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Gay & Bisex

Aspettando te 2


di FRANK_1987
08.11.2020    |    4.226    |    3 6.8
"Avrei fatto capire a mia madre che ancora mi scopo suo marito, oppure lei avrebbe capito che mi faccio la pipì addosso come gli incontinenti..."
Orgia colorata

Questi capitoli si collocano dopo “UN MESE DI BALDORIE”

CAPITOLO 2

"La tua bocca mi sembra un cesso. Un lurido cesso che tutti usano senza mai pulirlo. Quasi quasi la uso anche per..."
"Per cosa? No, per favore"
"Tranquillo, non sono così pazzo da fare una cosa del genere"
"Mi hai fatto prendere un colpo"
"Sono un amante della pulizia non della sporcizia. Ti costringo a farti il clistere ogni volta che devo scoparti e adesso pensi che possa fare quella cosa lì?"
"Non so, l'hai detto tu"
"Si, l'ho detto io ma era solo una provocazione. Adesso stai zitta, lurida troia, e ingoia tutto il mio piscio"
In piedi dentro la doccia, Rafael mi sta scaricando la sua vescica addosso. Finalmente. E' ormai passata una settimana da quando abbiamo ricominciato a scopare e qualche giorno dopo avergli chiesto di farmi assaggiare nuovamente la sua pioggia dorata, lui l'ha fatto. Dopo avermi scopato selvaggiamente nella mia stanza da letto, e' andato via senza neanche sborrare. Quando e' tornato, in mano aveva un bicchiere stracolmo di maleodorante pipì e più si avvicinava, più riuscivo a scorgere delle piccole macchie galleggianti nel bicchiere. Prendendolo in mano, capisco che quelle macchie non erano altro che la sua sborra. Il porco aveva pisciato dentro il contenitore per poi sborrare e farmi bere ogni liquido uscente dalla sua uretra. Cercai di bere ogni goccia senza farne cadere sul mio letto anche se la voglia era tanta. Avrei fatto capire a mia madre che ancora mi scopo suo marito, oppure lei avrebbe capito che mi faccio la pipì addosso come gli incontinenti. Tra un pensiero e l'altro, mi accorgo di aver ingerire tutto quel liquido mentre i residui di sborra sono rimasti attaccati sul fondo e ai bordi del bicchiere, allora li presi con le dita e me li ficcai in bocca. Adesso, il mio patrigno, mi sta facendo bere direttamente dalla fonte. Ogni tanto dirige il suo cazzo verso l'addome bagnandosi anche lui di acqua giallognola, il cui getto arriva a lambire il collo scendendo lungo i pettorali e gli addominali per poi disperdersi sul freddo marmo della doccia una volta aver percorso quelle gambe erculee. Con le mani massaggio tutto il suo corpo sporco e umidiccio e me le passo sul viso e sui capelli. Quando pratico il pissing, adoro che mi vengano bagnati i capelli, proprio come se mi stessi bagnando di acqua, quella normale. Ogni centimetro del mio corpo deve essere bagnato
"Mi piace il tuo piscio, Rafael", gli dico da lurida troia che sono
"Ti ricordi la nostra prima volta?"
"Nel bagno, durante il ricevimento per il matrimonio di Claudia e Pedro", gli dico "e' stata anche la prima volta in assoluto che ho bevuto pipì", lo informo nel caso l'avesse ormai dimenticato
"Ricordi ancora che gusto aveva?", mi domanda mentre continua a pisciare contro il mio petto che io massaggio sapientemente
"Di spumante. Ne avevi bevuto parecchio. Mi hai mostrato quel calice stracolmo che ho dovuto mangiare giù tutto d’un fiato"
"E adesso di cosa sa?"
