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Come Clara conobbe Matteo, il mio ex coinquilino


di Gerboa
15.11.2022    |    1.196    |    5 9.7
"Io mi portavo le cagnoline desiderose e vogliose e lui se ne stava sempre in cameretta”..."
Erano passati alcuni mesi dall'esperienza con mio fratello e i suoi amici.

Clara aveva messo le cose in chiaro, voleva restare con me, ma voleva anche godere. Nonostante i miei tentativi di controbattere o di mettere dei paletti, ho dovuto accettare la nuova situazione. Ero fidanzato con una ragazza davvero vogliosa, il prezzo da pagare era quello. Essere cornuto, non uno semplice, ma un cornuto consapevole. L'unica regola che Clara mi concesse era di sapere con chiunque lei sarebbe stata.

Passarono dunque i mesi, eravamo ormai in autunno. Da quello che mi aveva raccontato aveva scopato solo con un ragazzo al mare, niente di più. Era tornata a casa alcuni giorni e aveva conosciuto questo Mirko, ma la cosa non l'aveva particolarmente eccitata, almeno da come la raccontava.

Clara: “Non so, ma è stato diverso dall'esperienza con tuo fratello”, mi disse mentre era sul divano intenta a fare zapping in tv
“Forse era solo la voglia del momento” provai a farle riflettere e ammetto che il tentativo era quello di farla desistere dal continuare “altrimenti il problema è che ti piacciono quelli più piccoli” e risi.

Clara non sembrò affatto turbata da quell'affermazione, sembrò pensarci qualche istante e poi mi rispose “no, non è una questione di età, non so ancora bene cosa però”.
Si alzò dal divano e si preparò per uscire. Fu in quel momento che sul mio cellulare comparve un messaggio su whatsapp.

Mi avvicinai per leggerlo, rimasi stupito dal mittente, era Matteo. Erano anni che non ci sentivamo pensai, rilessi il messaggio: “ehy frà, venerdì sono dalle tue parti, ci salutiamo?”
Matteo era stato a lungo il mio coinquilino quando condividevo casa con altre persone all'università, poi lui tornò per lavoro giù in Sicilia mentre io rimasi nella città dove studiavo e poco dopo cambiai casa. Presi il telefono e gli mandai un audio “Ehy Mattè! Che bello! Certo vediamoci... dove starai?”

Matteo era un ragazzo particolare, bel fisico, lavorava, ma a volte era un po' tamarro, negli atteggiamenti e nei modi di parlare, anche se vestiva sempre a puntino e si curava molto, questa sua contraddizione mi aveva sempre lasciato perplesso. Inutile dire che però faceva colpo sulle ragazze, tutte diventavano delle “cagnette” come le definiva lui. Ovviamente non mancava mai di farmi notare quanto mi fosse superiore con le donne, dicendomi cose tipo “ma tu non scopi mai? Vedo tante tue colleghe che me le sbatterei tutte. Ti si alza?”. Io chiaramente lo ignoravo, non volevo sapesse il vero motivo, cioè che ero poco dotato e non riuscivo a farle godere.

Non tardò a rispondermi e mi disse “tranquillo bello, un posto lo trovo, qualcuna a cui fa piacere rivedermi la trovo. E se non trovo nessuna cagnetta, vado da quella sicura, cioè tu” chiuse quel messaggio con delle faccine che ridevano. Non risposi a quella battuta, anche se mi aveva fatto sorridere e chiusi la conversazione dicendogli semplicemente che a casa mia c'era sempre spazio per lui.

Il venerdì arrivò velocemente, alle 18 mi scrisse che era atterrato e che voleva almeno lasciare il borsone da me e poi avrebbe pensato a dove andare a dormire. Lo andai a prendere e appena lo vidi non potei non notare quanto si fosse fatto ancora più grosso.

Matteo: “Ehy Mariolino, come stai?” e mi abbracciò. La mia risposta fu solo “Bene, ma come ti sei fatto grosso?”. Lui rise e mentre ci dirigemmo verso l'auto mi fece la battuta: “beh ora sono grosso ovunque, prima solo di minchia”. Ridemmo entrambi. Entrati in auto vedevo che scorreva delle foto su instagram. “Che c'è, guardi figa sul cellulare?” gli chiesi. Lui sorrise. “Come sempre” mi disse “anzi a proposito di figa, ho visto le foto della tua ragazza, che pezzo di sticchio, ma dove l'hai trovata? Ma ce la fai?” e rise. Io ero in imbarazzo e per la prima volta pensai al fatto che li avrei fatti conoscere e mi venne la pelle d'oca al pensiero di loro due insieme.

