tradimenti
Gli insospettabili vicini
di leonardodavinci1989
20.07.2021 |
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"“Certo che questa poveretta è ignara di tutto” - disse con sorriso malizioso..."
Erano 2 anni dall’ultima volta che ero stato nella nostra Villa al mare in Versilia, ero stato troppo impegnato con gli esami universitari (che fortunatamente andarono bene) e poi, una volta finiti, con i viaggi organizzati in compagnia di amici. Tuttavia quest’anno le cose non andarono così perché gli amici andarono in vacanza ognuno per conto loro ed io ripiegai con la famiglia. Data la vicinanza ed il maggiore tempo libero fui il primo a trasferirmi nella Villa ed i miei approfittarono per mandarmi la colf: una provocante signora dell’est onnipresente nelle mie fantasie adolescenziali e da allora sempre desiderata. La villa era in un posto dal panorama mozzafiato, ma difficile da raggiungere e anche per questo la Villa che stava vicino era sempre vuota, dal momento che il posto non faceva più per gli anziani proprietari. Tale occasione, dunque, mi sembrava perfetta per farmi avanti con la colf, creare una situazione propizia e magari riuscire a strapparle almeno un pompino. Ero diventato più che gentile e simpatico con la signora Ana, e lei sembrava ricambiare la gentilezza ed apprezzare la simpatia. Si stava creando una complicità che ci avvicinava nell’intimità ed ero sicuro che da lì al weekend avrei avuto il mio cazzone (23cm) dentro la sua bocca! Erano le 18, stavamo sistemando i cuscini sopra l’arredamento esterno e finendo di pulire la piscina con gli schizzi d’acqua che arrivarono a bagnare un po’ la maglietta della signora Ana, mettendo in evidenza un capezzolo delle sue due grosse poppe (la porca si sentiva ormai libera di non indossare il reggiseno), quando sentii suonare il citofono.
Mi avvicinai per vedere chi fosse e vidi una coppia sulla quarantina. Non feci in tempo ad avvicinarmi che sentendo i passi approcciarsi in coro mi dissero di essere i vicini e che scusandosi per il distrutto chiedevano un po’ di latte per il loro bambino; avevano appena traslocato, si erano scordati di comprarlo e in zona non c’erano naturalmente supermercati.
Io con la gentilezza che mi viene naturale aprii con un sorriso mostrandomi disponibilissimo: erano un uomo abbastanza alto e una bellissima donna anch’essa più alta della media, con un fisico snello, i capelli rosso scuro, culo e tette sode e corpo tonico, con un viso che, dietro la donna, moglie, mamma nascondeva sicuramente una gran puttana. Entrambi mi strinsero la mano e si presentarono, così chiamai la signora Ana e le dissi di portare il latte.
Arrivata Ana, la vergogna mi assalì; ero davanti a due sconosciuti ed in presenza di una donna di gran classe che mi piaceva da morire, e la mia colf arriva con la maglietta bagnata ed un grosso capezzolo che praticamente non era più celato. Ringraziai Ana e la mandai di nuovo dentro spiegandogli la situazione e dicendo a loro che quella era la nostra storica colf, per non fargli pensare che fossi nel bel mezzo di un festino a base di sesso e mignotte.
Tuttavia, la loro gentilezza era altrettanto sincera che mi dissero - alternandosi nel parlare: “Leo, dai, sei stato così gentile, se sei solo vieni a cena da Noi, la nostra colf è una ottima cuoca”
Io: “Ma non è dovuto da parte vostra l’ho fatto volentieri” poi aggiunsi -per non farmi perdere l’occasione di poter stare a contatto con la signora Beatrice - “e poi non vorrei rovinarvi l’armonia delle vacanze”
Lei, a quel punto incalzò: “ma quale armonia, con un bambino capriccioso, una colf che va a letto presto, un marito che ormai sopporto da tempo - dai vieni ci fai un po’ di compagnia”
A quel punto il marito replicò riferendosi alla battuta della moglie: “bhe se poi per il marito che sopporta da tempo porteresti anche la tua signora colf sarebbe un piacere” aggiunse lui facendo una battuta provocando il lei una strana reazione accompagnata da una pacca sul culo di lui.
