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La nostra prima volta


di girma
17.09.2022    |    9.871    |    4 9.5
"Era lui! dentro di me un misto di sorpresa, piacere e di rabbia per aver interrotto l’unico momento bello di quella gita..."
Ne avevamo parlato a lungo, ma ero stata ferma nel dire che sarebbe dovuta rimanere una fantasia "da letto" e che mai e poi mai avrei accettato di fare sesso in tre.
In realtà mi sentivo troppo poco bella per attirare le attenzioni di un altro uomo che non fosse innamorato di me e non sarei riuscita ad affrontare un rifiuto.
Così quando Arrigo mi guardò con i suoi occhioni verdi dicendo che andava bene così e che mi amava lo stesso, be’... non fui poi così trionfante!!!
Mi sentivo fessa e contenta perché sì, si sarebbe fatto come dicevo io, ma l’idea di ospitare qualcuno nel nostro letto mi stuzzicava parecchio e l’essere in balìa di due uomini era un pensiero che mi aveva creato non poche eccitazioni.
Ma così fu, e continuammo la nostra normale vita sessuale che, comunque, era molto soddisfacente.
Sì, lo so, sono una gran rompiballe quando mi ci metto, ma non è che si possa fare sempre come dico io e quindi quel giorno mi feci trascinare al mare, a Capocotta, dove Arrigo adora mettersi nudo a prendere il sole. Io no, per carità!
Solo qualche volta, per farlo contento, acconsento a tirare giù il mio costume intero da educanda dell‘800 per abbronzare un po’ la mia latteria portatile.
Amore, io andrei a fare due passi sulla riva, sono stufo di stare qui… vieni anche tu??
No, che palle, lo sai che non mi piace… e poi sto leggendo.
Va bene - disse lui, con la sua tipica cantilena di quando non sa se uccidermi o coprirmi di bacini.
Si mise il costume, mi diede un bacio e mi lasciò con l’ultimo numero di "Comix" che, almeno, allietava tutto quel vento che mi faceva entrare la sabbia ovunque, il sole che mi bruciava sulla schiena, il frastuono delle onde. Uffa!!!
E mi lascia pure qui da sola!
Ma tra una vignetta e l’altra il malumore passò e me ne stetti una buona mezz’ora lì tranquilla tranquilla tanto che non mi accorsi subito della manovra del tizio.
Lo avevo notato fare avanti e indietro un paio di volte per poi piazzarsi su uno sdraio una decina di metri più in là, proprio di fronte a me.
Carino era carino.
Un bel fisico, capelli rasati, bella bocca, due spalle così! insomma il classico tipo che me neanche mi guarda; e infatti, aveva gli occhiali da sole, ma il viso girato da tutt’altra parte e io, a scanso di equivoci, appoggiai il giornale per bene sulla sdraio e mi misi un po’ più su di modo che, ogni tanto, perdendo di vista quelle anoressiche laggiù, potesse rifarsi gli occhi sul mio decoltè.
Mi immersi di nuovo fra i miei fumetti e mi accorsi solo dopo un bel po’ che il tizio si era avvicinato con tutta la sdraio e che ora era completamente nudo.
Non ci feci granché caso... insomma ero in una spiaggia per nudisti!!!
E così tornai a leggere.
Ma Arrigo che fine ha fatto?
Mi giro per dare un’occhiata e lo vedo sulla via del ritorno che mi saluta con la mano.
Risposi al saluto con un vistoso cenno del braccio sempre per farla in barba a quelle quattro sgallettate laggiù e mostrare un po’ di panorama al bonazzo che magari si distraeva un po’ verso di me.
Sono arrivato quasi fino a Torvaianica, mi so’ fatto proprio una bella passeggiata... e tu?
Io ho quasi finito di leggere Comix, sono quasi completamente piena di sabbia e non ne posso più... dai, andiamo a casa???
No, ti prego restiamo ancora un po’... dai, ti faccio un massaggino... Carognetta!!
Conosceva perfettamente i miei punti deboli! ...
E così mi arresi mentre lui cominciava a massaggiarmi i piedi.
Ero in completa estasi quando mi sussurra all’orecchio:
Ma hai visto come ti guarda quello???
Quello chi scusa? Quello lì di fronte a te sulla sdraio... se lo sta pure menando!!
Ma che dici, figurati se...
Oddio che palle che sei, possibile che non capisci mai niente?
Tu con quelle tettone lì faresti risuscitare un morto!
Guarda bene... Io guardai... e, in effetti, quello era proprio lì che si stava masturbando mentre Arrigo mi massaggiava.
Porca miseria e adesso che faccio!
Dai, Arrigo smettila per favore, mi vergogno, non ti preoccupare, stai tranquilla, ci sono qua io e così feci.
Chiusi gli occhi, mi rilassai… e siccome non sono di legno, quando le sue mani si insinuarono nella parti intime, cominciai a sentire un certo languorino e mi tranquillizzai ancora di più quando vidi il tizio che si alzava e andava verso il mare, sparendo dalla mia visuale. Visto?
Avevo ragione io! pensai.
Ora me la stavo proprio godendo.
Il fastidio per quel vento infernale, per la sabbia in ogni piega del mio corpo e per tutto il resto svanì sotto quelle mani che conoscevano ogni centimetro di me e sapevano come procurarmi piacere.
I brividi partivano dalla nuca e facevano il giro di tutta la testa; alcuni correvano lungo la spina dorsale fino a dividersi fra le spalle; altri ancora facevano il giro al contrario fermandosi sui fianchi e poi correndo giù per le gambe.
Vi va se ci spostiamo dietro le dune a ripararci dal vento?
