distesa a pancia in giù, il lenzuolo le fasciava il corpo dai glutei ad una sola spalla in modo obliquo, lasciando scoperta quella carne bianca alla poca luce della luna. Era bella e candida, non la sfiorai contrariamente alla pulsione del mio corpo che avrebbe voluto baciarla e sentire il suo sapore.

I bagni erano in fondo al corridoio, iniziai ad attraversarlo prestando attenzione a non far rumore, i miei piedi massaggiavano il pavimento con un movimento morbido.

Nel silenzio della notte riuscì a scorgere dei suoni provenire dalla cella di suor Monica in fondo al corridoio accanto ai bagni.

Man mano che mi avvicinavo un’ombra si delineava accostata alla porta semichiusa della cella, una figura intenta ad osservare all’interno con la premura di non essere lei stessa osservata.

Suor Michela era lì, seminuda con le mani nelle mutande e gl’occhi verso l’interno della cella di Suor Monica, si girò e vedendomi mi fece uno sguardo complice come ad invitarmi ad un banchetto pieno di delizie, come se avesse letto per tutto il giorno la mia fame ed il mio fermento.

Si accosto lasciando la possibilità d’insinuarsi anche ai miei occhi.

Don Mario era seduto ai piedi del letto a gambe larghe e suor Monica aveva il suo membro nella bocca, lui le teneva una mano sulla testa mentre con l’altra si reggeva all’indietro sul letto, lei invece, ad occhi chiusi, si gustava tutto il cazzo, se lo tirava fuori dalla bocca, lo menava per un po', ci ripassava la lingua e se lo rinfilava fino alla gola mentre con una mano si toccava la figa con violenza.

Vederla in quella scena mi fece bollire il sangue nelle vene, era sensuale e porca, Madonna e puttana.

Lui la prese dai capelli e la tirò su, con un gesto apparentemente violento, ma violento non era in quanto non rifiutato da suor Monica, la girò e l’appoggiò con fermezza allo scrittoio.

Lei era lì piegata coi gomiti sul tavolo e le gambe che spuntavano tese dal pavimento, vedevo il profilo delle sue forme, le cosce ed il culo, le tette che sfioravano penzoloni il piano in legno.

Don Mario con un mano le assestò uno schiaffo sul culo che schioccò e s’udì per tutto il corridoio, lei sobbalzò di piacere, poi con entrambe le mani le divaricò le chiappe e tenendole aperte, in modo che entrambi i buchi fossero in vista, vi avvicinò il cazzo duro ed eretto appoggiandolo sulle labbra della figa.

Suor Michela allungò la sua mano verso di me a cercarmi tra le cosce. Trovò il mio sesso già fradicio di umori e voglioso ed iniziò a sgrillettarmi e penetrarmi con le dita.

Stavo impazzendo, tutti i miei sensi erano occupati dal piacere.

La fotteva con decisione Don Mario, le teneva il culo che spingeva a se sincronizzando il movimento con quello del suo bacino, suor Monica gemeva di piacere.

“Ti sei scopato la ragazzina oggi eh porco? Adesso scopa me, fammi godere stronzo!” disse suor Monica guardando all’indietro.

“Si zoccola! Ed aveva la figa bella stretta la novizia, adesso ti faccio godere come una troia” rispose Don Mario.

A quelle parole non resistetti più, sentirli così umani nella sacralità che li vestiva, sentirli così vicini al bollore che avevo dentro, mentre le dita di suor Michela mi stantuffavano nel ventre, tutto questo turbine, mi rapì e schizzai con la figa sul viso di Michela che sotto di me accolse il mio piacere a bocca aperta ed occhi chiusi.

Suor Monica iniziò a godere, cercava di torcersi ma l'uomo dietro di lei la riassestava e continuava a stantuffarla con vigore tirandole schiaffi sul sedere. Godeva e si mordeva le labbra graffiando il piano dello scrittoio.

Don Mario la girò e la sedette sul tavolo, la imbracciò dalle cosce e cominciò a scoparla così, lei aveva la testa contro il muro che le schiacciava il mento al petto, lui spingeva ed usciva ed cominciò a sudare.

“Attento a sborrare Don Mario, non dimenticare quello stronzo che mi ha messo incinta di Clara eh…” disse suor Monica.

Sgranai gl’occhi. Clara era la figlia mai dichiarata e celata di suor Monica, ora si spiegavano i segreti, la dolcezza e le attenzioni.

Don Mario la prese e la inginocchió davanti a se.

Diede due colpi ancora al suo uccello ed iniziò a schizzare sul viso di suor Monica, i fiotti erano copiosi ed energici e lei li cercava con la lingua avida e assetata.

Io e Michela corremmo nei bagni lì vicino, iniziammo a baciarci e toccarci, le mani di entrambe scorrevano ovunque alla ricerca di ogni angolo di pelle.
Ci sedemmo una accanto all’altra a gambe aperte, l’una masturbava l’altra, mentre le lingue si cercavano e giocavano tra loro.

“Scopami la figa, scopami con la mano” ogni tanto mi sussurrava nell’orecchio.

Venimmo insieme, di un orgasmo intenso e coinvolgente. Ci rialzammo dopo un po', piene di saliva sui volti, piene di umori tra le mani.
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