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Gay & Bisex

Esperienza drammatica, ma poi ....


di alfredCA
27.06.2018    |    18.709    |    15 9.6
"Un giorno a lavoro, mentre mi giravo i pollici perché ero in un rientro del pomeriggio e i miei colleghi erano già andati via, decisi di andare a frugare..."
Ciao a tutti, mi chiamo Giuseppe e vi voglio far partecipi di una esperienza drammatica che ho vissuto.
Ho 54 anni, sono sposato e ho tre figli, due gemelli di 25 anni, Andrea e Franco e poi Elia di 32 anni. Elia è sposato da due anni e vive in un paesino vicino al mio dove lavora in un ufficio pubblico. Andrea e Franco invece frequentano l’università e vivono ancora a casa. Viaggiano tutti i giorni perché purtroppo non mi posso permettere di farli soggiornare vicino alla facoltà e poi il nostro paese dista solamente pochissimi chilometri dalla cittadella universitaria. I due gemelli vanno molto d’accordo , non gli ho mai sentiti litigare, frequentano facoltà e amici differenti ma per fortuna avendo una casa molto grande possono avere ciascuno una camera a disposizione per gli studi dove sovente portano gli amici per studiare e qualche volta anche per giocare al pc o per divertirsi a modo loro stando insieme. Io dal mio studio sento tutto quello che dicono e vi posso assicurare che sono ragazzi di cui ne vado molto fiero per serietà e correttezza e impegno in tutte le loro cose. Sono molto impegnati nel sociale e diverse volte mi hanno coinvolto se non altro per dare un supporto economico alle loro iniziative.
Io già da ragazzo ho sempre avuto una attrazione anche per i maschi oltre che per le donne, ma il mio essere bsex sono riuscito sempre a tenerlo nascosto e a non far mai trapelare niente sugli sporadici incontri che qualche volta riuscivo ad avere. Ovvio la famiglia ed il lavoro mi hanno sempre bloccato nel desiderio di incontrare persone del mio stesso sesso al solo scopo del puro divertimento spensierato. Ho sempre prediletto e prediligo ragazzi più piccoli di me per cui anche per questi miei gusti, gli incontri erano veramente pochi, da contarsi sulle dita delle mani.
Un giorno a lavoro, mentre mi giravo i pollici perché ero in un rientro del pomeriggio e i miei colleghi erano già andati via, decisi di andare a frugare nella scrivania di un collega, incuriosito dalle sue riviste particolari per scoprire nel dettaglio di che riviste si trattassero. Frugando in fondo al cassettone trovo una rivista “le ore” e così con tutta calma inizio a sfogliarla. Ovviamente mi soffermo sulle foto e su qualche annuncio sul fine rivista. Tra i tanti racconti e annunci leggo che una pineta distante una quarantina di chilometri da casa è frequentata da gay ed un luogo di ritrovo e di incontri. Leggendo qua e là il tempo è volato e devo di corsa rimettere tutto al suo posto stando attento a lasciare le cose con lo stesso ordine con cui le avevo trovate. Chiudo e rientro a casa. Al mio rientro sento che i miei due figli stanno studiando ciascuno nelle rispettive camere, entro nella camera di Andrea per chiedergli se la mamma fosse rientrata ma in tutta risposta mi comunica che ha appena telefonato e che avrebbe fatto tardi chiedendomi se mi andava di preparare un caffè per tutti. Mi presto volentieri così chiedo anche a Franco se gradissero anche loro un buon caffè. Escono tutti dalle rispettive camere e in salotto aspettano che finisca di preparare e nel frattempo mi sono accomodato anche io con loro ascoltando i discorsi improntati su un concerto a cui avevano assistito pochi giorni prima. Il mio sguardo ovvio senza farmi accorgere e destare il benché minimo sospetto, era rivolto agli amici dei miei figli i quali erano per me tutti bellissimi e desiderabili. Fantasticavo e osservavo i loro pacchi che erano spesso messi in evidenza. Vi era