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Puttana per una notte. Parte 2


di FleurDamande
21.01.2024    |    11.524    |    16 9.7
"Lo guardo mentre lo spompino, e succhio il suo pene come se fosse la cosa più gustosa del mondo, assaggiata dopo una settimana di digiuno..."
Dunque, il giorno tanto atteso era finalmente arrivato.
Carlo non tornava a casa dalla sera in cui mi aveva scopato in cucina. Erano le due del pomeriggio, e io aspettavo il suo ritorno stesa in camera da letto. Il giorno prima mi era arrivato un suo messaggio, col quale mi ordinava di recarmi in un centro estetico poco distante da casa.
Arrivata lí avrebbe pensato a tutto la mia operatrice. Mi venne effettuata una depilazione totale, e l'applicazione di smalto rosso a mani e piedi. Finito il servizio tornai a casa e attesi fino alle 14:00 del pomeriggio seguente.
Carlo entró in casa e mi raggiunse in camera da letto: aveva molte buste con sé, e senza salutarmi né guardarmi, le posó ai miei piedi.
"Quando ti sarai lavata, indossa tutto quello che c'è qua dentro" fu l'unica frase che mi rivolse.
Eseguii i suoi ordini col cuore in gola. Ero impaziente di aprire tutti quei pacchi, e di scoprire cosa aveva acquistato per me.
Una volta pronta, mi presentai a lui: mi sentivo bellissima e sexy, e per un attimo pensai di donarmi a lui e di lasciar perdere il mio appuntamento.
Carlo mi risvegliò dalle mie romanticherie con una serie di insulti molto volgari, poi mi ordinó di piegarmi con i palmi delle mani poggiati sul tavolo.
Obbedii, e nel farlo mi girai a guardarlo, ma il mio sguardo cadde sullo specchio, che rifletteva la mia immagine. Il mio culo, coperto da un perizoma di perle, era totalmente esposto, poiché nel piegarmi, il piccolo velo che a malapena copriva le mie terga si era sollevato.
Ai piedi portavo delle decoltèe a spillo laccate di rosso, e le mie gambe erano fasciate in due autoreggenti nere velate, decorate con una riga verticale che divideva la gamba in due parti.
Rimasi senza fiato, e come me Carlo mi fissava imbambolato, forse un po' pentito del suo buon gusto, che altri per lui avrebbero goduto.
Improvvisamente mi diede una manata fortissima sul culo, facendomi un po' male. Non urlai perché ero troppo stupita, ma mi rifeci al secondo schiaffo, che arrivó sull'altro gluteo, più forte del primo. Mi prese per i capelli e mi tirò il collo, ringhiando "Ferma!"
Per un lasso di tempo che non saprei definire, continuó a sculacciarmi e a chiamarmi puttana. Ero sconvolta e arrabbiata, ma ad un certo punto, nello sforzo il suo bacino sfiorò la mia gamba, e sentii l'erezione turgidissima.
Al dolore si affiancò il piacere, le mie gambe si allargarono, come per accogliere meglio qualsiasi cosa fosse arrivata da qual momento in poi, proprio come avrebbe fatto una puttana.
Lui percepì la mia eccitazione, e questo produsse in lui un mix di ira e di frenesia esplosivo. Mi sculacció ancora più forte, ma ormai, forse per una questione di circolazione, o forse perché mi era partita l'eccitazione, io non c'ero più. Stavo godendo, lo sfidavo muovendo il bacino e gridando "Ancora, sí, sono una puttana!"
Venimmo parallelamente, mentre urlavo "Sono una zoccola, una zoccola, una zoccolaaa!"
Carlo per un attimo si accasció su di me. Poi si ricompose, e sempre senza parlarmi se ne andò via.
Ero di nuovo sola, vestita così, e non sapevo cosa fare. Erano le 19, e alle 21 dovevo trovarmi nel luogo dell'incontro, ma non sapevo dove e quando.
Dopo mezz'ora, con un altro messaggio, Carlo mi comunicó che un taxi sarebbe venuto a prendermi e mi avrebbe portata al luogo dell'incontro. In più mi ordinava di indossare solo il cappotto sopra alla mia mise.
