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Serata di tango argentino


di abranot
02.04.2012    |    5.055    |    0 9.1
"Quando ricomincò l'ultimo pezzo incominciai a ballare con un figura molto bizzarra e mi accorsi che la signora in questione guardava con interesse il mio modo..."
Questa storia mi è veramente accaduta e tutte le volte che ci ripenso mi mette un certo prurito nelle parti bas-se. Io sono appassionato del ballo in particolare il tango argentino e vado a ballare regolarmente quando si presenta l'occasione. La scorsa estate ero al mare a Marina di Grosseto dove ho una roulotte fissa tutto l'an-no in un campeggio quando capita vado a ballare da quelle parti. Quella sera ballavano sulla terrazza di un ba-gno dalle parti di Punta Ala e decisi di andarci da solo. Il posto era molto suggestivo, una terrazza che si af-facciava direttamente sul mare contornata da pini in sottofondo il rumore tenue del mare e una leggera brez-zolina accarezzava la pelle provocandoti piccoli brividi. La sala era piena di bella gente donne con vestiti me-ravigiosi minigonne pazzesche, spacchi che lasciavano intravedere cosce meravigliose e abbronzate.Mi sie-do a un tavolo e comincio a studiare la situazione aspettando che finisse la tanda che era iniziata: nel tango il ballo si suddivide in tande cioè serie di tre o quattro tanghi interrotti alla fine da una pezzo che non c'entra nulla col tango, quando inviti una ballerina di solito balli tutta tanda con la stessa. Nonostante tutte le mini-gonne e gli spacchi al quale io sono molto sensibile la mia attenzione fu rapita da un signora che ballava divinamente e con una eleganza regale anche se il suo abbigliamento era molto sobrio ed elegante: era allacciato al collo e due lembi di stoffa le scendevano a coprirle il seno lasciandole scoperte le spalle e tutta la schiena il tutto continuava con una gonna sciallata che arrivava sotto il ginocchio, una donna fuori dalla mia portata. Quando comiciò la tanda successiva invitai una ragazza molto vistosa che avevo visto ballava bene non pensavo più a quello che mi aveva attratto prima anzi il mio sguardo era concentrato ad ammirare la ragazza che avevo tra le braccia più precisamente i suoi occhi meravigliosi e il suo seno che ogni tanto strisciando sul mio petto mi permetteva di valutarne la consistenza.Alla fine del secondo ballo mi fermai con una posa molto sensuale proprio di fronte al tavolo della donna di cui vi avevo parlato prima e mi accorsi che la signora guardava con interesse quella figura che avevo fatto per finire il ballo. Quando ricomincò l'ultimo pezzo incominciai a ballare con un figura molto bizzarra e mi accorsi che la signora in questione guardava con interesse il mio modo di ballare e quando passsavo vicino al suo tavolo seguiva i miei passi e le mie fi-gure con interesse. La tanda finì, ringraziai la ragazza con cui avevo ballato e mi avvicinai un pò al tavolo del-la signora. Quando il ballo ricominciò fissai la signora e aspettai che lei si accorgesse di me lei incontrò il mio sguardo e lo sostenne a quel punto feci un cenno con la testa per invitarla e lei subito si alzò come se non aspettasse altro. Con movimenti molto signorili mi venne incontro e io aprii le braccia per accoglirerla, ri-masi un pò deluso dalla sua posizione perchè , appoggiando il suo braccio sul mio, mi teneva a distanza co-me dirmi "io ballo con te ma niente contatto". Cominciammo a ballare un ballo molto sobrio anche se io cer-cavo con movenze delicate e armoniose di coinvolgere la signora perchè si sciogliesse alla passione del tan-go. Dopo il primo pezzo le chiesi il suo nome, Emanuela, le feci i complimenti per come ballava e le dissi che io mi trovavo bene a ballare con lei come se avessimo ballato da sempre poi commentai il suo nome di-cendolo in francese "Emanuelle" un nome molto passionale. Lei sorrise non commentò abbassò lo sguardo e ricomiciammo a ballare: questa volta il suo braccio andò appoggiarsi sulla mia spalla cosi che la distanza tra noi si ridusse e il suo seno arrivò a sfiorare il mio petto mentre il mio braccio andò a circuire la sua schiena il contatto dei nostri corpi mi provocò una scarica di brividi alla schiena e credo che anche per lei non fu indif-ferente. Ballando il suo seno strisciava sul mio petto e avevo l'impressione che lei accentuasse i movimenti per provocare lo sfegamento; i suoi capezzoli si erano induriti e potevo apprezzali a contatto col mio petto. Anche il suo portamento era diventato più eretto e spesso la mia coscia destra entrava a contatto con la sua o addirittura si introduceva tra le sue. La guardavo fissa come se la ressa che c'era intorno a noi non esistes-se e facevo delle figure dove era previsto che le nostre cosce si toccossero i nostri petti si strusciassero la mia mano scendesse lungo la sua schiena abbronzata e morbida; di velluto. Accentuavo il più possibile i pie-gamenti e in determinate figure il mio cazzo che, ripiegato nelle mutande era diventato duro andava ad appog-giasi alla sua coscia mentre il suo pube si strusciava contro la mia. (continua)
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