"Acqua effervescente", gli rispondo facendolo sorridere
Rafael finisce di pisciarmi addosso e poi mi fa alzare. Mi abbraccia e lecca la mia faccia sporca del suo piscio depositandoci, adesso, anche la sua saliva. In tutti questi anni, tra noi e' nato un sentimento di amicizia e affetto che a volte, anche se di recente, si e' trasformato in una passione sfrenata che ci porta a fare le cose più disparate. Una volta ha tratto in inganno anche me. Mentre eravamo a cena, la mamma ha servito una torta. Assaporandola, noto che Rafael mi guarda in modo strano. Penso che voglia fare sesso ma per tutto il resto della serata, non ricevo nessuna avance esplicita da parte sua. Il giorno dopo, quando gli chiedo spiegazioni, mi rivela di aver sborrato nell'impasto del dolce all'insaputa di sua moglie che si era assentata un attimo per controllare la lavatrice in assenza della cameriera. Il mio cazzo diventa improvvisamente di marmo. Ho mangiato la sborra del mio patrigno davanti a tutti ma poi mi viene in mente che non sono stato il solo ad averla mangiata ma anche mia madre, che lo fa anche senza bisogno di questi espedienti, mia sorella, mio cognato, il mio fratellastro e i miei nipotini. Poverini. Se lo dico in giro, chissà cosa penseranno di Rafael. Di sicuro non cose positive. Però, la cosa che mi eccita di più, e' che mio cognato Agostino, il macho per eccellenza, ha assaggiato sperma dopo avermi negato per anni di farmi assaggiare il suo. Ben gli sta.
"Stasera voglio scopare", mi dice Rafael all'orecchio mentre la mamma lava i piatti
"Veramente vorrei uscire"
"Per trovare altri cazzi? Non ne hai bisogno. Ne hai uno qui a casa a tua disposizione notte e giorno", mi ricorda prendendomi la mano per poi poggiarla sulla sua patta già bella gonfia
"Magari solo il tuo non mi basta", gli rispondo guardandolo con strafottenza mentre lui immediatamente si incupisce
"Hai sentito, Rachele? La troia di tua figlia vuole uscire a prendere altri cazzi"
"Tesoro, lascia stare Giulio", gli controbatte la moglie "e' normale che voglia divertirsi un po' alla sua età. E poi perché vi offendete di nuovo? Avevo capito che le cose andavano bene tra voi due"
"Più che bene, così bene che..."
"Io esco", esclamo interrompendo Rafael prima che dica alla mamma che noi due abbiamo di nuovo cominciato a scopare
"Mi raccomando, proteggiti", mi avverte lei “spero tu abbia capito a cosa mi riferisco”, prosegue mentre io annuisco, lei ritorna a lavare i piatti ed esco vedendo Rafael con una smorfia di rabbia stampata sul viso
Credo che possiate già immaginare quale sia la mia meta. Il locale gay. In tutto questo tempo mi e' mancato un sacco anche se in Brasile ne ho frequentati alcuni che mi hanno portato a fare delle conoscenze molto interessanti. Non appena arrivo, davanti all'ingresso, tre ragazzi di colore sono poggiati ad un muretto e stanno fumando, sicuramente uno spinello. Li guardo senza dare troppo nell'occhio perché non devo proteggermi solo dalle malattie ma anche dagli omofobi che ci sono in giro per colpa di certi politici non molto umani. Uno di loro e' pelato e indossa una maglietta verdognola e un pantaloncino di jeans, l'altro ha i capelli rasati ed ha addosso una maglietta blu con i risvolti rossi e uno jeans anch'esso blu e l'ultimo ha i capelli rasta mentre una maglietta rossa gli copre il torso e un pantaloncino nero le cosce lasciando scoperte le gambe. Tutti e tre possiedono pizzetto e baffi. Non so se abbiano colto questi miei sguardi che io stesso definirei come delle radiografie ma, nel mio cuore, spero di si e che vogliano in qualche modo farmi smettere di continuare a guardarli. Ed un modo ci sarebbe. Basterebbe avere i loro cazzi infilati nel mio culo. Uno solo, due o tre per volte, non importa, basta che sia questo il modo. Dopo due o tre balli, decido di uscire dal locale e loro sono ancora lì. Questa volta il ragazzo rasta capisce che io li sto guardando e sogghigna insieme ai suoi amici. Poi mi incammino.
