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Prime Esperienze

MARIKA E MARCO, SBORRATA IN ALTA QUOTA


di BISCOTTONE_RIPIENO
23.04.2024    |    9.127    |    4 9.1
"Dopo esserci rilassati un attimo, che è una parola grossa perché il mio cazzo in quel momento, dopo quella leccata rubata, era tutto fuori che rilassato, ..."
Adoro fare giri in montagna, quindi quando Marco mi ha chiesto se lo accompagnavo sul passo della Portela, sopra Roncegno, ho subito accettato con vivo interesse. Marco lo conosco da qualche mese, è un ragazzo single che ho incontrato per caso un giorno in un bar e è subito scattato un ottimo feeling sia dialettico che di intesa reciproca. Perché no? Ho pensato, una bella passeggiata, ci fumeremo qualche canna guardando le cime da vicino e la valle da lontano, sarà divertente!
Complice le belle giornate primaverili ci accordiamo e vado a prenderlo a casa sua dove con stupore, dopo aver suonato il campanello speranzoso di partire immediatamente, mi apre una ragazza giovanissima.
“Ciao piacere sono Marika, Marco mi ha invitata e sono appena arrivata a casa sua, lui si sta cambiando, si è appena svegliato”.
Scarponi rosa, leggins neri attillatissimi, top strettino e una folta chioma nera di bellissimi capelli lisci raccolti da una fascia color degli scarponi, insomma, un bel vedere!
Quindi entro in casa: lei scusandosi quasi mi dice che ha programmato di venire all’ultimo e quindi spera di non aver rovinato i “nostri piani da maschioni single che vanno a sudare assieme in montagna”, e lo dice ridendo come alludendo a chissà cosa. Capirò ovviamente poi di cosa stava parlando, ma non mettiamo il carro davanti alle vacch.. ai buoi.
Finalmente Marco arriva e dopo averci presentati a vicenda (con nuovamente scambio dei 3 baci neanche non lo avessimo fatto 3 minuti prima) partiamo in macchina.
Io guido perché mi piace molto farlo, a fianco ho Marco e dietro Marika che si accomoda sui sedili in maniera molto confidente, complice che sono le 7 di mattina (in montagna si va presto!!) quasi ci si sdraia, e io penso che la sera prima con una cara amica su quel sedile la ho fatta venire più di una volta.. ma cerco di non distrarmi guardando lo specchietto posteriore e il come lei si è accoccolata dove io piu volte ho sborrato con una naturalezza che insomma.. capirete, me la sono ridacchiata tra me e me mentre guidavo sulla stretta strada che porta al rifugio Serot.
Arrivati ad una strada bianca parcheggio e cominciamo la salita, prima piu tranquilla in mezzo al bosco e poi più dura sui pascoli già battuti dal sole. E qui si comincia a sudare: il sentiero non è difficile, nulla di super impegnativo, ma è esposto al sole e si comincia a sentire il dislivello. Per gentilezza proseguiamo in fila indiana con lei davanti a fare il passo e io e Marco dietro che, comprensibilmente, ci godiamo lo spettacolo dei suoi leggins che sono talmente attillati che paiono collant, lasciando trasparire il rosa chiaro delle sue belle chiappe giovani e sode.
“Chissà se ha il tanga”, penso tra me e me.. mentre quelle chiappe mi ballonzolano a due centimetri dal naso nei punti piu ripidi.
Marco è stranamente silenzioso oggi, sembra che sia un pò sulle spine e penso, da ignaro, che sia perché è “”geloso”” delle occhiate che do al posteriore di Marika: magari sono assieme e io non lo so ancora, magari è una sua grande amica e gli da fastidio che ci sia anche io, boh! Ad ogni modo si sale, si suda un bel po sotto al caldo sole della mattina e quando arriviamo ad una sorgente ci fermiamo per bere e rilassarci un secondo.
Marika si siede sull’erba, si toglie gli scarponi e mette i suoi piedini nella fredda acqua di montagna, facendo con la bocca dei suoni che sono brividi di godimento. Io guardo i piedini, bellissimi, e la immagino subito che mi sega il cazzo con quelle dolci estremità dopo averli immersi nell’acqua fresca e inequivocabilmente lei mi sgama:
“Ti sei incantato a guardarmi i piedi?” indica civettuola con un mezzo sorriso che potrebbe lasciare pochi dubbi sul senso della sua domanda.
