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Gay & Bisex

Vita di coppia 14


di FRANK_1987
03.11.2019    |    3.977    |    1 3.8
"Non fanno subito sesso perché l’ispanica, sebbene sia una ragazza molto disinibita, fa la frivola e la superficiale ma ha paura del sesso anche se ne e’..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Un nuovo capitolo uscirà ogni domenica. Questi racconti si collocano dopo la saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”

Ninna nanna ninna oh, questo bimbo a chi lo do? Lo darò all’Uomo Nero…

CAPITOLO 14

Mario e’ un ragazzino di 15anni. Ha gli ormoni impazziti e desidera far sesso come tutti i suoi coetanei. A scuola frequenta il liceo scientifico ma non e’ molto portato per lo studio. Nella sua classe c’e’ una ragazza dai capelli biondi e gli occhi verdi. Si chiama Natalia, e’ una spagnola e si conoscono ormai da sempre perché hanno iniziato gli studi liceali insieme. Natalia e’ di una bellezza sconvolgente. Riesce ad ammaliare tutti quanti perfino Mario che dentro di se, cova qualcosa. Nonostante tutto, Mario si fa avanti con lei e le chiede di uscire. La porta a mangiarsi un gelato, poi a vedere un cinepanettone e infine la invita a consumare con lui una pizza. Non fanno subito sesso perché l’ispanica, sebbene sia una ragazza molto disinibita, fa la frivola e la superficiale ma ha paura del sesso anche se ne e’ molto attratta. Mario, dal canto suo, dopo essersi fidanzato con lei, un giorno in palestra vede il primo cazzo diverso dal suo. E’ abbastanza lungo, pure da moscio, e la cosa lo turba. Un giorno, mentre si sta sparando una sega guardando un film porno eterosessuale su internet, il suo sguardo cade sul grosso cazzo che sta stantuffando la vagina della pornostar. Per la prima volta in vita sua, capisce di voler essere al posto di quell’attrice e all'improvviso gli sovviene alla mente il cazzo moscio visto in palestra. Si eccita così tanto che anche se e’ seduto sulla poltrona, riesce a venirsi in faccia. Questo fatto lo scuote moltissimo nell’animo. E’ sempre stato attratto dall’altro sesso ma questo suo repentino cambiamento di rotta sessuale lo terrorizza. Un giorno chiede a Natalia di fare l’amore. Per tutti e due sarà la prima volta ma Natalia e’ contenta di perdere la verginità con un ragazzo d’oro come Mario che invece non vede l’ora di infilarsi nella patata iberica cercando di scacciare dalla mente i cattivi pensieri rivolti agli esponenti del suo stesso sesso. L’amplesso tra i due funziona. Mario riesce a raggiungere l’erezione e la conseguente eiaculazione nella fighetta stretta e bagnata della 15enne. Si sente guarito, non prova più nessuna pulsione verso i cazzi e la loro relazione dura per quasi quattro anni. In questo lasso di tempo, Mario e Natalia si sono amati come due eterosessuali provando ogni disparata posizione del Kamasutra perché si sa, i giovani sono sempre convinti di poter essere invincibili amatori. La loro unione si spezza quando Mario, all’età di 19anni, incontra il congolese Malik, un bellissimo ragazzo di 23anni. Quella visione cancella quattro anni d’amore con Natalia. La sua rosellina ancora rimasta intatta si risveglia inaspettatamente come se fosse andata in letargo. L’africano, sebbene un po’ restio, e’ ben felice di iniziare un’amicizia con un italiano, forse uno dei pochi che gli hanno rivolto la parola e l’hanno trattato da essere umano da quando e’ sbarcato a Pantelleria su un barcone pieno di altri ragazzi di colore come lui. L’amicizia di Malik e Mario si trasforma in qualcosa di più durante una giornata afosa d’estate. Mario vede Malik completamente nudo in una cabina dello stabilimento balneare. L’africano si accorge di tutto questo e lo invita a seguirlo. Dietro alcuni scogli, Mario perde la sua verginità tra la schiuma del mare insieme ad alcune gocce di sperma e sangue fuoriuscite dal suo culo. Malik e Mario scopano senza nessun sentimento che li unisca, solo l’attrazione ma non basta per mandare avanti una coppia, per questo motivo, il congolese decide di cercare al Nord Italia il suo destino. Il mio futuro fidanzato, invece, si fa assumere da suo zio Gustavo al ristorante dove prima fa sesso con il ragazzo delle consegne e poi finalmente ci giuriamo amore eterno.
