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Fabio col padre camionista (cap. 1)


di alfredCA
04.11.2017    |    37.176    |    9 8.8
"Vedendo che lo strisciamento non era casuale, mi sono fermato mettendoli in mostra la mia patta e da li è nato tutto, ha iniziato a toccare, ci siamo..."
Ciao ragazzi, mi chiamo Fabio e ho 24 anni. Sono 1,79 e peso circa 66 kg. Oltre agli studi universitari in economia e commercio, nei ritagli di tempo faccio nuoto e a casa una ventina di minuti al giorno di tapis rouland, insomma cerco di curare moltissimo il mio corpo perché io tendenzialmente tendo a prendere peso per cui meglio prevenire.
Vivo a casa con i miei genitori, mia madre Rosa ha 43 anni. Una donna che si tiene molto in forma fisicamente e cura moltissimo il suo corpo, da definirsi come una donna molto bella e attraente. E’ proprietaria di un grosso magazzino all’ingrosso e al dettaglio di prodotti per la casa, ha 6 dipendenti e le sue vendite sono ramificate un po’ in tutta Italia. Dico questo perché essendo molto impegnata nel suo lavoro, a casa al mattino lavora una collaboratrice domestica.
Mio padre, uomo di 46 anni, fa il così chiamato “padroncino”cioè effettua su commissione trasporti con un grosso camion e ovviamente è anche a disposizione di mia madre per tutte le necessità di trasporto del nostro magazzino. Anch’egli come tutta la famiglia, cura moltissimo l’aspetto fisico, fa nuoto e palestra e guai se non lo facesse perché conduce una vita molto sedentaria. E’ alto 1,76 e non saprei dire il suo peso ma non ha un filo di grasso superfluo.
Mio padre e mia madre vanno molto d’accordo, in casa discutono spesso e tutte le decisioni le prendono insieme. Si amano moltissimo, quando esce l’uno o l’atro si salutano con un bacio d’amore in bocca anche davanti a me e questo affetto lo trasmettono anche a me perchè io non esco di casa se non ho baciato i miei genitori e loro fanno altrettanto con me.
La notte spesso li sento nel silenzio della mia camera quando fanno l’amore e mi è capitato qualche volta di andare a curiosare cercando di capire e anche di vedere. Mio padre è molto autoritario sia con me che con mia madre, infatti quando fanno sesso è lui a imporre a mia madre cosa deve fare e come mettersi.
“dai amore solleva le gambe, mettimele sulle spalle che ti infilo l’oggetto del desiderio, oppure dai amore girati dammi il tuo buchetto oppure amore dai fammi sborrare succhiandomelo, dai succhia ancora” e dall’altra parte mia madre che gli dice” tesoro sono tua, dai affonda di più, fammi sentire il tuo cazzo, si così mi piace, oppure tesoro fai piano ma ti prego non venirmi in culo altrimenti devo andare in bagno, oppure amore fammelo succhiare, infilamelo tutto in bocca, voglio sentire la tua sborra, mi piace la tua sborra amore” Queste sono le conversazioni che sento dai miei quando fanno sesso e lo fanno abbastanza spesso. Io di questo sono super contento perché gli aiuta ad andare d’accordo. Io più volte ho cercato di vedere in diretta la scena ma non sono mai riuscito, se sanno che sono in casa, stanno molto attenti a chiudere la porta, ma ovvio da quello che dicono immagino tutto e mi eccito tantissimo, vorrei essere in mezzo a loro. Una notte mentre origliavo ho sentito mio padre dire: “ amore sei tanto bona ti voglio sfondare, dai apri di più, allarga le gambe, fallo entrare tutto” e mia madre “si amore sfondami ma parla piano, non urlare, ci potrebbe sentire Fabio e non va bene” e mio padre rispondere “tesoro non preoccuparti per Fabio anche se ci sente non è un problema ormai è grande e sa’ benissimo cosa facciamo e come ci amiamo” Questa risposta mi riempì di orgoglio, mio padre mi considerava adulto da capire tutto, d'altronde con Valeria, le stesse cose le facevo anche io ma mi piaceva vedere gli altri farle e anche solo sentirli mi eccitava al punto da dover correre in camera a segarmi alla grande.
