trio
TINA & MAMBO (e Andrea)
di BISCOTTONE_RIPIENO
11.12.2023 |
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Mi girai e lei salì in macchina aprendo la portiera e sedendosi in una maniera che poco mi lasciò all’immaginazione: non aveva le mutandine, ne ero quasi..."
“Non credevo si potesse arrivare a tanto” pensai, “certo che le piace proprio il cazzo..”Mi girai e lei salì in macchina aprendo la portiera e sedendosi in una maniera che poco mi lasciò all’immaginazione: non aveva le mutandine, ne ero quasi certo anche se l’occhiata fu giustamente fugace, ma la minigonna era molto corta. Le sue calze velate e le sue gambe molto lunghe..
“Dai andiamo”, disse, “non voglio metterci troppo altrimenti Andrea potrebbe pensare male”.
“Pensare male di cosa? Stiamo solo andando a prendere delle bottiglie a casa…”
“Ma certo, hai detto cosi anche l’ultima volta poi mi sono trovata piena di sborra ovunque che non sapevo neanche come fare a pulirmi…” sospirò “se poi ci becca… l’altro giorno mi ha annusato li sotto e mi ha giurato che il mio odore era diverso, ti rendi conto??”
“Spero che nel mentre ti abbia leccata almeno!!”
“No, non lo fa mai.. lo sai che sei l’unico che mi infila la lingua? Abbiamo una storia che si basa sul quanto me la lecchi..” sospirò sorniona.
Non era proprio una storia, era una di quelle cose che non si devono fare, altrochè! Tina, alta bionda, longilinea, un fisico da seghe e un’eleganza da zoccola navigata e Andrea, ricco rampollo di famiglia un po tocco e molto introverso, quasi troppo, erano assieme da qualche mese e a detta di lui erano innamoratissimi. A detta di lei anche se però ci teneva moltissimo a togliersi degli sfizi che possono dirsi “particolari”. Tipo scoparsi me, amico di lunga data di entrambi che nel momento nel quale si erano messi assieme le aveva lanciato un’occhiata colpevole come se volessi dirle “E noi?”.
“Noi… noi scopiamo!!” era stata la sua risposta più tardi mentre le stavo aprendo il secondo canale di nascosto in un bagno di un bar, con la fila fuori, mentre lui ignaro girava in macchina cercando parcheggio .
Feci la stradina verso casa loro con calma, erano le 2 di notte e tutti alla festa erano lanciatissimi, mezzi pieni di alcool che ballavano in maniera scomposta, lui era riverso sul divano ubriaco da una mezzora e quindi lei era venuta piano piano da me con occhi furbi dicendomi “Hei, ho delle bottiglie da prendere a casa, mi porti a prenderle? Ci mettiamo un minuto!”.
Io ho subito mangiato la foglia, dandole una piccola pacca sul sedere per dirle “Ok, andiamo!”
Neanche il tempo di aprire la porta davanti a me e già si stava tirando su la gonna, la troia sa che adoro il nylon.
“Guardami, ho i collant neri velati come piace a te, hai visto che bene che si vede la mia figa cosi?” disse tirandoli su fino a che non entrarono strettissimi nelle sue grandi labbra confermandomi l’assenza di intimo.
Ovviamente non mi feci attendere e tirato fuori il cazzo già barzotto cominciai a strusciarlo sul suo sesso da dietro, sui collant tirati, cominciando a stiracchiarli con le mani per strapparli e poter arrivare al suo calore.
Aprì la porta e mi condusse dentro, nell’androne di casa loro, si inginocchio subito per terra nel corridoio girandomi la schiena e appiattendo la faccia verso il pavimento tenendo le ginocchia strette “Dai dai dai INFILALO fammelo sentire tutto DAIIIII…..”
Non mi feci attendere, abbassai i collant, non potendo strapparli (lui si sarebbe chiesto il perché se fosse riemerso dai fumi dell’alcool) e puntellai il cazzo sul suo sesso, che sentii subito già bagnato, spingendo piano ma inesorabilmente fino a che in un unico istante lei si aprì e io la penetrai completamente.
Il suono fu quello di un qualcosa di umido che si apre in modo forte e fu molto soddisfacente, anche se la cosa più bella dalla mia prospettiva fu vedere la testa di lei scattare indietro mentre gemeva forte tutto il suo godere.
“Sborrami dai… SBORRAMI dentro!” si mise a sussurrare sempre più forte e io , che ero carico a bestia e che spesso in questi momenti mi lascio subito andare, le scaricai nella fica dopo pochi colpi un carico di sperma denso e bollente.
