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Gay & Bisex

Un mese di baldorie 4


di FRANK_1987
14.06.2020    |    3.652    |    2 6.9
"Mi abbraccia da dietro baciandomi sul collo e mentre mi giro, i miei occhi catturano lo sguardo di Pablo che mi fa il segno del brindisi..."
Era ora

Eccomi con dei nuovi capitoli. Spero che anche questi vi piacciano. Sono da collocare dopo l’ultimo capitolo della saga “VITA DI COPPIA”. Alcuni di voi mi stavano aspettando, altri non sentivano il bisogno di leggere ulteriori miei racconti ma non mi interessa quindi buona lettura

CAPITOLO 4

E’ arrivato Luglio e con lui, le temperature sono ulteriormente aumentate. Neanche la boscaglia che circonda la casa di zio Mariano e Cecilia possono darmi un po’ di frescura. Loro sono abituati a questo clima. Lei e’ nata in una favelas brasiliana mentre lui sono ormai più di 30anni che vive qui. Non sentono la necessità di stare in giro per la casa praticamente nudi oppure indossando abiti leggerissimi. Io, al contrario, sento caldo. Sto morendo. Sudo sempre, tutto il giorno sto sotto l’acqua della doccia e quando non e’ così, giro per la casa con addosso solo i boxer. Non voglio dare la soddisfazione a Cecilia di rivedere il mio cazzo anche se, i suoi occhi a cuoricino che osservano il mio petto muscoloso e le mie cosce erculee, mi fanno inorgoglire. Sono un bel ragazzo, so di piacere e sono sempre stato un po’ sadico nel mostrare la mia mercanzia a persone alle quali non avevo intenzione di concedermi sebbene con Cecilia una bella scopata me la farei eccome, ma la sua vagina creata artificialmente dal chirurgo non so perché ma mi inibisce un po’. Un giorno, non avendo nulla da fare, come tutti gli altri giorni, decido di andare in soggiorno e accendo il condizionatore per rinfrescare un po’ l’aria. Nella stanza comincia a fare fresco e riesco benissimo a sentirlo anche in un luogo infernale come questo. Sono abituato al freddo dell’Italia, sebbene la Calabria goda di un clima più caldo rispetto alle regione del Nord, ma questa temperatura e’ troppa anche per me così vado in camera mia ad indossare una vestaglia di seta comprata qualche tempo prima insieme a Cecilia nel centro commerciale. Non voglio spegnere il condizionatore perché in questo modo posso usare quell'indumento sapendo di aver speso bene i soldi della carta di credito dello zio. E anche perché mi piace indossare un vestito da ricchi. Me ne vado in cucina a prepararmi un’orzata e mentre sono tranquillamente seduto su uno sgabello, suonano alla porta. Con il bicchiere in mano, vado ad aprire. Davanti a me si presenta un ragazzino biondo, con gli occhi celesti, gli zigomi leggermente pronunciati e due labbra grosse da pompinaro. Riesco a notare chiaramente i suoi occhi posarsi sui miei piedi, salendo fin sopra le gambe, le cosce e il mio petto. Mi ha fatto una radiografia meglio di un dottore esperto in questo campo. L’unica cosa che non ha potuto osservare e’ il mio cazzo, racchiuso in un boxer nero nascosto dietro i lembi della vestaglia chiusa alla bene meglio con la cinta. Inizia a farfugliare qualcosa in portoghese. Io lo fermo subito, non capendo la lingua, e chiamo lo zio che era in terrazzo. Quando lui entra, invita in casa il ragazzino, il quale, entrando, da un’altra occhiata a tutta la mia merce. I due si mettono a parlare nella lingua locale mentre io, disinteressato, me ne vado verso la cucina sedendomi ancora una volta allo sgabello. Il ragazzino, furbo, per potermi osservare, si mette davanti a mio zio ed allora io, ogni volta che lui mi guarda, lecco i bordi del bicchiere facendogli distogliere lo sguardo anche se poi, timidamente, riprende ad osservarmi. Ha i capelli arruffati, degli shorts di jeans come quelli delle veline che stanno in televisione e si muove con aria effeminata. Anche più di me. Slaccio la cinta della vestaglia e così posso fargli ammirare il mio cazzo che si e’ gonfiato ancora di più ma solo perché sono seduto. Lo vedo più impacciato di prima mentre parla con Mariano. Mi piace stuzzicarlo e allora faccio finta di aggiustarmi il pacco. Lui, che non può averlo, o non ancora, si siede sul divano dandomi le spalle.