Sin da piccolo quando uscivo da scuola trascorrevo il mio tempo o da mia madre oppure quando non avevo compiti in giro col camion con mio padre. Ero e son fidanzato da quasi 2 anni con Valeria, una ragazza molto semplice, studentessa in architettura. Per motivi di studio e di lavoro ci vediamo solamente al fine settimana, il sabato, la domenica e il mercoledì sera. Normalmente quando non abbiamo da fare compere, il mercoledì, stiamo a casa mia dove al pomeriggio non c’è mai nessuno e quindi possiamo permetterci di fare sesso nel mio letto senza alcuna restrizione e senza problemi. Valeria è una ragazza molto aperta, per cui non ci mettiamo limiti nel divertirci e nel far sesso. Me lo succhia in modo fantastico che solo lei sa fare e poi quando non può prendere la pillola mi offre il suo culetto che è talmente bello che non trovo aggettivi per descriverlo. Io difficilmente uso preservativi perché lei preferisce il mio cazzo nudo senza vestiti ma ovviamente come dicevo prima usiamo comunque tutte le precauzioni. Ovvio non vogliamo correre il rischio che lei possa rimanere incinta, prima dobbiamo terminare gli studi e sistemarci nella vita poi sarà la volta anche della famiglia e dei figli. Qualche volta quando i miei genitori sono a casa, la invitiamo a pranzo e in quel caso solitamente lei trascorre più tempo con mia madre che con me. Dialogano molto e si intendono in tantissime cose e a me piace vederle insieme e discutere su questioni prettamente femminili.
Mio padre solitamente la sera dopo le 20 è a casa ed esce al mattino prestissimo quando ancora è buio. Qualche volta gli capita di fare viaggi fuori regione e in quel caso pernotta fuori e si assenta anche per due giorni consecutivi. Io di mio padre ho una grande stima, perché quando è a casa o quando vado con lui sul camion, parliamo moltissimo del più e del meno e spesso anche di sesso come se fossimo grandi amici. Lui ha una schiera di amici incredibile, non li conto e con tutti ha un rapporto ottimo, quando li invita a casa è un divertimento sentirli e stare con loro. Solo quando devono parlare di problemi che affliggono la categoria degli autotrasportatori, allora cambia il clima che da divertente diventa serio e cupo. Spesso si rinchiudono nello studio di mia madre per discutere di problemi sindacali e organizzativi della categoria e solo in quel caso io vengo invitato a stare fuori, non mi fanno partecipare ai loro discorsi e quando sono in riunione parlano sotto voce quasi fosse una seta segreta. La mamma se ha già fatto rientro a casa, e vede che sono nel suo studio, non li disturba e cerca di non fare rumore. Al termine di queste riunioni, sono euforici e allegri come se quell’incontro avesse risolto un mare di problemi.
Io sessualmente non mi definisco solamente etero, perché oltre alle donne, mi piacciono anche i maschi dai 35 anni ai 55, questi ultimi li preferisco perché a mio parere hanno meno inibizioni e sono aperti a tutto. Non ho esperienza con maschi, mi piacciono, li guardo, li desidero, ma solo una volta mi è capitato di incontrarne uno. Lo avevo conosciuto nel magazzino di mia madre perché veniva a comprare merce in grosse quantità e una volta è capitato che trovandosi da solo con me, gli diedi una mano per caricare il furgone e accelerare le cose visto che era orario di chiusura e il personale era già andato via. Quest’uomo abbastanza attraente con un bel fisico, mentre caricava non perdeva occasione per strusciarsi addosso a me e volutamente strisciava la sua mano sul mio pacco. Vedendo che lo strisciamento non era casuale, mi sono fermato mettendoli in mostra la mia patta e da li è nato tutto, ha iniziato a toccare, ci siamo appartati in modo da non essere visti. Me lo ha tolto fuori e lo ha preso in bocca. Da come succhiava si vedeva che era desideroso di cazzi per cui non ho fatto fatica a metterlo a 90 gradi e a infilargli il mio cazzo nel culo ovviamente con preservativo che aveva prontamente a disposizione. Era la prima volta che inculavo un maschio e ci tenevo a farlo, ho goduto tantissimo. Ovvio che per il luogo e l’ora, l’inculata dovette durare pochissimo, il rischio era che non vedendoci , mia madre venisse a cercarci. Una occasione simile con un maschio bello ed attraente e 50 enne come piacciono a me, non mi è più capitata anche se il tempo per cercarla non lo avevo. Certo quando andavo da mia madre cercavo di vedere se capitava quel cliente ma non lo ho più incontrato.
