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Amore a tre


di FleurDamande
20.02.2024    |    12.436    |    16 9.8
"Ci dirigemmo tutti insieme in una delle stanze più trasgressive del locale..."

Ciao, questa volta è di nuovo il mio turno, sono Giulia. Lasciamo per un attimo Carlo a destreggiarsi nelle sue scopate adolescenziali, e facciamo un salto in avanti nella mia storia. Anni dopo le mie prime esperienze sessuali, ero ormai donna, e mi muovevo nel gioco del sesso con grande fluidità.
Vedendomi nelle attività di tutti i giorni, nessuno ha mai sospettato quanto io ami giocare col sesso. Solo chi mi conosce bene intuisce quanto ami farlo, e quanto lo cerchi. Dico sempre che il sesso per me é necessario al pari di qualsiasi altro bisogno fisiologico.
Comunque, il mio primo ingresso nel club avvenne a 26 anni, alla fine di una relazione d'amore che era giunta al capolinea. Lasciarmi mi aveva donato un grande senso libertà, e, dopo tre anni di monogamia, mi ero buttata di nuovo nel mondo del gioco.
Avevo conosciuto una coppia di cui ero diventata amica, e proprio Giacomo, il lui, dopo averci provato tantissimo, era riuscito a convincermi ad accompagnarli in un noto locale di swingers.
Con Giacomo e Laura ero ormai in grande confidenza, così, visto che quel sabato sera non avevo nulla da fare, accettai, anche se con molte riserve. Avevo paura di trovarmi in un posto igienicamente poco curato, e di non trovarmi a mio agio con quello che avrei visto.
Arrivati nel club, invece, mi piacque subito, e nonostante fossi un po' sulle mie, apprezzai moltissimo l'eleganza un po' esotica e l'atmosfera del locale.
Giacomo e Laura cominciarono a presentarmi un po' di coppie amiche.
Era strano come fosse facile sentirsi a proprio agio, e quasi doversi ricordare forzatamente che non ci si trovava in un bar qualsiasi, ma in un locale di gioco. Conversavo con le varie coppie che venivano a presentarsi, quando mi sentii addosso uno sguardo fisso.
Mi sentivo un po' sulle spine, non mi piaceva essere guardata con quell'insistenza, ero io a scegliermi gli uomini, e non il contrario.
Invece, l'uomo che mi guardava, mi aveva già comunicato con lo sguardo che intendeva prendermi.
Gabriele, accompagnato da sua moglie Monica,era un gran frequentatore del club.
Di altezza media, aveva un bel fisico muscoloso. I jeans rivelavano un ventre piatto, e la camicia bianca, indossata in modo informale, con le maniche arrotolate e aperta sul petto, rivelava la presenza di tantissimi tatuaggi. Gabriele portava i cappelli lunghi pettinati all'indietro e legati con un codino, e il suo bel viso era quello del classico tipo poco raccomandabile.
Monica era una bellissima donna, con capelli neri a caschetto e occhi verdi. Indossava un tailleur nero e un top in seta bordeaux, che lasciava intravedere un bellissimo seno, e tacchi alti dello stesso colore del completo.
Stavo seduta su uno sgabello alto mentre li scrutavo, e scambiavo con tutti qualche chiacchiera generica, pensando che la mia serata sarebbe terminata come era iniziata, con me ancora vestita e forse un filo delusa. Non sentivo l'eccitazione, il brivido del proibito. Mi sembrava di essermi fatta bella per partecipare a una normale serata di banale intrattenimento.
Invece poi si avvicinò Gabriele, che senza nessuna remora cominciò a girare intorno al mio sgabello, famelico come uno squalo.
Nonostante si dimostrasse amichevole, il suo atteggiamento non mi piacque, mentre adoravo già sua moglie Monica, che poco dopo avermi inondata di chiacchiere, mi prese a braccetto e mi portò in mezzo alle sue amiche.
La cena al tavolo tutti insieme fu divertentissima: per una volta non dovevo fingere, parlavo liberamente di argomenti che normalmente non potevo affrontare con nessuno, perché erano tabù.
Poco dopo, la musica si fece più alta, e ci alzammo tutti per spostarci nel salone discoteca.
La sala era animata da corpi che si muovevano a tempo di musica, ma io ancora non riuscivo a sentirmi totalmente a mio agio. Ballavo vicino a Giacomo e Laura, che si muovevano con piacere, ma erano più impegnati a guardarsi intorno che a divertirsi.