“Oops! scusa Marika, hai ragione, ma sai non ci conosciamo e Marco sa benissimo che sono un fan dei piedi” dico ridendo e dissimulando la cosa (alle volte dire la verità è la miglior bugia).
Finalmente Marco sorride e anche lei fa una sonora risata, facendo a finta di usarli nell’acqua come io lo immaginavo pochi secondi prima sul mio cazzo e facendo quindi rumori di acqua e schizzi.
“Hei non schizzarmi che altrimenti poi ti devo rendere il favore” chioso ridacchiando, “anche se gli schizzi che farei io sarebbero bollenti visto questo caldo!”.
“Hei hei hei non esageriamo!” dice subito Marco mal celando la gelosia che fino li avevo solo intuito, “ Qui già siamo fuori tema e fuori sentiero, stiamo calmini che la salita è ancora lunga!”
“Hai ragione Marco” dice lei sorridendo e aggiungendo con mio stupore “Ma sarebbe comunque divertente: siete in due e non credo soffrirei il freddo” rimettendosi calzini e scarponi.
E qui devo aprire una parentesi perché mentre si infila gli scarponi, seduta su un sasso a gambe aperte, ho avuto la sensazione che stia in tutti i modi cercando di farmi intuire che sotto ai leggins non ha nulla. Cosa che sinceramente non ho solo intuito visto il come ha aperto le gambe e spinto in avanti la vulva facendomi notare, di sfuggita e di nascosto, il solco. Si è accorta che la guardo e quindi mi fa l’occhiolino di nascosto mentre Marco si sta rimettendo lo zaino e si dirige di buon passo verso la meta.
Continua cosi il “mio calvario”:
una salita impegnativa con queste chiappe sode davanti al naso che a volte mi sembra quasi di sentirne il profumo dolce di intimo ma acre misto sudore misto ano, salendo verso il passo della Portela sudando e poi riguardando, e sudando e riguardando, insomma: arriviamo in cima e mi rendo conto di avere un’erezione spaventosa malcelata dai pantaloni della tuta. Non sono l’unico che se ne accorge e ammetto che in un punto di passaggio difficile, mentre Marika si appiattisce alla roccia per farmi passar avanti, mi struscio con l’inguine e il cazzo senza troppi complimenti su quelle chiappe facendole sentire le mie chiare emozioni. Lei non si scosta, anzi giuro di aver sentito che spinge un po verso di me, ma la cosa dura talmente poco che non posso esserne sicuro, ma mi dice, ben attenta dal farsi sentire da Marco: “Direi che è molto dura la situazione qui!” sorridendomi per farmi capire che sa benissimo di cosa sta parlando, mentre Marco si volta distratto e ammira il panorama che si può vedere dalla nostra destinazione abbarbicata su dei roccioni.
“Si! Ammetto: è stata ed è dura” dico sorridendo con la faccia girata verso Marika e poi faccio una cosa che non mi sarei mai aspettato da me stesso: con un movimento di mano veloce, mentre Marco è girato, abbasso il pantalone e faccio prendere aria alla punta del cazzo proprio davanti a Marika che non crede ai suoi occhi non aspettandosi affatto la cosa. Lascio li la testa del mio cazzo che sporge verso l’alto, rossa e grossa, che fa capolino dai pantaloni, dando le spalle a Marco che non si accorge della cosa ma completamente di fronte a Marika che, essendo un po in dislivello si trova la scena proprio davanti alla faccia.
Non so cosa mi sia preso, presumo che la scenetta degli scarponi mi abbia inconsciamente fatto capire che lei ci sta alla grande e che le sue battutine non sono solo provocazioni, che è calda e vuole il cazzo, ma ammetto anche di averlo fatto sovra pensiero come se fossi in un sogno oltre che per provocarla e vedere dove sarebbe arrivata vista la sua risposta sempre lesta.