Alessandro, un amico di mio figlio Andrea che era bellissimo, curato fisicamente, con un pizzetto che gli donava alla grande e soprattutto lasciava intravedere un pacco di tutto rispetto che ogni tanto si toccava e questo attirava maggiormente la mia l’attenzione. Ovvio erano sogni proibiti perché mai e poi mai avrei combinato qualcosa con loro, il mio segreto veniva prima di ogni altra cosa e poi avevano tutti le ragazze, compresi i miei figli e quindi per me erano etero irraggiungibili. Bevuto il caffè, tutti rientrarono nelle rispettive camere e io mi diressi nel mio studio a sfogliare qualche carta. Il mio pensiero ricadeva sempre sulla pineta vicino a casa e siccome la avevo frequentata anche con la famiglia, non riuscivo a capire dove potessero avvenire questi incontri. Decisi così di uscire di casa e andare a fare un sopralluogo per rendermi conto subito come stavano le cose. Arrivato nel piazzale antistante, vedo una quindicina di vetture parcheggiate, parcheggio e mi avvio dentro la pineta, percorrendo i diversi viali e vialetti presenti, ma non vedevo altro che famiglie con bambini o persone che correvano, quindi tutto nella più assoluta normalità così come la ricordavo io. Decido così di far rientro a casa deluso perché quanto riportato nella rivista era una bufala clamorosa.
Mentre sedevo in macchina, in lontananza vedo un auto che imbocca una stradina all’inizio della pineta, metto in moto e cerco di vedere dove conduce quella stradina, la percorro per un bel po’ e noto con stupore che dietro la pineta che conoscevo ve ne era un'altra quasi impraticabile per il sottobosco non curato e per le alte siepi che lo caratterizzavano, quindi un luogo dove effettivamente la gente poteva imboscarsi tranquillamente ed in oltre era pieno di stradine trasversali percorribili anche in auto stando attenti a non raschiare la macchina. Forse ho trovato, sicuramente è quello il posto indicato dalla rivista, per cui decido di parcheggiare in un piccolo spiazzo per fare una attenta ispezione, purtroppo mi rendo conto che oramai si è fatto tardi e decido di rientrare per non dover dare spiegazioni ripromettendomi di effettuarlo il prima possibile.
I giorni trascorrono normalmente, ma il mio pallino fisso e che non mi da pace, rimane quello di scoprire quel posto e dovevo farlo senza farmi vedere e senza destare sospetti, considerando che non era poi tanto distante dal mio paese.
L’occasione arriva un pomeriggio quando miei figli mi comunicano che non sarebbero rientrati a casa per lezioni pomeridiane e mia moglie sarebbe stata impegnata a lavoro fino a sera inoltrata. Indosso una maglietta e un paio di pantaloncini da corsa e parto per l’ispezione. Percorro diverse stradine e in fine trovo un piccolo spiazzo dove potevano trovare posto massimo un 5 vetture parcheggiate correttamente.
Parcheggio, scendo dalla macchina e percorro una stradina a piedi notando che tra i folti cespugli vi sono posti nascosti dove uno potrebbe incontrare tranquillamente. Continuo e vedo un giovane in uno di questi che col cazzo fuori se lo sta smanettando. Lo guardo, il tipo mi piace e vedo che mi fa il cenno con la testa ad avvicinarmi, lo faccio e come arrivo mi dice subito di succhiare. Non me lo faccio ripetere due volte, sono veramente desideroso di poter avere un bel cazzo da succhiare. Inizio prima lentamente e poi un po’ più veloce, mi fermo e mi dedico alle palle che lecco e le infilo in bocca, poi ritorno all’asta, la lecco da cima a fondo e poi la rinfilo in bocca. E’ bellissimo, mi accorgo che in ragazzo con non più di 35 anni sta godendo tantissimo, mi tiene la testa e da il ritmo dandomi della troietta e facendomi i complimenti per come riuscivo a succhiare alla grande e a farlo godere. Continuo a succhiare e con una mano gli tengo e gli accarezzo la