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Due sorelle, troie e lesbiche. Cap.I Part. II


di Membro VIP di Annunci69.it Lorella65Trav
24.03.2024    |    13.309    |    12 9.8
"” disse e, in effetti, anch'io constatai che questo era proprio vero..."
Mi chiamo Martina, ho quasi 35 anni e sono sposata con un uomo che è sempre lontano per lavoro e torna una volta al mese per una decina di giorni. Vivo con Federico, mio figlio, avuto a 17 anni da uno dei tanti maschi coi quali ho fatto sesso e del quale, ad essere sincera, non mi è mai interessato sapere chi fosse, perché mio figlio era solo mio e, comunque, nessuno mai si sarebbe fatto avanti.
Potrebbe sembrare una normale storia come quelle di tante altre ragazze madri ma non è proprio così, perché la mia è una storia di una donna con una particolarità molto speciale.
Quale? La risposta è semplice!
Sono una grandissima troia, una cagna sempre in calore, una vacca che un toro può sfondare a suo piacimento, adoratrice del cazzo e più è grosso più godo in qualsiasi buco me lo voglia mettere!
Non ho limiti né preclusioni, adoro sopra ogni cosa stare in mezzo a più maschi arrapati che mi scopano singolarmente o insieme e qualsiasi cazzo, che appartenga ad un caucasico, un latino, un afroamericano, un arabo o qualsiasi altra etnia, non escluse le trav e le trans, sono tutti benvenuti purché siano almeno da 20 centimetri in su.
Sono sempre stata così, nata già con lo stimma della femmina destinata a diventare una zoccola arrapata e sempre in cerca di cazzi fin da quando avevo poco più di 15 anni.
Ho anche una sorella, Francesca, tre anni più grande di me, che un giorno scoprii che già era esattamente come me, con l'unica differenza che io potevo solo sognare di fare sesso a gogò mentre lei già lo faceva da qualche anno.
Poi conobbe Christian, un gran bel ragazzo di un paio di anni più di lei e iniziò a farlo venire a casa nostra ogni volta che i nostri genitori erano al lavoro e se lo portava nella cameretta nella quale dormivamo entrambe fin da bambine dove facevano sesso per due/tre ore di seguito.
Seduta sul piccolo divano del soggiorno, la sentivo continuamente gemere sempre più forte fino a gridare e, questo accadeva anche quattro/cinque volte nel corso dell'intero pomeriggio.
Per me, quei gemiti e gridi, diventarono una vera e propria tortura, avrei voluto essere al suo posto ed essere anch'io scopata così tanto anche se non lo avevo ancora provato e, perciò, mi limitavo ad allargare le cosce e masturbarmi fino a godere in concomitanza con i suoi orgasmi.
Quella voglia di essere chiavata da un maschio superdotato, giorno dopo giorno, diventò tanto forte da tramutarsi in un chiodo fisso che mi martellava la mente in continuazione.
Un giorno, non ce la feci più ed entrai nella cameretta proprio mentre il suo ragazzo la stava sbattendo da dietro con lei messa a quattro zampe sul lettino che emetteva fortissimi gemiti.
Ebbe un soprassalto, quando mi vide credendo che fossero tornati mamma e papà.
“Cosa c'è? Perché sei entrata, non vedi che stiamo scopando?”
“Certo, ma non ce la faccio più a sentirti gridare come un'aquila, è una cosa che mi fa stare male”
“E quindi? Torna di là e non rompermi il cazzo!” esclamò con rabbia.
“Voglio provare anch'io!” le risposi con fermezza.
“Ma va', sei troppo giovane per fare queste cose.” ribatté in modo irritante e saccente.
“Sarò pure troppo giovane ma ho una voglia incredibile di provarlo e, vuol dire che se non vuoi farmi montare dal tuo ragazzo, non avrai più il mio appoggio e saranno solo cazzi tuoi.”
Francesca mi guardò con odio, poi si fermò per un attimo a pensarci su e, alla fine, rivolgendosi al ragazzo gli chiese “Amore, che ne dici, te la vuoi fare sta stronza di mia sorella?”
“Se non approfittiamo di questa casa, mi dici dove andiamo più a scopare?” rispose.
