tradimenti
"Mi metto a fare la puttana" Cap. Settimo: Lavorare lavorare
di Bigone100
27.09.2023 |
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"Lui ti apre le gambe, evidente la sua intenzione, gli infili rapidamente il preservativo, niente giochini con la bocca stavolta è troppo impaziente di..."
SETTIMOTieni la tazza di caffè con entrambe le mani, ti accoccoli sul divano in una posizione un poco strana, si capisce che il culo ti fa male, e si vede dalla faccia che sei stanca. Forse ho esagerato a prenderti sei appuntamenti, ma per rispettare i parametri che hai fissato non c’è altra soluzione. Se vuoi fare un certo incasso e non meno, se vuoi vendere certe prestazioni e non altre, devi avere un determinato numero di incontri. Non serve un esperto di economia per fare quattro conti. Se vuoi diminuire il numero dei clienti devi vendere prestazioni più impegnative, se vuoi vendere prestazioni meno impegnative devi aumentare il numero dei clienti. Vedrai tu.
- Sul prossimo cliente ho poche informazioni se non il fatto che è veramente enorme.
- Eh ma allora è un vizio, dillo che lo fai apposta per farmi sfondare.
- Ma no! Cosa hai capito? Mica gli misuro il cazzo prima di fissare gli appuntamenti, parlavo dell’aspetto fisico, sarà quasi due metri ed è certo più di cento chili, ma non è grasso.
- Scusa, ma dopo l’ultimo sono un poco prevenuta.
- Si capisco, ma considera che stiamo sempre parlando di una popolazione che al momento è casuale, non è credibile che quelli con dotazioni equine arrivino tutti da te.
- Non so se ho colto bene il senso, ma perché hai specificato “al momento”?
- Beh, nel tempo devi mettere in conto che potresti farti una certa fama, e di conseguenza magari essere apprezzata per le tue abilità, e magari attrarre clientela che non viene altrettanto ben accontentata da altre prostitute.
- Dal punto di vista commerciale sembra una cosa positiva.
- Certamente, devi solo capire per quali abilità vuoi essere rinomata.
- Non basta che mi facciano buona pubblicità, quale che sia la ragione?
- Per l’incasso certamente si, ma fai attenzione, considera che se ad esempio diventi famosa per come salti di culo su qualunque calibro, poi potresti trovarti più di un cliente nella stessa sera con un cazzo enorme come l’ultimo che hai preso e che si aspetta che tu ci salti sopra con lo stesso entusiasmo.
- Si dai vabbé, non è che adesso cazzi di quella dimensione si trovino ad ogni angolo
- Sono d’accordo, infatti per ora ne hai incontrato uno solo, credo che quelle dimensioni riguardino meno di un decimo della popolazione. Ma se diventi famosa per prendere in culo anche quello che altre rifiuterebbero…
- Ok ho capito, eventualmente cercherò di diventare famosa per prestazioni meno stressanti.
- Ovviamente è sempre una decisione tua, io ti fornisco soltanto elementi di ragionamento.
- Ma da quello che mi dici sembra proprio che con questa ultima inculata io abbia compiuto chissà quale impresa.
- Magari impresa è un poco esagerato, ma certamente per essere la prima volta che ti confrontavi con misure del genere te la sei cavata più che bene
- Questa cosa delle misure evidentemente rimane un mio punto debole.
- Devi cercare di migliorare la tua capacità di osservazione, per una professionista è importante saper valutare, dimmi un aspetto che ti ricordi di questo ultimo cazzo.
- Ho pensato che non riuscivo a chiudere le dita intorno, come mi succede con la lattina della coca cola, quella che abbiamo in frigo
- La coca zero da 500 ml?
- Si quella che abbiamo in frigo anche qui adesso.
- Perfetto, parlando di numeri tieni presente che siamo sui sei centimetri e mezzo di diametro.
- Un numero che sparato così non mi dice molto
- Benissimo, conta che il cazzo dell’altro che oggi ti ha inculato era sui quattro, o se preferisci un paragone con qualcosa che dovresti conoscere meglio, il mio è sui cinque, ma i numeri quando si parla di diametro sono ingannevoli.
- Cosa vuoi dire?
