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Prime Esperienze

ORSO NELLA NEVE


di BISCOTTONE_RIPIENO
06.12.2023    |    9.191    |    6 8.5
"“Grazie” dissi guardando lui e, in questa posizione da quasi in piedi misi un po di peso su ciò che lei stava puntellando..."
Prendo spunto da una mia esperienza per raccontare quanto è successo in Valsugana, e quanto a volte sogno ancora svegliandomi poi in un lago di sudore e con tantissima voglia di sborrare.

Stavo passeggiando in montagna in un pomeriggio glaciale di novembre, era già scesa la prima neve qualche giorno prima ma il forte sole degli ultimi giorni aveva sciolto quasi tutto l’accumulo lasciando tracce di qua e di la. Dopo una bella passeggiata decisi di tornare a casa e mi diressi alla macchina, pregustando il tepore che il motore acceso mi avrebbe donato e la doccia bollente che mi sarei fatto appena arrivato a casa. La trovai subito seppur girando nel bosco mi piace “”perdermi” con quella sensazione allo stomaco che dice che la macchina non la troverai più, cosa che ovviamente mai succede.
Feci i primi metri di strada asfaltata ma strettissima che scendeva ripida a valle, ma dovetti subito fermarmi dietro una curva. Qualcuno, spostando neve dal suo prato, la aveva buttata direttamente sulla strada nei pressi di una curva e quindi ora il tratto era diventato una lastra di ghiaccio veramente lunga e levigata dallo sciogliersi della mattina: se ci fossi capitato sopra in macchina sarei andato sicuramente lungo e diretto giu nel bosco, una fortuna fermarsi prima!!
Scesi dalla macchina e mi guardai attorno: e ora? Dietro solo montagna brulla e gelida con i prati oramai in ombra, il sole stava velocemente scendendo e qui alle 16 già sarebbe cominciato il buio. “Accidenti sono le 15:30” mi dissi “tra un po qui sarà sottozero”. A sinistra, proprio oltre il prato dal quale era stata gettata la neve, una baita. Dal comignolo usciva un rassicurante fumo, quindi era abitata, probabilmente da chi aveva erroneamente scambiato la strada per un prato dove gettare la neve.
Mi avvicinai alla baita camminando sul ghiaccio scrocchiante e bussai: mi sarebbe bastata una pala per risolvere almeno un pò la situazione e tronare a casa.
Mi aprì una donna che per un momento mi lasciò esterrefatto: vestaglia rossa fino alla coscia, calza nera lucida visibile dal ginocchio in giù, tacco 12 (in montagna?!) capello biondo tutto spettinato. “Mi dica” mi disse in tono gelido e di chi vuole tagliar corto come se fosse stata intenta in qualcosa di importante al mio suonare: la avevo sicuramente disturbata.
“Buongiorno Signora, devo chiederLe una pala perché qualcuno ha riempito di neve la strada e non posso passare con la macchina, ne ha una da prestarmi? Mi scuso per i disturbo ma non potevo fare altrimenti..”
Appena lei capì il motivo si irrigidì ancora di più, ma subito esplose in un colpevole sorriso: “Ha ragione, sono stata io: ho sicuramente fatto una stupidaggine a buttare verso la strada tutta la neve, e ora lei è bloccato per colpa mia!” disse girandosi di scatto facendo svolazzare la vestaglia quanto basta per farmi scorgere una coscia.
“Vero signora, ma non si preoccupi, non ho mai fatto del male a nessuna signora colpevole fin’ora, mi basterà la sua pala e sarò libero di procedere, posso usarla?”
“Ma certamente” disse con voce più rilassata “La prenda pure, faccia ciò che deve, non vengo ad aiutarla perché oramai mi sono già tolta la tuta da neve come può notare, quando avrà finito mi permetterà di offrirLe qualcosa di caldo per farmi perdonare vero?”
“Ma certo!” risposi velocemente pensando più al lavoro che mi attendeva e alla doccia che mi aspettava a casa che al suo invito. Anche se “Quelle gambe erano sicuramente un bello spettacolo da ammirare..”, pensai tra me e me
Ci misi ben mezzora a creare le giuste tracce nel ghiaccio per passare con la macchina e poi, ansimando e tutto sudato, mi diressi nuovamente alla baita per riconsegnare la pala e andarmene senza accettare l’invito: due gambe interessanti non fanno certo dimenticare una bella doccia!