“Tesoro che stai facendo?”, chiedo a Mario trovandolo seduto come gli indiani sul letto, scalzo, a torso nudo e con un album fotografico in mano
“Sto guardando delle vecchie foto”
“Di chi?”, gli domando avvicinandomi a lui e sedendomi sul materasso
“Mie di quando ero un bambino”
“Di quando andavi dietro le sottane?”
“Non l’ho mai fatto”, precisa lui
“Ma avevi una fidanzata”
“Queste foto sono antecedenti il mio fidanzamento eterosessuale e poi non sono mai stato un ragazzino espansivo, mi vergognavo un po’”
“Ma non ti sei fatto scrupoli a farti scopare da Malik la prima volta”
“Ce l’hai con me?”, mi chiede scherzosamente dandomi una spinta “non riuscivo a capire cosa sarei diventato ed e’ normale ricordarmi sempre di Natalia”
“Certamente. E’ una cosa positiva. Almeno tu hai fatto sesso con una ragazza di tua spontanea volontà”, gli dico dispiaciuto “io ho perso la mia verginità eterosessuale sul retro di un ristorante solamente perché quella stronza non si e’ saputa fermare sapendo della mia omosessualità”, proseguo un po’ arrabbiato
“Potevi fermarti tu”
“E come? Anche io avevo gli ormoni scombussolati”
“Se per questo ce li hai anche adesso”, mi dice Mario indicando il mio cazzo duro “ti sei eccitato ricordando la tua prima volta con una ragazza?”
“No, mi sono eccitato pensando al tuo meraviglioso pene in una vagina”, gli dico avvicinandosi seducentemente a lui “immagino di vederlo entrare ed uscire dal suo buchetto stretto mentre io te lo sto leccando”, concludo prendendo l’album fotografico e gettandolo a terra
Afferro Mario per il collo e lo bacio con passione. Lui mi toglie la maglietta bianca e adesso siamo tutti e due a torso nudo. Gli unici impedimenti al raggiungimento del piacere sono i vestiti che abbiamo ancora intorno alla vita. Sono intralci che non vedo l’ora di oltrepassare. Inizio a sbottonare il pantaloncino di jeans di Mario che mi aiuta a farselo togliere. Poi ci inginocchiamo sul letto e ci leviamo anche le mutande. Ci sdraiamo e ci prendiamo in bocca i nostri peni eretti formando un 69. Non c’e’ bisogno di muovere i bacini l’uno contro la bocca dell’altro perché le nostre fauci sono già riempite di suo, anche se, un leggero movimento pelvico non guasta anzi, rende la posizione più eccitante. Mario, che sebbene e’ steso sopra di me con le ginocchia poggiate sul letto, ora le distende insieme alle gambe e la mia minchia può entrare con più facilità nel suo cavo orale ma anche la sua, sentendo i peli pubici solleticarmi il mento. La saliva non riesco a contenerla e mi esce dai lati della bocca macchiando la coperta. Quella di Mario, invece, viene riversata sulla mia asta e sul mio pube ma lui ha la fortuna di leccarla via ripulendo ogni centimetro della mia pelle inguinale. Con una mano mi tengo il cazzo per la radice e l’altra la uso per non far uscire la nerchia del mio fidanzato dalla mia bocca. Lo stesso fa lui ma non ne abbiamo nessuna intenzione. L’unico motivo che ci porta a smettere di succhiarci la banana a vicenda e’ perché ci stendiamo sui fianchi dando vita ad un altro 69 un po’ alternativo. Che poi tanto diverso non e’ cambiano solamente le angolazioni e le spinte diventano meno forti ma rende tutto più intenso perché così l’eiaculazione tarda ad arrivare e non smettiamo mai di succhiare. Dopo un po’ di tempo che siamo in questa posizione, sfavoriti per l’ora tarda che abbiamo fatto, muoviamo convulsamente le nostre bocche lungo l’asta dell’altro inondando io le fauci di Mario e lui le mie. Dopo esserci dati una sistemata, usciamo di casa per andare a lavorare dovendo fare il turno di sera.