Arrivati a casa Matteo andò a sciacquarsi, proprio in quel momento rientrò Clara che sentendo l'acqua scorrere in bagno mi chiese con chi fossi. “Ma come, te l'ho detto che è venuto Matteo, il mio ex coinquilino...” lei fece la faccia un misto tra lo stupore e la noia. Non so perché ma a quel punto accennai alla situazione “ti prego Clara, non facciamo cose strane con lui e non dirgli nulla”. Lei mi guardò prima seria e poi sorrise, “che c'è ti dà fastidio se il tuo amico scopre che ti ha lasciato che non scopavi e ti ha ritrovato non solo che non scopi ma pure cornuto?”. Rimasi senza parole. Ma aveva ragione.

Mentre mi diceva quelle cose la porta del bagno si aprì e Matteo uscì senza la maglietta, Clara lo fissò a lungo e anche lui ricambiò. “Minchia scusami, avevo sentito bordellazzo, ma non avevo capito che ci fosse la tua ragazza... piacere Matteo”. Clara non gli toglieva gli occhi di dosso. “Vado a mettermi una maglietta pulita” e così Matteo si buttò in camera mia. In quel lasso di tempo mi affrettai a dire a Clara: “ti prego, non fare la stronza”. Ma lei continuava a guardarmi con quel ghigno da diavoletta eccitata, “ma stai zitto che se ti tocco avrai sicuramente il cazzino duro, cornuto”. Era purtroppo vero, ma rincarò ulteriormente la dose, “ora ho capito perché non mi sono divertita giù, perché mi mancava l'elemento umiliazione. Mi eccita quando ti vedo con quegli occhi da cornuto umiliato e non c'è niente di meglio che farlo con tuo fratello o col tuo ex coinquilino”.

Quelle parole erano un colpo allo stomaco ma allo stesso tempo mi avevano eccitato. Matteo uscì dalla camera e mi disse “insomma Mariolino che facciamo stasera...” a quelle parole Clara rise, “Come mai lo chiami Mariolino?”

Le mie gambe tremavano, sapevo dove voleva arrivare, ma per fortuna Matteo no, “Boh è un diminutivo simpatico, perché, non ti piace?”, Clara lo guardò negli occhi e disse, “No, no.. anzi, stranamente efficace e corretto quell'ino”. Matteo la guardò negli occhi e poi mi rivolse lo sguardo, all'inizio forse non aveva effettivamente capito, ma poi la cosa gli si era fatta chiara, ma da superiore quale era o che si sentiva certamente di essere disse sorridendo “Insomma Mariolino-ino” rafforzando quel secondo ino “dove andiamo stasera? La portiamo a divertire la tua ragazza?” e mi fece un occhiolino.

Fu ancora una volta Clara a giocare in contropiede, “Prendiamo delle cose da bere e restiamo a casa”. Cercai di farla desistere dagli strani propositi che aveva in mente, “ma no amore, Matte vorrà salutare amici e ragazze sicuramente”. Ma Matteo mi aveva ormai abbandonato al mio destino “C'è sempre domani sera per farlo. Clara tu che idee avevi? Bere vino o ci vogliamo divertire davvero?”

Clara sorrise, “no prendiamo alcol serio, oh no Mariolino? Non lo reggi molto... mica è un problema?”, quel Mariolino voleva essere una ulteriore umiliazione, non potevo più tirarmi indietro, “no, non ci sono problemi” le risposi.
“Allora è fatta” disse Matteo ridendo “stasera ci divertiamo, dai andiamo a comprare da bere”.
“Sì andate” ci spinse Clara, “così io mi posso cambiare” e lo disse sorridendo verso Matteo.

Entrammo in macchina e Matteo era euforico e canticchiava. “Che tipa la tua ragazza” disse sorridendo. “Cioè?” gli chiesi, volevo capire cosa avesse intuito della situazione. “No nulla, si vede solo che ha voglia di divertirsi” e mentre diceva quelle cose non so se fu un gesto casuale o voluto, ma si strinse il cazzo sopra i pantaloni e aggiunse “dai Ino, andiamo”. Era ormai diventato il mio diminutivo.

