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Gay & Bisex

Vita di coppia 12


di FRANK_1987
20.10.2019    |    3.826    |    1 4.6
"Drink, musica alta e adocchiata a qualche tipo interessante..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Un nuovo capitolo uscirà ogni sabato. Questi racconti si collocano dopo la saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”

Anche se in questo capitolo all’inizio c’e’ una scena TRANS, continuando a leggere troverete una scena GAY.

Riconciliazione

CAPITOLO 12

Una sera di Maggio, mi ritrovo a pecorina nel parcheggio del locale gay. Ci siamo appartati in un posto piuttosto buio anche se possiamo notare le nostre sagome. Mi aggrappo all’estremità del sedile del passeggero perché sono steso a novanta gradi su quello del guidatore. La mia macchina e’ testimone di un amplesso sessuale che non aveva mai visto da quando ho preso la patente. Cerco di divaricare le gambe per far entrare meglio nel mio culo il cazzo che mi sta scopando il quale non e’ di notevoli dimensioni ma sa fare quello che e’ destinato a fare. Chi mi tromba mi sculaccia il culo. Da quando ho scopato con la trans Miriam non ho incontrato nessun altro sebbene mi faccia ripassare la rosellina dal cazzo extralarge di Malik, il congolese lavapiatti del ristorante dove lavoro. In quel posto incontro anche Mario ma ormai tra noi due le cose non vanno più bene. Ci siamo lasciati da tre settimane ormai e non so se lui si sia rifatto una vittima, di sicuro io si. Malik mi ha detto una volta che ha anche smesso di farsi scopare da lui, segno che non era così convinto di incontrare altre persone quando stavamo insieme nonostante si divertiva da matti a scopare e farsi scopare. Chi sta abusando del mio culo mi gratta la schiena e mi fa male con le sue unghie lunghe. Da’ qualche altra bordata dal mio sederino, poi estrae il cazzo, si toglie il preservativo, mi inginocchio a fatica davanti al membro che viene smanettato dinanzi alla mia faccia la quale accoglie con gioia il succo dei suoi coglioni. Per me e’ la prima volta che assaggio una specialità del genere. Si, perché chi mi ha appena scopato e’ una transessuale filippina, Ayako. Mi alzo e mi rassetto i pantaloni ma lei me li abbassa violentemente perché mi dice che vuole essere scopata. Si cala davanti al mio membro molliccio e se lo mette in bocca. Non tardo molto a farmelo venire duro e per non perdere altro tempo, chiudo lo sportello della macchina, Ayako si alza e mentre mi sistemo i pantaloni tenendo aperta solo la lampo dalla quale esce la mia banana, ci avviciniamo all’altro sportello. Lo apro perché devo prendere un condom. Mentre lo indosso, la trans orientale si e’ accomodata sul cofano anteriore del mio pickup. Ha assunto una posizione fetale e il suo magnifico buchetto aperto e il suo culetto liscio come quello di un bambino, mi si parano davanti. In un attimo le sono tutto dentro. Le pompo il cazzo nel culo facendola gridare ma tanto siamo nel parcheggio di un locale gay e riesco a sentire distintamente dei mugolii femminili provenienti da alcune macchine poco distanti dalle nostre. Ayako si lamenta come una cagnetta mentre il mio pene fa dentro e fuori il suo budello accogliente. Le apro le gambe che teneva l’una sull’altra e, aggrappato alle sue caviglie, continua a scoparla impassibile. La guardo con aria di sfida ma anche di cattiveria mentre lei con una mano si tocca una tetta e con l’altra si masturba il cazzo che ha ricominciato a prendere vigore. Le spingo il mio bastone di carne lentamente nel suo orifizio per farglielo sentire meglio. Continuo così per un bel po’ e poi sento che e’ arrivato il momento culminante. Mi tolgo dal suo culo, mi sfilo il preservativo e con una mano faccio in modo che scivoli rudemente da sopra il cofano fino a terra. In un attimo le scarico in bocca il mio liquido seminale. Ayako se lo prendo dal mento con le dita dalle unghie smaltate e se le lecca con gusto.