“Chi era quello?”, chiedo a Mariano quando il ragazzo se ne va
“E’ Jorge, il nipote di Cecilia”
“Il nipote? Non sembra affatto. Non ha la tipica carnagione brasiliana”
“Non tutti i brasiliani sono scuri di pelle”
“Ma quanti anni ha?”
“Perché me lo chiedi?”
“Così, per curiosità”, gli rispondo per evitare che io mi scopi un altro minorenne
“Ha 18anni appena compiuti”
“Te lo sei fatto?”
“Certamente”, mi svela senza se e senza ma “sono stato il primo che gli ha rotto il culo”, mi informa sfacciato
“Scommetto che e’ stato il tuo regalo di compleanno”
“Veramente me lo sono scopato la prima volta due anni fa, quando ne aveva 16”
“Allora e’ un vizio di famiglia”
“Cosa?”, mi chiede
“Niente, stavo ricordando che io avevo un anno meno di lui quando il nonno mi sverginò”, gli dico mentendogli perché in realtà mi riferivo al 17enne Zack scopato qualche tempo fa
“Ti informo che se hai intenzione di scoparlo, ti troverai benissimo nei suoi buchi”, mi comunica “ha la bocca di una professionista e quel culo pallido ti piacerà sicuramente farlo diventare rosso a suon di sculacciate. Vedo che tutto questo ti fa effetto”, si riferisce alla mia erezione
“Eh, si, mi piacerebbe eccome scoparmelo”, ammetto senza avere peli sulla lingua
Trascorro il weekend pensando a Jorge. A quanto sarebbe bello poter scopare con lui. E’ domenica mattina e mi sveglio tardi. Veramente mi sveglio tardi quasi ogni giorno non avendo un cazzo da fare. Con questa affermazione voglio significare che non devo lavorare, perché un cazzo da fare, anzi, da farmi, ce l’ho eccome. Nel tardo pomeriggio, zio Mariano e zia Cecilia vanno a casa di alcuni loro amici in comune e prima di uscire mi avvertono che sarebbe venuta a trovarmi una persona. Sono molto curioso su chi possa essere ma non vogliono dirmi niente. Sono praticamente ermetici. Capendo che potrebbe trattarsi di qualcuno con il quale trascorrerò il pomeriggio a scopare, vado in bagno per preparare il mio corpo con ogni pulizia possibile. Poi raggiungo la mia camera e indosso una maglietta rossa con un paesaggio brasiliano stampato sul davanti e uno jeans nero. Sono davvero molto agitato perché, nonostante io abbia capito che possa trattarsi di un uomo che mi scoperà, l’agitazione mi assale perché non so di che razza sia questo stallone. Dopo aver aperto la porta, ogni preoccupazione scompare lasciando spazio all'eccitazione. Un energumeno dalla pelle ambrata di 187cm e’ davanti a me. E’ abbigliato con una maglia a giromaniche arancione e un pantaloncino di jeans. Entrambi gli indumenti corti, mostrano un fisico tonico e delle gambe tornite. Non vi descrivo i suoi connotati perché da brasiliano quale sia, potreste averli già intuiti.
“Tu sei Giulio?”, mi chiede in italiano anche se un po’ storpiato
“Si, sono io”
“Sono Pablo, mi ha mandato Mariano”
“Per fare cosa?”
“Per scopare”, mi risponde sollevandosi un po’ la maglietta mostrandomi l’ombelico “voleva farti un regalo. E’ da un po’ che sei in Brasile e non hai ancora provato un cazzo brasiliano”, mi spiega
“Si, su questo hai ragione”
“Mi fai entrare?”