Ebbi il coraggio di chiedergli cosa avrei potuto fare o non fare all'incontro, e la risposta fu: "Siamo già d'accordo che farai tutto ciò che vorranno, senza limiti".
La risposta mi gelò il sangue, perché se da una parte prendevo la pillola, dall'altra non conoscevo i miei clienti, e avevo paura di avere rapporti a rischio. Tuttavia conoscevo Carlo abbastanza bene da fidarmi di lui.
Cosí salii in taxi, e mi avviai al luogo dell'appuntamento.
Una volta davanti alla porta dell'appartamento che mi era stato indicato, alzai l'indice per suonare il campanello, e mi parve che il suo squillo tremolasse come il mio dito che aveva premuto incerto il pulsante.
Da dentro l'appartamento si percepivano voci allegre, e quando la porta si aprí, venni inondata di suoni musica e tintinnio di calici.
Rimasi di stucco, perché ad aprirmi fu un collega di Carlo, e compresi subito che mio marito mi aveva tirato intenzionalmente uno scherzo sadico, poiché quell'uomo mi aveva fatto sempre una pessima impressione.
Non era brutto, ma aveva un che di viscido nel modo di fare e di rapportarsi con le donne, e piú di una volta avevo dimostrato di non tollerarlo più di tanto.
Sicuramente Federico vide il mio sconcerto, perché rise soddisfatto, e mentre mi invitava ad entrare, ne approfittó subito per esercitare i suoi diritti, piantandomi una mano sul culo.
La cosa non mi piacque per niente. Puttana sí, pagata sí, ma il gioco lo gestisco io.
Mi tolgo la mano di dosso e mi guardo intorno, individuo altri quattro ragazzi, che vanno più o meno dai 20 ai 40 anni, tolto Federico che ne avrà 46.
Mi presento con un bel sorriso e poi prendo in disparte Federico per chiedere il mio compenso. Il cuore mi batte all'impazzata, ma capisco che dovrò essere pienamente in me per gestire bene questa serata.
Federico mi asseconda e mi porta in un'altra stanza per darmi il compenso pattuito, e spiegarmi cosa si aspettano i ragazzi.
Mi parla di un un rapporto a testa più la notte intera passata con lo sposo. Non male in fondo, non sembra poi così difficile. Forse rimango un po' delusa....ma posso sempre cambiare le carte in tavola!
Ritorno nella sala principale, trovo ad aspettarmi quattro giovani uomini arrapati e ammutoliti, forse anche un po' nervosi, e questo a un tratto mi fa sentire padrona.
Li guardo e slaccio la cinta del cappotto, lo apro e lo lascio scivolare a terra, mostrando il mio baby-doll e le calze autoreggenti in vista. Loro mi guardano impietriti, allora gli giro le spalle e mi piego a toccarmi le caviglie, guardandoli in tralice mentre mi tengo le gambe divaricate. Faccio ondeggiare il culo, per mostrare la mercanzia.
Poi mi alzo, mi giro e vado da loro, individuo lo sposo e senza dire nulla comincio a baciarlo appassionatamente. Lui, scosso da un brivido, è inizialmente rigido, ma poi si lascia andare e mi ficca tutta la lingua in bocca. Nel frattempo un paio di mani mi scopre il seno, e una lingua mi comincia a succhiare i capezzoli, anzi...due lingue. Una mano mi scosta le mutandine e comincia ad accarezzarmi, sono bagnata. È proprio questo che voglio...li voglio tutti insieme. Lo sposo mi abbassa la testa e mi fa inginocchiare. Mi abbasso docilmente e gli apro la patta dei pantaloni con mani frenetiche, voglio subito il suo cazzo in bocca. Lo succhio selvaggiamente, e dopo qualche secondo sono circondata di cazzi. Li succhio tutti a turno, li sento gonfiarsi nella mia bocca, spingere fino in gola. Godo, ne voglio ancora, ne voglio di più. Federico mi guarda stupito, evidentemente ancora incredulo di ciò che sta succedendo. Lo odio, ma lo voglio, voglio farlo sborrare, voglio farlo andare fuori controllo, voglio divorarlo.