“Tesoro, devo parlarti”, fa papà
“Cosa c’e’?”, gli chiedo scostumatamente
“Tua madre mi ha detto quello che e’ successo l’altra volta, insomma quando Rafael ha scoperto nella doccia quella…”
“Transessuale?”
“Si, proprio lei”
“Ma perché vi scandalizzate troppo?”
“Non ci stiamo scandalizzando e’ soltanto che vogliamo sapere cosa sei”, fa mio padre “dici che sei gay però ti ecciti scopando le donne e adesso hai iniziato anche ad andare a trans”
“Me ne sono scopato due l’ultima volta che zio e’ venuto qua. Ti ricordi della sua fidanzata? Me la sono fatta mentre lui si fotteva tua figlia”, informo papà all’oscuro di quest’ultima affermazione “e poi che cazzo significa che volete sapere cosa sono. Io sono gay ma sono pur sempre un uomo. Ok ho atteggiamento e modi che nessun eterosessuale avrebbe mai ma per me il sesso e’ libertà e trasgressione. E trasgredire significa andare anche con donne e trans come fanno i cosidetti etero-curiosi”, continuo
“Ok, non volevo farti arrabbiare. Ma tu stai bene? Non e’ che la fine della tua storia con Mario ti sta mandando in crisi? Sia sessualmente che mentalmente”
Assumo un atteggiamento fra il serio e l’arrabbiato per non rispondere alla domanda di mio padre ma nella mia mente sento che ha ragione. Prima avevo la stabilità affettiva che cercavo e da quando abbiamo visto quel maledetto documentario sul ragazzo poliamoroso, la mia vita e’ cambiata dalla A alla Z ma credo in peggio e non in meglio. Alcune persone non sono fatte per amare, altre sono state concepite per amare tante persone ed altre ancora per avere l’amore della propria vita, solo uno finché morti non li separi. Mi getto al collo di mio padre e mi abbandono ad un pianto liberatorio. Non so come andare avanti. Sono combattuto. Mi piace molto il sesso ma non so se riuscirò a viverlo serenamente pensando che prima o poi possa di nuovo innamorarmi e manderò all’aria tutto quello che costruirò soltanto per una furtiva sveltina in un parco. Nonostante questi pensieri, decido di uscire lo stesso. Mi abbiglio con una maglietta scura e un pantaloncino di jeans e vado nel locale gay. La serata e’ sempre la stessa. Drink, musica alta e adocchiata a qualche tipo interessante. Questa sera invece decido di buttarmi nella mischia diversamente. Dopo il primo cocktail, inizio già a sentire un po’ di caldo e mi muovo a tempo di musica. Raggiungo un angolo della sala e ballo sfrenatamente. Ci sono dei ragazzi che apprezzano sia single che fidanzati ma le loro compagne non gradiscono per niente la mia esuberanza. Seduto ad uno sgabello, c’e’ un ragazzo biondo. E’ davvero molto carico e mi guarda ballare mentre sorseggia qualcosa in un bicchiere e morde la cannuccia con fare voluttuoso. Gli faccio cenno con la testa di uscire e lui si alza immediatamente. Lo raggiungo fuori mi guardo intorno e lo vedo seduto ad una panchina. Non appena sente il rumore dei miei passi, si abbassa il pantaloncino celeste mostrandomi le sue chiappe e il buco del culo aperto dai numerosi cazzi presi ma anche dalla posizione assunta. Mi avvicino a lui, abbasso l’elastico del pantalone, tiro fuori il mio membro e glielo pianto dentro nelle viscere abbracciandolo per i fianchi. Lui gode mugolando senza farsi sentire ed io lo trombo con vigore. Poggia una mano sulla panchina e con l’altra si aggrappa alle mie mani piegando la testa all’indietro poggiandola sopra la mia spalla sinistra.
“Scopami più forte”
“Sei una puttana, lo sai?”
“Ti piace il mio culo?”
