trio
Cena con... sorpresa
di papiporcello
10.06.2020 |
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"Un lavoretto con i fiocchi, lo leccava tutto, da sotto a sopra e poi quel suo sguardo quando fissava il mio mi eccitava da morire..."
Questo racconto è il seguito di IO, ELENA E... SUO PADRE
buona lettura.
Trascorsero solo alcuni giorni da quella calda mattinata in compagnia del mio amico e di sua figlia, affinchè io ebbi l'occasione di rivederlo.
Per me era stata un'esperienza ai limiti dell'immaginabile, scopare quella troietta in compagnia del padre era stato qualcosa di veramente unico ed estremamente eccitante, tanto che ero ansioso di riprovare subito, ancora per una volta, quella situazione intrigante.
Ricordo che quando andai via da quella casa lui mi ringraziò come se gli avessi fatto un favore enorme, lo ascoltavo si, ma nella mia testa avevo ancora l'immagine di sua figlia in quella pecorina perfetta sul letto e del sapore che aveva quel culetto quando mi sono inginocchiato per leccarlo tutto e poi arrivare sul suo viso riempendolo di sperma, sentendomi come un attore in quei film mi era proprio piaciuto.
L'unica cortesia che però mi chiese era quella ovvia di non fare parola di ciò con nessuno ma ti non temere per un altro possibile incontro a patto che tutto doveva sempre avvenire in sua presenza. Mi attenni a questa piccola regola per non rovinare la nostra amicizia e così dopo pochi giorni ebbi subito l'occasione di poter rivedere quella puttanella. Era il sabato successivo della stessa settimana, le nostre mogli si sentirono in mattinata per un saluto e tra le tante cose che si erano dette si erano anche organizzate per rivederci tutti a casa loro per una cena insieme. Quando mi comunicò della cosa ero al settimo cielo ma anche un pò perplesso perchè ovviamente con la sua presenza di certo non potevo ripetere l'esperienza avuta precedentemente. Nel pomeriggio attesi con ansia che si facesse l'orario per uscire, ricevetti anche una telefonata del mio amico che mi suggerì di arrivare prima dell'appuntamento previsto perchè dovevo aiutarlo in qualcosa, così arrivammo a casa sua nel tardo pomeriggio e ad aprirci la porta, per la mia gioia, ci stava la figlia.
Al primo impatto non sapevo cosa dire la salutai come se non la vedessi da tempo, lei poi come una brava attrice, stette al gioco facendo anche finta di non ricordarsi bene di noi. Il suo vestitino da casa non era per nulla erotico, mi salutò con un casto bacio sulla guancia e poi sparì di corsa nella cameretta per prepararsi. Da quello che avevo capito non sarebbe rimasta con noi per la cena ma usciva come fanno le ragazzine il sabato sera. Il mio amico insieme alla moglie ci fecero accomodare in salotto offrendoci un aperitivo precena. Le nostre signore iniziarono subito un discorso da donne mentre lui mi accompagnò al balcone per poter fumare una sigaretta. In quell'istante in cui rimanemmo da soli mi confidò che alla figlia ero piaciuto tantissimo, la scopata era stata fenomenale e che aveva gradito molto la dimensione del mio cazzo.
Mi sentii lusingato per le belle parole ed anche io avevo un mio pensiero su di lei, senza mezzi termini la definii come una brava scopatrice, aveva diciotto anni ma già con l'esperienza di una gran troia. Il mio amico rise tranquillo e poi prima di rientrare in salotto mi disse che non mi sarei dovuto preoccupare, anche quella sera avrei svuotato le mie palle. Quella notizia mi rese felice, non sapevo ancora come e quando ma ero già eccitato al pensiero di poter porgere il mio cazzo grosso a quella che alla porta fingeva spudoratamente di non ricordarsi di me. Rientrando in casa sentivo la voce delle nostre signore che sceglievano il gusto della pizza che volevamo mangiare, il mio amico si girò verso di me e facendomi un occhiolino mi disse che dovevamo scendere per andare in pizzeria a prenderle e nell'occasione accompagnare anche la figlia che si stava preparando per andare ad una festa di un diciottesimo.