“Ti faccio entrare in casa se dopo entrerai nel mio culo”, gli dico facendolo sorridere
Pablo entra in casa e continua a spiegarmi di essere uno degli escort dello zio che lui usa anche con i suoi amici per farli divertire un po’. Naturalmente da me non vuole nessun pagamento, essendo un parente del suo capo, quindi posso usufruire del suo corpo come meglio credo. E non me lo faccio ripetere la seconda volta. Mi avvicino lentamente a Pablo e ci baciamo. Mentre le sue mani colorate mi afferrano il culo, le mie, bianche, si impossessano del suo cazzone immerso ancora nel suo pantaloncino. Deve avere una bella mazza e non vedo l’ora di liberarla. Proseguiamo a limonare ancora per un po’ e gli accarezzo le braccia, i cui muscoli bicipiti si contraggono quando li muove per tenermi saldo a lui fino a quando non ci leviamo le magliette. Reciprocamente lecchiamo i nostri toraci ma quando tocca a me farlo, mi inginocchio davanti a lui liberando la sua mostruosità carnosa di 24cm. Me lo metto in bocca e inizio a succhiarlo ma non per molto perché mi alzo, lo prendo per le braccia facendolo camminare all’indietro e poi lo faccio accomodare su un pouf riprendendo a infilarmi il suo bastone dentro le fauci essendomi nuovamente inginocchiato davanti alla maestosità di questa statua brasiliana. Con una mano infilo la sua banana abbronzata dentro la mia bocca mentre con l’altra massaggio il suo meraviglioso corpo marmoreo incrociando, di tanto in tanto, anche i suoi arti che fanno su e giù sopra il suo torace.
“Sei una puttana italiana”
“Si, lo sono”, gli rispondo per caricarlo
“Tuo zio me l’avevo detto che hai una bocca fantastica. Te la sei fatta scopare come te la sto scopando io?”
“Si, anche lui ne ha approfittato e non sono della bocca”, gli rispondo leccandogli l’asta
Pablo afferra la mia testa in prossimità delle orecchie e la muove verso il basso, verso il suo poderoso manico sessuale. Mollo la presa dalla sua asta ma non riesco a scostarmi. Per colpa sua, dalla mia bocca iniziano ad uscire dei lamenti un po’ soffocati da tutta la saliva che si sta accumulando al suo interno. Ma in fondo, non voglio staccarmi da tutto quel ben di Dio, quindi lo lascio fare. Devo usufruire del regalo dello zio, no?
“Così lo succhiavi a tuo zio?”
“Proprio così”, gli rispondo mentre lui mi lascia andare facendomi riversare tutta la saliva e il presperma per terra, sopra il tappeto
“Mi ha detto che anche tu sei ben fornito”
“Effettivamente”, gli dico facendo, forse per la prima volta in vita mia, il modesto
Adesso quello seduto su un pouf sono io mentre quello che lecca un cazzo e’ Pablo e quel cazzo e’ il mio. Le sue labbra marroni mi mandano su di giri. Mi succhia il membro mentre lo sega contemporaneamente sputandoci sopra per poi proseguire nel pompino. Ogni tanto se lo struscia in faccia facendomi il solletico all’attaccatura delle palle con il suo pizzetto che ha fatto crescere soltanto in prossimità del mento. Credo che quella di succhiarmi il cazzo sia una sua scusa per potermi leccare il buchetto perché mi fa posizionare con le gambe come se fossi un tacchino che aspetta di essere farcito il Giorno del Ringraziamento. Anche se un po’ la cosa mi piace, tanto prima o poi dovrai farcirmi letteralmente, giusto? Lecca il mio culo come se lui fosse un gattino e il solco delle mie chiappe, una ciotola piena di latte. Infila anche al suo interno delle dita per allargarmi ulteriormente. Evidentemente non mi conosce bene perché non servono questi trattamenti visto quanto e’ dilatato il mio orifizio ma sono comunque graditi soprattutto se ad essere infilate dentro di me sono delle dita colorate. Mentre dilata il mio culo con le sue falangi, io lo muovo all’indietro per potermi scopare aspettando che le sostituisca con il suo poderoso cazzo marrone scappellato. Finisce di leccarmi il culo, mi porge la mano per farmi alzare e mi posiziona a pecorina avvicinando il suo membro foderato vicino alla mia apertura.