Quando sfoglio riviste pornografiche o guardo qualche filmino, la mia attenzione è rivolta sui maturi, dal cazzo che hanno mi permette di valutare il tipo di maschio, al culo che solitamente desidero se è ben fatto. Il mio desiderio è quello poter sfondare culi di soggetti maturi, farli sottomettere e comandarli di brutto. Questo pensiero mi eccita tantissimo.
A scuola con gli amichetti, spesso giocavamo a segarci e vedere chi sborrava prima o chi sborrava di più. Ognuno doveva sborrare dentro un bicchiere di plastica trasparente e li poi alla fine si confrontava la sborrata più abbondante. Chi sborrava meno doveva fare la sega a tutti oppure andando avanti con gli anni la punizione era più consistente nel senso che doveva succhiarlo a tutti. Non ci siamo mai spinti oltre nel senso che non ci siamo mai inculati e mai a nessuno dei miei amici è venuta questa idea. Non lo avrei fatto perché comunque già da allora ero attratto dai culi maturi. Ovvio che con il passare degli anni e dopo la maturità, i giochi e i raduni a scopo sessuale erano terminati, ciascuno di noi era felicemente fidanzato e nei nostri discorsi, quando si voleva parlare di sesso si faceva di tutto per apparire come etero intransigenti, poi ognuno nel segreto sapeva il suo. Il mio desiderio sugli adulti maturi non lo avevo mai confessato a nessuno, era una cosa che tenevo nel segreto più profondo. Quando vedevo mio padre, spesso mi capitava di guardagli il fondo schiena soprattutto quando indossava calzoni aderenti o quando capitavamo insieme in piscina ed eravamo in costume. Alle docce solitamente lui rimaneva molto riservato e mai si è spogliato davanti a me o fatto la doccia in modo che io potessi vederlo. Immaginavo il suo fondo schiena, senza averlo mai visto nudo, e forse era meglio così.
Quando capitava di uscire con lui col camion, facevamo delle soste in alcune aree di servizio, una per fare colazione o una bibita a mezza mattina e una sosta la faceva per incontrare i suoi amici camionisti, infatti si fermava in una area di sosta dove i camion fermi erano tanti e li si riunivano e discutevano un po’ tutti insieme. Spesso si ritirava in coppia o anche in tre nelle cabine dei camion per continuare a discutere anche perché fuori il tempo non era ideale. Io in quegli incontri non venivo mai invitato, anzi mio padre mi raccomandava di stare in cabina senza scendere per nessun motivo perché a detta sua vi era la paura dei furti anche se avevamo il rilevatore satellitare, e comunque era una paura che gli altri non sembrava non avessero, infatti molti camion erano senza custodia con la cabina normalmente chiusa a chiave. Il fatto che mi fosse vietato scendere e assistere ai loro incontri mi incuriosiva tantissimo perché era un comportamento strano che aveva mio padre, almeno io lo reputavo così. A casa e in viaggio dialogava con me come due grandi amici parlando di tutto e quando scendeva in quell’area di sosta, tra l’altro sempre la stessa, mi scartava e non mi voleva vicino. Quando era con gli amici preferiva che lo chiamassi per nome “Carlo” e non “papi” come solitamente facevo.
Andando avanti con gli anni, cresceva in me la curiosità del divieto di discesa dal camion e di quelle sedute che per me erano interminabili, a volte anche oltre un ora.