Arrivati a casa, dopo aver fatto scorta di alcol che avrebbe rifornito un bar, entrando trovammo Clara che si metteva il rossetto allo specchio. Ma non fu quello che vidi a farmi tremare e a far sicuramente eccitare Matteo, ma quello che non vidi. Portava una giacchetta nera addosso e sotto una magliettina trasparente nera, si vedevano le sue enormi tette. Sotto una minigonna molto piccola che lasciavano intravedere la sporgenza del suo culetto. Sembrava una troia bella e finita.

Matteo era imbambolato con le buste dell'alcol e la guardava: “Oh oh... guarda come ci siamo fatte belle” disse sorridendo. Io non riuscivo a proferire parola. La serata corse via velocemente tra cinese ordinato e alcol a non finire. Ero già brillo e davvero reggevo poco l'acol che stavo già male di stomaco. Matteo e Clara ridevano e scherzavano e come era prevedibile era tutto finito già sul sesso.

Clara: “Dimmi Matteo, sei venuto a scopare qualcuna?”
Matteo: “Beh non mi programmo nulla, volevo risalire per vedere vecchi amici come Mariolino” e rise nel pronunciare il mio nome “però sicuramente qualche cagnetta qua si trova che vuole la minchia”
Clara: “Ah la minchia siciliana, rinomata... dicono sia buona” e rise.
Matteo: “Eh credimi se l'assaggi non vuoi smettere più” disse ridendo e aggiustandosi la patta in evidente tensione.
L'atmosfera si era surriscaldata e io ero in silenzio o annuivo e sorridevo come un deficiente.

Clara: “Dimmi com'era Mariolino più giovane? Scommetto non scopava anche allora...”
Non so se Matteo fece caso o meno a quell'anche. Ma rise. “Beh no, non scopava per niente, anzi. Io mi portavo le cagnoline desiderose e vogliose e lui se ne stava sempre in cameretta”.
Clara era evidentemente divertita: “Scommetto che ti sentiva farle urlare”.
Matteo: “Beh spero di no, poverino” e rise.
Fu in quel momento che Clara cominciò a darmi una serie di colpi di grazia: “Beh se è un Mariolino vuol dire che un po' se lo meritava...”
Matteo era euforico e arrapato, beveva e si toccava il pacco continuamente. “Ma perché? Sbaglio o sottolinei spesso che è Mariolino-ino?” disse ridendo.
Clara: “Diciamo che Mario non è un cannolo alla crema è più un mini mini bigné”
Matteo: “Davvero?” disse ridendo “peccato, una come te merita un bel cannolo e tutta la crema che vuole. Se eri la mia ragazza eri già rotta a pecora sul divano”.

Ad interrompere quelle porcate ci pensai io che cominciai a tossire e dissi “dai non fate gli scemi, devo anche sboccare... accompagnatemi in bagno”. Pensai che fu una fortuna quella situazione e che mi sarei tolto il problema subito facendo terminare la serata, invece l'avevo solo velocizzata.

Mentre in bagno io ero a terra che non capivo più nulla, attaccato al cesso, Clara aumentò il livello di gioco e cominciò ad accarezzare l'addome di Matteo che rideva alle sue battute e ogni tanto buttava un occhio a me e ogni tanto alle tette che ormai si vedevano, al punto che Clara decise di togliersi la giacchetta che fino a quel momento aveva avuto il non ben riuscito ruolo di coprirla un minimo. Lui era in piedi davanti a lei, vedeva le tette ed era visibilmente eccitato. Le portò la mano sinistra sul suo bacino, mentre con la destra si strizzava il cazzo che ormai scoppiava nei pantaloni.

“Amore togliti i pantaloni che li sporchi tutti se vomiti” disse Clara che si piegò in avanti evidentemente brilla e ormai fuori controllo e cercava di togliermi per non so bene quale motivo i pantaloni. Intanto era piegata su Matteo e il culone strusciava sulla patta rigonfia del mio ex coinquilino. “Dai toglili” continuava a dire sbiascicando parole a caso e intanto con le mani cominciava a togliermi i pantaloni. Io ero a terra e non capivo più nulla, lasciai che lei prendesse il controllo e in breve mi ritrovavo calzoni e slip completamente abbassati e il pisellino semiduro che faceva capolino.