“Mmh, mi fa impazzire”, gli dico dandogli una bordata che lo fa sospirare e ridere allo stesso tempo
Continuo a scoparmi il ragazzo senza nome tenendolo per i fianchi. Alcune persone passano davanti a noi allora io smetto di spingergli la mia minchia nel culo e, senza toglierla e agevolati dal buio che non fa notare il pantalone abbassato del ragazzo, fingiamo di baciarci in una posizione un po’ insolita ma anche innovativa per due come noi. Le persone se ne vanno per raggiungere il loro luogo di destinazione ed io riprendo a fottermelo. Le mie mani si muovono lungo la sua maglietta bianca accarezzandogli gli addominali e i pettorali, poi raggiungo le scapole, gliele afferro e lo chiavo talmente forte che gli sborro nel culo. Tolgo lentamente il mio pene dalla sua rosellina, lui si piega leggermente verso sinistra e spinge le sue mucose anali all’infuori rilasciando tutto il mio succo scrotale sulla panchina dove e’ ancora seduto. Io mi rimetto il cazzo nei pantaloni, lo saluto dandogli una pacca su una natica e mi allontano senza neanche sapere il suo nome ne tantomeno lo rivedo quando rientro nel locale. E’ indubbiamente andato lì per trovare qualcuno che se lo trombasse e dato che ha raggiunto il suo obiettivo, ha deciso di tornarsene a casa. Chiedo un altro drink al bancone e mi siedo su uno sgabello osservando gli altri che si divertono. Chissà se tra loro c’e’ qualcuno che ha già scopato ed e’ contento oppure si sta chiedendo, come faccio io, che ancora una volta mi sono dato al sesso senza amore.
“Un Martini, per favore”, sento dire da una voce che riconosco subito
E’ la voce di Mario, il mio ex fidanzato. Questa e’ la prima volta che lo vedo nel locale. Oltre a vederlo a lavoro, in nessuna delle sere che ho trascorso a divertirmi ho avuto il piacere di incontrarlo. Eh si, e’ davvero un piacere perché almeno si sta rifacendo una vita e sono contento che lui sia contento anche senza di me. Poi stasera e’ davvero raggiante con la sua maglietta marrone con le macchie nere e uno jeans chiaro.
“Ciao Mario”, gli dico
“Giulio, perché non mi stupisco a vederti qui?”, mi domanda con sarcasmo
“Ti stai divertendo?”
“Sono arrivato poco fa, ancora non ho potuto conoscere la fauna. E tu? Ti ho visto allontanarti da un ragazzo vicino ad una panchina”
“Si, ecco, veramente…”
“Avete scopato? Conoscendoti direi di si”
“Giulio mi dispiace per quello che ho fatto. Non so cosa dirti ancora per farmi perdonare”
“Ormai e’ troppo tardi”, mi avverte
“Lo so ma se potessimo ricominciare, non mi comporterei come ho già fatto”
“E chi me lo garantisce?”
“Nessuno lo so, ma se per te tutti questi anni passati insieme non valgono nulla, allora adesso vattene senza dirmi che non mi darai un’altra possibilità”
“Perché proprio adesso? Perché hai aspettato tutto questo tempo per farti avanti?”
“Volevo farti sbollentare un po’. Ha funzionato?”, chiedo a Mario che non mi risponde ma mi fa un’espressione facendomi capire che in fondo un po’ mi ha perdonato “allora? Che cosa dici?”
“Dico che devo andare in bagno”, mi risponde poggiando il suo drink sul bancone e andandosene
Capisco che la sua e’ soltanto una copertura. Sono sicuro che la sua ultima frase l’ha detta per darmi appuntamento nella toilette. Bevo tutto d’un fiato il mio Bloody Mary, così mi carico un po’, soprattutto di coraggio, e lo seguo. Entrato nel bagno, guardo sotto ogni cabina. Due sono occupate. In una c’e’ qualcuno che sta pisciando mentre nell’altra c’e’ sicuramente Mario perché ho riconosciuto le sue scarpe che hanno la punta rivolta verso la porta, segno che e’ seduto sul water. Apro la cabina ed effettivamente avevo ragione. Il mio ex si alza dal gabinetto, mi prende per il collo della maglietta e mi bacia con passione.