Un giorno, avrò avuto sui 18 anni credo, decisi di scendere dal camion perché dovevo fare pipì, così mi accostai a una siepe adiacente in modo che nessuno mi potesse osservare. Dopo avermelo ripulito con un fazzolettino, decisi di chiudere la cabina del camion e di fare un giro per curiosare. Mentre giravo, si avvicina un ragazzo in macchina, abbassa il finestrino e mi dice: “hai già trovato o sono tutti impegnati, sto cercando anche io ma vedo che sono tutti a lavoro” Io guardo quel ragazzo di non più di 35 anni e gli chiedo “trovato cosa? Tu cosa cerchi?” la risposta è stata senza veli “trovato un maschio per fottere, io cerco cazzi e tu?” La risposta mi lascò senza fiato, non sapevo cosa rispondere, tanto più che in uno di quei camion vi era anche mio padre. Così gli dissi: “senti bello, io non cerco niente e gira alla larga” lui con fare seccato risponde “ma allora perché sei qui come una puttana, sparisci altrimenti rischi di essere violentato stronzetto” Ingranò la marcia e partì a tutta velocità per poi fermarsi poco più avanti. Io cercavo di mettere a fuoco la risposta e capire. Era passato un po’ di tempo e temendo che mio padre potesse arrivare da un momento all’altro decisi di salire nuovamente sul camion ma col finestrino abbassato e lo sguardo fisso sugli altri camion almeno quelli che erano in vista. Dopo un po’ vidi spuntare mio padre con un altro camionista e ciascuno si diresse verso il proprio mezzo, entrambi dandosi una sistemata ai vestiti. Ripartimmo sapendo che per fare la consegna erano necessarie ancora due ore di viaggio. Durante il viaggio, raccontai l’accaduto a mio padre il quale mi rimproverò per essere sceso dalla cabina, ovvio gli spiegai che avevo necessità impellenti ma in tutta risposta mi sentii dire che avrei dovuto pensarci prima che lui si allontanasse in modo che dentro la cabina ci fosse sempre qualcuno. Insistetti sulla conversazione con quel ragazzo e mio padre con molta superficialità mi rispose: “vedi Fabio, anche se sei già abbastanza grande, ormai sei maggiorenne, ancora non conosci tante cose sulla vita di tutti i giorni e di tante persone. In quelle piazzole e come in quasi tutte, ci sono i così detti “gay” che vanno in cerca di camionisti compiacenti, a volte gli capita di trovarne ma spesso rimangono delusi. La maggior parte dei camionisti, almeno quelli che conosco io, sono persone serie e tutte di un pezzo, quindi non farci caso e non arrovellarti il cervello per quell’imbecille che hai trovato. Stai sereno e tranquillo, basta ignorarli” La discussione proseguì come sempre e il viaggio sembrò anche più corto perché mi diede l’impressione che ci volle molto meno tempo del solito.