L’eco di questa frase rimbombava ancora nel mio cervello quando di scatto aprii gli occhi, mi alzai un poco e mi girai per vedere chi fosse.
Era lui! dentro di me un misto di sorpresa, piacere e di rabbia per aver interrotto l’unico momento bello di quella gita... e confusa da tutti questi pensieri biascicai qualcosa come:
no grazie!. dopo, cioè, stiamo bene qui, mi chiamo Andrea e voi?
Ci presentammo ed iniziammo a chiacchierare.
Andrea era carino anche da vicino.
Mi colpirono i suoi denti bianchissimi, ma non solo quelli: la sua erezione era parecchio evidente!
Ma io facevo finta di non notarlo.
Poi tornò a rinnovarci la sua proposta e io... be’, non ci trovavo proprio nulla di male e così mi tirai su il costume e rimisi la maglietta. Il discorso non faceva una piega: c’è il vento, quindi, se andiamo dietro le dune, ci faranno da riparo contro il vento; mica stupido ‘sto qui!!!
E mica stupido no!
Che ingenua ero!!
Non facemmo in tempo ad appartarci dietro le dune che sia l’uno che l’altro mi saltarono letteralmente addosso!!
Non ebbi il tempo nemmeno di capire cosa stesse accadendo, tanto ero stordita da tutto quello che stava succedendo.
Come un ebete mi lascia sfilare prima la maglietta e poi il costume e così mi ritrovai nuda sotto le loro mani che mi percorrevano in lungo ed in largo; come due bambini bravi, uno per parte, si impossessarono dei miei seni ed io che stavo facendo davvero la figura della scema non trovai di meglio che prendere in mano il cazzo duro e dritto di Arrigo.
E questo, non contento, mi spinse l’altra verso quello altrettanto eccitato di Andrea.
Alternavo la mia lingua prima in una bocca poi nell’altra mentre le mie mani si muovevano sui due sessi turgidi sorprendendomi in quel momento di quanto mi sembrasse naturale quella situazione.
Aprii gli occhi solo per un attimo, ma tornai a spalancarli notando che nel frattempo qualcuno si era appostato per gustarsi la scena. La cosa mi piacque ancor di più: oramai ero partita ed era il caso di dare il meglio di me.
Andrea scese, continuando a baciarmi, fino ad arrivare con la bocca alla mia figa.
La sua lingua saettò a lungo sulla mia clitoride mentre Arrigo continuava a toccarmi, baciarmi e leccarmi ovunque.
Mi avvicinai al cazzo di Arrigo per prenderlo in bocca lo leccai per bene e poi lo feci entrare tutto nella mia bocca.
Formavamo questo splendido quadretto quando all’unisono ci fermammo disturbati dal capannello di spettatori che oramai era lì lì per fare il tifo.
A questo punto sarebbe stato molto difficile continuare e così interrompemmo i nostri giochi e ci rivestimmo.
Prendemmo le nostre cose e ci dirigemmo fuori dalla spiaggia e verso la nostra auto, noncuranti delle offerte di adesione al nostro trio.
Eravamo tutti e tre un po’ storditi e ancora eccitati per quello che era appena successo, ma io ed Arrigo di lì ad un’ora avevamo un appuntamento di lavoro e così accompagnammo Andrea alla sua macchina e ci demmo appuntamento per le 22 di quella sera stessa a casa nostra.
Dov’ero?
Chi ero?
E perché?
Arrigo guidava, sorridendo sornione e trionfante.
Io ero confusa, non capivo come fosse potuto succedere però guardai Arrigo e con decisione gli dissi:
"Amore, stasera o mai più!".
Non ricordo più in che modo arrivammo alla sera ricordo però una certa euforia.
Tornando all'appuntamento di lavoro passammo in enoteca e comprammo una bottiglia di Prosecco.
Ci facemmo belli.
Oddio, nel mio caso "belli" per modo di dire.
I miei chili in più non mi permettevano biancheria intima provocante, però giocai la mia carta vincente e indossai una camicetta abbottonando solo qualche bottone... ammetto, però, che non so proprio quanto fece effetto, infatti, qualche minuto dopo l’arrivo di Andrea la camicetta e tutto il resto era sparso sul pavimento e noi eravamo a rotolarci sul letto.
Fu una notte indimenticabile.
Ci trovammo tutti e tre in sintonia perfetta.
Ridemmo, giocammo, ci raccontammo ed io sempre in mezzo, fra le loro attenzioni ed i loro sessi che esplorarono ogni centimetro di me.
Mi dedicai ligiamente ad entrambi, anche se per tutto il tempo mi preoccupai di non trascurare Arrigo: era una situazione nuovissima per entrambi, anzi, lo era per tutti e tre, ma Andrea in quel momento era solo una specie di vibratore umano.
Finita la "festa" lui se ne sarebbe andato e noi saremmo rimasti a fronteggiare le sensazioni di quella serata.
Quando, infatti, una coppia si cimenta in questo genere di esperienze è come se camminasse su un filo: equivoci, malintesi, paure e sensi di colpa si intrecciano col rischio che prendano il sopravvento.
E così, quando alle 4 del mattino Andrea se ne andò io ed Arrigo ci abbracciammo.
Ci eravamo divertiti, eravamo stati davvero bene e finalmente avevamo provato questa esperienza che cercavamo da tempo, però adesso eravamo felici di essere rimasti soli: ci abbracciammo, ci coccolammo e ci addormentammo stretti stretti.
Da quella notte sono passati ormai 4 anni.
Abbiamo avuto molti incontri, molte esperienze; alcune sono state "buone", altre da dimenticare.
Andrea adesso vive con la sua donna che non ne vuol sapere di storie "strane"... e così ogni tanto, quando può, viene a trovarci a sua insaputa.
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