“Ok, allora. E tutto tuo. A proposito, ma tu non sei ancora vergine?” esclamò rivolgendosi a me.
“Certo ma io non sto parlando di dargli la mia verginità, quella me la voglio ancora conservare fino a quando non incontrerò la persona giusta per me e, per il momento, non voglio neanche dargli il mio culo, anch'esso ancora vergine. Però la voglia è davvero tanta e chissà, magari fra non molto glielo darò ben volentieri”
“Fammi vedere un po' come sei fisicamente.” mi disse Christian.
Non ci pensai due volte, mi spogliai totalmente per fargli capire che cosa rischiava di perdere il giorno in cui avrei deciso di dargli la verginità anale.
“Wow!!! Che figa che sei, non l'avrei mai immaginato. Un corpo perfetto, tette, prosperose come quelle di Francesca, fianchi ben modellati, uno stacco di gambe da urlo e, soprattutto, uno splendido fondoschiena, sono sicuro che sarà una vera delizia rompertelo!”
“Ho voglia di farti un pompino e assaggiare il sapore dello sperma, giuro ma promettimi che mi riempirai tutta bocca della tua sborra trattandomi come una puttana e che la ingoierò fino all'ultima goccia senza lasciar neanche una sola goccia” gli risposi guardandolo dritto negli occhi.
Era il mio primo pompino ma, a dire il vero, non sapevo esattamente bene come farlo da manuale, Volevo, con tutta me stessa, procurargli il massimo della goduria e godere anch'io del suo piacere.
Mi girai, allora, verso mia sorella con lo sguardo un po' smarrito e lei subito capì che avevo bisogno di una guida, perciò mi fece vedere come farne uno veramente sontuoso, con dovizia di particolari e suggerimenti come farne uno veramente sontuoso che lo avrebbe fatto impazzire di piacere.
Era bravissima e pensai che doveva essere particolarmente esperta, evidentemente era già una provetta zoccola che chissà quante cose mi avrebbe potuto insegnare.
“Adesso fallo tu, ricordati però di segarglielo con la mano partendo dalla cappella fino a quando il prepuzio non consente più lo scappellamento totale e di andare e poi tornare verso la cappella.
Poi, aumenterai gradualmente la velocità sia della mano che della bocca che la deve seguire fino a quando sentirai le contrazioni del suo cazzo.
Questo ti farà capire che sta per sborrare e, allora in quell'attimo, deciderai tu stessa se accogliere la sua sborra direttamente in gola o se tirare la lingua tutta fuori, in attesa che te la riempia totalmente e quando l'avrai ben piena, guardalo dritto negli occhi sorridendogli con gratitudine per il “premio” che ti sta dando e, subito dopo, la ingoierai in un colpo solo.”
Ero emozionatissima ma anche eccitatissima, stavo per fare il mio mio primo pompino e sentivo le mie mutandine già bagnate e un lungo rivolo di umori scendermi lungo le cosce.
Feci esattamente come mi aveva insegnato e imboccai la cappella di quel magnifico cazzone iniziando, allo stesso tempo, a segarlo lentamente ma, all'improvviso, anche lei si inginocchiò di fianco a me e cominciò a bagnare l'asta con tanta saliva l'asta e, poi lo ingoiò fino alla base.
Per un attimo restai basita per questa sua partecipazione e per la passione che ci metteva nel farlo e, allora, capii che era proprio una troia ciucciacazzi e desiderai di arrivare ad eguagliarla.
Non sapevo ancora che, in realtà era già una vera zoccola ma pensai lo stesso che forse l'avevamo nel nostro DNA questa identica natura di cui, nei successivi mesi, ebbi modo di averne la conferma e questo mi sembrò un segno del destino, due sorelle troie assatanate di sesso unite da un legame fortissimo che ci avrebbe proiettate in una vita di continuo e intensissimo piacere sessuale.
Ci dividemmo, da brave sorelle o, meglio, da brave zoccole quale eravamo, quella bella nerchia di Christian passandola più volte dalla mia alla sua bocca e leccandolo e succhiandolo a gola profonda mentre lui ci teneva le teste con le mani e ci dava il ritmo degli affondi.