Clara: “Vedi Matteo perché il tuo ex coinquilino è un mini bigné?” e intanto rideva e continuava a strusciarsi su di lui.
Matteo strabuzzò gli occhi: “Minchia fratello, ma neanche a cinque anni avevo quella cosina in mezzo alle gambe che hai tu” poi con un colpo solo alzo la mini gonna di Clara e cominciò a toccarla in maniera oscena “ci credo che sta poveretta vuole la minchia siciliana”.
Clara era in visibilio, piegata verso di me, mi guardava e sorrideva: “Guarda che ora è eccitato, mica è moscio... non pensare che poi si allunga. Non lo hai capito che il tuo amico è cornuto, mi fa scopare con gli altri”.

Matteo non aveva ancora chiaro se fosse uno scherzo o se era seria, ma ormai la situazione era tale per cui tutto poteva essere plausibile: “che coglione... meglio così, vuol dire che non ti dispiace se mi fotto la tua ragazza”. Un rumore prima metallico di cintura poi di zip mi fece intuire che stava per accadere. Matteo aveva scostato la mutandina di Clara, con due dita sezionò la figa calda della mia ragazza e poi sentenziò “la cagna è già bagnata”. E di colpo la pentrò. Il movimento accrebbe piano piano, i colpi sempre più cattivi, poi le sculacciate e le parole affannate “prendi troia”, “ti piace la minchia eh?” e non di rado si rivolgeva a me “coglione guarda come ti combino sta puttana stasera...” e pi altri colpi violenti. Clara urlava, gridava, “oh sì.. sì, dai... sì... oddio... ODDIO... è enorme, ah sì, bello”. Dalla mia posizione non riuscivo a vedere niente, sapevo solo che il cazzettino era arrivato a diventare così duro come non lo avevo mai visto.

Matteo fece alzare Clara e per la prima volta potei vedere il cazzone siciliano svettare potente davanti a me. Poi le diede un ordine, “Vai in camera e spogliati... tanto non ti ci vuole troppo visto come stai conciata”. Lei obbedì in trance com'era. Lui venne da me e mi disse “ora ti alzo cornuto e ti porto in camera, ti sdraio sul letto e così puoi continuare a vedere come mi fotto quella cagna della tua ragazza”. Detto questo mi alzò di peso e fece quello che aveva detto poco prima.

Entrati in camera la testa mi girava non poco. Clara era nuda sul letto e si stava accarezzando la figa, Matteo mi lasciò con i pantaloni abbassati sul letto e si sfilò i suoi indumenti. Si avvicinò alla mia dolce metà che lo guardava famelica e vogliosa. Clara si avvicinò alla grossa minchia di Matteo che ora che mi era vicina mi pareva ancora più grossa. Lo scappella dolcemente e ci avvicina la bocca ma lui la blocca “aspetta puttana”, con le mani le afferra il mento e le gira la testa verso di me, “lo vedi il cornuto... digli che cosa mi stai per fare e perché è inutile lui”.

Clara sorrise, “cinese, ora succhio il cazzo a Matteo e poi mi faccio scopare come una troia vogliosa, sei felice che sei stato fatto cornuto dal tuo ex coinquilino?” poi si voltò di nuovo verso di lui “tu lo sapevi che era cornuto sotto sotto, ammettilo”.
Matteo rideva, “sapevo che era un coglione, ma con quel clitoride in mezzo alle gambe non so come abbia trovato una come te...”
Clara ansimava, adorava quelle parole, “sono la sua ragazza ma allo stesso tempo sono la ragazza di tutti, anche la tua”
Matteo la zittì mettendole il cazzo in bocca, “suca maiala, che quel cazzetto non te la fa sentire una minchia così, vero coglione? Dall'università che te la credi con i tuoi studi e guarda ora, tu con quella miseria di cazzetto e io a sfondarti la tipa...”