A quel punto io, contento che avessero insistito accettai.
Loro: “allora ci vediamo intorno alle 21 va bene?” - dissero allontanandosi e salutando calorosamente.
Suonai il campanello alle 21:05, ma stavo lì davanti da almeno 15 minuti ed ero pronto da mezz’ora: non vedevo l’ora! Mi accolsero entrambi, notai subito che si erano cambiati per la cena: lui si era messo una camicia bianca di lino e pantaloni lunghi, lei invece si era accorciata l’abbigliamento (vestitino bianco con parte superiore in pizzo che indossava sicuramente senza reggiseno dal momento che, mio malgrado, c’era una fascia di cotone sul petto che limitava la trasparenza; i piedini li teneva invece custoditi in dei sandali estivi e molto casalinghi che slanciavano le sue gambe e mettevano in risalto le dita smaltate di rosso). Per me la sega notturna era già servita!!! Naturalmente notai tutto questo mentre si svolgeva il banchetto e mentre entrambi facevano domande strettamente personali come se mi stessero facendo un’intervista di lavoro; tutto questo mi faceva un po’ strano fino a quando non capii il perché. Erano molto affabili e mi facevano sentire a mio agio: era come se ci conoscessimo da una vita. L’imbarazzo non mancava però, specialmente quando il marito faceva battute molto piccanti sulla mia colf e la signora mi guardava in modo sensuale mentre rispondevo con battute altrettanto piccanti sulla signora Ana. La mia perversione era arrivata al punto di pensare che durante queste battute la signora Beatrice si sfiorasse la fica, perché sembrava facesse su e giù con le mani sotto al tavolo. In particolare ciò accadde quando il marito disse, ridendo da matto come si fa in compagnia di vecchi amici: “ma senti Leo, il latte che ci hai dato lo ha dato la signora Ana? Perché quando è arrivata aveva la maglietta appiccicata al capezzolo bagnato! Ahahah” ed io prontamente risposi con altrettanti modi: “magari! Lo berrei ogni mattina!”. In quel momento Beatrice aveva le mani giù, le agitava delicatamente e mentre faceva ciò, la signora con voce tremolante e decisa e all’apparenza minacciosa (nella mia mente immaginai fosse per via dell’eccitazione) mi chiese: “ti piace la signora Ana...ah Leo vero???!!!” - ripeto aveva una voce tremolante e decisa.
Così io fortemente imbarazzato risposi timidamente con un semplice: “oggettivamente è una gran bella donna” - e lo proferivo lentamente e a bassa voce mentre i miei occhi infuocati rivolti verso Beatrice non dicevano altro che quanto fosse bella lei, non avendo il coraggio di dirlo davanti al marito!
In quel frangente il loro bambino cominciò a piangere e non mi feci perdere l’occasione di recuperare dall’imbarazzo in cui ero cascato: “tale padre....ecco ha sentito parlare di latte....anche lui vorrebbe le tette di Ana” ahahaha
E Beatrice rispose: “No lui vuole quelle della sua mammina” riferendosi a noi due con voce pacioccosa e sguardo porco, mentre si accarezzava le tette. In quel momento notai la sua troiaggine, proprio dal modo in cui sicuramente si toccava abitualmente le tette: accarezzandosi con le dita i capezzoli (che ripeto, mio malgrado non si vedevano).
Vista la situazione dispersiva creatasi col pianto del bambino, dissi loro che toglievo il disturbo, ma che li avrei aspettati l’indomani a cena da me.
Ci salutammo in fretta e me ne andai a casa con il desiderio di una mega sega pensando al capezzolo di Ana con il curioso desiderio di scoprire quelli di Beatrice.
Addobbai e preparai casa come un adolescente prepara la camera per la prima scopata: tutto pulito e profumato, tavola a festa, bevande alcoliche, sedie cuscinate e sdraio pronte a bordo della piscina che era stata anch’essa riempita di materassini e accessori vari immaginandomi delle scene pornografiche in pieno stile film americano con protagonista Beatrice.