coscia mentre con l’altra gli accarezzo il sedere e il solco. Noto che divarica leggermente le gambe per cui insisto nella mia ispezione e trovata la rosellina ci infilo l’indice e lo sento ansimare sempre di più, gli piace, sta godendo. Tolgo il suo cazzo dalla mia bocca, mi inumidisco bene il dito e lo rinfilo dentro mentre con la lingua bagno nuovamente l’asta e riprendo a succhiare. IL mio succhiare e il ditalino che gli sto facendo nel culetto fan si che nel giro di poco tempo ferma la mia testa e scarica nella mia bocca un mare di sborra bella calda. Mi stacco e sputo immediatamente e con una bottiglietta di acqua mi sciacquo subito la bocca, e nel frattempo lui si pulisce con un fazzolettino e si sistema i calzoni. Sta per andare via, mi afferra la testa e mi da un bacio in bocca interminabile. Mi dice che gli farebbe piacere rincontrarmi e che magari la volta successiva ci saremo anche potuti scambiare i numeri per assicurarci di non perderci di vista. Lo bacio, lo accarezzo ovunque ma poi lui si stacca e sparisce tra i cespugli. Esco dal nascondiglio contentissimo dell’incontro avuto e vado alla macchina per far rientro a casa. Ovvio come prima volta sulla pineta, non è stato per niente male, ero veramente contento. Mentre rientravo a casa pensavo che avrei dovuto trovare qualche altro giorno per andare nuovamente ad incontrare e magari farlo di mercoledì visto che il mio bellissimo sconosciuto era li di mercoledì. Passarono i giorni e per diversi motivi non riuscivo a trovare il tempo per fare un'altra capatina, in compenso mi lucidavo la vista guardando gli amici dei miei figli senza farmi accorgere ovviamente. Devo ammettere che mi sono segato diverse volte pensando al bel 35 enne e al bellissimo bacio che mi aveva dato prima di scomparire.
Un pomeriggio, miei figli erano in camera a studiare e questa volta da soli e io avevo libero fino alle 19, ora in cui sarebbe rientrata mia moglie.
Mi preparo con una bella doccia, indosso un paio di mutandine con i fiorellini, una maglietta aderente, un paio di pantaloncini bianchi e via all’avventura. Ovvio mi preoccupo di portare con me delle bottigliette d’acqua, qualche preservativo e del gel, in previsione di chi sa quale incontro.
Arrivo, parcheggio nello stesso piazzaletto, mi dirigo verso un angolo nascosto e rimango li fermo, aspettando che magari qualcuno passasse e che questo qualcuno fosse di mio gradimento. Sono li da oltre mezz’ora e non vedo movimento, comincio a pensare che non sia il giorno adatto, sto per andar via quando in lontananza vedo un tipo che passeggia e osserva. Cerco di farmi notare, abbasso i pantaloncini e anche le mutande rimanendo col culo scoperto nella speranza di essere osservato, ma noto con dispiacere che non gira lo sguardo verso la mia direzione. Continuo nel mio tentativo quando improvvisamente mi sento chiamare “Giuseppe che fai li” il cuore batte a mille, non ho il coraggio di girarmi per vedere chi è che mi conosce e che ormai sa di me, tento di girarmi ma mi sento mancare, sollevo le mutande e i calzoncini e corro a tenermi ad un albero prima di cadere per terra svenuto. Il ragazzo che era li capisce che mi sto sentendo male e corre a sorreggermi, mi giro e vedo Alessandro, un compagno di studi di mio figlio Andrea, che studia insieme con lui ed è proprio quel ragazzo che io osservo con enorme desiderio perché non smette di toccarsi il pacco. Ha il pizzetto ben curato e è da me considerato bellissimo. Alessandro mi sorregge e mi dice: “Sig. Giuseppe non preoccuparti, siamo qui per la stessa cosa, tranquillizzati, non dirò niente a nessuno ma stai sereno”. Presa un bottiglietta di acqua mi ha invitato a berla tutta d’un fiato per riprendermi. Faccio come mi dice e lo abbraccio forte “Ti prego Alessandro non svelare mai che mi hai visto