“Questa sera voglio uscire”, fa Mario rientrando in cucina dopo aver consegnato un ordinazione ad un tavolo
“Non lo facciamo ogni volta?”
“Si, ma non capita sempre di conoscere qualcuno”
“Che intenzioni hai?”, gli chiedo
“Voglio un altro cazzo”, mi risponde Mario
“Chiediamolo a Malik”
“No, ormai il suo lo conosco abbastanza. Ogni vena, ogni curvatura. Io ne voglio un altro. E poi quello di Malik non fa numero”
“Hai ragione, Più ne abbiamo, meglio e’”, gli rispondo baciandolo
Trascorriamo il resto della serata a girare come trottole per i tavoli soddisfando i clienti del ristorante. E’ come se più ne serviamo, prima torneremo a casa per poter andare poi nel locale gay ma una telefonata tra una consegna e l’altra ci manda tutto a monte. Avrei tanto voluto non riceverla ma non perché non avrò l’ennesimo cazzo dentro al culo ma per la pessima notizia che mi viene data da mio padre. Nonno Ugo e’ stato ricoverato perché ha avuto un ictus. Quando io e Mario raggiungiamo l’ospedale, troviamo papà, mamma e Claudia che parlano con i dottori i quali ci dicono che la situazione e’ grave. La parte sinistra del corpo e’ praticamente insensibile ad ogni stimolo e, cadendo, Ugone si e’ procurato una commozione cerebrale che preoccupa per via della malattia che l’ha colpito. Dovevo ricordarmi che non stava bene. L’ho detto anche a papà e l’avevo convinto a fare degli accertamenti ma e’ chiaro che non sia andato dal dottore. Il giorno prima lo vedevo smarrito, disorientato, si dimenticava le cose. Mi fa una rabbia vedere un omone come lui steso in un letto d’ospedale inerme. Mi viene da pensare immediatamente al suo cazzone di 25cm, chissà se riuscirà ad ergersi nella sua completa magnificenza qualora il nonno riuscirà a ristabilirsi. Ha ormai 72anni e sebbene con l’età qualcosa sia cambiato, continuava ad avere una relazione con il fattore, uno splendido 40enne croato che adesso però non e’ qui vicino a lui. A dire la verità non e’ stato neanche informato ma subito ci penso io a farlo. Nei giorni successivi, Mario decide di trasportarmi per forza nel locale che dovevamo frequentare quando ho ricevuto quella chiamata. Ogni volta che posso, vado in ospedale. Voglio stare il più vicino possibile al nonno. Voglio che si ricordi del suo nipotino sverginato nella sua grande fattoria dal suo maestoso pennello di carne. Ma ormai credo che non ci sia più nulla da fare perché e’ anche entrato in coma. La malattia che l’ha colpito ha peggiorato la commozione cerebrale causata dalla sua caduta proprio come dicevano i medici. Per questo motivo, il mio fidanzato mi obbliga ad uscire. Non importa se non incontreremo nessuno, basta soltanto che mi distraggo la mente.
“A cosa stai pensando?”, mi chiede Mario avvicinandosi con due drink in mano
“Al nonno”
“Ancora?”
“Si, ancora. Ho perso la verginità con lui, avevamo un ottimo rapporto prima che succedesse ed e’ migliorato anche dopo. E’ normale che io pensi a lui”
“Ovviamente, ma se siamo usciti e’ perché non devi pensarci. Almeno non qui”
“Perché non andiamo un po’ a ballare?”