Quando, ad un certo punto, avvertimmo che stava per sborrare, Francesca tirò fuori la lingua e con un sorriso mi fece capire di fare altrettanto e così accogliemmo tutti numerosi fiotti del caldo nettare guardandoci con soddisfazione quando ingoiammo tutto nello stesso momento.
“Brava, hai imparato subito. Si vede che hai una dote innata. Ora, aspetta dieci minuti e, poi, riprendiglielo in bocca e non ti preoccupare se è un po' moscio, perché vedrai che riprenderà presto vigore e tu sentirai anche il piacere di sentirlo crescere fino a diventare duro. A quel punto gli fai un signor pompino mentre io mi godrò la scena e magari, ne approfitto per sditalinarmi il clitoride e godere anch'io nello stesso attimo in cui Christian sborrerà”
Feci come mi aveva detto, lo imboccai quando era ancora floscio e sentirlo crescere e indurirsi nella mia bocca, segnò un nuovo passo in avanti nel mio percorso per diventare quello che sono ancora oggi e cioè una grandissima troia, succhiacazzi e zoccola ninfomane.
Quando lui sborrò, mia sorella arrivò anche lei all'orgasmo in perfetta sincronia ed io, da sola bevvi tutta quella quantità esagerata di buonissimo latte tiepido che uscì in numerosi schizzi.
Quella stessa sera, mentre stavo ripensando alla mia avvenuta iniziazione al sesso e al piacere che ne avevo provato, stesa nel letto in attesa di prendere sonno, Francesca dal suo letto mi guardò a lungo come se stesse per chiedermi qualcosa di importante ma che forse non sapeva se farlo o no.
“Dormi?” mi chiese sottovoce all'improvviso.
“No, non riesco a prendere sonno, sono ancora troppo eccitata e, a dirla tutta, mi è piaciuto un casino quello che abbiamo fatto insieme” le risposi con un tono che la diceva lunga sul fatto che avevo di nuova voglia a farlo.
“Anch'io lo stavo pensando è stato bellissimo e mi ha liberata da tutte le preoccupazioni che avevo nel decidere se confessarti, o meno, questa mia natura da troia ninfomane che ho e avrei voglia di stendermi vicino a te, magari ne parliamo un po' e poi ci addormentiamo abbracciate. Che ne dici?”
Alzai il pollice in su e, in cuor mio pensai che ne ero assolutamente desiderosa, perciò scostai il lenzuolo per farle posto ma senza volerlo, restai praticamente nuda alla sua vista.
Entrò nel mio letto, era nuda anche lei, bellissima, con un seno prosperoso come il mio e con i capezzoli talmente duri che erano diventati esageratamente sporgenti.
Poi, improvvisamente, mi accarezzò la guancia, e la sfiorò con le labbra e nel farlo, la sua mano scese sul mio seno, lo accarezzò, e cominciò a far roteare due dita sul mio capezzolo.
La pelle delle mie braccia si accapponò immediatamente e, quando mi sfiorò il capezzolo con la lingua mi sentii fremere come una foglia al vento e mi lasciai prendere dalla lussuria.
“Ti piace?” mi chiese mentre, continuando a leccare il capezzolo facendo scivolare lentamente la sua mano tra le mie cosce che io allargai subito per il piacere che sentivo crescere dentro di me.
“Sì, molto. Mi sono venuti i brividi appena me lo hai leccato ma mi chiedo che stiamo facendo, noi siamo sorelle ed io non so se sia giusto quello che sta accadendo.” mentii spudoratamente.
“E vero, ma siamo anche due femmine che sono attratte l'una dall'altra. Abbiamo già scoperto di essere due zoccole che adorano il cazzo e adesso perché non provare piacere anche solo tra di noi?”
Lasciai allora che le sue labbra toccassero le mie e, quando mi infilò la lingua in bocca, ricambiai con altrettanto piacere e ci avvinghiammo in un lunghissimo bacio pieno di passione.
Le nostre mani iniziarono a frugare l'una tra le cosce dell'altra e continui gemiti ci unirono in una intimità che mai avrei potuto immaginare potesse nascere tra me e lei, cosi profondamente esaltante.