“Mi sei mancato tanto”, mi dice Mario
“Anche tu mi sei mancato”
“Voglio sapere ogni cosa che hai fatto in questo tempo”
“Ho di nuovo fatto sesso con il mio patrigno Rafael, mi sono scopato due transessuali e anche un ragazzo poco fa su una panchina. E tu? Anzi no, meglio non dirmelo altrimenti morirei di gelosia”, gli dico continuando a baciarlo
“Voglio andare a casa”
“Dove?”
“A casa nostra”, mi riferisce il ragazzo
Mentre ci baciamo, un giovane barbuto di 30anni ci sta osservando poggiato ad un lavandino toccandosi il cazzo da sopra il pantalone elegante color sabbia mentre si e’ allentato la cravatta e sbottonato i primi bottoni della camicia mostrandoci un petto villoso. Ha i capelli castani e gli occhi neri ed un tatuaggio a forma di serpente sul collo. E’ visibilmente eccitato dalla visione che gli stiamo concedendo e lo guardiamo voluttuosamente provocandolo mentre io e Mario continuiamo a limonare. Poi gli facciamo segno di avvicinarsi e quando lo fa, ce lo sbaciucchiamo a vicenda. Io gli tiro fuori la camicia dal pantalone e infilo le mani sotto toccando un tappeto di peli scuri. Lo so, ci siamo appena ritrovati, forse addirittura fidanzati un’altra volta, e invece di condividere questo momento solo tra noi, lo stiamo regalando anche ad un perfetto sconosciuto. Mario mi domanda se desidero portare il ragazzo con noi. Sono tentato a dirgli di si ma non so se la prenderà male anche se i suoi occhi mi dicono che devo assecondarlo. Approvo la sua decisione e così andiamo via dal locale. Concedo a Mario di portare il ragazzo con la sua macchina mentre io li raggiungo subito dopo con la mia.
“Fate spesso queste cose?”, chiede il ragazzo
“Ultimamente no”, gli risponde Mario
“Però e’ come andare in bicicletta”, gli faccio notare
“L’ho visto. Avete una bella sintonia nonostante vi conosciate da così poco tempo”, io e Mario ci guardiamo e ridiamo “cosa c’e’? Cosa ho detto?”
“Veramente noi siamo ex fidanzati”, fa Mario
“Ma stasera ci siamo ritrovati”, preciso
“No! Ho trovato due fidanzati troia. Che sballo”, dice il ragazzo riprendendo a baciarci
Ci spogliamo definitivamente dei nostri vestiti e il ragazzo, che si chiama Diamano, esibisce un bel cazzo già scappellato di 18cm. Ci inginocchiamo davanti a lui e do’ l’onore a Mario di prenderselo in bocca per primo. Quando lo fa, io accarezzo le palle di Damiano e gli afferro il cazzo proprio dai coglioni per ficcarlo nella bocca del mio ex amore ritrovato. Poi mi alzo e accarezzo il corpo villoso del 30enne mentre ci baciamo e lui mi accarezza il culo. Mario si toglie il pene dalle sue fauci e si solleva così io prendo il suo posto. Afferro la minchia di Damiano per metà asta, la osservo un po’ e mi infilo la cappella nel mio cavo orale e poi lentamente tutto il resto fino a toccare i suoi peli pubici con il naso. Mi faccio fottere letteralmente la bocca e sono sicuro che Mario non gli ha fatto un servizietto come glielo sto facendo io perché mi prende per la nuca dando il ritmo al pompino, mentre prima non l’ha fatto. Damiano mi agguanta per le ascelle, mi fa alzare e poi ci accomodiamo sul divano. Ci fa mettere a pecorina e allarga le nostre gambe così da allargare anche le nostre chiappe mostrandogli i anali che sono oscenamente aperti. Pare che si trovi bene a casa nostra perché sembra lui il padrone di casa e non noi. Damiano alterna il mio buco a quello di Mario leccandoceli e inserendo delle dita imitando delle scopate, conscio che facendo così li prepara per bene al suo cazzo.