Comunque mio padre non era riuscito a convincermi, per me quel ragazzo cercava e sapeva ed era sicuro di trovare, certo non sapeva per quale motivo io mi trovassi in quel punto ma aveva immaginato che essendo li anche io cercassi qualcosa. Questo dubbio mi assillava, ma avendo tantissima fiducia in mio padre, mai e poi mai potevo immaginare che mio padre si fermasse in quelle aree di sosta per incontrare maschi. Mio padre era un vero maschio e la prova era il tipo di rapporto che aveva con mia madre e come si amassero, sempre con la stessa intensità come se fossero ancora dei giovincelli. Dopo un po’ di tempo mi chiese se ero libero per fargli compagnia sul camion perché doveva andare a fare una consegna a circa 400 km da casa. Non avendo altri impegni, decisi di andare con lui anche perché uscire con mio padre era sempre un vero piacere. Partenza al mattino prestissimo, circa le tre del mattino, prima sosta in un autogrill per un caffè doppio, e seconda sosta verso le 4,30 del mattino nella solita area di servizio da me sotto osservazione. Solito avvertimento, se devi andare in bagno vai ora perché poi non devi abbandonare il camion per nessun motivo. “tutto ok papi, vai tranquillo, farò buona guardia” e dandomi un bacio sulla guancia come faceva solitamente, sparì tra i vari camion fermi. Questa volta l’osservazione dell’area e della zona era molto più attenta, il ricordo dell’incontro con quel ragazzo era fisso nella mia mente come se fosse avvenuto il giorno prima. In effetti vidi passare tante macchine affianco a me che si fermavano qua e la. La luce non era tanta, ogni tanto qualche palo di illuminazione ma non permetteva di vedere chiaro gli spostamenti. Una cosa però avevo notato, le macchine si fermavano, spegnevano fari e il motore ma nessuno entrava nel bar per un ristoro. Decisi così di scendere dal camion e farmi un giro a piedi, cercando di non farmi vedere da nessuno e passando dal lato siepe nascosto dai camion. Arrivo vicino a una macchina e mi fermo dietro una cabina di un camion ad osservare stando molto attento ad non essere visto. Inizialmente non riuscii a vedere niente, ma dopo un po’, si accesero le luci interne alla macchina e li notai chiaramente che le due persone all’interno erano nude e stavano facendo sesso. Non riuscii a vedere chi fossero, non era possibile riconoscerle ma avevo avuto una conferma su quanto quel ragazzo mi aveva detto. Le macchine si fermavano per cercare sesso e combinavano gli incontri. Andai più avanti, sempre rimanendo nascosto dalla siepe e dai camion, e vidi che adiacente a una macchina vi era un tipo fuori dall’abitacolo che con i calzoni abbassati si puliva il cazzo e poi ha iniziato a pisciare. Dentro la macchina un altro tipo che aspettava con lo sportello aperto. Ma era impossibile riconoscere qualcuno, vedevo ombre e niente più. Così decisi di rientrare al camion e sistemarmi in modo da non destare sospetto con mio padre che rientrò dopo una quindicina di minuti. Arrivato, mi chiese se avevo notato qualcosa di strano e gli risposi che era tutto tranquillo così mi invitò a scendere e andammo nel bar per prenderci un altro caffè. All’interno quasi tutti salutarono mio padre come grandissimi amici, addirittura chi gli dava pacche sulle spalle o chi si avvicinava per stringergli la mano. Soliti discorsi “ciao come stai, da un po’ che non ti vedo, che combini, come va il lavoro, quando capiti nuovamente da queste parti”. Preso il caffè un saluto generale a tutti e via sul camion per riprendere il viaggio. Ovvio questa volta non feci alcun cenno alle mie perlustrazioni e tanto meno al fatto che avevo visto chiaramente due maschi fare sesso alla grande. Quel ragazzo la volta precedente sapeva quello che mi diceva ed era così, in quell’area di servizio ci si fermava per concludere incontri, ne avevo ormai la certezza. Unica cosa che ancora non sapevo era quale era il motivo per cui mio padre decideva di fare una sosta sempre li nel solito posto. Il dubbio che anche mio padre potesse combinare qualcosa si stava facendo sempre più concreto. Con questi grossi pensieri decisi che da quel momento dovevo tenerlo sotto stretto controllo. Dovevo scoprire perché si fermava li e cosa discuteva con i suoi amici camionisti, sia in quell’area di servizio che nelle altre occasioni di incontro che aveva. Ogni occasione doveva essere oggetto di pedinamento e di osservazione. Si era vero che mio padre faceva sesso alla grande con mia madre e ne avevo le prove ma poteva essere come il figlio, cioè io che pur facendo sesso con Elvira non detestavo avere incontri con maschi. Ero il così detto bsex. Cercare di scoprire qualcosa non era impresa facile, ma dovevo escogitare qualcosa, ma al momento non sapevo cosa. Poco tempo dopo andai con lui per una consegna molto lontano, quindi saremmo stati insieme per ben due giorni . Partenza dalla sera, solita prima sosta per un caffè. Durante il viaggio cercavo di pensare come seguirlo. Avevo pensato che subito dopo che lui sarebbe sparito dietro qualche altro camion io sarei sceso e correndo avrei cercato di seguirlo per pedinarlo. Il piano era pronto si trattava di metterlo in pratica. Dopo circa due ore di viaggio arrivammo in quell’aria di servizio. Le cose non ad andarono subito bene perchè era in corso un nubifragio ma nonostante l’acqua, mio padre si mise uno scaccia acqua con cappuccio ed usci per incontrare gli amici, cosi ha detto mentre scendeva raccomandandomi di stare a sorvegliare il camion. Io secondo i piani sarei dovuto scendere e di corsa andare dietro per scoprire qualcosa ma purtroppo l’acqua mi impedì di scendere e quindi dovetti desistere dall’iniziativa. Rimasi sul camion ma dall’alto della cabina potevo notare che le macchine in giro erano decisamente tantissime, forse l’orario, erano circa le 22 e io pur osservando con attenzione non riuscivo a vedere niente. Qualche macchina si fermava vicino a me ma poi andava oltre. Dopo circa un oretta mio padre rientrò e riprendemmo il viaggio.