Immaginate la sua reazione: sta salendo gli ultimi passi di una faticosa salita, alza gli occhi e si imbatte in me con i pantaloni alzati si, ma con una testa rosa/rossa che si erige dalla cintura verso l’alto per almeno 4 centimetri. Non si scompone, anzi, si avvicina salendo e facendo finta di scostarmi mette la mano proprio li, avvolgendo la punta con le dita ghiacciate ma dalle calde intenzioni per poi portarsele subito sotto il naso per annusarle.
“C’è un ottimo profumo da queste parti Marco non trovi?” chiosa sorridendomi con gli occhi mentre con la mano destra, completamente all’oscuro di Marco che continua a guardare il panorama poco piu in la mi da uno strattone al cazzo abbassando ancora di piu i pantaloni per tenerlo stretto e fore in mano. Non riesce con la mano a coprirne tutta la circonferenza ma abbassa la pelle scappellandolo dal tutto provocandomi un brivido di godimento che mi fa retrocedere quasi cadendo fino a che non mi appoggio ad un masso con la schiena. Marco continua ad essere girato “Si è vero sono i rododendri penso” dice distratto mentre lei mi sta tenendo forte il cazzo e oh mioddio si avvicina piano con la bocca e prende tutta la cappella facendo AAAAMMM.
Da due ciucciate e una leccata profonda e poi si stacca rimettendolo nei pantaloni bagnato della sua saliva, mentre lo fa mi apre la bocca davanti estraendo la lingua nella classica posizione dell’ingoio.
“Che ti è successo? Sei tutto rosso in viso” mi dice Marco guardandomi, “Non le reggi queste salite di la verità!” mi apostrofa ridacchiando. “Guarda Marika invece, è venuta su come uno stambecco”!
“E’ vero” ribatto, “Come uno stambecco con davanti una bella carota!” e sento lei che sghignazza e fa a finta di tossire “Deve essermi entrato qualcosa in gola” dice sorridendomi e facendomi i segni di un focoso pompino mentre Marco sta ammirando nuovamente il panorama.
Dopo esserci rilassati un attimo, che è una parola grossa perché il mio cazzo in quel momento, dopo quella leccata rubata, era tutto fuori che rilassato, Marco stende una coperta in mezzo all’erba e invitandoci a fare lo stesso si sdraia togliendosi la maglietta per prendere il sole. Ha un bel fisico, forse è un po troppo basso ma i suoi muscoli sono molto piu belli dei miei, se parliamo di muscoli. Si alza i pantaloni della tuta fino alle ginocchia e si accomoda chiudendo gli occhi “Se mi addormento non lasciatemi qui eh!” dice indicandoci, “Non scappate che non ho voglia di farla a piedi fino a casa ok?”
“Tranquillo, io andrò qui dietro a vedere se trovo qualche ricordo della guerra!” gli dico pensando che piu avanti c’è effettivamente una galleria di appostamento.
“Vengo con te!” dice subito Marika, e Marco annuisce. Tra i due c’è sicuramente qualcosa, altrimenti perché giustificare il fatto che lei si separi da lui? Boh. Ad ogni modo so gia come finirà!
Neanche il tempo di girare la cima sull’altro versante che lei mi si para davanti e io non posso fare altro che girarla e cingerla da dietro puntando forte il cazzo sulle sue chiappe coperte dai leggins. Lei li abbassa subito cosi sento la sua pelle caldissima sul mio cazzo, è vero, non ha le mutandine!
“Lo sapevo che eri senza, ho sentito il profumo della tua fica appena sei salita in macchina”
“Brutto porco io appena sono salita in macchina ho cominciato a bagnarmi e credo di aver visto anche qualche macchia sospetta sui sedili, senti sono fradicia” e cosi dicendo prende la mia mano e la spinge sulla sua vulva chinandosi lievemente in avanti e facendola aprire alle mie dita che entrano come un coltello bollente nel burro. Io infilo tutte le due dita piu lunghe e poi le tiro fuori di scatto, bagnatissime e comincio a mettergliele in bocca mentre lei si contorce perché l’estrazione la ha fatta mugolare forte. A quel punto la spingo a novanta contro una roccia dove lei puntella le braccia, tiro fuori la mia alabarda e la penetro di brutto, senza convenevoli, subito, tanto da sentire il suo caldo “dentro” bagnato aprirsi come un fiore mentre le sue labbra, non ancora lubrificate a dovere, si tirano sulla pelle del mio cazzo causando una frizione di godimento stupenda. Tolgo il cazzo fradico e con segni della sua cremina bianca e lo rimetto con la stessa poca attenzione ai convenevoli, altro suo mugolio piu forte e la resistenza della mancanza di lubrificazione sulle labbra scompare.