- Già molte persone, se non abituate a misurare per ragioni di lavoro, se gli chiedi di segnare con le dita una distanza di dieci centimetri, propongono distanze ridicole. Ma se provi a chiedergli di suggerire un certo diametro, mettendo pollice ed indice a cerchio, ottieni davvero di tutto, per quello ho tirato in ballo la lattina, per cercare di farti visualizzare cosa significa sei centimetri e qualcosa. Inoltre molti non hanno idea di quanto cambi un cazzo al variare del diametro
- Che vuol dire, di quanto cambia?
- Nel senso che se tu sei abituata a prendere diciannove centimetri di cazzo in culo e poi trovi uno che te ne infila ventuno, probabilmente non senti la differenza. Ma se hai sempre preso cazzi sino a cinque centimetri di diametro e trovi uno che te ne pianta sei e rotti, te ne accorgi eccome se te ne accorgi.
- Si, ammetto che me ne sono accorta e che il mio culo ne conserva ancora un certo ricordo.
- Di questa cosa però hai anche un po’ di responsabilità.
- In che senso?
- Non ho capito come mai, dopo un approccio giustamente prudente negli ultimi colpi hai voluto strafare, se non fosse venuto subito avresti potuto farti male, e senza sua colpa.
- Non lo so cosa mi è passato per la testa, magari ho pensato che così avrebbe sborrato subito e la finivamo, magari ho pensato che era una occasione per allenare il mio culo e vedere dove potevo arrivare, magari ho pensato di provare sino in fondo quanto poteva essere spiacevole fare questo mestiere, chissà.
- Sono tutte motivazioni plausibili, ma io te ne propongo un’altra altrettanto plausibile ma molto più sciocca: hai raccolto la sua sfida ed hai voluto vincere.
- Anche se fosse perché dici sciocca? Sai bene che ho un senso della competizione diverso dal tuo, e non per questo automaticamente sbagliato.
- Dico sciocca perché in questioni di lavoro, a mio parere, non si entra in competizione per il record ma per il risultato. Mi spiego meglio, a proposito di aperture anali ci sono ormai professioniste e professionisti che hanno raggiunto livelli altissimi, in confronto ai quali la tua lattina di coca scomparirebbe. Questo significa che il tuo target, se decidi di andare in quella direzione, sia spalancarti il culo oltre i livelli da loro raggiunti?
- No, non credo.
- Appunto, non è così, la questione è diversa. Come dal punto di vista ludico, se piace, si può e si deve farsi aprire i buchi fino a quanto ci diverte, così dal punto di vista commerciale ci si deve fermare ad un corretto rapporto costi benefici. Se domani ti si presenta uno con un cazzo ancora più grande (è improbabile ma non significa che sia impossibile) tu, se sei in ambito lavorativo, devi decidere se prenderlo tal quale, se trattare o se rifiutarlo. Ma sicuramente non raccogliere la sfida (piuttosto banale) del “gne gne vediamo se sei capace di cacciarti nel culo questo”.
- Lo terrò presente, niente sfide mentre lavoro
- O almeno, niente sfide comprese nel prezzo.
Suona il campanello, ci siamo persi in chiacchiere, ti prendo la tazza dalle mani e me ne vado in camera, tu ti dai un occhiata allo specchio e vai ad aprire.
Accipicchia, occupa tutta la porta praticamente, ti porge la mano, gli dai la tua e la vedi praticamente scomparire nella sua stretta, fortunatamente sembra cosciente della sua forza e non ti stritola. Ma certamente ti fa sentire davvero piccola. Non puoi fare a meno di pensare che se anche il cazzo è in proporzione, sarà un massacro, ma poi ti dici che sono pensieri inutili, anche perché quello che poco prima ti ha sfondato il culo era quasi un nano e ciononostante…
- Mi chiamo Goran, e vengo dalla Serbia, ma sono italiano ormai da molti anni
- Piacere Angelica
- Ecco, qui ci sono i soldi, abbiamo un’ora e mezza vero?
- Si certo, questo è l’accordo
- Bocca, figa e culo vero?
- Certamente
- E sborro dove voglio e quanto voglio?
- Si, ti ricordo però che figa e culo solo col preservativo
- Si si, ricordo bene i patti
Però, preciso l’amico, metti via i soldi e lo accompagni in camera mostrandogli il bagno, poi passi da me, mentre metto via il contante sentiamo scorrere l’acqua della doccia, ti dico:
- Si fa la doccia completa, Meglio così.