La pompa durò parecchio tempo e ogni tanto Clara doveva lasciare la presa per non soffocare, ma era lui che decideva e lei poteva solo soddisfare le voglie di un toro. Matteo si era intanto sdraiato sul letto e portò il corpo caldo e sensuale della mia ragazza su di lei, prima volle passarle il cazzo tra le tette e la guardava e sospirava mentre con maestria Clara gli avvolgeva il palo di carne tra quei due seni gonfi. Poi, stanco, la fece accomodare sul suo cazzo e cominciò ad impalarla brutalmente, uno, due, tre colpi e via. Lei urlava e lui le stringeva le tette, lei gridava “si fottimi, ti prego...” e lui la insultava “cagna, prenditi sta minchia... te la devo sfondare... a gambe aperte, quel coglione non ce la può più infilare quella cosa che ha per quanto è piccolo e per quanto te l'ho allargata. Vero puttana? Vero che da ora con lui non ci scopi più?” Clara non capiva più nulla, era come posseduta, annuiva e saltava sul bastone di carne.

Non potevo più resistere, avevo il pisellino duro e ho cominciato a segarmi. Non capivo molto, sapevo solo che tutta quella scena mi eccitava da morire. Quella fu l'immagine per Matteo della mia resa. Mise Clara a pecora e disse, “minchia sei un cornutazzo, ti fotto la tipa e ti sgrilletti il cazzino, ma non ti vergogni? E mo sai che facciamo?” continuò sorridendo e intanto sbatteva il cazzo sul culo di Clara, “ora facciamo questo” e si mise due dita in bocca e poi cominciò a strofinarle sul buco del culetto di Clara.

Clara, “oh sì ti prego... Matteo fottimi, per favore...” continuava a ripetergli
Matteo, “ora ti rompo il culo” e intanto le masturbava l'ano, “vero che te lo rompo?” come a chiederle un finto consenso
Clara, “sì.. ti... sì...ti preg...per fav...oh sì...” e l'ultimo sì fu urlato così tanto che chiunque nel vicinato aveva potuto sentirlo
Matteo tirò fuori le dita, passò la cappella sugli umori di Clara, li raccolse e li spalmo sul suo buco, poi quando vide che era ben lubrificato appoggiò la minchia e mi fissò “Mario ora mi devi dire per piacere Matteo scopami la tipa perché sono inutile e tu solo me la sai far godere”.
Ero stato preso alla sprovvista, mollai per un secondo il cazzino che avevo tra il pollice e l'indice della mano destra, lo guardai, ero rosso in faccia, con la voce affannata, esitavo ma lui mi urlò addosso “muoviti coglione”.

Mi convinsi e con voce rauca dissi, “per favore Mattè, scopami la maiala, ha voglia di minchia grossa e io sono inutile, non valgo nulla, sono un coglione... tu sei...” in quel momento Matteo la pentrò e cominciò a muoversi dentro il suo culo, io deglutii “tu sei il padrone... da quando andavo all'università e ti vedevo portare le cagne a casa, lasciavo un po' la porta aperta per sentire meglio come le scopavi e le facevi godere” ora grondavo di sudore e intanto lui la scopava violentemente alzandosi leggermente sul letto “e io stavo nella stanzetta a farmi le seghine” nel dire quelle ultime parole venni sul mio addome. Lui intanto continuava a stantuffarla come un martello che batte il chiodo, le teneva ora anche i capelli tirati, voleva possederla.

All'improvviso fece un suono quasi come un grugnito, tirò fuori la verga dal culo di Clara e la girò, cominciò a segarsi violentemente e dopo alcuni istanti le schizzo quattro, cinque, sei fiotti di sborra calda sulle tette. Clara fece una contrazione di piacere e quando lui la guardò con gli occhi esausti, lei, quasi per ringraziarlo, si portò le tette alla bocca e leccò una parte del contenuto, un'altra piccola parte la raccolse con le dita e se le porto in bocca gustandoselo. Ormai era chiaro, Clara era diventata una puttana e io ero un cornuto a tutti gli effetti.
Subito dopo Matteo mi si accasciò accanto e mi disse senza guardarmi, “vai a dormire tu sul divano, io resto con lei”. Ero frastornato ma in silenzio accettai quell'ordine e mi avviai in soggiorno, prima di uscire guardai i due amanti uno accanto all'altra, ora avevo anche incrociato lo sguardo di Matteo che mi sorride e mi disse “niente di personale”.
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