tradimenti
La collega di lavoro
di Monkey
27.01.2020 |
7.592 |
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"Anche lei era appena uscita dalla doccia ed era in accappatoio: la situazione avrebbe potuto farmi perdere il controllo ma mi contenni (avete presente la..."
Amabile donna di anni 43,abbondante, giovanile, simpatica, incredibilmente sexy, insomma il mio ideale per un'avventura.Sempre la stessa collega però è anche sposata (tra l'altro con un bellissimo uomo più giovane di lei) con figli, seria mamma, moglie e professionista, insomma: il mio ideale per picchiare la testa contro il muro ripetutamente.
Dopo una vita di fantasie su di lei capitò, finalmente, una bella trasferta di lavoro, insomma: l’ideale per verificare il fatto che io sia un serio professionista che possa resistere alla tentazione restando concentrato su lavoro e clienti.
La segretaria (bel culone giovane e sodo tra l'altro… ma non divaghiamo) dunque prenotò l'albergo trovando una camera matrimoniale ed una singola: ovviamente mi sacrificai e presi io la singola.
Il giorno della partenza mi passò a prendere la mia collega con un'auto aziendale: mi feci trovare bello profumato e pronto, mi ero pure masturbato poco prima facendomi il bidet (pensando ovviamente a lei) dunque ero tranquillo e convinto di dominare la situazione, dopotutto sono un professionista!
Il viaggio procedette tranquillamente anche se immagino che lei non avesse potuto non notare come le guardassi ripetutamente quel seno gigante strizzato nella camicia o le sue belle cosce a fatica contenute nei jeans.
Mentre il viaggio procedeva pensai ripetutamente a quanto volentieri le avrei sfilato i pantaloni mentre guidava e le avrei infilato la lingua nella sua fica bollente sino a farla venire.
Ci fermammo ad un autogrill perché lei aveva fame (le piace mangiare, si vede e mi piace, è sexissima così com’è), io non ero affamato, inoltre, da salutista quale sono, dentro un autogrill non avrei trovato nulla di mio interesse, rimasi dunque da solo in auto.
Vi prego non pensate che io sia un maniaco ma una volta solo non trovai nulla di male a dare un'annusatina al suo sedile: dopo 2 ore di viaggio, qualcosa di lei doveva essere rimasto pensai.
Annusai un odore che ricondussi immediatamente alla sua fica, pulita, abbondante ma senza profumi fastidiosi. Fu una pessima idea: mi crebbe istantaneamente una cospicua, evidente e dolorosa (causa jeans) erezione, dunque aprii il finestrino e cercai di pensare ad altro.
Al suo ritorno l'uccello era quantomeno più sgonfio e penso meno visibile, pensai che probabilmente non se ne sarebbe accorta.
Ben presto capii che potevano essere cinque giorni bellissimi o infernali, sarebbe dipeso solo da me, ma dovevo prendere una decisione.
Arrivati in hotel ci apprestammo a prepararci per l'incontro col cliente che sarebbe avvenuto nel pomeriggio, immediatamente scoprii che in camera mia non funzionava il rubinetto dell'acqua fredda nella doccia, pertanto, dopo vari tentativi di lavarmi con acqua a temperatura lava, pensai che fosse un segno del destino: mi misi l'accappatoio e le bussai alla porta.
Anche lei era appena uscita dalla doccia ed era in accappatoio: la situazione avrebbe potuto farmi perdere il controllo ma mi contenni (avete presente la storia del professionista) e le spiegai la situazione. Fui sorpreso di quanto mi rispose immediatamente che potevo usare il suo bagno, dunque entrai e mi infilai subito nella doccia. Chiusi la porta del bagno ma non a chiave dicendole di entrare pure se le fosse servito qualcosa, che tanto non avrebbe visto nulla di nuovo ed che io non mi vergognavo di certo a farmi vedere nudo da lei.
Per tutta la doccia pregai costantemente che entrasse in bagno, ma ciò non accadde, dunque tutto finii e trascorremmo un ottimo pomeriggio di lavoro, scherzando anche molto sul “Problema Doccia” stesso.
L’unica cosa certa è che più passava il tempo e più il professionista lasciava spazio agli ormoni, iniziai dunque a fare battute sempre più spinte sulla situazione: ogni volta che mi spingevo più in là lei pareva stare al gioco ed io mi spingevo ancora più in là, forse la cosa mi stava sfuggendo di mano.
Tornando in albergo la sera non si pose neanche più problema del “se” avessi fatto la doccia da lei ma semmai “quando”.
Prima di entrare nel suo bagno dunque le feci una battuta sul fatto che avrei lasciato la porta aperta in modo che fosse lei a decidere cosa fare. Non ci avrei mai provato seriamente e non mi aspettavo che sarebbe successo veramente qualcosa, infatti lei non entrò.