Quando però bussai la porta si apri praticamente da sola e quindi entrai nell’ingresso del cottage lasciando fuori la pala con un timido “Signora sono io, Le ho riportato la pala..”. Per qualche secondo non rispose nessuno.
“Non faccia l’orso suvvia, entri e venga a bere il brulè che le ho appena preparato: però prima si tolga quegli scarponi, non sopporto la neve sul legno e i tappeti della baita, mi faccia questo favore!”.
Capendo di non potermi liberare in breve tempo ringraziai, riluttante mi tolsi per educazione gli scarponi e mi diressi verso la stanza da dove era arrivata la voce ammirando gli interni eleganti della baita.
Era proprio bella, grande, con tre stanze al piano terra ed una scala che sicuramente conduceva alle camere del piano di sopra. “Mi complimento per la baita” dissi entrando in cucina “Veramente bella e spaziosa, adoro il legno sul paviment..” e mi bloccai.
In cucina era presente un signore, probabilmente il marito, seduto su una poltrona di pelle marrone, in tuta e ciabatte e petto nudo che mostrava sui peli ingrigiti l’avanzare dell’età, ma non fu quello a bloccarmi. La signora che avevo incontrato prima era in ginocchio in mezzo alla stanza, con le mani a terra a quattro zampe e con sulla sua schiena appoggiato un vassoio con sopra una tazza di brulè fumante.
La visione mi bloccò e la cosa sicuramente fu notata dal signore che, in modo molto cortese, mi indicò la tazza sul vassoio “La prenda pure, è sua, se la è sicuramente sudata, stia solo attento la prego a non scottarsi la lingua: è caldissima!”
In quel momento stavo proprio guardando da dietro il “”tavolino vivente”” ma non ero certo concentrato sul brulè: in quella posizione, dandomi le spalle, riuscivo a notare le natiche di lei scoperte dalla vestaglietta troppo corta e coperte dai collant neri. Era chiaramente senza mutandine, riuscivo a vederle la fica tutta schiacciata nel nylon, sicuramente completamente depilata.
“Suvvia non si blocchi, c’è qualcosa che non la aggrada?” disse lei con voce civettuola, abbassando la testa e contemporaneamente alzando le natiche inarcando la schiena leggermente quanto bastava per aumentare la mia visione del suo sesso.
“Non vorrà mica lasciare qui la tazza tutto il giorno! E’ calda!”
Mi avvicinai e, dopo aver dato uno sguardo al signore che ammiccò allungando il braccio come per invitarmi a prenderla, mi abbassai leggermente e la presi.
“Ahhhhhh…” sospirò subito lei, “Era caldissima sulla schiena!” “Non che mi dispiacciano le cose calde sulla schiena eh sia chiaro, ma rimanere immobile non è proprio comodissimo. Anzi amore, ora che mi ha visto posso alzarmi?”
“Stai zitta troia, non ti ho detto di parlare, e no, stai li ferma che voglio farti vedere bene!” disse subito lui in un modo talmente autoritario che un po mi fece irrigidire. Era un ordine, non una richiesta, e neanche detto gentilmente, anzi, con una punta di cattiveria affilata. Lei infatti non si mosse di un millimetro rimanendo a quattro zampe immobile rimettendo subito la schiena ad arco come la avevo trovata entrando.
“Non voglio disturbare…” dissi con malcelato nervosismo appoggiando la tazza sul vero tavolo “non vorrei essere capitato qui nel momento sbagliato..”
“Ma no, anzi, Lei è arrivato nel momento giusto. Stavo spiegando a Mara che non si getta la neve sulla strada in montagna e che chi lo fa deve ricevere un’esemplare punizione: come vede la stronza impara in fretta e spero che la cosa Le faccia piacere: non credo capiti spesso di vedere un culo cosi bello vero??”
La sua confidenza, la sua domanda quasi sciocca e soprattutto il sorriso sornione di lei comparso sul viso e che traspariva dai suoi capelli arruffati e cadenti verso il basso mi tranquillizzarono subito, benchè la parola “”punizione”” non sia proprio tra i miei termini preferiti.