"Vuoi nostri cazzi?", sento esclamare alle mie spalle e mi fermo di botto
"Tu gay", fa un altro
"Pédé", risponde il terzo ragazzo di colore con una voce più profonda
"E se vi dicessi di si?", rispondo girandomi usando un tono altezzoso anche se non sarebbe il caso con tipi del genere "di certo non mi soddisferete con quei stuzzicadenti che avete nelle mutande", continuo provocandoli
"Sale pédé", mi risponde il nero rasta
"Vuoi vedere cazzo nero?", fa quello con i capelli rasati afferrandosi la banana da sopra i pantaloni con il pollice e l'indice
"Ti piace?", fa l'altro mettendo in moto automaticamente il mio pomo d'Adamo che sale e scende per l'acquolina che sto producendo in bocca
"Dove andiamo?", domando
"Tu hai casa?"
"No", gli dico immediatamente "sono in vacanza", proseguo perché non e' il caso di portare a casa gente del genere "voi non avete un posto?", continuo a chiedere
I tre ragazzi, per colpa (O GRAZIE, QUESTO LO LASCIO DECIDERE A VOI) di un governo che pensa prima agli altri che agli Italiani, vivono in un albergo a tre stelle ma non e' il caso di andare da loro e non ho intenzione di portarli a casa mostrandogli dove abito. Per questo motivo, l'unica soluzione e' raggiungere un posto isolato nella campagna più vicina e sperare che nessuno ci disturbi. Li faccio salire sulla mia macchina e ci dirigiamo verso il posto. Il ragazzo con i capelli rasta, che sembra essere il capo, si siede sul sedile davanti e mi fa mettere la mano destra sul suo membro eccitato fino a quando non se lo toglie dal tessuto che lo imprigiona. Il mio arto viene subito usato per agguantare un pene di 24cm già leggermente scappellato. I due maliani dietro sorridono sghignazzando e attraverso lo specchietto retrovisore, posso ammirare che si massaggiano i loro centimetri, che devono essere abbondanti, tramite i pantaloni. Fermo la macchina e inizio a succhiare Faraji, il rasta, mentre Leonn, quello con i capelli rasati, e Ramid, il pelato, si avvicinano a me porgendomi i loro cazzi rispettivamente di 21 e 22cm. Me li sbattono in faccia mentre Faraji mi scopa la bocca oppure li masturbo e li alterno nel mio cavo orale per dare sollievo anche a loro, sempre se il loro capo-amico e' d'accordo. Ma in fondo lo e' perché vuole fargli provare quello che sta provando lui.
"Ma dove le avevate nascoste queste spade prima d'ora?", domando incuriosito "non vi ho mai visto in giro", continuo
"Noi siamo venuti un mese fa", risponde Faraji
"Ah, ok. Io un mese fa ero in Brasile"
"Per farti scopare dai brasiliani?", mi chiede Ramid facendo ridere gli altri due
"Si, mi sono fatto scopare da tanti cazzi. Ho fatto indigestione", spiego ai tre mentre la mia bocca viene occupata a turno dai tre grossi peni "mi sono fatto scopare anche da mio zio, visto c'ero", gli comunico tanto loro non potranno di certo dirlo in giro anche se questa mia affermazione provoca un'eccitazione maggiore su Leonn che era all'interno della mia bocca quando l'ho pronunciata e mi ficca dentro tutto il suo cazzone facendomi venire un conato di vomito
"Da quando siamo venuti in Italia, non abbiamo mai scopato", mi confessa Faraji
"Solo seghe", gli fa eco Ramid "italiane avere paura di nostri cazzi", prosegue quasi con un tono malinconico
"E meno male che hanno le vagine super elastiche. Sono davvero delle stupide. Ma non vi preoccupate. Io non ho affatto paura"