La situazione era pesante dunque non mi ci volle molto per venire nella doccia accarezzandomi l'arnese: mi masturbai pensando che sarebbe stata l'unica cosa che avrei potuto fare in quei giorni.
Mi asciugai ed uscii dal bagno trovando qualcosa di insperato ad attendermi: la mia collega completamente nuda sul letto.
Mi si parò davanti agli occhi uno spettacolo meraviglioso composto da un seno abbondantissimo ancora raccolto e pompato nel reggiseno, una bella pancetta tonda e liscia, un grande e profondo culo affossato nel morbido materasso, delle belle cosce abbondanti, caviglia fina (che non guasta) ed una bellissima fica rasata da ciucciare, leccare e baciare in tutta libertà.
Mi disse che aveva deciso che la scelta doveva essere mia, io bofonchiai qualcosa sul suo matrimonio ma lei mi rispose che non sarei stato n'è il primo n'è l'ultimo.
La sua frase mi bastò: ero ripieno di ormoni e con una masturbazione alle spalle che mi avrebbe permesso di fare un figurone in durata, non dissi nulla, mi tolsi l'accappatoio e mi tuffai su quel corpo che tanto avevo agognato ed immaginato negli anni passati.
Aveva già la fica abbondantemente bagnata così glielo feci notare invitandola a verificare che anche il mio glande stava iniziando ad inumidirsi: non se lo fece ripetere due volte e raccolse un po’ dei miei umori con le dita ed iniziò a succhiarsele.
Dopo un po' di lavoro orale tra baci e leccate alle sue parti basse mi aiutò a slacciarle il push up, dunque raccolsi i suoi seni tra le mia mani e li strizzai leccandoli e baciandoli. Nel frattempo avevo posizionato il mio cazzo di nuovo durissimo in mezzo alle sue gambe accostato verticalmente in modo da sentire il contatto con il taglio umido della sua fica: le chiesi se lo sentiva e se lo avesse voluto e lei mi confidò con voce flebile quanto fosse stupita di quell'inizio e che voleva tutto di me in ogni orifizio possibile.
Finito di giocare con le sue tette mi chiese di assaggiarmi il cazzo che a quel punto era decisamente umido, la avvertì della cosa e lei si dimostrò solo che entusiasta, dunque mi misi in ginocchio a cosce aperte sopra la sua bocca in modo che me lo potesse ciucciare comodamente e nel frattempo le fosse agevole palparmi il culo ed esplorarlo liberamente con le dita.
Dopo poco le chiesi di smettere poiché, nonostante mi fossi masturbato poco prima, sentivo il piacere salire troppo rapidamente, così iniziammo a baciarci profondamente con le bocche inumidite dagli umori reciproci ed infine le chiesi di girarsi a pancia sotto.
Improvvisamente l'aria della stanza si riempì del suo maestoso fondoschiena, decisi dunque di arrivare a gustarmelo prendendola larga: iniziai con un massaggio ai piedi, seguito da piccoli baci, morsi, e leccate, poi spostai il trattamento più su. Non appena possibile aggiunsi al massaggio con mani e bocca lo sfioramento della sua pelle con il mio glande, oramai bagnatissimo ed esausto.
Arrivai a spalle e mani e poi le chiesi di mettersi a pecorina: lei accettò di buon grado ed io potei gustarmi tutto il suo culo che accarezzai baciai e penetrai con le dita (non col cazzo perché sarei venuto molto velocemente a quel punto).
Le chiesi dunque di girarsi e feci ciò che volevo fare da una vita ma ancora di più da una mezz'ora buona: guardandola fissa negli occhi le infilai il cazzo nella fica in modo deciso.
Mi sdraiai sopra di lei in modo da sentire tutto il suo corpo a contatto con il mio, lei dunque iniziò ad accarezzarmi culo, schiena e cosce seguendo i fasci muscolari ed io le presi la testa tra le mani e baciandola le chiesi se potevo venirle dentro: mi disse che non c'era problema, che prendeva la pillola e si fidava di me, venni dopo pochi colpi gemendo.
Restammo lì in silenzio per un po’, poi lei mi sussurrò "mamma mia…" e aggiunse "se partecipasse mio marito ti darebbe fastidio?" le dissi che ci avrei pensato e che al momento volevo solo rimanere lì abbracciato alla sua odorosa e morbida abbondanza.
Alla fine mi resi conto che non c’era bisogno di fare alcuna scelta tra desiderio e professionalità, non fu l'ultima volta che scopammo in quei cinque giorni, non fu l'ultima volta che andammo in trasferta assieme e... sì: alla fine accettai di vedermi anche col marito, ma questa è un altra storia..
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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