qui, rovineresti per sempre la mia vita, ti supplico abbi pietà di me e mantieni il segreto” In tutta risposta mi abbraccia forte e mi da un bacio in bocca cercando la mia lingua. Ho la bocca asciutta e se ne accorge prende altra acqua e mi invita a continuare a bere e nel frattempo cerca nuovamente di baciarmi e di palpare il mio culetto. Il suo modo di fare mi sta tranquillizzando così lo abbraccio anche io e ci do sotto per baciarlo mettendo in mostra le mie qualità, intrecciando le nostre lingue e accarezzandoli dolcemente i capelli. Continua ad accarezzarmi e mi sussurra: “sono qui per cercare un maturo con cui fare sesso, io sono bsex attivo e mi piacciono i tipi come te. A casa ti ho sempre guardato con grande desiderio” Lo abbraccio ancora più forte e gli svelo con sincerità che anche io lo ho sempre guardato con grande desiderio ma che non mi sono mai azzardato a fargli alcun cenno perché primo pensavo fosse esclusivamente etero e poi perché ovviamente amico di mio figlio. In tutta risposta mi sento dire: “si ho notato che mi hai sempre guardato e osservato, seguivi ogni mio movimento ma ovvio ho sempre fatto finta di nulla, ma ora Giuseppe siamo qui e voglio tutto di te, godo ad essere obbedito, scendimi i calzoni e leccami tutto”, io obbedisco e lentamente gli abbasso i calzoni e con i denti cominciai a morsicare il cazzo che appare nella sua forma stupenda attraverso le mutande. Lui apprezza e non smette di accarezzarmi la testa, i capelli e il viso e ogni tanto mi infila un dito in bocca che io succhio immediatamente. Inizia a spogliarmi, mi toglie la maglietta, i pantaloncini e mi abbassa le mutande. Non mi piace tanto rimanere completamente nudo in un posto sì appartato ma sempre visibile da chi passa sul vialetto di fronte, ma sono troppo eccitato e contento di essere la troia dell’amico di mio figlio che tantissime volte nel segreto ho ammirato. Inizio a succhiarli il cazzo, è barzotto ma dopo un paio di leccate è duro come il marmo, dritto leggermente ricurvo verso l’alto. E’ stupendo e sono molto eccitato, mi piace come accenna a darmi il ritmo e come mi accarezza ovunque. Poi mi sussurra all’orecchio che vorrebbe penetrarmi e mi chiede se può farlo, io con la testa gli faccio un cenno di consenso. Mi stacca la bocca dal suo cazzo e facendomi girare mi fa appoggiare le braccia su un albero sollevando il mio sedere e mettendo il culo nella posizione che lui ritiene corretta per iniziare a leccarmi l’ano. Lecca stupendamente al punto che mentre mi infila la lingua nel buchetto dal mio cazzo esce della sborra, sto venendo, sto godendo tantissimo e lui se ne accorge e continua a leccarmi tutto il sedere e il buchetto soprattutto. Parlandomi all’orecchio mi chiede se sono pronto e di fermarlo che sento dolore, gli do l’ok e lui inizia a poggiare la punta del cazzo nel buchetto e a spingere dolcemente. Sono anni che non prendevo più un cazzo nel culo, il buchetto era abbastanza stretto ma il lavoro di lingua me lo aveva dilatato al punto tale che continuava a spingere senza che sentissi alcun dolore ma solo tanto piacere. E’ tutto dentro e inizia a muoversi lentamente facendomi andare in estasi, era una sensazione di piacere che oramai non ricordavo più. Mentre mi penetra ed entra ed esce dal mio buchetto, vedo che vicino a noi si è fermato un ragazzo che osservando la scena comincia a masturbarsi e ad avvicinarsi. Vedo con la coda dell’occhio che Alessandro lo blocca e gli fa il cenno di andar via, il tipo si allontana ma continua a segarsi fino a quando lo vedo sborrare copiosamente, ripulirsi e sparire dalla nostra visuale. Io sto continuando a godere mentre Ale pompa sempre più forte e mi infila il pollice in bocca. Gli dico di rompermi tutto, di fare tutto quello che voleva che ero la sua troietta disponibile a tutto. Mi accarezza