La sua lingua, poi, scese sulla mia pancia lentamente fino ad arrivare più giù fino al mio ciuffetto di peli del pube ma fu solo per un brevissimo ma intenso attimo e, quando arrivò al clitoride e iniziò a succhiarlo delicatamente, fu l'estasi assoluta che mi portò a diventare molto più audace.
Ricambiai il piacere con lunghe leccate alla sua vagina, dalle grandi alle piccole labbra e, quando anch'io cominciai a succhiarle il clitoride, mi prese con la mano la testa e la tenne ferma sulla sua figa mentre gemiti sempre più forti le uscivano dalla bocca.
Ci avvinghiammo, allora, in un 69 nel quale le nostre fighe già bagnate si impregnarono ancora di più dei nostri umori che, con avidità, bevemmo a lungo per poi rifarlo di nuovo con una intensità che quando arrivammo all'orgasmo rimanemmo esauste e ci accasciammo entrambe sul letto.
Da quella sera la mia vita ebbe una nuova svolta e compresi che il sesso poteva regalare immensi piaceri al di là del genere e, perciò, tutte le notti che seguirono lo rifacemmo immutata intensità.
Qualche settimana dopo, i nostri genitori dovettero partire per la morte del fratello di mia madre che abitava in un'altra regione dicendoci che sarebbero tornati non prima di tre/quattro giorni perché c'erano tante cose da sistemare e ci fecero mille raccomandazioni di mangiare, dormire tanto.
Non ci sembrò vero poter avere tre giorni/quattro giorni e almeno due, forse tre notti, tutti per noi e subito pensammo come organizzare più incontri ma, come avevo promesso a Christian, volevo che fosse lui ad essere il primo ad aprirmi il culo.
Il martedì mattina, partirono dopo averci dato mille raccomandazioni di mangiare, dormire tanto e
di non uscire mai di sera troppo tardi ed entrambe, li rassicurammo che ci saremmo comportate da brave ragazze quali eravamo, pur sapendo di mentire spudoratamente.
Francesca, infatti, telefonò subito a Christian per dargli la notizia e per chiedergli se riusciva ad organizzare una bella serata di sesso con suoi amici e amiche e, nel giro di poche ore, sapemmo che saremmo andate ad una festa in una villa di un facoltoso e molto libertino suo conoscente.
Per festeggiare, lo invitò a casa per il pomeriggio aggiungendo che lo avremmo aspettato con grande piacere e che avevamo “un certo languorino” che volevamo venisse soddisfatto, in primis il mio che avevo deciso finalmente di provare il sesso anale.
Un paio di ore prima del suo arrivo, ci facemmo insieme una bella doccia giocando a gettarci l'acqua addosso come due bambine al mare e non ci facemmo mancare anche il piacere di stuzzicarci a vicenda i capezzoli e sbaciucchiarli un po'.
“Com'è il sesso anale, è molto doloroso quando entra, è piacevole?” le chiesi ad un tratto.
“Non posso nasconderti che la prima volta che lo fai è piuttosto doloroso perché, se è molto grosso, l'ano cede di schianto, così come tutto il tratto intestinale ma, essendo l'ano un muscolo e l'intestino molto elastico, dopo la rottura proverai solo un immenso piacere. Io lo faccio già da molti mesi e, credimi, porta davvero ad orgasmi pari, o forse più, di quelli vaginali. Ho anche un desiderio enorme di provare una doppia e, spero che al party possa accadere di averne tre che mi scopano la bocca, la figa e il culo contemporaneamente.”
“Sei proprio una vacca troia.” le dissi scherzando.
“L'occasione giusta per provare a farti fottere da tre maschi, sarà proprio il party, cara la mia sorellina zoccola e farò di tutto per riuscirci. Nel frattempo, per poter essere già ben aperta in tutti i canali, fa' un pensierino su Christian. Come hai visto, ha uno splendido cazzo e ci sa fare, te lo posso garantire di persona ed essere sverginata la figa e il culo è una fortuna più unica che rara.”