“Ok, puttanelle, e’ arrivato il momento di scopare”, fa Damiano smettendo di leccarci i culi
“Voglio essere il primo”, fa Mario girandosi e sdraiandosi supino sul divano allargando vergognosamente le gambe
“Ma avevo preparato meglio lui”, fa il ragazzo indicandomi
“Non importa, scopatelo”, gli dico
“Dici sul serio?”
“Certo, fallo. Non ti preoccupare. Sono sicuro che entrerai perfettamente anche senza averlo lubrificato abbastanza. Parola mia”, dico a Damiano conoscendo ormai da anni il culo accogliente di Mario
Questo e’ un regalo che voglio fargli per avermi perdonato. Voglio che il nostro nuovo primo cazzo diverso e condiviso lo prenda lui nel culo. Damiano si inginocchia su un cuscino messo a terra e punta il cazzo foderato verso l’apertura di Mario e gli entra dentro in un attimo. Il mio fidanzato sospira di piacere e Damiano inizia a fotterlo prendendolo per le caviglie. Mario ha le mani che si aggrappano al copridivano e la bocca spalancata mentre il pube peloso di chi sta approfittando del suo sedere, urta contro le sue chiappette arricciandosi ancora di più. Io mi sego il cazzo, poi si sdraio sul divano succhiando la minchia di Mario e continuo a masturbarmi facendo si che il mio pene entri tra lo spazio di un cuscino e l’altro. Le spinte che Damiano dà contro Mario sono inqualificabili e gli sega il cazzo mentre Mario accarezza il petto villoso del suo scopatore. Io, lascio stare il membro di Mario e lo bacio infilandogli la lingua in bocca cercando di assorbire in me ogni sospiro di godimento che fa, procurati dal piacevole bastone di carne di Damiano. Quest’ultimo prende la nerchia dura del mio fidanzato e la stringe nelle sue mani così che lui possa provare dolore e stringere anche le sue chiappe e sentire meglio lo scorrere della carne in quel budello peccaminoso.
“Voglio essere scopato”, dico a Damiano
“Ok, zoccoletta”, fa lui uscendo dal culo di Mario
“Cazzo, mi hai anestetizzato il buco. Non me lo sento quasi più”, fa il mio fidanzato alzandosi dolorante dal sofà
“Con le puttane si fa così”
“Sei uno stronzo”, lo apostrofa
“Vediamo se questa puttana riesci a dominarla oppure no”, mi rivolgo a Damiano gettandolo sul divano facendolo sedere comodamente
Mi sputo su una mano e lubrifico il mio culo mentre lui si toglie il preservativo e ne indossa un altro. Afferro la sua protuberanza e la guido verso il mio buchetto e poi scendo lentamente accomodandomi su di essa dando le spalle a Damiano. Non e’ entrata tutta perché ho una gamba poggiata sul divano che mi fa piegare verso sinistra ma e’ abbastanza dentro per godere. Per un po’ lascio che sia Damiano a guidare la scopata quando mi prende per i fianchi e mi sbatte i suoi centimetri nell’ano e Mario sale sul sofà e mi da nuovamente la sua nerchia in bocca. Con la mano sinistra sono poggiato allo schienale del divano e quella destra la posiziono dietro al collo di Damiano che mi scopa. Poi muovo la mano lungo il suo torso per toccare quel poco che riesco a toccare. I suoi peli pettorali si insinuano tra le mie dita ed io mi eccito incredibilmente. Ho sempre amato i glabri ma l’uomo villoso, da un po’ di tempo a questa parte, mi piace anche. Mi entusiasma pensare che i suoi peli mi solletichino le chiappe a pecorina oppure mi eccito ad immaginarmi seduto a cavalcioni poggiando il mio petto contro una bella foresta nera. Dicevo prima che lascio a Damiano l’onore di guidare la scopata ma adesso lo faccio io perché abbasso la gamba che avevo sul divano, mi pianto più in profondità la sua minchia, e ci saltello sopra facendolo bestemmiare.