ancora il viso e sento gli schizzi caldi dentro le mie viscere e lui che mi sussurra “sto venendo Giuseppe, sei meraviglioso, ti va di pulirmi?” Si gira e senza badare se il cazzo fosse scevro dai miei umori, lo infilo in bocca e lo ripulisco completamente. Ale mi solleva e inizia a baciarmi in bocca, è un bacio interminabile e nel mentre mi prende il cazzo e inizia a segarmi, sono sufficienti due colpetti perché inizi a sborrare tantissimo. Un po’ di sborra gli è andata sulla mano, la avvicina alla sua bocca e la lecca poi con la mano ripulisce il mio cazzo dalle goccia di sborra e avvicina la mano alla mia bocca perché la pulisca. Era la mia sborra di cui ne conoscevo il sapore, infatti diverse volte la ho assaggiata e l’ho trovata buonissima e così anche quella volta. Nel frattempo il suo cazzo ha ripreso consistenza e spingendomi un po’ la testa verso il basso mi ha invitato a succhiarglielo nuovamente. Ero insaziabile, ho ripreso a succhiare e leccare, scendevo nelle palle e le prendevo in bocca e le leccavo con la lingua poi leccando l’asta lo rimettevo in bocca. Con una mano ho cercato di toccargli il sedere e infilare il dito dentro il buchetto, ma lui delicatamente la sposta dicendomi “NO” e poi aggiungendo: “Giuseppe sei fantastico, fai un po’ più forte, dai sto per venire” Ho aumentato il ritmo e dopo pochi secondi mi sono ritrovato la bocca piena della sua sborra, buonissima, ho ingoiato quasi tutto. Mi ha sollevato e ha iniziato a baciarmi accogliendo nella sua bocca parte della sua sborra. Il bacio è proseguito fino a quando la nostra bocca era completamente ripulita dal suo buonissimo liquido. Ci ricomponiamo, riprendiamo i nostri indumenti e lui stringendomi la mano mi ha detto: “Giuseppe, sei veramente fantastico, non immaginavo oggi di vivere questa esperienza con te. Rimarrà tutto nel segreto ma voglio possederti tante altre volte, ogni volta che ne avrò voglia tu devi cercare di liberarti e metterti a mia disposizione, vuoi questo?” Ed io senza neppure pensarci gli dico di si, che sono contento di essere la sua troia ogni volta che lo vorrà, io cercherò di essere a sua disposizione. Siamo così arrivati alle macchina, dà un occhiata in giro e prendendomi il viso con le mani mi stampa ancora un bacio sulla bocca fantastico.
Alcuni giorni dopo rientro da lavoro e trovo i miei figli impegnati ciascuno nella loro camera con gli amici a studiare. Busso nella camera di Andrea e dopo averli salutati gli chiedo se gradiscono un caffè, mi risponde a voce molto alta Alessandro con un “Si grazie, molto volentieri” Faccio la stessa cosa nella camera di Franco ricevendo anche da loro una risposta affermativa. Mentre sono intento in cucina a preparare il caffè, mi sento palpare il sederino da Ale il quale mi stampa un bacio e mi chiede di scrivere il mio numero su un foglietto perché ne ha bisogno e scappa per far finta di entrare in bagno per non destare sospetti. Preparo il foglietto e come esce dal bagno glielo consegno, così raggiungo il salotto dove si erano accomodati tutti gli studenti e tutti insieme assaporiamo il caffè.
La sera dicevo un messaggio su whatsapp “Ciao sono Ale, registrati il mio numero. Domani vorrei rivederti, ma dimmi a che ora puoi farti trovare in piazza Cavour che con la mia macchina andiamo in un posto molto più tranquillo rispetto alla pineta” Non perdo secondi, gli rispondo dicendogli che alle 17 sarei stato li ad aspettare. Quell’incontro e i tantissimi che sono seguiti e seguono ancora oggi, sono stupendi, non ho mai goduto così tanto e ogni volta sembra di vivere l’esperienza per la prima volta e meno male che all’inizio stavo per lasciarci le penne a causa dell’infarto che mi stava venendo. Ma meno male che Alessandro è veramente in gamba.
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