Mi alzo e mi giro porgendo il culo alla vista dei tre negri. Le loro mani avide di piacere iniziano a tastarlo. Lo fanno anche troppo, per i miei gusti. Forse vogliono solamente che io li porti alla sborrata facendomi toccare. Forse non se la sentono di scoparsi un uomo, anche se lo stesso uomo al quale stanno accarezzando le chiappe, prima gli ha praticato un pompino. Ma il sesso orale e' diverso per gli uomini come loro che non sanno come sollazzarsi, soprattutto se praticano la religione musulmana. Per smuovere un po' le acque, mi abbasso i pantaloni e mi posiziono a pecorina sporgendo il culo in fuori poggiandomi con i gomiti sul sedile del mio pickup. In questo modo non dovrebbero avere più remore e infatti Faraji si abbassa dietro di me, apre le chiappe con le mani e inizia a slinguazzarmi e leccarmi il buchetto. La sua grande lingua sembra quella ruvida di un gatto e larga come quella di un elefante. Leonn e Ramid, invece, mi accarezzano la schiena mentre i loro enormi bastoni scuri strusciano contro la pelle del mio didietro facendomi avvertire la sensazione fresca del presperma africano. I tre si danno il cambio per leccarmi l'ano preparandolo alla scopata. Per me andrebbe bene anche così ma visto il numero di centimetri che dovrò ospitare, trovo giusto che siano tutti a prepararmelo. Mi ficcano dentro anche le dita senza averle umettate di saliva credendo che, al contatto con quella depositata sulla rosellina, il dito possa bagnarsi. In realtà succede proprio questo una volta che la falange entra, ma prima che possa fare il suo ingresso, non e' affatto come pensano loro. Il mio cazzo urta con la cappella contro la stoffa del sedile provocandomi un leggere doloretto quando, a causa delle spinte praticate dai negri mentre inseriscono le loro dita in me, mi fanno urtare contro la cucitura. Faraji e' tornato al suo posto e poi si alza dandomi una sculacciata preannunciandomi quello che vuole fare.
"Vuoi scopa'?", mi domanda in un calabrese stentato
"Certamente"
"Che frocio di merda", mi insulta Leonn
"Chissà quanti cazzi come i nostri ha presi prima?!", si chiede Ramid mentre io frugo dentro il cruscotto
Prima di uscire, mia madre mi ha ricordato di proteggermi durante il sesso. Credeva, e anche io lo pensavo, che avrei svolto la parte dell'attivo ma adesso sono posizionato a pecorina con tre energumeni color cioccolato fondente che aspettano il loro turno per provare piacere e non ho i preservativi adatti per le loro minchie mastodontiche. Per fortuna ne compro sempre una scatola di una misura più grande della mia proprio per evenienze del genere dato che sono alla spasmodica ricerca di cazzi sempre più grandi. Gli andranno stretti ma tanto non devono mica sborrarmi dentro. Messo il condom e lubrificato il cazzo, Faraji inizia a penetrarmi. Lo fa delicatamente procurandomi solo godimento. Magari lo sta facendo per farmi capire quanto sia bravo a scopare per poi consigliarlo ai miei amici visto che le donne italiane non se lo filano per niente. Un amico, anzi, un fidanzato al quale consigliarlo lo avevo ma non ci penso neanche a far scopare Mario con lui, con un altro esponente di uomo nero con il quale mi aveva tradito. Intrufolato nel mio anfratto, Faraji inizia ad aumentare le sue spinte. Si fanno sempre più poderose mentre i suoi amici non possono fare altro che allargarmi le chiappe con le mani oppure spennellarmi il culo con il cazzo. Faraji poggia le mani sulle mie spalle e nel farlo, spinge altri centimetri in me. Mi sento veramente aperto. E pieno. Una volta ho visto un video su internet dove un ragazzo riusciva a infilarsi una bottiglia dentro il culo partendo dal collo fino ad arrivare al fondo. E' così che mi sento grazie alla larghezza del membro di Faraji, proprio come quel ragazzo del video. Questa sensazione che mi procura il suo cazzo mi piace, ma adesso basta. E' arrivato il momento che anche i suoi amici possano godere del mio culo ed io dei loro membri. Ramid si fodera la banana, si siede sul sedile del guidatore mentre io mi adagio su di lui aprendomi più che posso.