“Cazzo, così me lo stacchi”
“Cosa dicevi sulle puttanelle?”
“Basta per favore”, mi dice Damiano dandomi delle sculacciate
“Non ho ancora finito”, gli rispondo cavalcando la sua minchia
“Giulio, tu sei pazzo”
“Ha detto che le puttanelle devono essere trattate in questo modo e adesso gli faccio vedere che alle puttanelle piacere essere trattate in questo modo”
Saltello ancora un po’ sul cazzo di Damiano che poi trova la forza per scacciarmi via facendomi cadere a terra. Mentre lui si alza arrabbiato toccandosi la minchia dolorante, io lo guardo sghignazzando. Lo faccio veramente infuriare perché mi gira a pecorina, prende Mario per un braccio mettendolo nella mia stessa posizione e poi lo scopa mentre a me tocca farmi inserire violentemente le sue dita nell’ano. Damiano, senza aver sostituito il condom che aveva usato con me, scopa con ferocia il buco di Mario che sta gridando più dal dolore che dal piacere. E’ chiaro che non ce l’ha stretto ma chi ti scopa in questo modo e’ normale che ti faccia provare sofferenza. Poi tocca a me essere trombato e a Mario tocca prendersi le dite di Damiano dentro il deretano. A differenza del mio fidanzato, io non grido di dolore ma mi limito a sospirare e a incitare Damiano a scoparmi più forte facendogli capire che non vincerà lui che anche se siamo stati noi a prenderlo nel culo, il passivo in questa stanza e’ chi ci sta scopando, essendo stato il nostro oggetto del desiderio. Quando si sfila dal mio culo togliendosi il preservativo, io e Mario ci inginocchiamo davanti alla sua banana che scarica sulle nostre facce il suo sperma. Uno schizzo mi finisce nell’occhio destro e l’altro in bocca mentre Mario se ne prende uno sullo zigomo sinistro e l’altro sul mento. Gli ultimi due schizzi meno abbondanti di Damiano, li scarica sui nostri toraci. Io e Mario ripuliamo la minchia di Damiano e poi ci baciamo assaporando ancora quel piacevole retrogusto salato. La mattina successiva, mi sveglio senza aver accanto Mario anche se siamo andati a dormire insieme. Lo trovo in terrazza mentre osserva una pianta di rose appena sbocciata con una tazza in mano.
“Credevo non volessi svegliarti accanto a me”, gli dico
“C’avevo pensato ma poi ho deciso di farlo”
“Quindi quella di ieri sera e’ stata una parentesi?”
“Diciamo che e’ servita a qualcosa”
“A cosa?”
“A pensare che non posso vivere senza di te”
“Dici sul serio?”, gli chiedo incredulo
“Certo. Sono uscito con poche persone da quando ci siamo lasciati ma con nessuno avevo l’intesa che ho avuto ieri con te e in tutti questi anni”
“Quindi mi hai perdonato veramente?”
“Perché? Che cosa hai fatto?”, mi chiede sarcasticamente Mario baciandomi
Dopo parecchie settimane divisi, io e Mario ci siamo rimessi insieme. Ritorno a vivere nella nostra casa abbandonando ancora una volta quella della mamma anche se mi sarebbe piaciuto salutare quell’abitazione con un’altra bella scopata con Rafael. Ma sarebbe stato un altro tradimento, no? Mario non avrebbe partecipato, mentre invece ora non voglio farmi prendere troppo la mano. Se qualcuno, maschio, femmina o transessuale, vuole fare sesso con me devo declinare l’invito o al limite chiamare il mio fidanzato e attuare un bel threesome. Poco tempo dopo, Claudia e Agostino ci comunicano che aspettano un bambino. Lo sperma di mio cognato che avrei dovuto assaggiare dopo essermi fatto scopare e’ stato invece usato da quell'insulsa di mia sorella per generare un altro mio nipotino. Ma almeno quando lo prenderò in braccio mi sembrerà di stringere Agostino a me.

FINE CAPITOLO 12

TO BE CONTINUED

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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