D'un tratto comparvero in pista Gabriele e Monica, che si avvicinarono a ballare con noi, travolgendomi con la loro energia.
I loro sguardi mi fecero intendere che avevano voglia scoprirmi e di toccarmi, non c'era più tempo per le chiacchiere e i convenevoli.
Forse con la complicità dell'alcol, mi lasciai coinvolgere nella loro danza, ondeggiando allo stesso ritmo.
Poco dopo, Gabriele cominciò ad accarezzarmi ovunque, come se ci conoscessimo da tempo. Una parte della mia mente si ribellò a questo suo prendersi così tanta confidenza, ma mi resi conto che il mio corpo lo voleva. Volevo essere dominata, assoggettata a lui, abbandonarmi alla sua volontà.
Gabriele infilò le mani nella mia scollatura tirandomi fuori i seni e porgendoli a Monica, che cominciò a succhiarli.
Stare in quella sala, sentendomi libera, ballare in modo seducente, mezza nuda, e facendomi toccare in modo così intimo davanti a tutti, mi fece andare fuori di testa.
Ero eccitata, avevo voglia di andare oltre, in quel preciso momento mi sarei fatta scopare anche lì stesso.
Come se mi avesse letto nella mente, Monica mi chiede se avevo voglia di spostarmi con loro due in una stanza appartata.
Entrammo nella camera già mezzi spogliati: Monica mi prese la testa tra le mani e cominciò a baciarmi con la lingua: il cuore mi batteva all'impazzata!
Mi stesi sopra di lei, e continuammo a baciarci a lungo; mentre le nostre labbra si toccavano ansimando, mi chiedevo costantemente cosa stesse facendo Gabriele dietro di noi.
Poi, d'un tratto, per la prima volta nella mia vita, mi chinai tra le gambe di Monica e cominciai a leccarla. Lei gradì tantissimo, e io desideravo solo soddisfarla, volevo che venisse, che godesse per me.
Poi, continuando a darle piacere con la lingua, poggiai le ginocchia sul letto su cui eravamo stese, sollevando il sedere, e muovendolo per invitare Gabriele a prendermi.
Senza che chiedessi altro, lui si infilò dentro di me, con un colpo deciso e arrogante come il suo sguardo.
Che sensazione meravigliosa fu sentirlo, mi sembrava che ogni fibra del mio essere esplodesse di piacere. Mi scopava come se fossi stata roba sua da sempre, ed io potevo solo godere, mentre mi annullavo nel piacere, prendendolo avidamente da qualsiasi parte arrivasse.
Monica intanto si contorceva, ma non veniva. Pensai di non essere brava, e allora mi dedicai ancora di più a stimolare la sua figa ormai fradicia.
Mentre Gabriele si spostava da me per metterle in cazzo in bocca, le infilai dentro due dita, e, continuando a leccarla, cominciai a scoparle la figa.
Questo le piacque moltissimo, e in breve, le sue contrazioni interne divennero sempre più frequenti, finché non esplose in un enorme orgasmo, infradiciandomi la bocca il seno e le braccia: era una squirter!
Con ancora il cazzo di Gabriele in bocca, mi chiese con voce soffocata di continuare, e io continuai a scoparla, facendola venire più volte. Ogni orgasmo era accompagnato dallo squirting, e Monica godeva beata del mio tocco.
A un certo punto, si mise da parte per riprendere fiato, e io rimasi nelle mani di Gabriele, che tornò dietro di me, cominciando a sbattermi con una foga inaudita. Non vedevo l'ora di essere di nuovo sua, di sentire la sua mano pesante che nel mentre mi dava schiaffi sul culo, mentre lui mi incitava a godere con versi rochi e parole volgari.
Venni finalmente anch'io, e lui poco dopo sborrò sul mio culo, godendo con voce soddisfatta. Monica tornò verso di me e riprese a baciarmi; entrambe cominciammo a masturbarci a vicenda, perdendoci nel nostro bacio appassionato, venendo poco dopo, quasi insieme, gemendo bocca a bocca, mentre le nostre lingue si avvinghiavano spasmodicamente.
Poi Gabriele si stese tra noi, e Monica prese a spompinarlo, mentre io lo baciavo dolcemente e lui mi strizzava i seni.