Lo guardo mentre lo spompino, e succhio il suo pene come se fosse la cosa più gustosa del mondo, assaggiata dopo una settimana di digiuno. Lui continua a guardarmi in segno di sfida, ma poi cede, e quasi contro volontà, urlando di piacere e di frustrazione, viene nella mia bocca.
Non ho più tempo per occuparmi di lui, altri quattro cazzi fremono per riempirmi, ma adesso è tempo di farmi scopare. Mi alzo e vado in camera da letto, mani e ginocchia sul materasso e attendo.
Il primo cazzo si struscia dolcemente contro la mia figa, mi giro a guardare il ragazzo che sta per penetrarmi e gli dico solo "Nel culo". Mi guarda stupito ma non replica, e pian piano entra dentro di me. Comincia a muoversi, godo: non è grande, ma è il primo, meglio così. Basta poco per farlo venire. Subito dopo di lui entra qualcun altro, questa volta più grosso, tutte le fasce nervose del mio corpo sono attraversate da una carezza lasciva, e lui comincia a spingere, a dimenarsi. Godo, mi fa urlare, nel frattempo chiedo un altro cazzo in bocca, che non tarda ad arrivare, me lo prendo e lo succhio mentre continuo a mugolare di piacere. L'inculatore intanto si scarica dentro di me, piegato in due dall'orgasmo. Si appoggia tremando su di me, continua a godere, é appagato e totalmente svuotato. Sfila il cazzo e sento lo sperma caldo colarmi sulla figa. Nel frattempo quello che mi scopa la bocca viene e mi riempie la bocca di liquido bollente, che ingoio con ingordigia. Non faccio in tempo a deglutire che un altro cazzo ancora viene a stuprarmi le labbra. Qualcuno stuzzica la mia vagina, raccoglie lo sperma col glande, e mi apre le labbra col pene, poi affonda dentro di me e mi scopa.
Di fronte a me tornano gli altri cazzi, li succhio a turno, e quando chi sta dietro mi viene nella figa, chiedo di farmi una doppia. Federico si mette sotto, e lo sposo si posiziona dietro di me, in un secondo sono dentro di me, e mi riempiono. Mi stantuffano in controtempo, si muovono lentamente nei miei buchi, e godo da morire, mentre Federico mi succhia i capezzoli. Ho gli occhi chiusi, apro la bocca e mi chiedo se qualcuno mi accontenterà. Subito vengo accontentata da un cazzo che mi sfonda la gola. Sto cavalcando, sono totalmente piena, stravolta, abbandonata al piacere e agli orgasmi, ho perso il conto, il mio corpo non ha confini.
Perdo la concezione del tempo, so solo che sono una gran troia.
D'un tratto penso a Carlo, mi chiedo dove sia, mi chiedo se il suo cazzo sia nella figa di un'altra.. sono gelosa, e sono eccitata. Quant'è bello, lo amo. Mi manca. Non vedo l'ora di vederlo.
Ma prima, devo finire di svuotare questi meravigliosi tori da monta.
Quanta gioia, sono una troia, e lo amo. Mi stanno chiavando a morte, e mentre godo ancora e ancora, mi sciolgo all'idea delle sue carezze. Vengo ancora. Il suo corpo, il suo bellissimo culo - qualcuno mi viene in bocca.
Vengo ancora penetrata, ma ora ho due cazzi nella figa. Non l'avevo mai fatto, sono un po' preoccupata, ma pian piano sento un godimento assoluto, mi muovo anch'io, ne voglio di più, sono all'apice, vengo urlando, un orgasmo che non finisce mai.
Crollo, sono esausta. Qualcuno parla intorno a me, ma sento solo suoni ovattati. Chiudo gli occhi, tutto è buio.
Prima di addormentarmi, un ultimo pensiero.
Carlo, ti amo. Buonanotte amore.
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