“Sai, prima di scoprire la tua vera natura di zoccola ninfomane, avevo detto che ero decisa a dare la mia verginità solo alla persona che avrei ritenuto fosse quella giusta ma, adesso, dopo il pompino e quello che c'è stato tra me e te, ho deciso di farmi sverginare da lui ma voglio che tu sia presente a questo evento che resterà per sempre nella mia memoria come il più importante in assoluto.
“Oh, tesoro mio, è un pensiero bellissimo e ti sono grata per aver pensato a me. Ti aiuterò passo passo a far sì che tu ne tragga il maggior piacere possibile e, se vuoi, lo faremo ancora in futuro.”
Quando Christian arrivò, c'eravamo vestite con una bellissima lingerie che lei aveva nell'armadio nascosta sotto una pila di coperte e, per l'occasione, mi fece provare anche delle bellissime scarpe con tacco a spillo oltre a truccarci con cura il viso, gli occhi e le sopracciglia.
Ci guardammo allo specchio “Siamo bellissime ed anche unite e profondamente troie.” disse e, in effetti, anch'io constatai che questo era proprio vero.
Francesca lasciò la porta di casa aperta in modo che Christian andasse nella nostra cameretta, si spogliasse completamente nudo e ci aspettasse lì.
Aspettammo, con un pizzico di cattiveria, un buon quarto d'ora per tenerlo un po' sulle spine, poi, quando, finalmente entrammo, era in piedi che si accarezzava lentamente il suo cazzone già in piena erezione, era uno spettacolo da togliere il fiato anche a due zoccole come noi.
Appena ci vide, sgranò gli occhi per la meraviglia, due femmine sexy e con un culo di rara bellezza lo desideravano talmente tanto che le fighe già sgocciolavano di umori inarrestabili.
“Siete magnifiche e non vedo l'ora di scoparvi dappertutto ma, in particolare, di sverginare una bella ragazza come Matilde e poi romperle il culo.”
Avanzammo lentamente verso di lui, poi ci girammo per fargli vedere i perizomi minuscoli che avevamo messo e subito dopo ce li sfilammo insieme ai reggiseni restando con le scarpe a spillo.
“Adesso, comandiamo noi, caro ragazzo. Siediti e goditi lo spettacolo.” gli disse mia sorella.
Poi, si stese sul letto, aprì lo cosce e mi invitò mettermi sopra di lei, cominciammo a leccarci a vicenda la figa e, forse per l'eccitazione del momento, forse perché c'era un maschio che si godeva la scena o, forse semplicemente perché ci piaceva farlo, arrivammo presto a godere di un orgasmo simultaneo che ci fece scuotere il corpo più volte e concluso con un profondissimo bacio con slinguate da brivido e succhiamento dei capezzoli.
“Ora tocca a te” disse Francesca rivolgendosi al suo uomo e poi aggiunse “Sii dolce con Matilde, è una perla rara, poi quando l'avrai sverginata, scopala come un toro che scopa una vacca come lei, e quando l'avrai fatto, il suo culo sarà tutto per te.”
Si stese nuovamente sul letto, aprì di nuovo le gambe ed io, per la seconda volta di seguito, infilai la mia testa tra le sue cosce ed iniziai subito dal clitoride, già durissimo e tutto uscito fuori dal cappuccio.
Diedi il meglio di me, la mia lingua martellò con passione e forza quel piccolo cazzo mentre stavo con i piedi ben puntati per terra e perciò, in una posizione perfetta per ricevere finalmente il bastone di carne di Christian da dietro, Francesca mi aveva preso la testa tenendomi incollata alla sua figa e mi accarezzava i capelli.
Poi, mi disse con dolcezza e affetto "E' arrivato il momento da te tanto desiderato. Dì addio alla tua verginità e goditi il piacere di sentirlo tutto fin dentro il tuo utero.”
Con un colpo deciso, Christian mi penetrò lacerandomi l'imene, sentii un po' dolore ma provai una anche una infinita felicità perché finalmente si era avverato il mio sogno.
Entrò velocemente tutto dentro, era caldo e durissimo e un piacere indescrivibile mi pervase l'anima e, quando iniziò a scoparmi con foga i mie gemiti si alzarono forti nella stanza unendosi ai rumori secchi e cadenzati delle sue palle contro il mio culo.