“Sei proprio un porco, mi butti per terra a pecora e mi scopi infilandomi il cazzo senza preservativo da dietro e sborrandomi praticamente dopo tre colpi… dovrei proprio incazzarmi e invece sono contentissima di averti fatto godere, vieni qui che ti pulisco” disse mentre si girava, notai subito lo sperma che le colava dalla coscia anche se si era subito rimessa i collant a posto. Mi leccò per qualche minuto pulendomi l’asta per bene e rimettendo il cazzo al suo posto, mentre piano si masturbava. Quando venne riuscii a sentire distintamente il suono dello squirt represso nei collant già sporchi della mia sborra.
Si ricompose quanto possibile, prendemmo le bottiglie e ci avvicinammo alla macchina, lei un po camminando storta a causa della foga con la quale la avevo scopata e io molto piu leggero, mentre stavo pensando al cazzo di casino che c’era all’interno di quei collant.
La festa continuò in maniera molto divertente e naturale, lei volle ancora il mio cazzo quella sera e io le scopai il culo in bagno spingendola forte contro al muro, e tutto finì con io che me ne tornavo a casa solo e lei che trascinava Andrea verso casa loro.
Il giorno dopo però tutto cambiò.
“ANDREA: Giorgio vieni da noi a trovarci, il prima possibile” lessi sullo schermo del telefono. Cazzo. Ecco. Lo sapevo. Mai una volta che riesco a tenere il cazzo a freno. Ci ha sicuramente beccati. Adesso succede un casino… Non che me ne fotta di Andrea ma sai con gruppo di calcetto che figura, ci siamo entrambi e i ragazzi a volte con i commenti e le malelingue esagerano..
Tutte queste cose pensai mentre mi lavavo e vestivo. Il tono del messaggio era abbastanza perentorio quindi mi diressi praticamente subito verso casa loro, per chiudere questa storia.
Mi immaginai subito lei piangente sbattuta fuori di casa, lui incazzatissimo con me per il “tradimento dell’amicizia”… e puttanate del genere, “Ma tradimento di cosa: non è colpa mia se la tua tipa è cosi cagna che non riesce a non infilarsi cazzi altrui nella figa!! Praticamente ci sono inciampato dentro!!” pensai quasi indispettito per esser stato disturbato la domenica mattina.
Arrivai a casa loro e quando mi presentai davanti alla porta mi immaginai come si era svolta la cosa la sera prima: lei che tentando di aprire la porta si alzava la corta gonna il piu possibile per farmi vedere bene le sue chiappe fantastiche coperte solo di nylon…
“Eccoci qui…” pensai.. “ieri godere oggi soffrir..”
“Ciao Giorgio!” disse Andrea aprendo di scatto la porta “Come va? Ripreso dalla festazza di ieri sera?”
“…Ciao! Stavo per suonare!” ribattei un po preso di sorpresa specialmente dal suo tono allegro e amichevole “Bene bene grazie, sisi ripreso! Anche tu vedo, ad una certa eri proprio steso ah?”
“Si è vero, per fortuna Tina mi porta sempre a casa.. ma entra, entra pure, ti ho chiamato perché devo togliermi un peso” disse ammiccando e indicandomi di entrare verso destra nella loro casa.
Entrai passando proprio sul punto dove poche ore prima avevo eiaculato dolci schizzi caldi nella fica della sua ragazza mentre in un gemito primordiale la stavo fottendo in ginocchio sul pavimento.
“Tina?” chiesi cercando di essere il più neutro possibile nel tono di voce
“Dopo ne parliamo, lei non sa che sei qui, siediti pure che prima voglio parlare io” disse subito e notai un po di nervosismo nella sua voce, che strideva col tono di apertura della porta. “Oramai sono dentro, pensai, ora si incazza! Ci ha sgamati, ora frignerà che la ama e io gli dirò che è scemo perché lei è una troia, quindi litigheremo e fanculo ci meneremo anche forse…”
Mi sedetti, accavallai le gambe e mi accesi una sigaretta con il fare di chi si aspetta una ramanzina.
“Vedi.. io LA AMO” disse mentre dentro di me volevo morire per la banalità appena sentita “E quindi mi sono deciso di parlarti. Sai, si sa che tu insomma godi di una certa fama in paese…”
“ Che fama?!” chiesi con falsa modestia, benchè avessi subito capito del cosa stava intendendo.
