Racconti Erotici > trans > 9 Finalmente ho il coraggio e la voglia di fare la Puttana sulla Statale
trans

9 Finalmente ho il coraggio e la voglia di fare la Puttana sulla Statale


di Membro VIP di Annunci69.it LucreziaGtles
05.08.2018    |    2.075    |    2 9.5
"Ormai per me era una sfida e mi sarei fatta tutti pur di arrivare a farli sbavare di desiderio e farmi inculare da loro tre, magari tutti assieme..."
Torno indietro mi fermo al Bar I 3 amici
Risistematami, sono montata in auto per tornare sul mio luogo di lavoro, ormai erano le 2 di notte, vi era ancora traffico per fortuna, anche se un po’ meno di quando ero partita.
Così istintivamente mentre guidavo mi sono messa a guardare anche i bar e i locali lungo la strada per capire quanta gente vi fosse, e anche quante puttane e trans fossero rimaste fuori a battere, per fortuna mi sembravano ancora tutte fuori, ottimo segno.
Passando davanti ad un bar sulla strada interna di Savio, che già conoscevo perché altre volte vi avevo visto a tarda ora qualche ragazza squillo che si rifocillava, vidi che era quasi vuoto, al banco due avventori isolati e fuori sul terrazzino rialzato 3 giovani seduti allo stesso tavolino a parlare tra loro.
Subito mi è scattata la voglia di fermarmi e provare un approccio con la scusa di prendermi un caffè per rinvigorirmi.
Così mi sono girata poco più avanti passata davanti lentamente in modo da farmi notare, rigirata poco oltre e mi sono fermata proprio lì davanti a pochissimi metri dai ragazzi.
Come al solito sono scesa misurando i miei movimenti in modo da esibirmi al meglio della troiaggine lussuriosa, ho salito i 4 scalini e sorridendo verso di loro che naturalmente avevano gli occhi fissi su di me, ho attraversato il terrazzino e sono entrata nel bar andandomi a sedere di sbieco e con sola una coscia sullo sgabello alto in modo che il vestitino si alzasse ancora un poco mettendo in evidenza lo stacco di cosca e il tacco alto.
Gli sguardi, a parte quello del barista, probabilmente avvezzo a questo tipo di fauna, erano tutti su di me e chissà come mai ne ero proprio contenta e gratificata.
I tre ragazzi stavano facendo commenti tra di loro, ne captavo qualche parola qua e là, era chiaro che erano commenti, anche sarcastici sulla mia persona.
Intanto con voce effemminata, di solito non mi viene mai, ho chiesto un caffè e atteso tirando fuori lo specchietto per guardare sotto la luce vivida come ero conciata in viso, neanche male, pensavo peggio.
Il barista mi ha allungato il caffe, e quando ho fatto il gesto di estrarre il borsellino dalla borsetta per pagare, il cliente appoggiato al banco che avevo ad un paio di metri mi detto: “ offro io Bella, scusi posso non so come si chiama, posso dirle Bella?” io “ Grazie, mi chiamo Lucrezia Borgia”
Lui “La cortigiana dei Veleni!” io “O sii, anche a me rimane l’amaro in bocca spesso” che laida ma splendida battuta allusiva.
Attimo di silenzio, e poi sorrisini e risatine da parte di tutti, barista compreso, che mi ha chiesto: “la serata come è andata?” e io “Tanti cazzi, ma veloci e poco appaganti, ho ancora una voglia che vi farei tutti!”
Di nuovo silenzio totale, certo che sono proprio spudorata, ma intanto il tipo che avevo affianco si stava già avvicinando, mentre io dopo aver bevuto il caffè mi sono rimessa con dovizia e precisione il rossetto a lunga tenuta, in modo da accentuare le dimensioni delle mie labbra, voglio che si capisca che ho una calda bocca da pompinara golosa.
Proprio in quel momento uno dei ragazzi rispondeva ai suoi amici con voce più forte: “ma non vi siete accorti che è un Frocio!” il tono era inequivocabilmente sprezzante e questo proprio non mi andava a genio, ho riposto rossetto e specchietto in borsetta e lentamente, un po’ incazzata, mi solo alzata andando verso i ragazzi, mentre il tipo che mi aveva offerto il caffè e il barista mi osservavano per vedere cosà avrei combinato.
Due dei ragazzi mi guardavano avvicinarsi, mentre il terzo che molto probabilmente era l’autore dell’affermazione sprezzante non mi cagava nemmeno di striscio.
