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Una nuova amicizia - 03


di Membro VIP di Annunci69.it laurachiaretta
16.05.2015    |    7.734    |    5 9.7
"Invece di trovare una donna che andasse bene a noi, perchè non facciamo crescere una donna come vogliamo noi che sia..."
"Sono tornata, ci vediamo alle 9 sabato a casa mia, hai fatto i compiti?" l'sms di Chiara mi era arrivato, svegliandomi, un giovedì mattina presto. Avevo preso al volo cellulare dal comodino che quasi stava cadendo. Il pensiero di rivederla, i mille pensieri che mi avevano preso da quando l’avevo conosciuta, mi aveva provocarono una erezione enorme. Chiara aveva uno straordinario gusto per la sorpresa e a me questo faceva semplicemente impazzire.
Sabato mattina sono prontissimo, ho fatto tutti i compiti che mi aveva chiesto nel pacchetto come una brava, bravissima scolaretta, la pancetta stava scendendo, la mia pelle era liscia, vellutata, profumata come non mai in vita mia, una barba accurata e mi ritrovai all'incontro con il cuore in gola ed eccitatissimo.
Chiara mi aprii la porta di una villettina in periferia, non grandissima, ma carina. Era vestita con un completo aderente da aerobica, struccata ma molto in forma e sempre con il suo bellissimo sorriso.
"Allora sei pronto?" mi disse "anzi sei pronta?" ribadì maliziosa.
Io un po' arrossi, poi prese un tono più serio "Guarda questo che ti voglio proporre è un gioco, ma come tutti i giochi è molto serio, più serio della realtà. Io e mio marito abbiamo sempre cercato una compagna che potesse animare il nostro rapporto. Noi ci amiamo tantissimo ma abbiamo capito che, a tutti e due, una amica comune ci avrebbe fatto apprezzare ancora di più il nostro bellissimo rapporto. Abbiamo provato tanto ma non abbiamo mai incontrato quella giusta, per cui io, dopo che ti ho incontrato, gli ho fatto questa proposta. Invece di trovare una donna che andasse bene a noi, perchè non facciamo crescere una donna come vogliamo noi che sia. Io non sono una infermiera, come ti avevo detto, ma una psicologa e vorrei provare questo esperimento con te. Naturalmente proprio per la mia professione se capissi che questa cosa non riesci a sopportarla, o genera problemi sospenderei subito, tu cosa ne dici?"
L'idea mi colpiva, quasi quanto il corpo di lei, annui qualcosa, era un si o comunque una risposta affermativa, in quel momento non potevo non andare avanti, mi sarei pentito? non lo so, ma se non ci avessi provato me ne sarei pentito sicuramente.
"Bene" mi disse "Allora cominciamo, ma con alcune avvertenze. La prima è che mi dovrai dedicare tutti i sabati mattina dalle 9 all'una, o anche tutta la giornata se ci sarà bisogno, due che dovrai trovare sempre una o due ore al giorno per gli esercizi che ti proporrò, e tre, per la tua salute mentale, tu che da ora in poi ti chiamerai Sara, sarai una donna in qualsiasi modo tu sia vestita e combinata quando oltrepasserai il cancello di casa mia. Fuori sarai quello che sei sempre stato, oltrepassato quel cancello tu sarai Sara, dovrà comportarsi, pensare e vivere solo come donna."
Ero sempre più stupito ed eccitato.
Per stemperare un po' la tensione mi fece fare un giro per quella casa che da fuori sembrava più piccola, poi mi portò in una taverna a lato del garage, aveva specchi alle pareti e un bel legno per terra. "Qui" mi disse "trascorreremo molte ore insieme." rimasi un po' deluso perché mi aspettavo un letto o qualche attrezzatura più sofisticata, ma comunque c’era lei e questo era già tantissimo.
"Spogliati" disse in maniera perentoria "ora sei Sara, e i tuoi vestiti non servono più." ubbidi all'istante.
Chiara aprii una scatola allungandomi dei pacchetti.