Pronti per scendere attendevamo Elena che ci raggiungesse all'ingresso, il vestitino che aveva indossato era di una raffinatezza esagerata, forse mi sarei aspettato una minigonna da troia e un tacco da puttana ed invece era incantevole e sensuale al tempo stesso. Ad averla una figlia così ci avrei perso anche io la testa. Salutò in fretta i presenti e con noi si avviò all'ascensore per scendere al garage a prendere l'auto. Appena si chiusero le porte ed iniziammo a scendere, lei con un musetto da bimba si scusò per come aveva dovuto trattarmi al mio arrivo e per ripagare al suo sbaglio spalancò la bocca cacciando fuori la lingua che si unì alla mia in un bacio perverso. Il padre era lì a guardare e commentava a voce alta ciò che vedeva, prima di lasciare la cabina mi chiese di toccarla in mezzo le gambe, stesso lui dietro di lei le sollevò la gonnellina e scoprendola mi accorsi che era senza mutandina. Quella passera liscia che mi apparve agl'occhi era di una bellezza unica, mi bagnai un dito in bocca ed andai ad accarezzarla lungo tutta la sua fessura. Arrivati al loro garage mi spiegarono alcune cose, quella sera sua figlia non doveva andare ad una festa ma aveva appuntamento con lo zio che sarebbe passato a prenderla sotto casa, con lui doveva andare in albego per scopare, sarebbe stata la sua prima volta in quel luogo visto che raggiunta la sua maggiore età all'ingresso non le avrebbero fatto problemi. Il padre era suo complice, sapeva tutto, ma mi rassicurò che al suo rientro ci saremmo divertiti anche noi con lei. Ci avviammo con l'auto in pizzeria, ritornammo per cenare e quando si fece quasi mezzanotte uscimmo per andare a recuperarla al finto diciottesimo. L'appuntamento era nel parcheggio di un multisala, quando la vidi arrivare da galantuomo scesi per aprirle lo sportello, il mio amico mi suggerì di sedermi dietro, avrebbe impegnato una strada meno trafficata e nel ritorno potevo iniziare a giocare un pò con lei. Ci baciammo all'istante, la mia lingua si intrecciava con la sua, con la mano le accarezzavo le gambe, ero eccitato, poco dopo con una leggera spinta mi scostò e iniziò a sbottonarmi il pantalone, per rendere la cosa più veloce l'aiutai a denudarmi tirando giù anche lo slip. Il mio cazzo venne fuori duro, era veramente grosso, lei lo impugnò e partì leggermente a segarmi poi abbassandosi con la testa lo baciò, ci fece cadere un pò di saliva per bagnarlo ed infine lo prese dentro la sua bocca. Il mio amico a momenti sbandava, guardava cosa facevamo dallo specchietto retrovisore. Fissai il suo sguardo e a gran voce gli dissi che sua figlia era proprio una gran troia, succhiava e sbavava come una puttana.
Istintivamente raccolsi i suoi capelli nella mia mano, mi coprivano la visuale, volevo vederlo bene quel favoloso pompimo. Un lavoretto con i fiocchi, lo leccava tutto, da sotto a sopra e poi quel suo sguardo quando fissava il mio mi eccitava da morire. Arrivammo in garage senza accorgermi di nulla, ancora dovevo godere, lei mi chiese di non farlo perchè voleva essere scopata. Pensavo a quanto fosse insaziabile questa ragazzina di appena diciotto anni... il mio amico chiuse la serranda e ci fece uscire dall'auto, io reggendo il pantalone per non farlo cadere avevo ancora il cazzo fuori. La figlia scese anche lei, il padre l'aiutò a spogliarsi tirando giù la lampo che aveva dietro la schiena e fece cadere il suo vestitino a terra, ora era completamente nuda con solo quelle eccitanti scarpe con i tacchi alti e si posizionò con le mani sul cofano anteriore della macchina. Il suo culetto sporgeva alto ed invitante, come la volta scorsa andai dietro di lei per leccarlo, mi piaceva troppo. Anche suo padre tirò fuori il suo cazzo duro per la figlia, senza esitazione se lo fece succhiare. Quando capii che stava per arrivare il momento giusto per scoparla mi alzai per puntare la mia cappella all'ingresso della sua fica ma lei con la voce mi fermò dicendomi che dovevo incularla.
