trio
La torre
di Complice_elegante
18.11.2024 |
6.355 |
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"Michela venne dietro, ed era davvero un’altra donna, forse pienamente sé stessa..."
Michela e Claudio sono una coppia molto ben assortita; lui un uomo piacente, intelligente, professionista esemplare, distinto e fermo nel suo carattere (e ciò rese la scoperta di alcuni suoi aspetti ancora più inaspettata, dal suo punto di vista), affabile e molto presente per la sua amata Michela, donna estremamente sensuale, dolce e timida, dalle forme sensuali e coinvolgenti. Una coppia estremamente unita e (fatto che a me li rese ancora più simpatici) sorridente.Li incontrai online per caso, uno stanco pomeriggio di settembre, e tutto cominciò dalla loro risposta di piena condivisione ad un mio Last, che in realtà era un omaggio pubblico alla trasgressione, ed alla sua caratteristica di coinvolgere menti affini.
Cominciammo a scriverci saltuariamente, prima, poi in modo sempre più piacevolmente frequente. Erano nuovi in questo mondo e, con attenzione, ma anche con non poca malizia, si stavano guardando intorno, vogliosi di cominciare ad assaporare qualcuno dei frutti proibiti che offre l’albero della trasgressione. Parlavo quasi sempre con Michela, che riusciva a trasmettere certamente la propria timidezza ma, anche, tra una riga e l’altra, la voglia di evadere dalla routine quotidiana e, ciò, in primo luogo con i sensi. Le piaceva mostrarsi, quasi sempre alla presenza del marito, che scattava ed inviava le sue pose, via via più calde e disinibite, in una evoluzione che stava rendendo Michela sempre più (lo scoprirò solo in seguito) libera di essere se stessa. Adorava leggere i miei commenti, stimolarli e condividerne gli effetti su stessa con Claudio, che di giorno in giorno divenne più voglioso di un incontro conoscitivo.
Avevamo tutti la curiosità di capire quali sarebbero stati gli effetti di qualcosa di reale dopo tanto scrivere, soprattutto per loro che si approcciavano per la prima volta ad incontrare un’altra persona.
La loro esigenza di riservatezza e discrezione eguagliava la mia e ciò, oltre a quanto appariva dagli splendidi scatti della lady, visibili sul loro profilo, li rendeva sempre più interessanti ai miei occhi….i loro messaggi si distinguevano anche per una altissima dose di serietà e desiderio di complicità. Tutto ciò sospinse ad un incontro che, di lì a poco, avremmo organizzato.
Decidemmo di vederci in modo fuggevole, in una località salentina sul mare che, qui, chiamerò semplicemente la “Torre”.
Ad ottobre la Torre è estremamente solitaria ma anche bellissima, posta sul mare e da questo inebriata dei suoi odori; Un posto giudicato da tutti e tre ideale per avere una esperienza conoscitiva appartenente a questo meraviglioso mondo parallelo.
Arrivai sullo spiazzo adiacente il mare a buio fatto, puntuale ed eccitato, elemento che mi inebria di fantasie, soprattutto nelle immediatezze di un incontro.
Avevano già parcheggiato, una chiamata per segnalare che ero io ed eccoci fuori dalle auto, immersi nelle presentazioni di rito.
Rimasi ancora di più affascinato, Michela era bellissima, stretta in un completino nero a tubetto che lasciava intravedere solo le sue gambe sinuose e velate, poiché l’aria fresca l’aveva costretta a stringere le sue forme, mille volte ammirate e desiderate, in uno stretto giubbino di belle.
Mi avvicinai per salutarla….e lei con un sorriso rispose entusiasta a quella presentazione. Cominciammo a scherzare un pò su tutto il nostro percorso conoscitivo….ma il mio sguardo furtivamente assaggiava il suo corpo, i suoi occhi chiari e furbi…le labbra sempre sorridenti e carnose (né mancai dal farle scoprire quei furtivi sguardi, volevo vedere come reagiva). Lei lo notò….ed ecco il primo gesto che schiuse ancor di più la mia eccitazione: guardò Claudio come a cercarne l’intesa, l’assenso, poi ottenutolo mi guardo di nuovo, stavolta con un sorriso ancora più malizioso.
Claudio era eccitato da tutto ciò, era evidente. La sua prima volta lo stava soddisfacendo…continuava ad abbracciarla….tra una battuta e l’altra, evidenziandomi tutti i pregi della moglie, che ormai per me erano evidenti…e mi piacevano anche molto.
C’era odore di eccitazione, che raggiunse il culmine quando lei disse a entrambi…”sediamoci in macchina a parlare, che ne dite”? (quel momento fu…entusiasmante).
Assentimmo…Claudio con voce tremante…chissà…era una idea inaspettatamente venuta da lei, probabilmente, e la cosa lo lasciò a metà tra l’eccitato e lo stupito.
Loro si sedettero davanti, io dietro e cominciammo a scrutarci.
