trans
Una tipica giornata col mio ex uomo
di Mayala
08.09.2024 |
675 |
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"E magari anche pisciare di nuovo, sempre facendomi bere tutto..."
Le uscite con il mio ex fidanzato avevano ormai una routine ben precisa. Lui sapeva cosa volevo, e me lo dava, io sapevo cosa voleva lui, e lo assecondavo.Una tipica uscita di svolgeva così:
Scendevo da casa con sotto intimo da vera troia. Se era estate mettevo solo perizoma, pantaloncini corti, magliettina leggera, sandali femminili, cappellino fucsia, occhiali da sole. In inverno potevo osare di più, mutandine, reggiseno, calze, o vestitino lingerie da zoccola, con sopra una tuta. Non importava quanto freddo facesse, lui mi voleva con una tuta pronta da sfilare. Rossetto e parrucca li portavo sempre con me. Ricoperta di profumo da donna, dalla testa ai piedi.
Mi veniva a prendere lui, salivo nella sua auto e immediatamente togliervi le scarpe e mi sfilavo il pantalone della tuta restando in perizoma e calze. Aprivo la zip della giacca della tuta mostrando il reggiseno.
Se lui aveva già il cazzo di fuori dovevo solo abbassarmi tra le sue gambe, prenderlo in bocca e stare così senza fiatare mentre lui guidava. Se ce l'aveva ancora nei pantaloni significava che voleva prima eccitarsi un po' palpandomi le cosce, il culo, i piedi velati, che io dovevo strofinare su di lui. Una volta eccitato scendevo con la bocca sul suo cazzo indurito sotto i pantaloni. Aprivo lentamente fino a tirarlo fuori e farmelo scivolare in bocca. E così dovevo stare, fino a destinazione.
Di solito giravamo per centri commerciali, come due persone normali. Ma in ogni momento possibile la sua mano scendeva sul mio culo, o si infilava nella tuta per palparmi velocemente le chiappe. Ogni occasione era buona per appoggiare il suo cazzo duro che premeva da dentro i pantaloni sul mio culo, sulla mia mano, a volte in faccia quando si poteva.
Io non dovevo parlare, ero lì solo per farlo arrapare tra la gente
"Devo pisciare" diceva d'un tratto. Significava che dovevamo dirigerci verso i bagni, quelli più isolati, e puliti possibilmente. Entravo prima io, mi mettevo in ginocchio, entrava anche lui e si chiudeva la porta dietro. Aspettavo a bocca aperta che tirasse fuori il cazzo per infilarmelo in bocca e pisciare. Mentre lo faceva godeva come un porco e mi chiamava troia, puttana, zoccola, cessa. Io ovviamente dovevo bere tutto. Cominciava tenendolo con una mano con la capocchia tra le mie labbra e finiva con le sue mani che mi tenevano dietro la testa ed il cazzo tutto infilato dentro fino alle palle. Di solito non sborrava in quell'occasione, ma preferiva tenersi così arrapato, pronto ad esplodere, per riempirmi in qualche situazione più intrigante. Tutto dipendeva da quanta gente c'era in giro. Quindi potevamo entrare in qualche grande magazzino poco frequentato e approfittando di spazi stretti mi scaricava tutta la sua sborra dentro la tuta. Oppure andavamo al cinema e in ultima fila si svuotava nella mia bocca. O prendevamo un caffè da asporto, in auto ci sborrava dentro e io lo bevevo tutti d'un fiato. La fantasia non ci mancava. E se proprio non era possibile c'era il viaggio di ritorno in auto per potersi scaricare nella mia gola. E magari anche pisciare di nuovo, sempre facendomi bere tutto.
Se aveva voglia di incularmi mi portava al club privè, o al cinema porno, o in parchi frequentati da guardoni, perché gli piaceva che altro mi guardassero mentre venivo scopata, e spesso dopo aver sborrato mi lasciava come omaggio a chi volesse approfittarne.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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