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Michela collega, amica e amante 1


di alexmagnum70
08.09.2023    |    77    |    0 8.0
"Un uomo che si ritrovò ad amare in un particolare momento della sua vita ma del quale non si sentiva ricambiata..."
Con Michela ci siamo conosciuti ad un corso di aggiornamento professionale. Il suo fisico slanciato ed i suoi capelli lunghissimi attirarono subito la mia attenzione. La simpatia fece il resto e permise di diventare subito amici. MI sembrava inarrivabile, io sposato, lei raccontava di un uomo che definiva fidanzato. Due occhi faro, due gambe affusolate, un seno delicato ed un sedere disegnato in quel corpo esile la rendevano irresistibile agli sguardi degli uomini. Dopo il corso iniziammo a vederci qualche volta con la scusa del caffe' al bar. I nostri discorsi incominciarono a trasformarsi da professionali a strettamente personali finchè non iniziò a raccontare della sua relazione con Matteo. Un uomo che si ritrovò ad amare in un particolare momento della sua vita ma del quale non si sentiva ricambiata. Divenne chiara la sua sofferenza nel rapporto con quell'uomo sul quale lei aveva scommesso il suo futuro. Approfittando dei momenti liberi si trascorreva molto tempo al telefono raccontandoci le giornate trascorse senza vederci o sentirci come fanno due persone che si cercano. Quel venerdì pomeriggio ero in giro con amici quando arrivò l'ennesima sua telefonata. Era disperata, mi dice di essere rimasta appiedata con l'auto in panne e che il suo fidanzato le negava aiuto. Disponibile ad aiutarla mi diressi immediatamente ad aiutarla trovandola dentro l'auto all'interno di un parcheggio isolato. Sceso dalla mia auto mi avvicinai a lei che parlava animatamente con il fantomatico ragazzo al cellulare mentre piangeva. Non riuscì a comprendere bene le parole che erano interrotte dai singhiozzi, chiuse la comunicazione, si scuso e mi salutò abbracciandomi calorosamente continuando a singhiozzare.
Cercai di tranquillizzarla accarezzandole la testa poggiata sulla mia spalla e cercando di capire cosa fosse accaduto. Bisbigliò qualcosa incomprensibile, smise di piangere, continuò a scusarsi e mi chiese di aiutarla con l'auto in panne. Solo a quel punto mi resi conto di come vestiva elegante e nello stesso momento molto sexy. Indossava un vestitino arricciato in vita che lasciava scoperte le spalle e le gambe abbronzatissime. Provammo inutilmente a rimettere in moto l'auto ma dovemmo rimediare chiamando il carroattrezzi che sarebbe arrivato da li ad un'oretta. Iniziava a far buio e ci sedemmo in auto. Mi confidò l'ennesima lite con il fidanzato ma stavolta mentre parlava cercava la mia mano con la sua. Ci ritrovammo mano nella mano e con i visi a pochi centimetri. Scattò un bacio caldissimo e passionale che si trasformò ben presto in una bellissima limonata durante la quale le nostre mani iniziarono a scoprire i nostri corpi. Fu semplicissimo abbassare la maglia e scoprire il suo seno. Due tette piccole e ben fatte con capezzoli chiari delineati e già ben turgidi. Accarezzandole il seno scesi con la bocca sul collo baciandolo e facendo scorrere la lingua sino all'orecchio e poi riscendendo sino ad andare a ciucciare i sui capezzoli dritti ed eccitati. MI accarezzava i capelli e si sdraiava comodamente sul sedile socchiudendo le gambe quasi totalmente scoperte. Mentre continuavo a succhiarle i capezzoli la mano andò alla scoperta delle sue cosce risalendo dal ginocchio sino al suo slip che trovai completamente fradicio. Scostai lo slip ed inizia ad accarezzarle la figa completamente depilata, calda e molto umida. Risalì a baciarla in bocca e mentre cercavo la sua lingua le misi prima uno e dopo due dita dentro. Il suo respiro si fece affannoso e la sua lingua divenne un frullino dentro la mia bocca. Allungò una mano verso la mia patta iniziando a massaggiarmi il cazzo, senza uscirlo dai pantaloni, oramai diventato duro. Aveva le gambe spudoratamente aperte con i talloni poggiati al sedile. La figa era caldissima e continuava a lubrificarsi. Mi staccai dalla sua bocca e mi chinai tra le sue cosce iniziando a leccarle quella figa rasata, profumata e calda mentre una sua mano mi accarezzava i capelli e l'altra si stringeva e capezzoli. La mia lingua affondava tra le labbra di quella figa umidissima quasi a penetrarla ed il mio dito andava alla scoperta del suo buchino riuscendo facilmente a capire che era utilizzato. Avevo il cazzo che mi scoppiava nei pantaloni ma l'immagine di lei così proiettata verso l'orgasmo mi convinse a continuare sinché le sue cosce non mi strinsero la testa e subito dopo un urlo mi ritrovai il viso bagnato del suo piacere. Continuò cosi a godere mentre la mia lingua profanava la sua figa che continuava a grondare di piacere. Le luci gialle del carroattrezzi ci costrinsero a smettere, a baciarci e ricomporci velocemente. Avevamo abbattuto il muro ed il seguito fu un crescendo.........
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