Finalmente al coperto, Michela si tolse il giubbino e lo spettacolo divenne bollente. Quel tubino nero aveva una scollatura che lasciava ammirare le sue giunoniche forme, ed entrambi ci ritrovammo a osservarla compiacendo tutta la sua voglia che ciò avvenisse. Quel seno ammirato mille volte online ora era dinanzi a me ed era prorompente. Il mio sguardo la eccitò perché, nel parlare, nell’incrociare il mio sguardo voglioso, le si ruppe la voce e lentamente fecero capolino due enormi capezzoli, solleticati dalla situazione stessa. Claudio era sorpreso di tanto esibizionismo, neppure più velato, e cominciò a parlare sempre di meno, ma la sua mano era un andirivieni tra una carezza alle gambe di Michela ed un premere sul suo cazzo che ormai doveva essere imbizzarrito.
Io mi stavo godendo quello spettacolo di interconnessioni tra loro e me, fatto di sguardi, ammiccamenti e voci sempre più flebili, in quella macchina ormai avvolta da una nebbiolina che rendeva la location ancora più privata.
“Ma tu” (interruppe i discorsi Michela improvvisamente rivolgendosi a me)… “in questo momento hai il cazzo in tiro come mio marito? Voglio saperlo”.
La frase mi fece sorridere mentre Claudio rimase un po', nuovamente, sconcertato (tali affermazioni non dovevano essere frequenti tra loro, almeno questa fu la mia impressione a giudicare dalle reazioni che vedevo in Lui).
Le risposi che non poteva che essere così, quando avrei dovuto dire…ben altro (una frase come “mi stai facendo esplodere il cazzo”, forse sarebbe stata eccessiva in quel momento ma, resto in dubbio che effettivamente sarebbe stata eccessiva).
Il suo compiacimento fu evidente, sorrise e lasciò esplodere un altro imprevisto (evidentemente) momento.
Michela baciò intensamente Claudio davanti a me, e mentre gli accarezzava il cazzo, disse con voce bassa “amore ora vado dietro, non succederà nulla di che, oggi, ma voglio che tu guardi”.
Era cambiata, era un’altra splendida versione di quella donna timida che avevo conosciuto, e Claudio ne rimase sorpreso, prima di scoprire, in modo imprevisto ed imprevedibile, che la cosa lo eccitava e tanto.
Rispose, flebile, “si amore” e cominciò a toccarsi da solo il cazzo, forse per riserbo ancora chiuso nei pantaloni.
Michela venne dietro, ed era davvero un’altra donna, forse pienamente sé stessa. Era a suo agio, mi sussurrò solo la frase “ci sono persone che accendono una chimica che non ti aspetti” e cominciò a baciarmi.
Le nostre lingue cominciarono a fremere umide e vogliose, era irrefrenabile.
Mi piaceva quel suo lasciarsi andare. Mise la mano sul mio cazzo, e ne rimase eccitata, sentivo i suoi capezzoli addosso, ritti e marmorei, non resistetti e li accarezzai, tra il suo ansimare e la sua lingua che continuava a cercare la mia in un intreccio bagnato che aveva qualcosa di ancestrale.
Sentivo sotto le dita quei chiodi duri e vogliosi, che accarezzavo in modo rispettoso, pur sapendo che non avrei tenuto molto a bada, ancora, il mio desiderio.
Sentivo i suoi respiri sempre più profondi mentre stringeva in modo eccitante la mia cappella, ormai, dalle sue stesse mani, lasciata uscire libera, in un turgido omaggio che divenne marmoreo quando mi disse di tirarle e strizzarle i capezzoli e che Claudio vedesse bene ciò che facevo.
Non me lo feci ripetere. Erano grossi e duri e ad ogni mia sollecitazione, anche più intensa, Michela lasciava andare piccoli mugolii che Claudio cominciò ad apprezzare con dei “si, si, si” sempre più frequenti quanto (per lui) inaspettati. Era come ubriaco.
Io mi ritrovai comodamente coinvolto da quel momento, perso tra le frasi sussurrate da Michela, a volte di una volgarità tenue ma decisa, ed i “SI” di Claudio che scandivano il tempo ed ogni nostro bacio e movimento.
Sentii Michela sussurrare “Giorgio guarda mio marito, sta osservando tutto”?
Le risposi di si e che continuava a masturbarsi ora in modo più forte.
Lei mi mise la lingua un’altra volta in bocca, suggendo anche un pò della mia saliva eccitata, e poi mi sussurrò “bene, per stasera basta, non vorrei fosse troppo per lui”.
Aveva lasciato cadere il velo, lasciandomi vedere la sua femminilità più nascosta, sino a quel momento anche a lui. Mi sentii privilegiato, anche perché dagli sguardi con Claudio capii che aveva apprezzato il mio (vogliamo dire, frenato?) comportamento.
Scendemmo dall’auto e ci salutammo tra sorrisi che davano certezza di una continuazione, ora, agognata, da tutti e tre.
Per strada poi il suggello di un messaggio.
“Mi è piaciuto molto. Ne voglio ancora. Michela”.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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