"Questi sono seni finti, molto realistici, mettili assieme a questo reggiseno speciale, devi abituarti a portare seni grandi, queste sono mutande contenitive, questi sono legghins e un paio di scarpe con un tacco 6, sai andare sui tacchi" in tutta onestà ci avevo provato ma solo per gioco. Indossai il tutto, mi spiegò bene come portare quelle strane mutande e mi presentai a lei un po’ caracollante.
Mi fece sedere, un trucco solo di base da togliere i lineamenti maschili del volto, non che avessi un viso spigoloso, ma cosi ero praticamente androgeno e poi una piccola parrucca a caschetto in testa.
"Ora sei perfetta, mi disse, non certo per uscire ma per iniziare"
Cosa mi sarebbe successo ora, mi sentivo un po' in imbarazzo di fronte a lei in abiti femminili, ma anche molto incuriosito, ops scusate incuriosita.
"Vedi Sara una donna non la si diventa in 10 minuti o solo con un paio di tette, una donna ha il suo fascino nel portamento e nella gestualità, quindi il tuo processo di femminilizzazione inizia da qui." e detto questo accese lo stereo dietro di lei facendo partire un lento ritmo sudamericano. "Sai ballare i latini?" mi chiese . Io non amavo molto quella musica avevo qualche piccola esperienza ma istintivamente mi avvicinai a lei.
"No mia cara” disse Chiara “giri dal verso sbagliato, tu sei la donna, io faccio l'uomo per insegnarti." dicendomi così mi strinse con energia a lei e incominciò a seguire il tempo. Quasi cadevo dai tacchi, non ero proprio abituata.
Lei era molto brava, forse una professionista, mi ci volle mezz'ora ad abituarmi un po’ ai tacchi, ai seni grandi. Incomincio a farmi girare, a farmi fare delle figure. Era molto bello, molto eccitante, in questa maniera anche la musica latina incominciava a piacermi.
Dopo più di un ora, incomincio a fare dei movimenti più stretti, a stringermi di più, ad avvicinarmi.
A vedere lei e me riflessi sugli specchi, a sentirla vicina, con il collo nudo imperlato di sudore e i suoi occhi che mi fissavano ebbi ad un certo punto una grandissima erezione.
Le mutandine mi provocavano un dolore insopportabile, dovetti spostare, speravo lei non mi dicesse nulla.
Senza dire una parola Chiara mi mise una mano tra i legghins liberando il mio arnese diritto come un fusto, continuammo a ballare così con le che mi strusciava addosso, poi abbassò i suoi pantaloncini.
Senza mai fermarsi a ballare si strinse ancora di più a me, massaggiandomi il pene completamente in erezione e prendendolo tra le sue coscie.
Eravamo in intimo contatto, sentivo il suo calore, il suoi umori che avvolgevano e bagnavano il mio inguine, ero in estasi.
Lasciava la mia cappella entrare e uscire dalla vagina, sempre piano, sempre a tempo, sempre di più.
Al limite dell'eccitazione la portai contro la parete, poi lei mi girò e mi disse piano mugolando. "No, tu stai ferma, mi muovo io." mi girò spalle alla parete e incominciò un lento movimento, spingendosi dentro sempre di più.
Il sudore di lei, i nostri corpi riflessi sugli specchi, le mie forme androgine, venni come non mi era mai capitato.
Lei mi strinse fortissimo, mi sembrò una eternità, poi poco a poco mi lasciò andare.
Rimanemmo in piedi tutti e due esausti.
Non so per quanti minuti, la stanchezza del ballo, dell’amplesso.
Poi per prima Sara si riprese: "Ok per oggi abbiamo fatto anche troppo" mi disse "rivestiti Sara, ci vediamo sabato prossimo" mi indicò il bagno, i miei abiti da usare fuori dal cancello e se ne andò.
Rimasi fermo senza dire nulla, non so per quanto.
Sabato, pensai, tra sette giorni.
Sarà una eternità.
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