Alle 18 era già tutto pronto, e fin quando non si presentarono passai il tempo a prepararmi fisicamente e mentalmente (fantasticando su cose che pensavo non si fossero mai realizzate) e a pensare a quanto fossi stato imbecille non avendo detto loro un orario preciso.
Le stavo pensando tutte, dal timore che non venissero al desiderio di andarli a chiamare, ma finalmente alle 21:00 esatte suonarono al campanello.
“Ciao Leo, non sapevamo a che ora venire così abbiamo fatto alle 9 come ieri” - dissero entrambi alternandosi a coro.
“Io stavo addirittura pensando che non veniste” aggiunsi ridendo e dopo una breve pausa aggiunsi, col desiderio perverso di farmi avanti: “ho pensato: vuoi vedere che Beatrice si è ingelosita per quella vicenda e non vengono?”
Lei invece rispose prontamente anticipando pure il marito e replicò: “No Leo ne abbiamo parlato giusto stanotte e siamo arrivati ad un accordo”.
Così io feci una smorfia al marito come per dire scherzosamente: “Ora son cazzi tuoi!!”.
Mentre facevo strada nel viale alberato che portava all’edificio principale approfittai per osservare la signora Beatrice e notaio che aveva allungato il vestito, ma sembrava più leggero; era colorato, ma sembrava più trasparente e per tali motivi non vedevo l’ora di averla sotto la luce per poter approfondire l’esame.
Ci venne in contro Ana, alla quale dissi di vestirsi in maniera più sobria e formale avendo ospiti a cena, ma che evidentemente per colpa di una incomprensione o una differenza culturale, si presentò con décolleté nere tacco 15 un abito nero molto attillato, truccatissima e con il grembiule da cucina sopra: oggettivamente era da sega solo a vederla, infatti, il marito di Beatrice sgranò gli occhi e cominciò a farfugliare a bassa voce con la moglie. Io ero imbarazzato come padrone di casa, ma eccitato al massimo come uomo sapendo che quella situazione avrebbe sicuramente portato argomenti piccantissimi nei discorsi a tavola.
Il marito salutò Ana con un baciamano che provocò non solo una piacevole reazione della colf, ma un’azione uguale e contraria della moglie che mi prese un braccio, e accarezzandolo e mi disse: “Tesoro, Leo, mi verseresti un po’ di champagne? Che vedo che mio marito è già partito di testa”.
Io visibilmente eccitato e molto sorpreso aprii la bottiglia e guardandola negli occhi le riempii un bicchiere, fermandomi, poi riempendo ancora un po’ e così via alternando pause e rabbocchi, per confermarle tacitamente le mie cattive intenzioni. Esagerai e la spuma fuoriuscì dal bicchiere colando giù per le dita smaltate e la mano snella di Beatrice. Lei, forse inconsapevole di essere sensuale, ma sicuramente con nonchalance, si asciugò succhiando con delicati baci lo champagne dalla sua stessa mano. Toccò al bicchiere del marito al quale però dissi scherzando: “Tu mi pare che non ne hai bisogno stasera. Vero?”
E lui rispose: “No anzi al contrario. Versa versa che se no la seguo in cucina”. Queste parole, a mio avviso un po’ inusuali e di regola un po’ pesanti da pronunciare davanti alla moglie, mi fecero riflettere facendomi immaginare quello che fin’ora non mi era mai passato di mente. Tuttavia, iniziò il banchetto e seduti sulla tavola rotonda a bordo piscina cominciarono gli ormai soliti discorsi con Ana come protagonista, mentre lei tranquillamente ed ignara di tutto ci serviva a tavola. Il marito continuava a fare battute mentre io e la moglie lo assecondavamo sorridendo. A quel punto non sapevo se fosse serio, magari sotto l’effetto delle bottiglie di champagne da me aperte, o stesse scherzando, così approfittai della situazione e davanti a loro dissi ad Ana di levarsi il grembiule e lei mi rispose furbescamente che se lo avesse fatto si sarebbe sporcata l’abito nuovo. Il marito colse l’occasione per dire: “Dai Ana, così poi se si sporca al massimo ti levi anche quello”.