“Non voglio farlo”
“Allora posso strusciarmi su di te. Così non penserai a cose spiacevoli per una volta”
“Non mi va, voglio tornare a casa”
“Neanche per sogno. Siamo usciti per divertirci e distrarci e tu non andrai da nessuna parte”, mi dice Mario allontanandosi
Cerco di non pensare al mio sverginatore, al fatto che potrei non rivederlo mai più. Ormai sono anni che abbiamo smesso di scopare ma i ricordi non smettono mai di deliziare la mia mente anche se sono funestati da quelli più recenti che mi mostrano un nonno steso nel letto di un ospedale attaccato a dei tubi per poter sopravvivere. Mentre penso questo, Mario si avvicina a me con due ragazzi di colore. Sa quanto mi piacciano e spera che loro possano farmi dimenticare questi brutti pensieri almeno per un po’ di tempo. I due ragazzi sono davvero affascinanti e stimolano emotivamente la mia rosellina. Sean, ha 31anni, scuro di capelli e occhi, indossa una camicia grigia e un pantalone elegante grigio scuro. Aaron, ha 33anni, gli stessi connotati del suo amico ma abbigliamento diverso. Lui porta una camicia viola e un jeans. Mario gli racconta quello che sto passando a casa e loro si siedono accanto a me per rincuorarmi un po’. Tutti e due hanno perso almeno uno dei loro nonni e sanno come io possa sentirmi adesso anche se, sicuramente, non hanno perso la verginità con uno dei loro avi. Mi faccio convincere da Mario a portare a casa i due senegalesi perché, in fondo, non riesco a dire di no ad un palo figuriamoci se questo palo e’ al cioccolato fondente. Passando tra la gente che balla cercando di raggiungere l’uscita, vedo la transessuale Ayako. Chiedo al mio fidanzato e ai due africani di aspettarmi un attimo e raggiungo la filippina.
“Ciao”, mi fa appena mi vede cercando di baciarmi ma io arretro “tutto bene? E’ da un po’ che non ti vedo”, continua
“Si, ho avuto dei problemi”
“Mi dispiace. Se vuoi posso farteli passare”
“No grazie, ho già rimediato”
“Mmh, carini. Approvo la scelta”, dice guardando Sean e Aaron
“Ti ricordi quando sei stata beccata nella doccia a casa di mia madre tempo fa?”
“Certo che mi ricordo”
“Ecco”, le dico porgendole un biglietto “questo e’ il numero del mio patrigno. Ha detto che gli farebbe molto piacere conoscerti”
“Stai parlando di quel tizio con la barbetta, i capelli gellati e il fisico muscoloso e tatuato?”, mi domanda mentre io annuisco mormorando “cazzo, tesoruccio mi hai fatto vibrare il buco e il mio cazzo mi ha bagnato il tanga”, fa Ayako facendomi sorridere
La saluto e ritorno da Mario e i due ragazzi di colore. Finalmente riusciamo a raggiungere l’uscita e subito dopo anche casa nostra. Arriviamo in camera da letto e Mario e Aaron si sdraiano poggiando la schiena contro la spalliera del letto e si baciano mentre io mi distendo a pancia in giù sul materasso e Sean si inginocchia vicino a me tastandomi il culo. Aaron spoglia Mario che fa la stessa cosa con il senegalese accarezzandosi a vicenda i torsi nudi. Sean scende dal materasso genuflettendosi sul tappeto, mi toglie scarpe e calzini e inizia a leccarmi i piedi. E’ la prima volta che un ragazzo di colore mi fa una cosa del genere, di solito succede sempre il contrario. Giro la testa di 45° verso Mario e Aaron e quest’ultimo sta succhiando il cazzo al mio fidanzato. Sean mi si sdraia sulla schiena e mi lecca l’orecchio destro e la guancia con la lingua che sa dei miei arti inferiori. Rotolo sul materasso facendo si che si tolga da sopra di me e inizio a spogliarmi. Anche lui si leva ogni cosa, soprattutto le mutande mettendo in bella mostra una proboscide nera di 23cm. Mentre mi solleva le gambe cominciando a leccarmi il buco del culo, con la coda dell’occhio vedo Mario spogliare completamente Aaron e prendersi in bocca la sua minchia di 24cm. Finito di lubrificare il mio buchetto con la sua abbondante saliva, Sean mi fa succhiare il suo cazzo ma poi smette improvvisamente alzandomi le gambe portando in aria il mio deretano, ancora. Mario e Aaron smettono di trastullarsi e Mario apre di più le mie chiappe mostrando meglio la mia apertura.