Mi rimisi a cavalcioni su di lui per scopare, e Monica si sedette sul suo viso per farsi leccare.
Eravamo un trio perfetto.
Dopo essere venuti, uscimmo dalla stanzetta per tornare nel salone comune: ebbri di orgasmi e di sesso, uscimmo ancora mezzi nudi e abbracciati, fermandoci ogni tre quattro passi per baciarci e toccarci. Dopo un altro cocktail, salimmo al primo piano del locale, in cerca degli amici.
Li ritrovammo su un divanetto a giocare svogliatamente, ma il nostro arrivo parve risvegliarli dal torpore. Monica propose di entrare tutti insieme in una gabbia, per divertirci ed essere guardati.
Ci dirigemmo tutti insieme in una delle stanze più trasgressive del locale.
Io venni stesa su un lettino di pelle rossa al centro della stanza, e fui posta a battesimo da tutti gli uomini del gruppo, mentre le donne si fecero scopare a turno da un singolo ben dotato, che avevano già invitato a giocare in altre occasioni.
Quella sera quattro coppie, una singola, un singolo, una mistress e una schiava, deliziarono i soci del club con uno spettacolo interessante.
Le donne del gruppo si fecero scopare a turno dal singolo, tenendosi con le mani alle sbarre della gabbia, e permettendo ai singoli chiusi fuori di toccar loro il seno o leccarglielo mentre venivano scopate. Le altre, in attesa di venire sbattute, si riscaldavano tra baci e leccate.
Io tutto questo lo seppi solo dopo, perché i quattro lui di coppia si concentrarono tutti su di me. Mentre uno di loro mi scopava, gli altri si affollavano vicino alle mie mani e alla mia bocca.
Ero molto eccitata, e tutt'intorno a me, di sottofondo alla musica alta, sentivo altre persone gemere e godere, e questo mi faceva sentire libera e spregiudicata.
Ogni volta che uno degli uomini entrava dentro di me per scoparmi, mi sussurrava qualcosa all'orecchio, a volte un "troia", a volte altro, come per esempio il desiderio di scoparmi tutta la notte.
Io mi facevo scopare beatamente, ascoltando le donne del gruppo godere in faccia a quelli che le guardavano fuori dalla gabbia, e intanto mi facevo sbattere dai loro mariti.
Quando anche l'ultimo uomo venne, fui lasciata stesa sul lettino, e la mistress nostra amica, entrata nella stanza con noi, abbandonò per qualche minuto la sua sottomessa per farmi un cunnilingus.
Io ero esausta, forse più per le emozioni che avevo provato che per altro: mi tremavano le gambe, ma mi sentivo ancora un fuoco dentro, e mi godetti il suo lavoro di bocca, venendo deliziosamente ancora una volta, mentre lei beveva tutti i miei umori.
Finalmente mi alzai dal lettino, e mi rivestii per tornare al piano di sotto insieme a Monica e Gabriele, che mi aspettavano. Presi per mano, tornammo nella sala dove avevamo cenato, e scoprii con gioia che erano arrivati i cornetti caldi.
Dopo aver fatto rifornimento, ci sedemmo su un gruppo di divanetti, in prossimità di una magnifica piscina. La nostra mistress improvvisò per noi uno spettacolino di soft bondage insieme alla sua schiava, ma non lo guardai a lungo, perché Monica riprese a baciarmi con passione, ed io ricambiai ricominciando a toccarla, lì davanti a tutti. Qualcuno del gruppo, e anche qualche avventore casuale, prese ad accarezzarsi guardandoci, ma noi eravamo perse nel nostro momento. Monica ricominciò a venire chiedendomene ancora, e io continuai a soddisfarla. Poco dopo Gabriele fu dietro di me, toccandomi il seno e baciandomi il collo, e non potei resistere al suo richiamo. Salii a cavalcioni sul suo cazzo, e lì, davanti a tutti, scopammo ancora di gusto, mentre i nostri amici ci guardavano eccitati e cominciavano a scopare tra loro. Intanto Monica mi stava vicino, e tenendomi la mano mi baciava. Le nostre bocche poco dopo si unirono a quella di Gabriele, in un'estasi infinita. Non so definire cosa fosse scoppiato tra noi, ma l'unico modo in cui posso definirlo ancora oggi, in qualche modo, é "un amore a tre".
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