“Che te ne scopi tantissime dai Giorgio, è inutile che fai a finta di niente, ci sono molte ragazze che hanno assaggiato il tuo bastone in paese o devo dire che ciò che ho sentito è falso?! Non farmi dire cazzate, sei un gran scopatore” disse lui parlando veloce, e questa volta mi parve con un tono di ammirazione.
“Beh Andrea, diciamo che mi piace e che se ne ho possibilità non mi tiro indietro, poi sai com’è si beve, si fa festa, capita che poi si finisca a scopare… siamo in un paesino di 2000 anime..”
“Si si ma non ti ho chiamato qui per farti vantare, ho le mie fonti, Anna ad esempio mi ha sempre detto che le volte che è stata con te è andata in giro piegata per giorni, quindi so di cosa si sta parlando”.
Anna era una mia ex, che avevo incontrato più volte l’estate prima e che si, mi ero stra scopato. Beh, una volta ad esempio con l’aiuto di una mazza da softball, ho proprio presente, era andata in giro storta per due giorni: aveva preteso che la lubrificassi e gliela infilassi tutta nel culo fino a che ce ne stava…
“Ok , non nascondo la cosa, specialmente con Anna che insomma.. ci sapeva far pure lei ma quindi? Perché mi parli di questo?”
“Ecco ieri ho bevuto molto, sono stato malissimo e mi sono svegliato riverso nel mio vomito. Tina stava di sotto e mi sono alzato e lei era molto arrabbiata, perché non penso a lei. Mi sbronzo e lei resta sola e insomma mi porta a casa e io svengo sul letto vomitandomi addosso e lei… insomma, hai capito no? Lei è CALDA…”
“Neanche immagini quanto” pensai tra me e me ma mi vietai di rispondere.
“Lei ha bisogno di un uomo e io non ci sono, ho i miei demoni e non riesco a controllarli mentre lei vorrebbe avere una vita più attiva da quel punto di vista. Quindi oggi abbiamo litigato, fortissimo, voleva andarsene. Voleva lasciarmi solo. In un impeto di rabbia mi ha urlato addosso che mi avrebbe lasciato solo e che sarebbe andata a scoparsi tutti i miei amici perchè sappiano quanto io non la soddisfo. Mi ha lanciato i piatti, le scarpe, una scenata da pazza” disse.
Guardandomi attorno in casa notai ancora i segni di quella discussione, in effetti c’erano cocci di vetro e ceramica per terra e uno specchio era stato buttato a terra.
“Mi ha anche urlato addosso che tu saresti stato il primo perché avrebbe goduto tantissimo con il tuo cazzo che molte le hanno descritto come grosso e duro che dura…” disse in un momento nel quale sentivo la sua vergogna crescere “E quindi ho deciso di chiamarti e di parlarti.”
“Vedi io la amo moltissimo, senza di lei sono perso, ma lei ha dei bisogni che io non riesco a gestire e quindi ti ho chiamato qui per chiederti di aiutarmi”.
“Aiutarti?! In che modo potrei aiutarti in un contesto così intimo?”
“Beh so che non è una richiesta usuale.. ma vorrei che tu mi facessi vedere bene come si fa. Sai io ho avuto pochissime ragazze e lei invece è esperta, sono stufo di fare la figura dell’imbranato. Mi fai vedere bene come si fa cosi io imparo: semplice!!”
“Oddio.. ma con chi con lei? Sai che a troie non ci vado piu…”
“Si con lei. Oggi.”
“Oggi intendi adesso??”
“Si, è di sotto, ci sta aspettando”.
“Ne sei sicuro? Voglio dire sio conscio di quanto mi stai chiedendo e cosa stai offrendo??”
“Ma certo Giorgio, e ti dico anche che se non tela senti va benissimo, chiederò a qualcun altro, ma ci tenevo a te perché ci conosciamo da anni e sei l’unico con il quale non avrei problemi. Anche perché non voglio usare precauzioni, sono allergico e anche lei, e quindi devo fidarmi non solo a pelle ma anche di salute. Non la farei sborrare da chiunque, ma da te si!”
Ne parlammo qualche minuto ancora, mi feci convincere perché volevo vedere fino a dove si sarebbe spinto pur di assecondarla. Gli chiesi dei soldi. Mille euro. Il mio cazzo li vale tutti e lui non fece una piega.