“Mmh, aveva ragione”
“Chi?”, domando incuriosito
“Mariano. Ha detto che hai un culo capiente”
“Spingi un altro po’ e capirai quanto cazzo so accogliere”
“Accetto la sfida”, mi risponde Pablo
Il brasiliano mi scopa a pecorina da ormai un bel po’. E’ davvero instancabile. D’altronde deve esserlo necessariamente perché con il suo corpo deve soddisfare tutti i suoi clienti e non può permettersi di stancarsi subito durante una scopata. Ne risentirebbe la sua reputazione di macho e anche quello di zio Mariano che perderebbe tanti bei quattrini. Le mani colorate di Pablo fanno su e giù sul mio corpo. Si fermano lungo i miei fianchi oppure sulle spalle usandole per dare forza alle sue braccia e al suo bacino usato per infilzarmi. Io sono poggiato con una mano chiusa a pungo sul pouf mentre l’altra viene adoperata per dare piacere al mio cazzo che ballonzola ad ogni sua spinta. Lo sento ansimare mentre mi scopa poggiando il suo pube contro il mio culo che viene solleticato dai suoi peli. Lo osservo attraverso uno specchio che e’ davanti a me e ad ogni sua spinta si tira indietro per poi affondare di nuovo il suo palo dentro le mie carni che non smettono mai di provare un nuovo arnese, sempre più grande del precedente. Mi da delle sonore sculacciate facendomi gridare e per questo lascio la presa sul mio cazzo che urta contro una coscia e l’altra a causa delle sue spinte ma anche per colpa degli schiaffi che sto ricevendo sulle chiappe le quali stanno diventano rosse. Ogni volta che lo fa, gli afferro la mano ma lui, pensando che io voglia dirgli di smettere, mi da altre sculacciate sempre più forti.
“Ti piace il mio culo eh?”, gli domando caricandolo
“Lo prenderei a morsi”, mi dice afferrandomi le chiappe con le sue grandi mani ambrate simulando il morso delle sue fauci
“Allora continua a trombarmi, più forte, dai. Coraggio! Così! Ancora! Più forte!”, gli faccio cercando di spronarlo a scoparmi con più energia
Pablo sale sul pouf con i piedi poggiandoci sopra anche le mani. Così facendo, mi scopa muovendo solo il pube spostando tutta lì la forza e trasforma il suo pisello in un martello pneumatico che tortura il mio culo. Il cazzo ambrato di Pablo fa dentro e fuori dal mio budello strusciando contro le sue pareti caricando sempre di più le sue palle di caldo e gustoso nettare brasiliano che ho già assaggiato altre volte sia in città, durante la mia prima vacanza e sia in Italia, facendo sesso con un carioca immigrato. Il ragazzo mi bacia sulle spalle mentre io non posso fare altro che tenermi fermo con le mani per evitare di cadere con la faccia a terra continuando a fornirgli la possibilità di stantuffare le mie carni ad un ritmo che man mano accelera sempre più. Pablo si sfila dal mio culo e lo usa come un pennello sulle mie chiappe. Le sento bagnate di lubrificante che sento fuoriuscire dal mio sedere finendo sulla fodera del pouf macchiandolo. Pablo mi fa alzare e si siede sul divano poggiando i gomiti allungando le gambe in avanti, così io mi siedo su di lui dandogli le spalle. Scopato in questo modo, sembra invece che io mi sia poggiato ad un muro come fanno quegli spacconi in giro per le strade e posso finalmente ritornare a segarmi evitando al mio pene di fare la fine del batacchio di una campana penzolandomi tra le gambe senza ricevere attenzione alcuna da nessuno dei due.