Alcuni giorni dopo mentre io ero nella mia camera a studiare, arrivò mio padre con due suoi colleghi che ormai conoscevo abbastanza bene, Silvio e Renato. Due maschi abbastanza simili a mio padre come corporatura anche se Renato aveva qualche chilo di troppo ma non era niente male. Si fermarono in salotto per prendere un caffè e un amaro e poi andarono nello studio di mia madre per discutere di cose loro. Questa volta sentii chiaramente la serratura della porta che veniva chiusa a chiave e poi il silenzio se non qualche bisbiglio completamente incomprensibile. Ero troppo intento a studiare che non feci più caso alla loro presenza. Loro andarono via e con essi usci anche mio padre, mentre io ancora non avevo terminato le mie ore di studio. Al termine, uscì dalla mia camera e corsi nello studio di mia madre per guardare e osservare e magari riuscire a capire qualcosa, ma niente. Lo studio di mia madre era una camera molto grande, un tempo era la camera matrimoniale dei miei genitori trasformata in studio di rappresentanza per le attività di mia madre. All’interno una grossa scrivania, un pc, una stampante, un divano con due poltrone e cosa non da poco aveva le pareti insonorizzate in cartongesso di grosso spessore, e la possibilità di ingresso diretto dall’esterno. Lo studio era dotato di antibagno con lavabo e poi di un bagno padronale con doccia idromassaggio. Veniva usato molto raramente visto che in casa vi erano altri due bagni. L’unico che lo usava più frequentemente ero io perché amavo farmi la doccia con l’idromassaggio. Mia madre usava lo studio il lunedì pomeriggio e il sabato pomeriggio per ricevere i rappresentanti e magari concludere qualche contratto.
Nei giorni successivi, mentre la curiosità non veniva meno e la chiusura a chiave della porta era un altro elemento, pensai che potevo scrutare e/o origliare anche quando loro erano a casa, probabilmente nel silenzio assoluto qualcosa potevo carpire. Avevo cominciato a capire che gli incontri a casa erano con frequenza bisettimanale, il giovedì pomeriggio. Un pomeriggio mentre ero a casa a studiare, avevo il pc acceso per facilitare qualche ricerca veloce e si aprì una finestrella di skype dove Valeria mi invitava ad entrare. Ci scambiammo qualche informazione sul da farsi la sera e con la webcam ci inviammo dei bacetti. Si accese improvvisamente una luce nella mia mente, la webcam poteva essere una soluzione. Lo studio di mia madre aveva una parete in comune con la mia camera e su quella parete lato studio una grossa libreria e nella mia camera vi era addossata la scrivania e il pc.