“Ma io scopo anche il culo se mi metto Andrea, e Tina mi sembra molto suora da questo punto di vista…” dissi mentendo: aveva sentito il mio cazzone fino allo stomaco piu volte la troia, ma per lui era ancora vergine li dietro, povero illuso.
“Si ci ho pensato, vediamo cosa dice quando ci provi al massimo fermati ok? Non voglio farle male, siamo d’accordo?”
“Certo, siamo d’accordo” dissi sorridendo in cuor mio e ricordando tutte le volte che glielo avevo sfondato sborrandoci dentro.
L’imbarazzo crebbe fino a che, nel momento nel quale mi accompagnò di sotto, cominciò a tramutarsi in qualcosa di più interessante ed eccitante.
Lei era legata a pancia in giù su una tavola: collant neri scuri a due veli, non quelli della sera prima pensai, tacco 12 con scarpa rossa che le dava la possibilità di appoggiare i piedi a terra e null’altro.
Non ci vide arrivare anche perché era bendata e non si voltò: era costretta in una posizione nella quale poteva tenere la testa rivolta in avanti ferma e dritta. La vulva spiccava bella rialzata anche se coperta dal nylon, e i suoi seni erano schiacciati sul tavolino. La sua schiena era dritta e ferma, nuda, pronta ad esser presa con le mani.
“Tina non voltarti, so che non puoi farlo amore mio, siamo qui comunque, siamo io e un mio amico che ho chiamato apposta. Si chiama Mambo, è del Sengal, vedrai che ti piacerà, è alto e muscoloso, pelle bella nera. Dovrai essere molto gentile con lui..” Disse mentendole spudoratamente con lei che, notai, aveva la bocca bloccata da una palla rossa legata con un filo di raso nero con un fiocco dietro alla testa.
Di fatto lei non disse nulla, si limitò a mugugnare e annuire senza vederci. Le aveva appena detto che aveva sceso le scale assieme ad un mandingo dal cazzone nero e lungo e aveva a stento annuito, come se non si aspettasse di meglio.
“Ora Mambo ti scoperà e ti sborrerà ovunque e tu non potrai fare niente di niente se non prendere il cazzone nero che già sto guardando, e ti assicuro che non è affatto piccolo.”
In realtà io lo avevo ancora nei pantaloni e a quelle affermazioni ben chiare però mi risvegliai e feci in un attimo: in un secondo avevo pantaloni abbassati e cazzo a dritta, già bello duro e scappellato. La visione era celestiale: mille volte avevo ammirato quelle chiappe, mille volte le avevo infilzate con la mia bega, e mille volte le avevo schizzate di sperma caldo e denso, ma quella volta vedendola inerme legata di schiena e soprattutto ignara che fossi li dietro di lei le trovai dolcissime.
Ma non per questo restai fermo. Senza che lui dicesse nulla mi avvicinai, diedi una poderosa sculacciata a quelle chiappe sulle quali avevo appena fatto un romanticissimo pensiero facendola trasalire e irrigidire tutta e con un colpo secco le strappai i collant.
Sono certo che la cosa la intimorì molto, perché cominciò a farfugliare qualcosa di incomprensibile, la palla le bloccava la possibilità di esprimersi ma sembrava volesse dire qualcosa ad Andrea. Quindi le diedi un altro schiaffo sull’altra culatta e il suo modo di parlare si velocizzò ed aumentò di volume.
“Amore calmati, sai che poi ti piace non ti agitare che rendi tutto più difficile a Mambo. Mambo, procedi pure!” disse Andrea avvicinandosi a lei da davanti e cominciando a slacciarsi i pantaloni. Li abbassò ed estrasse dai boxer bianchi un cazzetto rosa imparagonabile sia a quello inventato di Mambo ma anche al mio. “ADESSO CAPISCO” pensai.
Cominciò a scappellarlo velocemente strofinandolo sulla faccia di lei che, sentito cos’era aumentò la foga nel voler esprimere qualcosa.
“MMMMMMM Amore dai che ti sborro in faccia” fece lui e stava quasi per farlo, quando io che ero dietro pensai di fare una cosa divertente: sciolsi il fiocco dietro alla testa di lei e la palla cadde a terra, così lei trovandosi libera diede subito una bella boccata d’aria.
“ANDREA TI PREGO non farlo MAMBO FERMATI Andrea, non farmi scopare da lui ti prego, non lo conosciamo, mi sborrerà dentro e non voglio ANDREA...”
“Zitta!!” disse Andrea e in un attimo le infilò il cazzo in bocca così lei si trovò nuovamente impossibilitata ad esprimere qualsivoglia sua richiesta a riguardo del come poteva procedere Mambo in quella storia.