- Si, e speriamo si sciacqui bene, anche il gusto del sapone alla lunga stufa
Ti do la solita passata di lubrificante e ti dirigi al posto di lavoro.
Esce dal bagno asciugandosi i capelli, è senza vestiti ed ovviamente dai subito un occhiata a ciò che dovrai prendere. Non è in erezione, quindi qualche sorpresa è sempre possibile, ma ad un primo sguardo sembrerebbe essere gestibile.
Ti si mette di fronte e ti mette una mano sulla spalla spingendoti in ginocchio, scendi pensando che anche volendo sarebbe complesso fare resistenza. Ti accorgi che vista la differenza di altezza se gli diventa duro sarai un po’ troppo in basso se ti accoccoli, dovrai stare proprio in ginocchio con le gambe a novanta gradi, posizione che ti diverrà presto scomoda. Ma lui ti dice:
- Stai pure comoda, così puoi leccarmi bene le palle
Inizi a lavorare, ti sforzi di ricordare di non lesinare sulla saliva, per fortuna è molto pulito. Il cazzo sarà di dimensioni normali, ma questi coglioni sono più grandi di un uovo, provi a metterne uno in bocca, ma con delicatezza. Sembra apprezzare molto, il cazzo che stai massaggiando con la mano diventa di ferro. Riservi lo stesso trattamento all’altro testicolo, lo metti completamente in bocca, per la verità sembra un po’ più piccolo, ti soffermi a pensare a tutti gli altri che hai leccato e succhiato stasera, in effetti sono sempre un po’ diversi tra loro.
Si sposta sul letto, dove lo segui volentieri così le tue ginocchia stanno su qualcosa di morbido, ti piazzi tra le sue gambe, lui si solleva le palle con la mano e tu ti metti a leccargli la parte sottostante, solo il perineo però, la lingua in culo non è compresa nella prestazione base. Ti lascia lavorare per un po’ poi ti affida il cazzo in mano e ti dice:
- Fammi sborrare
Inizi col tuo pompino completo, labbra, lingua, saliva (ormai ti ricordi), guance, risucchio ed affondi di gola. Tutto procede come previsto, lui sembra gradire, ma il risultato si fa attendere. Quando finalmente senti montare l’aura della eiaculazione butti un occhio all’orologio, è già passata mezz’ora da quando è entrato, e quindi sono già venti minuti che lo pompi, cominci ad essere stanca ed indolenzita. Provi ad aggiungere uno stimolo ulteriore, ed insisti con la lingua sul meato dell’uretra, ha un sobbalzo e poi ti rilascia il primo schizzo. Dopo i primi tre le contrazioni diminuiscono, arrivano altri tre schizzi ma sempre meno abbondanti, hai la bocca piena ma pensi di poterla gestire. Torni un momento in ginocchio sul tappeto, se ne spanderai qualche goccia meglio che sia sul tappeto che sul lenzuolo, visto che hai ancora un cliente dopo. Butti indietro la testa ed apri la bocca, senti che è proprio piena, muovendo la lingua ne perdi un po’ che ti cola lungo il mento, chiudi la bocca ed ingoi il resto, a giudicare dalla sua espressione lo spettacolo non gli è dispiaciuto. Inizi a raccoglierla con un dito e a portartela alla bocca, ma lui ti dice:
- Lasciala dove è, sei bellissima, vieni sul letto
Ti accorgi che il suo cazzo non è cambiato, nonostante la copiosa sborrata è ancora in tiro. Lui ti apre le gambe, evidente la sua intenzione, gli infili rapidamente il preservativo, niente giochini con la bocca stavolta è troppo impaziente di mettertelo dentro. Ti infila e comincia a pomparti, il ritmo è deciso e le spinte potenti, ti accomodi i cuscini dietro la testa che rischia di raggiungere la spalliera del letto. Lui continua imperterrito, l’unica variazione che si concede è modificare la posizione delle tue gambe prendendoti per le caviglie, te le piega te le apre te le chiude, si porta i tuoi piedi sulle spalle, sul petto, ma per il resto continua imperterrito a montarti.