Entrai nello studio per individuare come e dove avrei potuto posizionarla senza che fosse vista da nessuno. Andai in un discount per acquistare una webcam, il mio pc portatile la aveva incorporata. Comprai una cam senza fili ma con la sola alimentazione elettrica. Era dotata di zoom con la possibilità di rotazione dell’obiettivo di 90 gradi sia in senso orizzontale che verticale. Una ottima webcam professionale. Appena solo in casa effettuai tutti i collegamenti e le prove, una prolunga elettrica ben nascosta per alimentarla e la posizionai nella libreria in mezzo ai libri e ai vari sopramobili. Era ben occultata nello scaffale tipo cimice e solo se dovevi spolverare in quel ripiano potevi notarla. Feci diverse prove per trovare la posizione ideale, misi il nastro scotch per impedire che la spia di cam accesa non si vedesse, regolai al massimo il volume e la sensibilità di captazione rumori e voci. Tutto era pronto, si trattava di aspettare l’occasione. Questa arrivò dopo diverso tempo perché purtroppo ero molto impegnato con alcuni esami e questi ovviamente avevano la priorità sulle mie curiosità morbose che però stavano per terminare perché non appena papà con i suoi amici avessero fatto ingresso nello studio, se io ero in casa, avrei acceso pc e cam e con la cuffia sarei riuscito anche ad ascoltare le loro conversazioni nonostante solitamente parlassero a bassa voce.
Arrivò mio padre insieme con Silvio e Renato e con un altro trasportatore che non conoscevo ma che mi presentarono come Franco. Terminata la presentazione stetti un po’ con loro per un caffè e qualche bicchiere di birra e poi con la scusa che dovevo riprendere a studiare, mi ritirai nella mia camera mentre loro erano ancora in salotto. Accesi il pc e la cam, misi le cuffie in attesa del loro arrivo.
Finalmente entrarono nello studio, quel momento tanto atteso era arrivato. La curiosità era alle stelle, dovevo sapere cosa facevano dentro lo studio e quali argomenti di lavoro trattassero per stare nel segreto anche se le ultime vicende nell’aria di sosta in autostrada avevano un po’ portato il mio pensiero su cose e comportamenti non professionali a cui non volevo dar credito ma ora forse qualche piccolo dubbio sarei riuscito ad eliminarlo.
Mio padre chiuse la porta a chiave, prima cosa strana, mise un panno sopra la maniglia, forse per evitare che qualcuno, cioè io, essendo l’unico in casa, non potesse spiare dal buco della serratura. Subito mio padre da buon padrone di casa, prese l’iniziativa e disse: “eh ragazzi, cazzo da un po’ che non ci incontravamo, cazzo ho una voglia matta, i coglioni sono pieni e i vostri? Dai mettiamoci in libertà” mentre mio padre e i suoi tre amici si toglievano le magliette rimanendo a petto nudo. Franco era molto peloso ma Silvano e Renato erano come mio padre, pochi peli solo in corrispondenza delle mammelle. Si tolsero i calzoni e le mutande e rimasero nudi, parlavano a bassissima voce ma per fortuna avevo aumentato al massimo la captazione del suono per cui riuscivo a sentire tutto. I miei dubbi in un attimo venivano fugati. Ero un po’ incazzato per quello che stavo vedendo ma mi stavo già eccitando vedendo quei maschi belli nudi. Mio padre aveva un culo fantastico e di cazzo si difendeva molto bene e così anche gli altri. Mio padre si sedette sopra Renato e questo inizio a lisciali il cazzo e ad accarezzargli il culo. Silvano e Franco facevano la stessa cosa in più si stavano baciando in bocca e io potevo sentire il rumore del risucchio delle lingue. Mio papà si alzò in piedi e Renato gli prese il cazzo in bocca e iniziava a succhiare “cazzo Renato dai che sei bravo, come succhi tu neppure mia moglie, dai strizzami le palle, succhia non fermarti, riempimi di saliva, dai più forte dai che ti chiavo in bocca mia troia, mmmmmm sei fantastico” Gli altri due erano sdraiati per terra sul tappeto in un fantastico 69. I risucchi erano evidenti, era l’unico rumore che sentivo. Renato aveva iniziato a leccare il culo di mio padre e ad infilargli le dita