“Esemplare punizione?” dissi subito “Spero niente di violento, sa, ha ragione sicuramente sulla questione della neve e sul lato B della sua signora, ma non vorrei esser causa di qualche malinteso o di qualche problema, ora la strada è pulita e transitabile e quindi il malanno non è stato poi cosi grave”
“Guardi” disse lui “Non voglio spaventare nessuno, ne ho mai inteso nulla di violento come punizione, ma questa puttanella deve capire che certe cose non si fanno!” e nel mentre si alzò e si avvicinò alla signora chinandosi e dando una bella sculacciata a quelle natiche coperte dal nylon che fecero un bellissimo rumore di “”pieno””.
“Vede? Le piace!”
In effetti lei allo schiaffo aveva risposto più con un mugolio di estasi che con un verso di dolore, e di fatto si mise subito tra le gambe una mano armeggiando sotto sfregandola contro la vulva con un movimento lento ma deciso, circolare. Allargò le punte dei piedi e le ginocchia, facendomi chiaramente vedere che si stava masturbando. Infilò una mano nei collant e la ritrasse subito porgendola al signore che, dopo averla annusata esclamò con tono paternale “Ma sei proprio troia!! Sei già bagnata, quanto sei cagna amore mio, ti basta mostrare la figa a uno sconosciuto a caso per bagnarti, chissà cosa farai quando questo “orso” ti infilerà dentro le dita!!”
“Godrò tantissimo, vero Orso?” mi disse guardandomi fisso negli occhi con la testa reclinata all’indietro “Mi fai godere vero? Dai che voglio godere, fammi godere, vieni qui e toccami dai!!”
“Ma stai zitta puttana” la redarguì subito lui “Sono io che gli dico cosa farti, e tranquilla che non durerà poco questa volta”. “Sai” mi disse indicandola “Questa puttana non vede l’ora che la monti, ma voglio che duri di più della volta scorsa con quel ragazzo incontrato in paese, lei si è tolta i collant e lui si è sborrato nei pantaloni…. Che delusione quella volta!!”
“Veramente!!” disse lei “Sembrava un buon manico, dalle foto del sito aveva anche un bel cazzone, ma poi è durato neanche il tempo di guardarmi e sia io che mio marito siamo poi rimasti a bocca asciutta!”
In tutto questo lui si era rimesso sulla poltrona allargando le gambe ed estraendo dai pantaloni un cazzo degno di nota, scuro di colore e nodoso di vene, già bello duro ed in erezione con la cappella rossa rossa che pareva esplodere. “La prego, mi faccia questo favore, ieri è stata una delusione e vorrei recuperare la cosa, può aiutarmi con la troia?” disse cominciando a masturbarsi indicandola, mentre lei capendo l’antifona si era girata ed avvicinata a lui gattonando. Rimanendo a terra in ginocchio si allungò verso il cazzone di lui e lo aiutò a segarsi avvicinando anche la bocca senza però succhiarlo.
“Vero amore, una delusione, volevamo che mi sfondasse la figa e il culo e invece.. Ma questo Orso mi sembra più serio e preparato” e intanto lo segava, mentre lui chiudendo leggermente gli occhi si abbandonava al godimento causato dalla mano di lei.
A quel punto, mentre lei cominciava a far girare la lingua sulla sua cappella inarcando sempre la schiena verso di me mi resi conto di aver un’erezione spropositata nelle mutande, cosa della quale non mi ero ancora accorto a causa della situazione cosi veloce e inaspettatamente eccitante.
A quel punto non riuscii più a trattenermi, in un lampo allargai la cintura e aprii patta e pantaloni liberano la bestia che, come da copione, fece “oplà!” come nuovo invitato alla festa desideroso di conoscere tutte le fiche possibili. Lei, che stava succhiando, sentì il movimento e il rumore e si interruppe per girarsi a guardare sorridendo sorniona.
”Ma che bel cazzo! Hai visto amore? Lo ha più grosso del tuo qualcosa mi dice che oggi mi divertirò moltissimo!
“Ci divertiremo moltissimo!” la interruppi avvicinandomi “apri bene queste gambe troia” le dissi e misi una mano tra le sue cosce neanche in maniera troppo dolce, allargando con le dita il più possibile quella fichetta ancora schiacciata nei collant. Lui intanto si stava godendo lo spettacolo di questa nerchia pulsante dietro al culo di sua moglie mentre con il cazzo in tiro si stava facendo spompinare.