Io quindi, conscio del mio ruolo di Mambo feci quello che qualsiasi Mambo normale avrebbe fatto in quella situazione: puntai il cazzone su quel buchetto, si quello del culo, esattamente, conscio delle loro fasulle diatribe sul “ma sono vergineeeee” e spinsi con foga come se non ci fosse un domani.
Dubito lei gradì, per lo meno l’ingresso, che fu si brutale a secco, ma fu, per me, anche molto soddisfacente. Lui, che aveva il cazzo nella sua bocca e la stava già sborrando di piccoli rivoli trasparenti dimostrando la sua inutilità alla situazione nonché al di lei godimento in generale, si vide quello che credeva un ano vergine aprirsi di scatto al mio cazzo senza possibilità di resistenza alcuna, da zero a 22 cm in due secondi, e rimase a bocca aperta. Si tirò indietro mentre lei sputacchiava il suo sperma e rimase attonito e guardare l’espressione di lei bloccata in una smorfia di dolore misto estasi verso l’alto come a voler urlare un urlo che non esce. Un bel sospirone fece invece, quando arretrai di qualche centimetro, ma non le diedi nessuna possibilità di tregua: ricalcai subito in avanti, e poi indietro, e in avanti, e ancora e ancora.
Le divaricai bene le chiappe, la conoscevo bene e sapevo che le piaceva cosi. Mentre le pompavo nell’ano lui si era ripulito il pisellino e la guardava, le si avvicinò e le accarezzò le guance sborrate, i capelli, le tenne la testa. Lei godeva, e godeva, e non voleva più parlare: voleva solo continuare a prenderlo in un’estasi di culo che solo poche conoscono e alla quale tutte ambiscono.
Quando fui sul punto di sborrarle dentro rallentai il ritmo stringendole le chiappe con le mani fino a che non diventarono rossissime, e quando sentì il cazzo eruttare spinsi tutto avanti, come facevo spesso, incastrandola in una posizione di blocco sfruttando il mio peso e sborrando l’anima.
Quando estrassi il cazzo mi pulii sui suoi collant e sulla sua fichetta, infilando il cazzo barzotto nel suo buco più largo e bagnato come a dirle “Mambo è stato anche qui, e ti sto spennellando la sua sborra dentro alla fica, e so che la cosa ti piace sei tutta bagnata”.
Lei li si riprese piano e cominciò a lamentarsi con Andrea.
“Bastardo, solo perché ti ho detto che potevi giocare non voleva dire che mi poteva venire dentro, cazzo Andrea sei proprio uno stronzo”, ma era ancora legata al tavolino e impossibilitata al guardarmi.
Lui rise, la lasciò li e mi accompagnò fuori mentre mi tiravo su mutande e pantaloni.
“Stai tranquillo, lei non sa che eri tu e me la vedo io. Questa cosa del “”Mambo”” è una nostra perversione, le spiegherò che era ciò che mi hanno chiesto i suoi occhi e si tranquillizzerà”.
“Va bene. Tranquillo, spero di non aver esagerato con il suo culo… so che era vergine, la ho proprio sentita stretta” dissi mentendo.
“Eh.. ho visto bene… stretta… la hai divaricata in due. BRAVO. Io non ci riuscirei!”
“Lo so” risposi “Lo so. Ritienimi disponibile per il futuro, se ti serve ancora insomma, sono curioso di farti vedere alcune cose che hai visto solo nei film” dissi calcando un po' sull’arroganza, certo che mi avrebbe chiamato ancora.
“Certo, la storia di Mambo serve anche a quello: o con Giorgio o con Mambo le dirò. E vedrai che so che sceglierà te.”
“Caspita, ottima tecnica per convincerla” dissi senza ironizzare anche se avrei potuto “Compimenti, ti auguro una buona serata”. E mi diressi verso casa, già pregustando quello che avrei fatto.
Mi misi sul divano, mi abbassai i pantaloni, cominciai a toccarmi e mi fotografai il cazzo in tiro. Inviai la foto a Tina. Già me la vedevo li ancora a pensare al fantomatico Mambo che le ha riempito di crema i suoi buchi, magari dopo una litigata con Andrea per quanto successo: fui felice di esser stato totalmente in incognito per lei.
“Il mio bastone brama il tuo culo! Devo bastonarti un po da dietro, sento che ne hai bisogno!”
Subito rispose.
“ARRIVO”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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