dentro dopo essersele bagnate con la saliva. Godeva tantissimo, chiudeva gli occhi e lo supplicava “sfondami dai, il buco ti aspetta, dai che aspetti, dai ti voglio dentro” di li a poco Renato inizio ad inculare mio padre che godeva come una cagna in calore e godeva anche per il fatto che Franco aveva iniziato a fargli un pompino mentre Silvio si stava inculando Franco. Una scena incredibile, non credevo ai miei occhi, ero imbambolato e col cazzo che attendeva di sfiorarlo che sborrare alla grande, ero super eccitato, avevo più il cazzo duro io che loro che erano gli attori principali. Dopo pochi secondi esplosi sporcando completamente il pavimento con una sborrata incredibile. Anche nello studio ormai la sborra scorreva a fiumi. Tutti avevano la bocca piena di sborra e con la lingua si leccavano per raccogliere le ultime gocce che erano rimaste sulle labbra. Dopo che tutti vennero e si incularono a vicenda, di sedettero nel divano opportunamente coperto con un lenzuolo che Silvio aveva portato nel suo zainetto. Erano tutti e quattro abbracciati che si baciavano, primo con uno poi con un altro e anche i baci con tre bocche. Una seduta porno di quelle che non avevo mai visto neppure nei miei tanti film porno. Mio padre era fantastico, aveva un culo da meraviglia bello sfondato, avevo potuto notare il suo buco aperto zumando con la cam, poi lo succhiava benissimo, era attento a far godere il suo partner. Mi sarebbe piaciuto essere al posto di Renato e incularlo io. Gli avrei scaricato tanta di quella sborra in bocca e in culo. In quei momenti pensavo che quello che era sempre stato il mio desiderio nascosto, cioè desiderare di avere il culo di mio padre e averlo sottomesso ai miei ordini, poteva diventare realtà. A mio padre piaceva prenderlo in bocca e in culo e volentieri lo dava per farselo succhiare e per inculare i suoi amici. Al momento non saprei dare una spiegazione del perché decisi di registrare quell’incontro, ma nella mia mente passavano tante idee, tante cose e fra tutte il desiderio che potevo possederlo. Mio padre con me si era sempre comportato come se fosse un carissimo amico e non un genitore e questo potevo affermarlo senza alcun dubbio. Da amico quale mi considerava io lo desideravo, già prima di quel momento io ammiravo sempre quel culo da favola sopratutto quando avevo modo di vederlo in piscina. Cavolo lui con me è sempre stato molto discreto, mai una volta nudo davanti a me, mai la possibilità di vedere, di sbirciare qualcosa. Lui che amava all’impazzata mia madre e che due o tre volte la settimana faceva l’amore con lei facendola godere e regalandogli un bel po’ di orgasmi. Quell’uomo, mio padre che anche se 46 enne, pochi minuti dopo una sborrata era nuovamente in tiro e pronto per una altra scopata, quell’uomo si era rivelato ai miei occhi decisamente bsx e strano a dirsi era esattamente come il figlio cioè io. Padre e figlio uguali. Rimasero nello studio ancora per un bel po’ facendo lavorare le loro lingue sia con i baci e sia leccandosi a vicenda in ogni parte del corpo. Poi sparirono dalla visuale della cam perché entrarono nel bagno per lavarsi e darsi una sistemata. Si vedeva che erano affiatati e che facevano sesso perché si volevano molto bene e questo gli procurava tanto godimento. Sembravano quattro innamorati tutti allo stesso livello e pensare che erano quasi tutti coetanei e anche sposati, addirittura Renato aveva 5 figli. Mentre loro erano ancora nel bagno dello studio, io spensi il pc e andai a sedermi in salotto aspettando che uscissero. Entrarono in salotto come se niente fosse successo, si sedettero nel divano mentre mio padre andava a prendere qualche bicchiere per offrirgli qualcosa da bere. Si misero a parlare del più e del meno coinvolgendomi nella discussione. Silvio era un grosso barzellettiere, le sapeva raccontare benissimo, per cui non perdeva occasione per raccontarne di nuove creando così una atmosfera fantastica.
Continua al capitolo 2
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