“Dai non essere timido, infilale il cazzo tutto dentro che voglio sentire che la spingi sul mio cosi finalmente le posso sborrare in gola!” mi disse lui ansimando, al che io, prendendo coraggio mentre lei pompava dopo averle fatto sentire la mia durezza con solo uno strato di nylon tra il mio cazzo e la sua fica bagnata, le strappai con un colpo il collant a livello dell’ano e lo abbassai appoggiando il membro sul suo sesso fradicio.
Era proprio bagnata, feci su e giù due o tre volte e già avevo il cazzo che grondava dei suoi liquidi.
“Non serve neanche lubrificare” dissi io “scommetto che ti entro dentro come un coltello nel burro!” e nel dirlo presi per la base il cazzo e lo puntellai sul suo buchetto bagnato con l’intenzione di spingere tenendomi alle spalle di lei per infilazarla. Ma Lei, che aveva capito la questione, fu più svelta e si impalò da sola con un movimento secco e deciso facendomi provare il suo calore della fica da 0 a 100 gradi in una frazione di secondo.
“Wow ma sei caldissima” dissi stupito, e lei ammiccando e sempre con quel sorrisino ritornò avanti cercando di togliersi. Ma ovviamente, conoscendo la situazione, fui molto lesto a portarmi avanti con le ginocchia per puntellarla senza darle la possibilità di farmi uscire e anzi, spingendole la testa con le mani verso il cazzo del marito che stava li, tutto madido di saliva, sorretto dalle di lei mani con lui che osservava compiaciuto quanto era troia la moglie.
Quindi lei ricominciò a pomparlo mentre io cominciai a muovere il bacino spingendola sempre di più verso quel cazzone e nello stesso tempo divaricandole la fica e le gambe. I collant erano sempre più strappati e la posizione era molto eccitante, quindi nel mentre nel quale ero tutto dentro con lei con la bocca piena fino in gola dissi “Senti, mi hai appena detto che vuoi essere sbattuta bene ma io sono carico come un toro e la situazione è molto eccitante, devo sborrarti dentro e devo farlo subito”.
Lui sentendomi di bloccò e mi guardò fisso negli occhi.
“Ti capisco, è proprio figa vero? E poi è caldissima la troia. Sborrala dai, nella figa, falle colare dentro il tuo sperma intanto io le riempio la gola.
In tutto questo discorrere lei era ovviamente farcita a dovere e impossibilitata muoversi, ma fece subito una cosa che non credevo possibile: in un lampo si ritrasse alzandosi quasi in piedi e togliendosi il mio cazzo dalla fica, poi tornò in ginocchio e si puntellò il mio cazzo fradicio di umori e cremina di donna sul buchetto del culo cominciando, senza preavviso, un tentativo di auto impalamento degno di nota.
“Grazie” dissi guardando lui e, in questa posizione da quasi in piedi misi un po di peso su ciò che lei stava puntellando.
Il suo culo non si aprì di scatto come aveva fatto la sua fica, ma i suoi umori aiutarono la lubrificazione e fu quindi uno scivolamento a scatti molto eccitante: ogni scatto era un suo sussulto con gemito, ogni sussulto con gemito, fatto a bocca piena perché stava succhiando il marito, era un gemito di lui.
Quando arrivai al fondo del cazzo cominciai prepotentemente a spingere in avanti estraendo due o tre centimetri e ributtandolo dentro con potenza verso di lui, come se volessi fare a lui una sega utilizzando la bocca di lei comandandola attraverso il culo. Questo lo fece sicuramente godere perché cominciò a sudare e di colpo, senza preavviso, lei si trovò a gorgogliare sborra giallastra in una quantità mostruosa.
“Potevi avvertirmi almeno” disse sputacchiandone un po in giro e cercando di ingoiare quello che sembrava un carico molto consistente e ingestibile in quella posizione.
“Ma stai zitta puttana, succhia invece che parlare e fatti aprire il culo per bene” le dissi io di rimando dandole una sculacciata mentre lui si faceva pulire tutto il cazzo con gli occhi chiusi e rilassato e lei subito si rimise a spingere indietro con il suo ano come per contrastarmi.