Udito ciò mi pentii di averlo stuzzicato, ma allo stesso tempo mi eccitavo di più per la sorpresa che forse mi nascondevano. Finite piacevolmente ed in fretta le tre pietanze accompagnate da qualche bottiglia di champagne, il marito, con fare da gentleman, chiese ad Ana: “Ana, saresti così gentile da indicarmi la toilette?”
Fu in quel momento che capii che la serata stava per volgere al termine, così in assenza del marito cercai di sfruttare gli attimi rimanenti per approfondire la conoscenza di Beatrice.
“Certo che questa poveretta è ignara di tutto” - disse con sorriso malizioso.
“Chi Ana?” - risposi io immaginando si riferisse ai discorsi e le battute che avrebbe sicuramente sentito - “Non la sottovalutare è abbastanza maliziosa, anzi”
“Ma perché te la sei scopata? Cioè te la scopi?” - disse con fare curioso.
Io sorpreso e imbarazzato da un suo simile linguaggio cercai di rispondere tranquillamente dicendole “No no, o meglio non ancora” - toccandomi il cazzo in erezione. “Te la vorresti scopare?” Replico in modo tranquillo, come se parlassimo di argomenti normali.
Io ancora più eccitato dai discorsi e ancora più dal suo interessamento all’argomento risposi, con modi il più possibile normali: “Ti confesso che questo era il mio piano con dall’inizio, sono anni che la sogno e questa estate me la volevo fare, ma poi siete arrivati voi”
“Oh povero Leo, ti abbiamo rovinato i piani!” - disse con la stessa aria pacioccosa e sensuale della sera prima. “Quindi ti dispiace di averci...avermi conosciuto?” - incalzò lei mentre sorseggiava dal bicchiere.
“Assolutamente No, scherzi? ANZI!!!” - risposi prontamente io.
“Quindi mi stai dicendo che hai preferito incontrare noi e me piuttosto che scopare con la "porcona" della colf?” - disse con fare più eccitante scandendo il particolare la parola "porcona".
“Certo che si! A lei la posso avere tutti i giorni, almeno fin quando rimane qui, conoscere voi è stata una piacevole sorpresa” - dissi completamente disorientato dal discorso, ma sempre con il cazzo in tiro per il modo in cui chiedeva e per come sorseggiava dal calice la signora Beatrice.
“Quindi non ti va di scopare?” - disse lei con un’aria tranquilla che mi fece scoppiare il cazzo dalle mutande.
“No no io ho sempre voglia di scopare!!! Anzi penso che sia un problema!!” - replicai io tanto per stare al discorso timoroso del rientro dal bagno del marito.
“Ah si? Questo è un BEL problema allora” - disse la signora Beatrice mentre sentii il suo piede accarezzarmi la protuberanza del cazzo.
“Ooooh....hmmmm....” era quello che riuscivo a dire mentre la guardavo con occhi infuocati e mi strusciavo il piede sul mio cazzo.
Lei sorrideva come non l’avevo vista prima e continuava a bersi lo champagne. Aggiunse l’altro piede mentre diceva “oh povero Leo che non ha scopato Ana....”.
Io ero indeciso se tirare il cazzo fuori, ma il marito anche se non tornava, lo sentivo sempre in agguato, e non potevo rovinarmi questa possibilità.
Ad un cento punto però sentii mugolii, gemiti e scricchiolii, e non potevo credere alle mie orecchie: il marito di Beatrice si stava sbattendo Ana dentro casa mia!!! A quel punto tutti i dubbi che avevo furono chiariti, era proprio come pensavo: i miei vicini erano una coppia aperta e scambista!!!!!!
Anche Beatrice si senti più a suo agio sapendo che avessi finalmente capito, e cominciò a toccarsi la fica (era senza mutande).
Mi alzai per abbassarmi i pantaloni; Beatrice si alzò dalla sedia e fece un po’ di spazio. Io preso il vestitino dall’estremità della gonna, lo alzai e glielo sfilai: era tutta nuda!!!