Mi montò per un quarto d'ora abbondante, era l'apoteosi dei sensi, la celebrazione del mio passaggio da ragazza a donna che liberava tutta la mia la troiaggine che sentivo di aver sempre avuto e, quando ebbi il mio primo orgasmo vaginale che si materializzò in un grido che lacerò il silenzio della stanza venni investita dalla lussuria più sfrenata.
Gridai allora con tutte le mie forze “Continua, non ti fermare, Scopami, più forte, più forte!”
Christian mi serrò i fianchi e me lo fece sentire con tutta la potenza che aveva in corpo ed io arrivai presto ad un nuovo orgasmo, ma non si fermò e continuò senza un attimo di tregua fino a che ebbi un terzo e davvero potentissimo orgasmo che mi portò allo scotimento di tutte le membra.
Non capivo più nulla, la mia mente era ottenebrata da quell'immenso piacere che stavo provando, volevo solo che continuasse perché non desideravo altro che sentirlo dentro di me ancora per ore, che mi trattasse da troia qual ero, una cagna che voleva essere chiavata all'infinito ma volevo diventarlo ancora di più e lo sarei diventata completamente solo quando mi avrebbe sfondata il culo.
Ero talmente eccitata che mi scatenai come un ossessa, una donna affamata di sesso.
“Adesso rompimi il culo e sfondamelo come si fa con una troia come me!” gli gridai con tutta la forza e l'esaltazione che saliva al pensiero di realizzare il mio desiderio.
Me lo sfondò con un colpo secco, il mio fiorellino rosa cedette di schianto e, pochi secondi dopo, il suo potente cazzo si fece largo dentro di me con la stessa forza di prima e ricominciò di nuovo l'andirivieni ma stavolta dentro le mie visceri, non contai più quanti altri orgasmi vissi, ricordo solamente che l'intensità del piacere fu molto più forte di quello che avevo provato in figa.
Lui mi tenne per le spalle e martellò le visceri fino a quando venni inondata da un fiume di sborra. Fu una sensazione straordinariamente esaltante sentire quel caldo liquido che mi sparò la sua nerchia più e più volte nelle profondità del mio culo, fiotti densi e continui che, quando si staccò da me, cominciarono ad uscirono colando lungo le cosce e finendo sul lenzuolo a formare una larga chiazza bianca di bagnato.
La sera del giorno successivo, quando arrivammo a casa del facoltoso e libertino conoscente di Christian, erano già arrivati quattro maschi di cui due black, due latini e una giovane coppia con la “lei” bella e provocante con due tette grosse e leggermente cadenti, fianchi larghi e gambe lunghe e ben tornite e con una faccia da gran zoccola e il “lui” molto maschio di viso e fisico asciutto.
Tutti sapevamo che quello non era un incontro per fare amicizia o chiacchierare del più o del meno ed eravamo ben consci di stare lì solo per scopare ed essere scopate.
Perciò, nel giro di una decina di minuti eravamo già tutti nella grandissima cantina arredata con un enorme letto rotondo, un paio di cassettoni con su appoggiati in bella mostra, falli di gomma di ogni dimensione, due strap on con altrettanti falli, preservativi in gran quantità e due confezioni di lubrificante a base d'acqua.
Appoggiata ad una parete, vi era poi, una croce per BDSM, varie corde di fune che pendevano dal soffitto per legare una persona e tenerla con le gambe aperte e altri gingilli per il sesso molto spinto.
Guardai Francesca con un punto interrogativo enorme nello sguardo e lei mi spiegò cosa erano e a cosa servivano precisando che i giochi che si potevano fare, erano per il BDSM e che erano dirette soprattutto alle donne molto troie e amanti dei giochi più spinti.
“Lo facciamo anche noi?'” le chiesi con voce che lasciava capire che ne ero molto attratta.
“Io l'ho fatto un paio di volte e ti assicuro che ho provato un piacere incredibile, ero alla mercé dei cazzi che mi circondavano ed ero legata da corde che mi sostenevano le gambe totalmente aperte sorrette da altre corde intorno ai piedi. Mi scoparono a lungo in quella posizione quattro energumeni con cazzoni lunghi e larghi facendomi godere e gridare per buona parte della notte. Mi sembra di capire che la cosa ti attiri parecchio, o sbaglio?”
