trio
Il controllore ce la fa pagare (parte 1)
di LadyeLordflamingo
21.11.2020 |
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"Scivolo con sempre più giù nel sedile e lei aspetta proprio questo, si inumidisce un dito e lo spinge dentro di me, ha un amore un po morboso per il mio..."
Siamo una coppia giovane, che si amo molto e amiamo il sesso, ma soprattutto tra noi non ci sono tabù.I nostri racconti hanno una percentuale di verità contornata da un po’ di fantasia erotica, sta a voi capire e distinguere le due parti.
Ci presentiamo, siamo due studenti universitari originari della Sicilia ma per studi viviamo a Roma.
La mia metà si chiama Serena, capelli rossi (cosa che amo), lunghi fin sotto le spalle e naturalmente mossi; ha due occhi grandi di un verde chiaro e due labbra calde e spesse.
Fa zumba da diversi anni e questo le conferisce un fisico che spinge ogni uomo a spogliarla con gli occhi: alta 1.69 m; e poi le cose che mi hanno fatto innamorare di lei (come molti altri in realtà) una quinta di seno, due tette belle morbide con dei capezzoli larghi che tendono spesso a puntare verso l’alto; ed infine il sedere, non piccolo ma perfetto e tondo, una pesca liscia (sia benedetto il suo amore per la danza).
Io invece mi chiamo Bruno, alto 1.80 m, con un capello nero corvino e grandi boccoli selvaggi, non il massimo visto la mia tendenza a lasciali lunghi (lei li adora cosi).
Anni di escursionismo e arrampicata mi hanno donato un fisico asciutto e molto impostato ma non muscoloso, mi annoia la palestra e lei dice che ho un sedere grande e durissimo( come contraddirla), inoltre la natura è stata abbastanza generosa anche li davanti, non tanto per la lunghezza anche se raggiungo i 20cm ma soprattutto per la circonferenza che è quasi di 17 cm.
Ma iniziamo finalmente con il nostro primo racconto:
Siamo su un treno, lo usiamo spesso per spostarci, siamo in uno scompartimento noi e due signore che scendono presto, lasciandoci per tutto il resto del viaggio da soli, o almeno così pensavamo.
Era estate e il caldo nella capitale è infernale e lo si combatte come si può, io ero in maglia e pantaloncini, nulla di che ovviamene, era Serena ad attirare tutte le attenzioni.
Lei ama il caldo siamo come temperatura sia perché può sfoggiare le centinaia di top e camicie che, anche per farmi contento, si compra.
Il treno avanza nelle campagne laziali e noto che lei è un po’ irrequieta, nello scompartimento si accendono le luci perché fuori è già iniziato il primo buio serale.
Lei si sposta e si mette nel sedile di fronte a me per guardare anche lei dal finestrino, solo che lei non guarda fuori, sta fissando me da diversi minuti e noto in lei quel suo classico sorrisino malizioso, credo lo faccia apposta ogni volta che vuole eccitarmi.
Si alza all’improvviso e mi da un bacio sul labro inferiore, va alla porta scorrevole ,la chiude a chiave e tira le tende.
Bruno: che? Mi vuoi pestare?
Serena: se non fai quello che dico, levati la maglietta!
B: ma sei impazzita?.... Ferma ma che fai?
Mentre parlavamo lei non smetteva di fissarmi e di sorridere, ma nel frattempo si era tolta la maglietta rimanendo in un reggiseno color carne che sembrava volesse esplodere a causa dei suoi seni.
S: da amore, non abbiamo mai fatto nulla di pazzo e poi il treno è praticamente vuoto
Non resisto più anche perché nel frattempo lei è rimasta in tanga, mi decido e in pochi secondi, preso da uno stato di eccitazione estremo, sfilo i miei pochi e leggeri indumenti in pochi secondi rimanendo nudo con un erezione che si fa sempre più imponente e che punta verso di lei.
Sembra una belva, quasi non la riconosco, mi spinge a sedere e si inginocchia davanti al mio corpo.
Si fa una coda sbrigativa e senza pensarci afferra il suo giocattolo preferito e avidamente lo ingoia.
Pura estasi, la guardo e lei ormai addestrata a farlo mi fissa, non stacca i suoi occhi da me, lo lecca per la sua lunghezza e poi di nuovo in bocca, sempre più in fondo, si stacca da lui solo per puntare alle mie palle, ormai cariche di piacere, le succhia e anche se con fatica ne prende una in bocca e succhia molto forte, è un po doloroso la sa che mi piace.
Scivolo con sempre più giù nel sedile e lei aspetta proprio questo, si inumidisce un dito e lo spinge dentro di me, ha un amore un po morboso per il mio buchetto, ma ammetto che adoro quando se ne prende cura e ora lo sta facendo in modo sublime.
Mi guarda e poi guarda la mia cappella gonfia e lucida della sua saliva, si tuffa su di lui inghiottendolo fino alla base e infila un altro dito in me continua a stimolarmi ma all’improvviso geliamo, la porta dello scompartimento (evidentemente chiusa male) si apre e rivela il controllore.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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