“Mamma che culo che hai”, mi dice Pablo accarezzandomelo
“E’ accogliente, vero?”, gli chiedo ruotando il mio fondo schiena con il suo cazzo all’interno
“Il più bel culo italiano che mi sia mai scopato”, mi risponde lui
“Affonda, affonda”, lo incito
“Mmh, si”, fa Pablo muovendo verso l’alto il suo bacino dandomi una bordata pazzesca
L’ultima spinta del brasiliano mi fa perdere leggermente l’equilibrio spostandomi in avanti ma mi afferra prontamente per il costato e mi adagia su di lui. Le sue palle vengono schiacciate contro le mie mentre il suo cazzone marrone si deposita dentro il culo per tutta la lunghezza. Pablo accarezza le mie chiappe e con le sue dita mi fa percepire che sono pieno della sua proboscide. Non ho nessuna intenzione di dimenticare questa sensazione, di sentirmi pieno di un cazzo straniero dalle dimensioni che la maggior parte di noi sogna di provare per almeno una volta nella sua vita. Successivamente a questa mia percezione, Pablo riprende a scoparmi ma questa volta sono io che lo faccio. Il suo pene e’ posto in orizzontale puntando verso il mio buco. Ad ogni spinta, mi entra nel culo seguendo l’andatura dell’intestino piegandosi verso l’alto per poi ritornare orizzontale quando mi allontano e ancora un’altra volta si piega verso l’alto, al mio interno, quando mi avvicino violentemente contro di lui. Proseguo a scoparmi in questo modo, praticamente come se fossi seduto, per un bel po’. Anche se le spinte verso il suo pube sono forti, c’e’ anche un po’ di delicatezza quando ritorno in avanti, quando quasi tutto il suo cazzo esce dal mi culo ospitando solamente la sua cappella. Pablo e’ ben felice di essere in me e quando spingo le mie chiappe verso di lui, si solleva dal divano e mi abbraccia per il torace evitando di muovermi ed evitando che il suo cazzo esca dal mio buchetto. Mi bacia sul collo mentre l’intruso dentro di me continua nella sua formidabile opera di farmi sentire per tutta la sua consistenza. Il suo pizzetto mi fa il solletico lungo la giugulare, proprio sul posto dove un vampiro morderebbe la sua vittima ed io con una mano gli scompiglio i capelli anche se sono corti e leggermente riccioluti come la maggior parte dei ragazzi della sua etnia.
“Scopami a pecorina”, gli consiglio
“Vuoi fare la cagnetta?”
“La cagnetta vuole rosicchiare il suo osso”
“Tra un po’. Adesso la cagnetta ha bisogno di essere punita”
“Si, e’ stata molto cattiva”, gli dico guardandolo con lussuria per poi posizionarmi a pecorina
Con il braccio destro poggiato sullo schienale di una poltrona e le ginocchia sul cuscino, mi allargo il buco del culo. Pablo lo osserva con animo libidinoso e mi da una copiosa sputata che va a finire sul mio coccige, scendendo fino alle mie dita impegnate ad allargare oscenamente il mio culo davanti ad uno sconosciuto. Tolgo le mani e lui usa un suo dito per raccogliere la sua secrezione orale, spalmarla sulle mie pieghette e poi mi penetra. Lo specchio che prima avevo davanti a me, ora e’ alle mie spalle. Di fronte, ho le vetrate della villa dello zio dalle quali inizio a vedere il calar della sera e lo scintillio delle mille luci di Rio de Janeiro. Riflesso su una vetrata, mi osservo posizionato a pecorina mentre Pablo, quasi oscurato dalla luce nerastra della sera, si nota di meno. Lo vedo muoversi dentro di me e soltanto il suo cazzo e’ a contatto con la mia carne. Non usa nemmeno le mani per darsi forza nella scopata. Vuole dimostrarmi che la scelta dello zio di mandare lui per farmi ricordare come sia scopare con un brasiliano, sia stata quella giusta. E lo e’ stata davvero. Pablo si toglie dal mio culo e mi fa inginocchiare. Mentre gli lecco le palle, capisco chiaramente che il suo cazzo e’ più grande della mia faccia perché, in questa posizione, non riesco a vedergli neanche la cappella dalla quale parte il primo denso schizzo che mi finisce in bocca, il secondo sul naso, il terzo sul mento che poi cola finendomi sullo sterno e tutti gli altri, di intensità man mano sempre minore, si depositano sul mio viso facendo compagnia a quello finito sul mio naso. Ha davvero sborrato come un cavallo, e’ proprio il caso di dirlo. Fattosi ripulire il cazzo, si abbassa sul mio iniziando a segarmelo. Quando sento il momento di sborrare, lo afferro ma lui evita di farsi venire completamente in faccia limitandosi a lasciarsi sporcare solamente la guancia destra anche se non disdegna di assaggiare il mio sperma pulendomi l’arnese.