Quando sono arrivata al tavolino mi sono piegata, ho appoggiato le mani sul bordo dello stesso afferrandolo bene e mentre gli davo una bella scrollata facendo oscillare pericolosamente le tre birre quasi vuote, ho proferito con tono fermo: “tesoro sveglia, Frocia caso mai, non frocio, visto che sono vestita da Femmina” breve pausa ”Si preciso nei tuoi giudizi sprezzanti mentre in cuor tuo sbavi al pensiero che te lo succhi per Bene!”
Lui è rimasto a bocca aperta, forse grazie anche alla mia corporatura non di certo esile e gli amici compreso cliente e barista sono scoppiati a ridere e il tipo del caffè esclamava: “io me lo farei succhiare subito da te”.
Allora mi sono girata verso di lui, ho lanciato dietro la schiena la borsetta con un gesto molto sbarazzino e con passo veloce sono andata verso di lui dicendogli “finalmente un maschio che sa cosa gli piace, andiamo in bagno che ti faccio un pompino da RE” lo ho raggiunto, preso per mano e baciandogli la guancia gli ho sussurrato, se poi me lo metti anche in culo mi fai felice” e me lo sono letteralmente tirato dietro verso il bagno.
Devo dire che non ho pensato nemmeno un secondo se il barista era d’accordo oppure no che usassi il suo bagno per un laido incontro e il mio cavaliere dopo due passi già non si faceva tirare più ma procedeva spedito con me.
Ci siamo infilati nel bagno dei maschi, lui mi ha detto; “aspetta che me lo risciacquo” e così ha fatto mentre io entravo nel bagno, per fortuna quasi pulito e dopo aver ripassato la tavoletta del water con la carta igienica mi ci sono seduta sopra osservando come buffamente mi si stava avvicinando a piccoli passi, causa i calzoni e slip calati, tenendosi il cazzo ancora moscio in mano.
Mi sembrava un bambino che va dalla manna per farsi consolare dopo essere caduto in bicicletta, vieni tesoro che ora ti faccio passare tutta la bua.
Mi sono dovuta inchinare lo stesso in avanti per poterglielo prendere in bocca, non era troppo alto, ma l’arnese prometteva bene e stava già rispondendo alle mie stimolazioni inturgidendosi, mentre lui continuava a tenerselo fisso alla base dei testicoli, inarcando la schiena con lo sguardo verso l’alto a occhi socchiusi rantolando di piacere.
Tutti questi segnali mi gratificano e quindi me sono fregata che la porta fosse rimasta aperta, era chiusa sia pur non a chiave quella dell’antibagno e se qualcuno fosse entrato? Tanto meglio si sarebbe goduto una splendida scena porno dal vivo.
Mi sono scatenata, sono andata su e giù succhiando come un’idrovora, insalivandolo per bene per farlo scorrere bello bagnato lungo tutto il palato, lappandolo avida con la lingua e infatti in 3 minuti mi ha urlato: “cazzo mi fai venireee, vengooo!” e mi ha scaricato 3 potenti getti di sperma in bocca che ho ingoiato avida e felice.
Ne ha fatta davvero tanta, un ingoio bello pieno, corposo saporito, da manuale della puttana perfetta e infatti lui era al settimo, si chinato verso di me e mi ha baciato dolcemente sulla punta delle labbra dicendomi “ il più bel pompino della mia vita, grazie amore” e poi” vieni di la che ti offro da bere, ho bisogno di qualche cosa di forte” e con fare incerto ma felice si è sistemato i pantaloni ed è uscito.
Io sono scattata subito dietro di lui, non volevo pulirmi o sistemarmi il rossetto, anzi mi sono essa un dito, con la mia bell’unghia smaltata viola metallizzato, tutto in bocca e appena fuori dal bagno quando sono entrata nel campo visivo degli astanti me lo sono leccato e succhiato lascivamente, sussurrando: “Allora chi è il prossimo che vuole un bel Pompino?”.
Il mio felice maschione appena soddisfatto, ha ribadito la mia grande capacità e maestria, e allora il barista si è rivolto ai tre giovani dicendo, “ragazzi, se non andate voi…. Ci vado io!” questi, spavaldi facevano i superiori, ignorando ogni lusinga e apprezzamento.
Ormai per me era una sfida e mi sarei fatta tutti pur di arrivare a farli sbavare di desiderio e farmi inculare da loro tre, magari tutti assieme.
E Così ho fatto un pompino da manuale anche al barista, che alla fine mi ha tenuto la testa fissa mentre mi scopava come un forsennato in bocca insultandomi per bene, ma al momento di venire si è staccato ed è corso a sborrare nel lavandino, contento lui, contenti tutti.
Ritornata di là sono andata a sedermi affianco ai ragazzi in modo anche da stuzzicarli anche visivamente mostrando loro cosce e culo, godendomi la brezza e un po’ di riposo. Ma il mio chiodo fisso era sempre quello di farmeli tutti e tre.