La sua pelle bianca e profumata mi faceva venir voglia di tutto! Un corpo così perfetto non lo avevo mai visto, snello, sinuoso quanto basta, che abbinato al suo sorriso porco erano l’apoteosi dell’erotismo!! Con lei non c’era bisogno di parlare, la sua arte Maestra era tale che non appena sfilato il vestitino le sue mani scivolarono lungo le mie spalle e una volta accarezzatomi i glutei, afferrò con due mani il mio grosso membro. Delicatamente lo segava a mani aperte, lo accarezzava; e con la bocca, scuotendo la testa tentava di ingoiarlo per intero. Lasciavo fare alla Maestra nonostante avessi il desiderio di spingerle la testa sul mio pube e scoparle egoisticamente la bocca!!
Cercavo appoggio per sedermi, e lei non mi mollava il cazzo, mi seguiva come se avesse in bocca un amo. Non so descrivere il modo in cui lo facesse, ma era un’esperienza mai vissuta fino ad allora: l’Arte della fellatio era sua!!!
Finalmente, mi sedetti sulla sdraio facendomi più di 3 metri con lei incollata alla mia verga. Lei inginocchiata si poggiava sul morbido prato e avidamente inghiottiva i miei 23 cm di carne calda.
Accelerò il ritmo al momento giusto con un istinto sovrumano. Aggiunse carezze alle palle sbrodolando saliva anche dal naso. Il mio mugolio aumentava il suo che alimentava il mio! Fu una escalation di versi che culminò con una mia sborrata invisibile: era tutto dentro di lei!!!!
Si alzò e scambiandosi le mani alternava sega al mio cazzo e intense sditalinate alla sua fica fradicia di umori. Mi spalmava i suoi umori sulla cappella e stava per impalarsi sul mio cazzo ancora duro.
Le dissi di salire in camera mia, ma lei mi disse testualmente: “zitto e scopami” - aveva una voglia matta, sembrava un’altra persona!!!
Spingevo più che potevo controllando di non spaccare la sdraio, ma volendo spaccare la sua fica. La Maestra aveva forse previsto che la mia concentrazione sulla sdraio mi avrebbe fatto durare di più. “Ah ahhhh aaah siii, scopami porco, scopami!!!!!” Mi diceva interrompendo i silenzi rumorosi di sesso.
Si sedette affondando una dozzina di volte sul mio cazzo e quando toccai il suo utero con la cappella: URLÒ DI PIACERE!!! Avevo il cazzo indolenzito, lei si alzò, la presi per mano, mentre lei china -curva su di se con i capelli davanti al viso- si masturbava con le dita.
Non si staccò le dita dalla fica neanche quando salimmo le scale per arrivare in camera mia. Sentivo odore di sesso ovunque ormai!!!
Ci sedemmo sul letto. Beatrice aprendo le gambe avvicinò i piedi sul mio cazzo per segarlo mentre si masturbava violentemente. Il mio cazzo era talmente eretto che mi faceva male, così le dissi: “Adoro i tuoi piedini ma li vorrei conservare per farlo riprendere quando mi si ammoscia, ora vieni qui e fattelo mettere dentro”
Lei replico dicendomi: “Non hai capito, è per me questo, perché se ti salgo sopra ora te lo spezzo porco!” - disse a denti stretti e con voce minacciosa.
“Allora fattela leccare maiala, sbattimela in faccia qui su questa lingua grossa” le dissi tirando fuori la linguaccia, tentando di associarmi al suo turpiloquio.
A quel punto lei si alzò in piedi sul letto e tenendosi prima dal muro e poi dalla parte superiore del letto mi sbatteva la fica bagnata in faccia.
Con un movimento sensuale, ma con forte pressione, su e giù premendo sulla mia faccia si strusciava la fica non lasciandomi alcuna possibilità di agire. “La volevi in faccia porco? Tieni la figa in faccia, mangia porco!!” - ripeto: sembrava un'altra persona.
Sin dalla prima volta immaginai che dietro quel viso da donna, moglie, mamma, si nascondesse una troia, ma mai mi sarei aspettato tanto: le pornostar dei film americani le facevano un baffo (si alla fica perché lei un leggero baffo ce lo aveva e ora lo stavo assaporando e gustando con bocca e naso!!!).