“Mmh, si, che bello”, esclamo quando Sean entra finalmente in me
“Che galleria”, fa lui sorridendo mostrandomi la sua perfetta e bianca dentatura
“Dai, fagli dimenticare questi brutti giorni”, lo esorta il mio fidanzato
“Tranquillo che lo fa”, gli ricorda Aaron “ma anche tu viene a divertirti”, continua indicandogli il cazzo eretto mentre lui si e’ sdraiato sulla coperta
Io sono con la schiena poggiata sul materasso, le ginocchia che tra un po’ mi toccano la faccia, le caviglie arpionate dalle mani di Sean e il buco del culo occupato da una minchia grossa e lunga il cui proprietario si limita a sprofondare dentro di me stando quasi completamente in piedi piegando solo un po’ in avanti le sue gambe. Sebbene la posizione un po’ scomoda per la schiena, alla fine Mario ha ottenuto quello che voleva: farmi dimenticare per un po’ la malattia del nonno. Mi sento in colpa per non pensare almeno un po’ a lui ma e’ soprattutto per merito suo se adesso sono diventato così e scopando, questa sera, gli sto rendendo omaggio. Sean lascia andare le mie gambe così io posso almeno poggiare il culo sul materasso anche se Aaron lo aiuta a farmi stare fermo tenendo le sue mani tra l’interno delle ginocchia e il polpaccio. Quando il ragazzo esce dal mio culo, si da il cambio con Aaron. Lui, però, mi fa avvicinare a bordo letto tenendo le mie gambe sollevate perpendicolarmente al suo corpo, in questo modo posso godermi il suo cazzone che mi martella il buchetto e riposare le mie povere ossa della schiena. Alla mia sinistra, dopo essersi lubrificato il culo con la sua stessa saliva, Mario viene penetrato a novanta gradi da Sean. Posso chiaramente vedere quanto pene abbrustolito può accogliere il budello del mio fidanzato perché sono posizionati proprio vicino alla mia faccia. Direi che ne accoglie abbastanza.
“Cazzo, cazzo”, esclama Mario sbattendo i pugni sul materasso
“Ti piace il cazzo di colore, eh?”, gli domanda Sean schernendolo
“Certo che mi piace, stronzo”, gli dice
“E a te puttanella?”, mi chiede Aaron
“Non mi piace, a me fa letteralmente impazzire”, gli dico mentre vengo scopato “se spingi un altro po’, apro la bocca e poi vedere la tua cappella fare capolino dalla mia ugola”, continuo facendolo sorridere ma sempre fottendomi
Sembra che Aaron mi abbia preso alla lettera perché ora non mi tromba ma mi da delle bordate così forti da farmi aprire la bocca mentre tutto il suo palo nero entra nel mio intestino quasi stimolandomi la prostata. Anche Sean fa la stessa cosa con Mario ma la pecorina impedisce al mio fidanzato di aprire bene le chiappe e quindi la minchia africana non gli entra tutta dentro anche se qualche peletto riesce a stimolargli i glutei. Quando Aaron esce dal mio culo, sono così stanco che sebbene sia sdraiato non riesco a riposare. Mi metto in posizione fetale facendo ridere di gusto il mio scopatore che mi sculaccia perché ha saputo torturare per bene la sua troietta di turno. Anche Sean esce dal sedere di Mario che però viene preso nuovamente di mira da Aaron. Infatti, mentre io riesco ad alzarsi dal letto, il senegalese prende il mio fidanzato e lo fa poggiare a pancia in giù sul materasso con la testa rivolta verso la parte finale del letto. Gli entra nell’orifizio di Mario riprendendo a martellarlo a dovere. Io salgo sul letto e mi inginocchio vicino all’africano ma poi Sean, sedutosi a gambe aperte, mi strattona su di lui per un braccio. Mi fa finire con la sua minchia nera fra il solco delle mie chiappette che la ricevono con immensa gioia. Mario riesce a sollevarsi mettendosi a pecorina e Aaron lo scopa e lo sculaccia contemporaneamente facendolo gridare. Se qualcuno ci sta sentendo potrebbe scambiare le sue grida con le mie, pensando che siano urla di disperazione per un’ipotetica morte del nonno. Eh si, qui al Sud Italia le cose funzionano in questo schifoso modo.