“Com’e’ andata la serata?”, chiede zio
“E’ andata benissimo”, gli rispondo con gli occhi sorridenti “grazie per la bella sorpresa che mi hai fatto, zio. Sono veramente felice di aver ricordato com’e’ fare sesso con un brasiliano grazie a Pablo”, continuo esprimendogli la mia gratitudine
“Ero sicuro che ti sarebbe piaciuto. E’ uno dei miei migliori ragazzi”
“Mi piacerebbe provare gli altri”
“Non credo che sarebbero tutti contenti di lavorare gratis come Pablo”
“Non importa. Mi basta lui. Sapessi quanto sperma mi ha scaricato in faccia”
“Ci sarai andato a nozze”
“Questo grazie a te”, mi congratulo con lui
“Almeno la finirai di sospirare per il mio?”
“Ma perché non vuoi scoparmi? Non ti piace più il mio culetto? Forse ti piaceva quanto ero un adolescente? Ma guarda che adesso conosco molti più trucchetti per farti impazzire”, gli dico alzandomi dal tavolo scimmiottando uno sculacciamento ma lo zio Mariano non mi risponde e dribbla la mia domanda facendomi tornare a sedere continuando a cenare
Dopo quattro giorni, divertendomi sempre con il cazzo di Pablo, arriva il giorno del compleanno di Cecilia. Jorge, suo nipote, era passato da casa qualche giorno prima per mettere a punto le ultime cose insieme allo zio ed era rimasto affascinato dalla mia presenza che io usavo per mandarlo su di giri. Prima della festa, mi rinfresco un po’ e poi mi vesto. Decido di voler apparire al meglio per il genetliaco della zia allora indosso una camicia bianca, la giacca e il pantalone classico grigi e i mocassini neri in tinta con la cintura. Manca ancora poco prima che i festeggiamenti abbiano inizio e allora mi distendo attentamente sul letto, evitando di sgualcirmi il vestito, smanettando al cellulare. Quando gli invitati iniziano ad arrivare, scendo in salotto venendo presentato a chi non mi conosce ancora. C’e’ anche Pablo e alcuni ragazzi e ragazze che fanno parte del team di escort che Mariano si e’ creato in tutti questi anni. Anche Jorge e’ presente alla festa e sta flirtando con Pablo nonostante intorno a lui ci siano altri ragazzi degni di essere notati ma e’ chiaro che pure a lui interessa la carne colorata. Voglio scoparmi quel frocetto dai lineamenti femminili ma non ho la minima intenzione di lasciargli assaggiare il cazzo di Pablo. Almeno non in mia presenza perché so già che succederà o magari e’ già successo e vuole soltanto riassaporarlo. Mi avvicino a loro, prendo il brasiliano sotto braccio e mi allontano con lui. Le luci soffuse illuminano l’ambiente aiutate da quelle psichedeliche permettendo me e Pablo di fare i piccioncini. Mentre mi stringe per i fianchi sussurrandomi all’orecchio quante cose sconce vorrebbe farmi, vedo un altro ragazzo avvicinarsi alla zia poggiata al tavolo della cucina. Lui indossa un jeans nero, una canottiera grigia con la quale mette in mostra le braccia, il petto e il collo tatuati e porta anche un cappellino in testa. I due sembrano molto affiatati e non fanno certo mistero di un probabile coinvolgimento sessuale passato e futuro tra di loro. E’ chiaro che tutte le persone presenti nella stanza, sono a conoscenza di quello che succede in questa casa e tra i miei zii. Mentre prendo qualcosa da bere, mi avvicina un ragazzo. Potrebbe avere all’incirca una ventina d’anni. Una maglietta a maniche corte, uno jeans entrambi neri e un tatuaggio sul collo a forma di spirale, lo adornano dandogli un’aria dark. Mi abbraccia da dietro baciandomi sul collo e mentre mi giro, i miei occhi catturano lo sguardo di Pablo che mi fa il segno del brindisi. Capisco che quel ragazzo e’ stato inviato da lui e così gli sorrido facendogli capire che ci sto, dopotutto non e’ poi così male. Mi dice se vuole raggiungermi in bagno ed io gli replico affermando che ce ne sono in casa e di sicuro nessuno sarebbe venuto a disturbarci in quello che sceglieremo per scopare. Lo prendo per mano spingendolo con l’altra verso il corridoio allontanandoci da tutto e da tutti…

FINE CAPITOLO 4

TO BE CONTINUED

Un nuovo capitolo uscirà ogni domenica

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA VITA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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