Le presi le chiappe, le allargai e trovato il buco del culo comincia a solleticarlo, mentre con l’altra mano scesi più sotto entrando con il pollice dentro la fica. Spingevo in entrambi i buchi con maestria, alternando il dito, ad un buco, allo stesso ritmo con cui me la sbatteva in faccia, e spingendo in maniera costante e profonda l’altro dito nel culo.
Ogni volta che pensavo di smettere continuavo ancora, e così via, fino a quando sentii grondarmi addosso la fica in faccia: “aaaaah Leo sei un porco hmmmmmmmmm così così GODO!!!” mi disse quasi soffocandomi con la figa.
Non staccava la fica dalla mia faccia, poi alzò un piede per toccarmi se il cazzo fosse duro; prima tentò alla cieca di poggiarci un piede sopra come se fosse un gradino, poi tentò invano di afferrarlo tra due dita, ma era troppo grosso. A quel punto si sedette davanti a me e con un sorriso smagliante, il volto sudato, i capelli in fronte mi prese il cazzo a due mani e mi segava lentamente.
Poi mi disse sempre sorridendo dolcemente: “Mi è piaciuto Leo, ora però facciamo sul serio e....” - cambiando espressione in volto - “....SCOPAMI FORTE!!”.
Arrapato bestialmente da questo suo desiderio scesi dal letto in modo da prendere più forza, la feci mettere con calma al bordo del letto con le gambe laterali e cominciai a penetrarla. Lei graffiava le lenzuola e io mi spingevo afferrandola dalle spalle e ficcandole un dito in bocca quando l’accarezzavo.
I miei affondi erano così forti da spostare il letto. Poi vidi i suoi piedini raggrinziti e cominciai ad accarezzarli tra le rughe della pianta, mentre il mio cazzo si gonfiava di più e tamponava la fica che Beatrice sempre più stringeva. Levavo il cazzo e li infilavo dentro, l’afferravo dalle tette per sbatterla di più, poi la feci girare a gambe aperte per far sì che sentisse tutta la mia carne.
Ci sostenevamo prendendoci dalle braccia, mentre lei spingeva più forte che mai. Ogni affondo si staccava da un mio braccio e si sfregava il clitoride, poi riprendeva a spingere tirandosi le mia braccia a se.
Le mie palle sbattevano sul suo caldo corpo stuzzicate dai più freddi umori che colavano dalla fica fino al buco del culo. Le urla di piacere di Beatrice accompagnati dagli slap slap slap facevano da colonna sonora a quella scena sesso che non mi fece resistere a lungo: dovetti battere ritirata e sborrare dappertutto senza possibilità di contegno, imbrattando Beatrice insieme a tutto il letto e la mia povera camera.
A quel punto Beatrice non essendo stata totalmente soddisfatta si rinchiuse a guscio masturbandosi e mugolando più di prima: si muoveva si agitava, gridava, apriva chiudeva le gambe stringendosi le dita nella morsa. La mia eccitazione, pur da spettatore, era ancora più forte di prima tanto da avvicinarmi a lei per prenderle con forza un piede e strusciandomelo al cazzo.
Lei si lasciò andare a questo perverso gioco fin quando reclamò il cazzo in bocca: “Leo dammi il cazzo in bocca vieni qui tesoro, qui scop......” le tappai la bocca senza farle finire la frase e finalmente riuscii a scopargliela come avevo desiderato prima.
Le abusai della bocca senza pietà alcuna e alla mia sborrata le scapparono delle leccate su tutto il mio membro e le palle bagnate dai suoi umori, guardandomi negli occhi e ansimando di piacere con una sfumatura sul sorriso con cui terminò quell’atto sessuale.
“Braviiiii, guuuahhhuuuu, complimenti ragazzi davvero notevole!! Dai su Leo lascia stare mia moglie e vieni a farti una ciucciata alle tette di Ana....”. Era il marito abbracciato ad Ana si gustava lo spettacolo finale dalla porta semiaperta della mia camera.
Potete immaginare il seguito....
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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