“Mi stai facendo male”, grida Mario
“Non volevi questo quando c’hai avvicinato?”, gli chiede Aaron
“Ma non così forte”
“Vedrai che ti abituerai”, gli dice il senegalese noncurante del dolore di Mario
“Scopami, Sean, scopami”, lo esorto
“Tu non provi male?”, mi domanda
“E perché dovrei? Il mio culo e’ nato per farsi scopare”, gli dico saltellando sulla sua nerchia
Aaron prosegue a scopare il sedere a Mario che ha le mani arpionate alla coperta e il ragazzo di colore lo tiene stretto per i fianchi non facendolo scappare. Anche se lui non ci pensa minimamente. Grida, si dimena, dice che si fa male ma non si sottrae mai alla scopata come se volesse provare un sadico piacere in questo modo. Sean si solleva poggiando il suo torso contro il mio tenendo le sue forti mani bicolore una all’altezza della spalla destra e l’altra un po’ sopra il coccige. Limoniamo facendo entrare ed uscire le lingue dalle nostre fauci come se anche loro stessero scopando. Con un suo affondo più mirato, mi fa aprire la bocca riempiendomela della sua saliva che io prontamente ingoio sentendola passare per il mio esofago fino ad arrivare nello stomaco. Aaron smette di scopare Mario e lo fa girare supino sul letto. Sean mi prende per le ascelle e mi corica vicino al mio fidanzato, uscendo dal mio culo. I due amici colorati si inginocchiano davanti alle nostre facce e schizzando i loro nettari sui nostri volti. Gli schizzi sono talmente lunghi che quelli di Aaron, alla mia sinistra, riescono a raggiungere anche Mario e quelli di Sean, che e’ alla sua destra, riescono a raggiungere me. Poi ci prendiamo il cazzo in mano e iniziamo a segarci. Per tutta la serata, i nostri membri non hanno ricevuto nessuna attenzione sia da parte dei senegalesi che da parte nostra. Non so perché Mario non l’abbia fatto ma io non ho voluto toccarmi perché ho dedicato questa trombata a Ugo concentrandomi solo sulle godute che mi procurava avere un cazzo nel culo piuttosto che masturbare il mio. Dopo aver sborrato, tutti e quattro ci sdraiamo nel letto. E’ mezzanotte passata di una calda notte di Luglio e non mi va che i miei vicini vedano uscire due ragazzi di colore da casa nostra la mattina presto quindi dico a Sean e Aaron di fare la doccia e andare via. Così nessuno potrà dire che mentre il nonno sta soffrendo, il nipote si da alla pazza gioia fregandosene altamente ignorando lo stato d’animo che avevo prima di tornare a casa. Intanto i giorni passano e il nonno non migliora. Non peggiora neanche, e questa potrebbe essere un’esile speranza che possa risvegliarsi dal coma.
“So che non dovrei dirvelo ma in questi casi noi siamo costretti a mettere le cose in chiaro”
“Cosa vuole dire dottore?”, chiede preoccupato mio padre
“Se il paziente non dovesse più riprendersi, c’e’ la possibilità che possiate prendere in considerazione l’idea di staccare la spina”
“No”, grido io facendo riecheggiare la parola per il corridoio e i parenti di alcuni pazienti si impauriscono pure
“Giulio, stai calmo. Non ho nessuna intenzione di farlo”, mi rassicura papà
“Massimo, dovresti chiamare Mariano. Insieme potreste parlarne”, fa la mamma “non ti sto dicendo di fare quello che hanno detto i dottori ma io credo che tuo fratello dovrebbe essere presente”, continua
“L’ho chiamato, Rachele, e ha detto che sarebbe arrivato quando riusciva a sistemava alcune cose per accertarsi che senza di lui in Brasile possano cavarsela”
L’idea di rivedere zio Mariano mi manda su di giri. Mi fa accendere e il leggero rossore che ho sul viso non e’ dovuto al caldo della giornata. Sarebbe ritornato con moglie e figlio al seguito ma so già che non avremmo trovato modo per scopare, con tutto quello che sta succedendo nella nostra vita sarebbe davvero di un’insensibilità impunita…

FINE CAPITOLO 14

TO BE CONTINUED

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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