Ora sono impuntato dentro di lei, tutto, fino alle palle, e sento il suo bollente calore pervadermi l’asta, la punta mi brucia e pizzica da quanto caldo è li dentro e allora continuo dentro e fuori, dentro e fuori, per tutta la lunghezza del cazzo estraendo ogni volta anche la punta per poi risbatterla dentro di nuovo in maniera non troppo delicata, anzi.
Lei in tutto questo continua a mugolare, sento che si sta godendo i momenti di apertura totale della sua vagina e sento che si bagna sempre di piu, al settimo colpo chiude di scatto le ginocchia e si autoimpala stringendo tutti i muscoli che posso sentire, sta venendo, e in quell’istante sborro dentro di lei spingendo come un ossesso e stringendole forte i fianchi.
Credo di aver sborrato l’anima, quindi tiro fuori il cazzo e, da gran signore quale sono, me lo pulisco tenendola ferma tra le sue chiappe, il suo interno coscia che gia sta sbrodando il mio sperma e l’interno dei suoi leggins sorridendo al fatto che per tutta la discesa si sentirà piena di sborra nella fica ed è li che, girandomi mentre mi rialzo i pantaloni noto Marco nascosto dietro un roccione: ha visto tutto.
Guardo Marika che intanto si sta leccando le dita dopo essersele infilate nella fica e si sta tirando su i leggins, riguardo il roccione e Marco è sparito.
“Bene!” penso, “Ora sono fottuto! Ma sai che c’è? Farò a finta di nulla, ecco cosa c’è, se Marco è geloso e vuole mandarmi a fanculo perché gli ho scopato di brutto la bella beh, cazzi suoi intanto lei è piena, ora!”.
Dopo esserci scambiati uno sguardo che dice tutto io e Marika torniamo da Marco, che sicuro ha visto tutto ma non vuole che si sappia. Anche Marika non sa nulla, non si è accorta di lui, e io mi bado bene dal sollevare la questione.
“Trovato qualcosa?” dice Marco con voce non proprio tranquilla.
“Beh un bel buco lo ho trovato” provoco subito io “Bello umido, ma tutto qui” mentre Marika sorride un pò nervosa e risponde “Mah, chissà cosa pensavi di trovare eh! E invece chissà cosa hai trovato? Un bel buco, pensa siamo saliti in montagna e tu ci hai trovato un buco haha” e scoppia in una sonora risata che lascia interdetti sia me che Marco.
A quel punto ci rimettiamo in cammino, scendendo per la strada dell’andata. Quando arriviamo alla macchina la scena del viaggio di andata si ripete con la differenza che questa volta i leggins neri sono palesemente molto macchiati proprio li: si vedono benissimo anche da fuori le croste di sborra rappresa che piano piano le si sono asciugate addosso.
Mi dirigo verso casa loro ma lei mi dice di portarla verso un’altra abitazione, dove fa fermare la macchina poi scendendo.
Ci saluta, saluta prima me dandomi altri tre baci e ringraziandomi per “Le cortesie della giornata” e poi saluta Marco ed è qui che capisco l’antifona, capisco i loro sguardi, la sua gelosia, il suo spiarci mentre la stavo scopando brutalmente sborrandola ovunque e il suo non dire niente nel vederci:
“Ciao Marika, saluta mamma e papà, settimana prossima ne fai 18 e ti prenderò un bellissimo regalo sorellina!”
“Ciao fratellone” risponde lei con la sua solita ironia “Spero che oltre che bello sia anche grosso, oggi mi sono proprio divertita ma si può sempre fare di piu!!”
E schioccandogli un bacio sulla guancia che solo le sorelline minorenni sanno dare ci saluta e se ne va, piena della mia sborra, verso i genitori inconsapevoli del suo esser troia.
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