“Non sbagli, se tutte queste corde sono per far godere donne molto troie, ecco sono per noi”
“Allora preparati ad avere un'esperienza di sesso unica nel suo genere.” mi rispose.
Ci spogliammo tutti completamente e, quando vidi le dimensioni dei cazzi dei due black e del sudamericano che andavano dai 23 centimetri ai 24/25, pensai che sarebbe stata una notte che avrei ricordato per tutta la vita e che li desideravo ardentemente.
Non ci furono scelte di come formare gruppi né composizioni particolari, ognuno partecipava al gioco che più l'allettava e, perciò, i partecipanti si spostavano da un gruppo all'altro senza alcuna remora creando situazioni sempre diverse ma tutte votate al sesso più spinto.
Io e Francesca di buttammo a capofitto in quel mondo scatenato, ci dividemmo cazzi di tutte le dimensioni a partire da quelli dei black e godemmo di quelle enormità più volte.
L'unico momento in cui ebbi dolore, ma solo per una attimo, fu quando uno dei due black col suo 25 centimetri mi entrò in figa mentre ero legata alle corde con le gambe totalmente spalancate.
Lo sentii sbattere fin dentro l'utero decine di volte senza sosta e arrivai a tre violentissimi orgasmi mentre Francesca distesa sul possente torace del maschio latino che da sotto le scopava la figa
ricevette nel culo quello del “lui” di coppia e si avverò il suo sogno di fare una doppia
Nel frattempo, l'altro black, con il suo splendido 25 centimetri mi entrò totalmente in figa ma da zoccola resistetti impavida tenendomi saldamente alle corde con le due mani.
Mi girai verso il letto per vedere cosa stava facendo mia sorella e la vidi questa volta alle prese con l'altro notevole bastone del “latino” che stava ingoiando quasi per intero mentre Christian, martellava le sue visceri con poderosi affondi e l'altra donna le leccava la figa mentre riceva, a turno nel culo, il bel cazzone proprietario della villa.
Dio mio! Quando il balck diede la spinta, avvertii chiaramente che il mio ano cedeva di schianto e, subito dopo, che avanzava dentro di me e mi sembrò che non finisse più di avanzare.
La libidine si scatenò, allora, in tutta la sua potenza avvolgendomi in una frenesia di immenso piacere e lo accolsi nonostante il fortissimo dolore e temetti che niente sarebbe mai più tornato come prima ma lo incitai con voce stentorea a sfondarlo quanto più poteva.
Tornata sul letto anch'io, venni scopata ancora per oltre 3 ore e più tardi, contemporaneamente a mia sorella, ricevetti finalmente anch'io una doppia, un black in figa e il “latino” nel culo.
Mi sentii totalmente riempita e, ben presto, dopo una serie infinita di gemiti sempre più forti e di respiri sempre più affannati liberai tutta la mia libidine in un fortissimo grido che si sovrappose a quelli delle altre due femmine anch'esse giunte a liberatori orgasmi.
Ma quelli non furono gli unici perché fummo scopate per quasi tutta la notte e gridammo per l'immensa goduria fino a quando tutti i maschi sborrarono quasi in simultanea riempendoci e ricoprendoci dappertutto di una quantità enorme di sborra.
Questo piacere, questo incanto meraviglioso, si ripeté ancora più volte nel corso della notte con i cazzi che entravano con una facilità incredibile grazie alla grande lubrificazione creata dalla sborra ma anche per la larghezza spropositata delle nostre fighe e, soprattutto, dei nostri culi.
Quando tutto finì ed eravamo già in auto per tornare a casa, io e mio sorella ci sentimmo ancora più unite dal fortissimo legame fatto di amore reciproco che si era creato ma, sopra ogni cosa, dalla certezza ormai chiarissima che eravamo veramente due troie, due cagne e, visto che avevamo preso cazzi senza mai fermarci, anche due grandissime ninfomani al punto che a casa, per una nuove e grande eccitazione, ci facemmo un ultimo giro di amore lesbico fino alle luci dell'alba.

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