"Cazzo", esclamo mentre mi siedo
"Ti piace cazzo grosso?", mi domanda Ramid
"Mi piace tantissimo il cazzo grosso, soprattutto se ce ne sono tre in giro", gli dico guardandolo in faccia "scopami come una puttana. La tua puttana italiana", spiego al ragazzo maliano con un leggero sorriso che a volte viene tradito da qualche spasmo del retto causatomi da Faraji
Ramid mi afferra per le chiappe e le fa muovere come se stessi praticando twerking. Poi mi prende per il costato e mi fa impalare sopra il suo cazzo che entra ed esce dal mio culo. Leonn si arrampica sulla macchina, poggia i piedi sopra il sedile dov'e' seduto il suo amico e si aggrappa con le mani sul tettuccio. In questo modo il suo enorme randello e' a portata della mia bocca. Lo spinge dentro il mio buco superiore mentre io mi muovo su e giù sopra Ramid il quale, deve allontanare la sua faccia ogni volta che il cazzone di Leonn scappa dalla mia bocca e punta verso il suo volto. Qualche volta, dei rivoli di saliva e presperma gli cadono addosso e con una manata lo fa muovere tipo il batacchio di un orologio a pendolo. Mentre continuo ad avere tutti i miei buchi occupati, tasto il petto a Ramid, cosa che non ho potuto fare con Faraji. Quando scopo mi piace toccare il torace ai miei scopatori, mi piace sentire con i polpastrelli delle mie dita, ogni singola piega che fa la loro carne quando si indurisce a causa delle spinte che danno contro di me. Continuo a succhiare per un po' la banana di Leonn ma comincia a dare segni di stanchezza. Posso capirlo. La posizione non aiuta di sicuro il pompino che vuole che io gli pratichi. Ramid, invece, prosegue imperterrito a fottermi l'ano, tanto lui e' seduto al sedile del guidatore e naturalmente non soffre di stanchezza, comodo com'e'.
"Che bello, non voglio alzarmi mai più da qua sopra", dico a Ramid che mi sorride con i suoi denti bianchissimi "i vostri cazzi mi fanno impazzire", grido nel bosco e la mia voce produce un'eco che a momenti diventa assordante
"Sale pédé", continua a ripetermi Ramid afferrandomi le chiappe e affondando le sue unghie nella mia carne cruda
Mentre Leonn e' poggiato al mio pickup e si sta masturbando la minchia guardando ogni tanto l'amplesso che si sta consumando poco distante, Faraji apre l'altro sportello e decide di partecipare anche lui. Si sdraia sull'altro sedile e poggia le sue grandi mani bicolore su di me accarezzandomi la schiena fino a scendere in prossimità delle natiche che prima accarezza delicatamente, poi mi sculaccia facendo vibrare il cazzo del suo amico dentro di me e alla fine cerca di aprirle per agevolare la scopata facendo entrare ancora meglio quel pezzo di cioccolato riproduttivo che Ramid ha in mezzo alle gambe. Molti di voi avranno scopato e sanno che magnifica sensazione si prova quando il vostro uomo vi accarezza mentre cerca di appagarvi sessualmente ma non so a quanti e' capitato di essere accarezzati da due o più uomini contemporaneamente. Ti fa sentire una troia, un oggetto, un mezzo per far svuotare i coglioni a chi si sta approfittando di te. Ci sono alcuni che si sentono sporchi nell'animo quando finiscono un amplesso del genere mentre altri vorrebbero che non finisse mai. Io appartengo a questa categoria. Io vorrei sentirmi così ogni giorno. Vorrei che, finito un amplesso, ne iniziasse un altro. Quando Faraji si alza dal sedile, su di esso c'e' formata un'enorme macchia di presperma impregnata sulla stoffa che difficilmente se ne andrà strofinandola solamente con un po' di acqua.