La penetrai entrando con facilità in quel buchetto che sembrava già pronto, solo dopo ci confessò che lo aveva scopato anche lo zio prima in albergo. Godeva ma non poteva urlare, il suo culetto era bellissimo, inarcava la schiena e spingeva verso di me per sentirlo ancora meglio. Il padre la riempiva di parole volgari, gli piaceva definirla zoccola e poi scopava forte la sua bocca, quel garage per lui aveva un sapore parricolare perchè proprio lì si era consumato il primo pompino che ricevette da lei. Poco dopo capii che stava per venire, le teneva ferma la testa con due mani e direttamente, senza sfilarlo da dentro, le scaricò tutto lo sperma che aveva in corpo. Lei beveva senza problemi, aveva proprio un'adorzione per lo sperma, quando mandò giù anche l'ultimo schizzo si complimentò con lui per l'abbondanza con cui l'aveva dissetata. Anche io ero al limite della resistenza, scopavo quel culetto senza sosta, avanti e indietro senza fermarmi, ero al limite e venni dentro di lei scaricandole anche io un fiume di crema dentro il suo buchetto. Ci ricomponemmo alla meglio per poter risalire in casa, le donne ci stavano aspettando. La figlia si dileguò in un istante invece io fingendo un mal di pancia cercai la cortesia al mio amico di poter utilizzare il bagno, in fondo dovevo darmi una ripulita per non destare sospetti con mia moglie della scopata appena avvenuta. Entrai dentro e quando stavo per chiudere la porta fui raggiunto da Elena che con il dito in segno di silenzio si intrufolò con me anche lei. Attese il tempo della mia rinfrescata intima senza dire una parola, io non sapevo nemmeno come mi sarei dovuto comportare in sua presenza. Quando finii di asciugarmi stavo per ricompormi che lei si avvicinò a me, mi rassicurò e si complimentò per quella scopatina anale che aveva subito poco prima e disse che per regalo dovevo dare uno sguardo a quelle che ancora dovevo assaggiare, ovvero le sue tette. Si denudò facendo cadere il vestito a terra, il suo seno mi apparve alla vista bello e prosperoso. Quelle due collinette mi avevano incantato, mi tuffai con la bocca sui suoi capezzoli per leccarli dolcemente, poi mi ricordai della promessa che avevo fatto al mio amico e quindi per un attimo esitai a continuare. Lei mi rassicurò dicendomi che il padre sapeva tutto, anzi era stato proprio lui ad invogliarla a raggiungermi al bagno, quindi non dovevo assolutamente preoccuparmi. Succhiavo, leccavo e baciavo la sua pelle, le sue mani invece afferrarono entrambe il mio cazzo per scappellarlo un pochino. Con una di esse mi fece anche un leggero massaggio alle palle che gradii con gusto, ma poi fece una cosa assurda, tenendolo stretto mi trascinò come un cagnolino verso il bordo della vasca dove lei si sedette mentre io ero in piedi, con la cappella giocava come la punta di un pennello sul suo seno poi capii che voleva la scopassi proprio lì in mezzo. Lasciò cadere abbondante saliva dalla sua bocca e stringenodolo attendeva il mio movimento su di lei.
Guardava fissa i miei occhi e con la lingua si leccava il labbro superiore, portai un dito della mia mano dentro la sua bocca per farlo succhiare simulando un pompino. Con la voce bassa le ricordavo quanto fosse una puttana e come mi piaceva da morire, lei mi rispose che se proprio era così avrei dovuto anche pagarla per la serata trascorsa insieme. Ero al limite e lo aveva intuito, la mia espressione cambiò sul mio viso, a quel punto mollò la presa del suo petto impugnò il mio cazzo duro e continuò a fare su e giù con la sua mano. Fece giusto in tempo a leccarmi un pò la sacca dei testicoli e poi puntò la cappella in prossimità della sua bocca aperta e segò forte fino a farmi esplodere sulla sua lingua.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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