A quel punto mi lasciai andare, mi ritrassi di qualche centimetro per darle spazio e le dissi di impalarsi da sola, cosa che cominciò a fare sempre più velocemente stringendo il buchino già stretto di per sè per farmi venire. Mi stava praticamente facendo una sega con il culo! Non ci mise molto, la vista di quelle chiappe aperte con il nylon scuro strappato, la sua fica ancora bagnata e bella slabrata e la sua espressione da troia con ancora un po di sperma del marito sulla guancia mi fecero capitolare in men che non si dica.
“Adesso ti sborro dentro puttana… “ dissi in un gemito, e cominciai ad eiacularle nell’ano tutto il mio carico d’amore denso e caldo.
“Uhhh sento che pulsa e schizza!!!” disse trattenendo un sospirone “Sento che mi stai schizzando qualcosa di bollente nel culo, che porco!!”
“Si, era molto che non mi segavo e sicuramente ti ho riempita fino allo stomaco di sborra!!” le dissi in un orecchio mentre piano piano estraevo il cazzo da quel culo fantastico con lui che in prima fila si stava godendo la scena.
“Ora però me lo devi pulire puttana, guarda, è pieno di sborra e merda!” le dissi ridendo indicando il mio cazzo che già stava calando di dimensione e che dimostrava chiaramente il dove era stato infilato e a fare cosa.
“NONONO FERMI LI!” esclamò però lui, “Lo puliremo insieme il tuo cazzone, il sapore della sborra di maschio mi ha sempre eccitato molto, spero non sia un problema per te!!”
“Nessun problema!” dissi in maniera tranquilla sdraiandomi per terra sul tappeto di pelliccia d’orso “mi piace che siate cosi disponibili, devo passare qualche altra volta sapete?”
“Vieni vieni tu, in tutti i sensi!” disse lei civettuola, cominciando a pulire la sborra e la merda dalla mia cappella con la lingua. Lui si avvicinò famelico, le rubò subito il cazzo e cominciò avido a succhiare.
“Hei piano! Mica devi farmi sborrare di nuovo!” dissi un pò con preoccupazione, mi sembrava proprio che gli piacesse tanto succhiare il cazzo, magari troppo!
Lui neanche rispose, si rimise a succhiare con prepotenza ciucciando proprio come se volesse richiamare nuovo sperma dai coglioni verso la cappella.
“Guarda che non si fa così scemo..” lo redarguì lei, che in quell’istante più che schiava sembrava padrona, “Leccalo piano e vediamo se risale, è bello vederti succhiare il cazzo amore, e so che ti piace il sapore degli altri uomini e a me piace molto vedertelo fare” e nel mentre cominciò a infilarsi le dita nell’ano dove ero appena venuto, togliendo pezzettini di merda e sborra e spalmandoli sulla mia asta dove poi lui andava a pulirli vistosamente eccitato.
“Guarda! Ora prendo un pò di merda e sborra dal mio culo, la mischio alla tua sborra di prima che avevo in faccia e la spalmo sul cazzo, ora LECCA TUTTO SFIGATO, LECCA IL CAZZO DI QUETO ORSO CHE MI HA APPENA APERTO IL CULO, SUCCHIA LA SUA SBORRA DAI!” e nel mentre gli prese il cazzo floscio e cominciò a tirarlo e strattonarlo causando in lui gemiti che erano un misto tra dolore e piacere.
Con una scena così, capirete, il cazzo mi tornò di marmo, lui non riusciva più a parlare con la bocca piena e lei si infilava dita nel culo con una mano tirando il cazzo floscio di lui con l’altra.
“E’ per questo che voglio altri cazzi, lui ci riesce solo una volta a sborrarmi, quindi ho bisogno di tanto altro perché sono troia!” mi disse ridendo e schiacciando di colpo la di lui testa sul mio cazzo fino in fondo. Lui arrancò rischiando di tossire ma si riprese quasi subito giusto in tempo per ricevere il mio nuovo schizzo direttamente in gola, schizzo che cominciò a colare dalle labbra ancora aperte sulla mia asta. Solo a quel punto lei lo lasciò libero di ritrarsi e respirare, quindi lui si alzò ed andò in bagno per pulirsi.
“Bravo porco, ora hai avuto anche tu quello che ti meriti” dissi a lui, guardando però negli occhi la lei:
“Sono convinto che ci rivedremo presto, ne sono proprio sicuro!”

CONTINUA..
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