Il tempo passa e non sembra succedere molto, guardi l’orologio, ti sta scopando con costanza da almeno un quarto d’ora, nonostante la lubrificazione preventiva la tua figa comincia ad avere qualche difficoltà, probabilmente non riesci a mascherare completamente il disagio perché lui rallenta, si sfila e poi ti sputa abbondantemente sulla figa e ricomincia a pomparti. Certo lo sputo è un gesto volgare che ti ha sempre dato fastidio, ma in questo caso devi riconoscere che ha aiutato. Cogli la palla al balzo, e provi a dire qualcosa di stimolante:
- Si bravo, così, adesso che me la hai lubrificata pompami forte, sborrami dentro
Il ritmo si fa più serrato ed i colpi più potenti, meno male che hai pensato ai cuscini altrimenti le testate sarebbero state inevitabili. Poi ti afferra per i fianchi e te lo pianta più in fondo possibile, e senti le sue contrazioni. Si ferma qualche decina di secondi a prendere fiato, tu guardi l’orologio. Ti ha scopato per venti minuti, in effetti sei un po’ indolenzita, ma vista la mole è stato anche gentile.
Ti accorgi però che l’erezione è ancora presente, infatti lui ti sorride e dice:
- Adesso per finire, culo
Non è precisamente quello che speravi, ma non c’è molto da dire, il tempo c’è ed il cazzo è pronto, rientra negli accordi. Lo aiuti a cambiarsi il preservativo, quello che indossa è pieno e rischierebbe di sfilarsi. Sei indecisa anche sulla posizione da assumere, quale sarà la meno peggio per il tuo culo? Ma lui ti precede:
- Mettiti a pecora
Assumi la posizione, lui ti solleva senza sforzo e ti mette sul bordo del letto, in effetti così riesce meglio ad allinearsi, poi te lo appoggia e ti incula con gentilezza, te lo infila tutto e comincia a muoversi aumentando il ritmo e l’energia, rapidamente riprende l’andatura con cui ti ha scopato, ti tiene per i fianchi e ti pompa. La posizione non consente grandi variazioni, tu provi a portare il culo un po’ più in basso o più in alto per vedere se ottieni qualche reazione, ma lui ti riallinea e continua imperterrito. Il culo adesso ti fa davvero male, non si era ancora ripreso dal trattamento precedente avrebbe dovuto essere lasciato a riposo, invece questo ti sta inculando e pare instancabile. Guardi l’orologio, è passato un altro quarto d’ora, hai il culo in fiamme, ma prima mentre scopava almeno si è posto il problema, adesso cosa fa? Ha intenzione di incularmi sino allo scadere del tempo pattuito? Poi ti sovviene che adesso lui non vede la tua faccia, devi dire qualcosa se vuoi interrompere questa routine, pensi che se ha funzionato prima vale la pena di provare:
- Dai, sputami nel culo e poi pompami forte
Rallenta, lo sfila tu ti apri bene le chiappe, intanto lui ti dice:
- Cerca di non chiudere il buco cosi lo centro meglio
Ha senso, anche se presumi che gli piaccia anche vedere il tuo buco spalancato, ma se serve per farlo concludere va benissimo. Senti un paio di sputi che centrano il bersaglio, poi te lo ripianta dentro e parte al galoppo. Fa male, fa proprio male, ma fortunatamente non dura a lungo, senti la stretta sui fianchi farsi più forte e l’ultimo colpo con cui lo conficca sino alla radice e poi le contrazioni che ti dicono che è finita. Guardi l’orologio, ti ha inculato esattamente per venti minuti, metodico ed affidabile l’amico.
Si sfila il preservativo e si ripulisce, poi ti consegna salvietta e tutto il resto e si riveste veloce:
- Sei davvero brava sai, per me è normale farne due di seguito quando sono con una bella figa, ma tre di seguito mi capita molto raramente
Sorridi e ringrazi per i complimenti, anche se i tuoi buchi in fiamme avrebbero probabilmente gradito meno entusiasmo. Lo accompagni alla porta e guardi l’orologio, Hai solo venti minuti di tempo prima del prossimo e sei distrutta. Ti accompagno al bagno, anche perché ti vedo un po’ barcollante. Dieci minuti di operazioni preliminari ed esattamente venti minuti di penetrazione in ciascun buco, l’amico ha messo bene a frutto i suoi soldi, a te restano solo venti minuti prima del prossimo, ed hai intenzione di passarli a cavallo del bidet, per ovvie ragioni. Fai scorrere l’acqua e ti ci accomodi stancamente.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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