"Voglio il terzo", dico a Ramid abbracciandolo per il collo mentre rallenta la scopata
"Leonn, questa puttana vuole tuo cazzo", grida contro il suo amico
"Finalmente, a momenti sborravo per terra", gli risponde
"Sarebbe stato uno spreco", dico verso Leonn mentre mi alzo da sopra Ramid "meglio sborrarmi in bocca", gli consiglio
Leonn mi sorride e si tocca il cazzo. Mentre si mette il preservativo e se lo lubrifica, posso notare che il condom sul pene di Ramid e' tutto stropicciato e gli arriva a coprire solo metà asta. Finito di prepararsi, Leonn mi fa stendere con la schiena sopra il sedile dove c'era prima il suo amico, punta il suo randello contro di me ed entra improvvisamente. Vengo spinto all'indietro ma lui prontamente mi afferra per l'inguine tirandomi verso di se e mi tromba mentre Faraji e Ramid si masturbano tenendo in alto le mie gambe con una mano soltanto ciascuno. Questa dimostrazione di machismo mi porta a sborrare sul mio addome. Leonn prosegue incessantemente a trombarmi il culo dandomi spinte più forti rispetto ai loro amici. Ramid era seduto e di conseguenza non poteva fare altrimenti ma neanche Faraji, che sembra il capo di questo terzetto, mi ha scopato così violentemente. Mi da dei pugni sugli addominali ed io tocco i suoi con le mie mani sporche di sperma ma lui non desidera essere macchiato dell'essenza scrotale di un altro uomo e quindi mi da uno schiaffo che mi provoca solamente piacere. Successivamente si sfila dal mio culo trascinandomi a terra davanti allo sportello aperto del mio pickup. Dal basso, mi sembra di osservare tre statue di altrettante divinità africane pronte a far eruttare i loro arnesi su di me. Il primo già pronto e' Ramid che mi afferra la testa per la fronte reclinandola costringendomi ad aprire vogliosamente la bocca tirando fuori la lingua. Uno sperma abbondante e cremoso come una crema di limoncello viene depositato sul mio organo gustativo e successivamente nel mio stomaco. Il secondo ad eiaculare e' Leonn che riversa il suo primo schizzo sulla mia guancia sinistra e gli altri anche lui sulla mia lingua. Ultimo e' naturalmente Faraji che mi inonda tutta la bocca. Ripuliti i manubri africani neri come la pece, ci rivestiamo di quei pochi vestiti che c'eravamo tolti e ritorniamo in città. Li lascio davanti all'albergo che li ospita con l'intenzione di incontrarli ancora e che possano spargere la voce tra i loro compagni insoddisfatti sessualmente. Poi torno a casa.
"Dai smettila"
"Perché? Non ti piace?"
"Certo che mi piace ma possono sentirci"
“Esteban dorme da tua figlia”
“E Giulio?”
"Giulio e' fuori casa"
"Dovremmo risolvere questa faccenda. Voglio bene a mio figlio ma non può continuare a vivere con noi. Ha 30anni ormai"
"A me non dispiace"
"Ma non e' che tra voi c'e' di nuovo qualcosa?"
"Ti sconvolgerebbe?"
"Non sarei sconvolta, sarei arrabbiata. Molto"
"Non c'e' niente tra me e tuo figlio, te lo giuro. E' solo te che amo. Adesso vieni qui così te lo dimostro"
Tra la mamma e Rafael comincia un incontro sessuale che forse non era mai avvenuto in tutti questi anni. Magari le bugie del mio patrigno l'hanno caricato talmente tanto da diventare ancora più animale a letto con mia madre oppure l'aver desiderato il mio culo per tutta la sera mandandolo in bianco preferendo tre africani a lui, l'ha fatto così incazzare che ora, mentre scopa con la moglie, pensa di stare scopando con me. Sarebbe una bella soddisfazione e anche una piccola rivalsa verso colei che mi ha partorito e che adesso vorrebbe sbattermi fuori di casa solamente per appagare le sue voglie sessuali lontano da occhi e orecchi indiscreti. Ma cosa crede? Che per questo lascerò in pace il cazzo di suo marito? Certo che no. Sarò così troia da portare Rafael ad una drastica decisione. O lei o io!

FINE CAPITOLO 2

Un nuovo capitolo uscirà ogni domenica

TO BE CONTINUED

TUTTO CIO' E' ACCADUTO PRIMA DEL COVID-19

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA VITA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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