Abbiamo scambiato qualche schermaglia, mi snobbavano ma non se ne andavano, chiaro segno che gli tirava l’uccello, dovevo solo trovare la giusta leva psicologica per entrargli ne cervello e farli capitolare, o meglio venirmi in bocca e in culo.
Il mio primo cavaliere mi ha offerta nuovamente da bere e poi si è congedato, non prima di essersi preso il numero di cellulare, chissà perché. Poi dopo poco il barista ci ha avviasato che ormai erano le 4 e chiudeva, e è li che mi è venuta l’illuminazione.
Questi tre baldi giovani hanno paura delle chiacchere di paese, vuoi vedere che se gli propongo di salutarci per incontrarci poi dopo in un altro luogo appartato vengono subito come api sul miele?
E così ho fatto, facendomi sentire dal Barista ho detto a voce alta:” Be ragazzi, vi saluto torno a battere, ho ancora voglia di cazzo e visto che voi non me lo date, vado a cercarmelo sulla strada, Ciao Ciao” ma poi sottovoce gli ho detto: “vi aspetto al parcheggio del Discount in fondo al paese fra 10 minuti.” Mi sono girata e sono partita senza osservare o cercare segni di consenso.
Sculettando languidamente sono salita in macchina e sono partita.
Dentro di me però speravo con tutta me stessa di aver fatto centro, di vederli arrivare nel parcheggio di lì a poco, be in ogni caso avevo fatto tutto il possibile per irretirli, in caso contrario sarei tornata a prostituirmi nella speranza di riuscire a trovare altri cazzi vogliosi di possedermi, riempirmi e farmi finalmente godere.
Con tutti questi pensieri e pulsioni mi sono diretta al parcheggio del discount in fondo al paese, il cancello è sempre aperto, i lampioni illumina quasi tutti i punti, ma appena dietro l’ingresso vi è un cono d’ombra e mi sono parcheggiata li.
Intaanto il vibratore ormai in funzione da parecchio tempo si è fermato, pile scariche, ok era il momento di recuperarlo, sono scesa, andata dietro la macchina mettendomi il più in ombra possibile, mi sono abbasata la guaina slip e con le dite mi sono frugata l’ano in cerca della coricella, cavolo non la trovavo, evidentemente le due penetrazioni subite l’aveva spinta più internamente, ma doveva essere da qualche parte.
Dopo un po ho iniziato a preoccuparmi, e se non la trovavo come avrei fatto ad estrarmelo ora che molto oltre la curva del retto, cazzo mi tocca andare al pronto soccorso o provo a vedere se domani o nei prossimi giorni riesco ad espellerlo?
Con tutti questi pensieri in testa finalmente con la punta del dito ho sentito la cordicella, eccola, prendila, tirala piano verso l’esterno, ok il più è fatto, ora afferrala bene, piegati in avanti a gambe larghe e genuflesse e inizia a tirare mentre mi piego su e giù lentamente per aiutare con spinte anali la sua fuoriuscita.
Anche questa operazione ha il suo fascino perverso in particolar modo l’attimo in cui devo forzarlo per fare la curva, che la cordicella è tesa allo spasimo e mi tira il culo da matti e l’attimo in cui la parte più grossa del vibratore arriva all’anello anale e io devo spingere e tirare per forzare il passaggio aprendomi il culo per bene.
Infatti il mio clitoride in questi frangenti riprende a gocciolare ed è estremamente sensibile sulla punta, a mi sono sforzata di non toccarmi per non venire, confidavo ancora nei tre baldi giovani.
Poi quando è completamente fuori mi tremano le gambe ma mi rilasso, lo controllo, non ci sono tracce di sangue, ottimo non mi sono fatta nessuna lacerazione e in compenso è tutto ricoperto di muco scivoloso, non so da dove arrivi, ma mi eccita pensare che sia la mia fica anale che si bagna e lubrifica per bene per l’eccitazione e la libidine dei momenti vissuti.
Lo pulisco con le salviette umidificata e lo metto in borsetta, tra l’altro non sporco mai dove passo, sia per una forma di educazione e soprattutto di rispetto verso glia latri e l’ambiente, peccato che anche le altre non la pensino così.
Sono passati più di dieci minuti, purtroppo nessun trio di amici è arrivato, cavolo ci avrei giurato e soprattutto sperato, che splendido ritorno sul marciapiede, tanti cazzi ma nessuno che mi abbia veramente soddisfatta, mi toccherà soddisfarmi con il mio magic wand in camera.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.5
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per 9 Finalmente ho il coraggio e la voglia di fare la Puttana sulla Statale:

Altri Racconti Erotici in trans:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni