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Fatto cornuto da mio fratello più piccolo e i suoi amici


di Gerboa
13.11.2022    |    4.319    |    12 9.9
"Ero contento di rivedere il mio fratellino..."
Mio fratello più piccolo ha dieci anni in meno di me. Non ci vediamo spesso perché quando io avevo 19 anni lasciai la mia città natale per spostarmi in un'altra per studiare, lui aveva meno di dieci anni ed era ancora un bambino. I primi anni universitari, tornando spesso a casa, lo avevo visto un po' crescere, ma quando mi sono laureato e ho trovato lavoro, i miei spostamenti sono diventati più rari e non l'ho visto diventare adulto. Vedevo alcune sue foto sui social, certo, e le ragazze che gli stavano intorno, avevo capito che era uno che piaceva molto e che aveva tante ammiratrici.

In quanto a me, mi chiamo Mario, non sono un brutto ragazzo, neanche un adone, ho avuto alcune esperienze, ma tutte limitate per via del mio problema principale: ho un pene piccolo. In erezione raggiungo gli 11 cm, a riposo cala di quattro volte (circa 3 cm). All'inizio la cosa non mi pesava molto, non pensavo fosse così importante, ma tutto è cambiato con le mie prime esperienze universitarie, dove avevo preso a scopare un po' più frequentemente. Conoscevo qualcuna, bevevamo, finivamo a letto, ma dopo che era finito tutto, la lei di turno cacciava una scusa e via, se ne andava e non la rivedevo più e non mi rispondeva. Finché un giorno non ebbi due conferme, la prima di un mio amico che ubriaco mi disse che nel gruppo di una di quelle con cui ero stato, mi chiamavano il cinese, la seconda fu un tentativo di scopata non riuscita, perché quando la tipa mi aveva visto il cazzo si era messa a ridere e aveva detto che era troppo piccolo.

Da quel momento le serate le passavo vedendo amici portarsi le ragazze più porche e vogliose e io finivo a casa a farmi le pippette.

Fu nel dicembre dei miei 27 anni che conobbi Clara, una ragazza davvero porca, io lavoravo in uno studio commercialista e avevo buone relazioni con il capo, lei voleva iniziare a fare esperienza e mi chiese una mano, stringemmo molto e finimmo a letto. Qualcuno del mio gruppo, sapendo delle mie dimensioni, rideva e commentava cose tipo “secondo me te la dà solo per lavorare dove stai tu, una così figa non ha bisogno di stare con un cinese”. Ogni volta che questa frase usciva, terminava con un “dai sai che si scherza”, ma non lo sapevo davvero, anzi, maturavo la convinzione che potesse essere vero.

Come questa storia si ricollega a mio fratello è presto detto. Nel marzo dell'anno successivo mio fratello mi scrive “ehy Mà, vengo nella tua città con la scuola per quattro giorni”. Ero contento di rivedere il mio fratellino. Così dopo alcune settimane arrivò il fatidico momento, dopo una visita al museo cittadino aveva con i suoi amici il pomeriggio libero, ci demmo appuntamento e chiesi a Clara di venire con me e conoscerlo. Alle 16 in punto lo vidi arrivare con un gruppetto di altri ragazzi chiassosi, si avvicinò felice e festoso, “Ciao bro, come stai?”, quello slang mi faceva davvero ridere, ma la mia attenzione era tutta rivolta a lui. Era così diverso, adulto, con un bel fisico, anche i suoi amici erano davvero belli.

“Ciao Angelo” gli dissi “che bello rivederti” e lo abbracciai, poi gli indicai Clara, “lei è la mia ragazza”, lui si girò e la guardò dritta negli occhi, uno sguardo fisso e magnetico. Vedevo nei suoi occhi una sorta di tensione sessuale. Mio fratello sorrise e anche il suo sorriso mi parve così maschile e bello che mi sentii a disagio. La mia ragazza ricambiò il sorriso, aveva una magliettina bianca che le mettevano in evidenza il seno, una bella terza, a una gonnellina lunga ma non troppo.

Camminammo tutti insieme, io, mio fratello, la mia ragazza e i suoi amici. Ad un certo punto mi trovai a parlare con Luca e Michele, due dei suoi amici, mentre mio fratello e un altro suo amico, Antonio, erano leggermente più avanti con la mia ragazza. Li vedevo conversare, ridere, scherzare e la mia ragazza si toccava spesso i capelli, come se si sentisse oggetto di attenzioni particolari che non sapeva gestire. Arrivati a dei muretti di un parco ci sedemmo, io e Clara sui muretti, mentre gli altri su una panchina davanti a noi. Non capii subito il motivo di quella scelta, ma poi lo compresi, perché Clara teneva spesso le gambe larghe e la gonnellina era abbastanza aperta, così da mostrare il contenuto. Solo in quel momento mi ricordai che Clara spesso non metteva le mutandine, e un brivido prese a corrermi lungo il corpo. Vedevo mio fratello guardarla fissa lì in mezzo e sorriderle spesso. Anche gli altri avevano un sorrisino ebete stampato in volto, erano eccitati, potevo percepirlo.

Intorno alle sei decidemmo di salutarci e fu così che mio fratello giocò d'attacco, “stasera andiamo in una discoteca qua vicino, venite anche voi”, provai a stoppare la proposta, “no Angelo, non ho l'età per ste cose...” e lui sorrise, “Tu no, ma magari lei sì e vuole divertirsi”. Fui rosso in volto, mi sentivo già umiliato. Clara rise e disse “dai sì è da tanto che non vado in un locale dove si balla”. Lasciare la mia ragazza con mio fratello e i suoi amici, in quel momento mi passarono in testa tutti i possibili risvolti della situazione che scacciai subito via, pensando che erano ridicole quelle preoccupazioni. Nonostante ciò decisi di non lasciare la postazione. “Dai allora andiamoci” dissi.

La sera andai a prendere Clara, quando scese di casa rimasi stupefatto, aveva un completino nero, corto, trasparente, si vedeva che non portava il reggiseno e se non fosse per una serie di ricami si sarebbero visti anche i capezzoli. I ricami coprivano anche la parte della figa, e in parte il culo, ma avevo la sensazione che non avesse le mutande.

Non sapevo cosa dire, si era agghindata come una troia. Salì in macchina e mi salutò con un sorriso. Misi il navigatore per capire dove si trovava il locale e partimmo. In macchina mi parlò solo di Angelo, di come curava il fisico a differenza mia, che non sembravamo fratelli. Sembrava cercasse di demolirmi, ma lo faceva senza cattiveria e non riuscivo a ribattere.

Arrivati sul posto era tutta musica alta e alcol, mio fratello e gli amici del pomeriggio, meno Luca, ci vennero incontro, tutte le attenzioni erano per Clara. Mio fratello e i suoi amici la guardavano con occhi bramosi di voglia. Cominciammo a bere e a ballare, anche Angelo e i suoi amici ballavano, a volte con noi, o meglio con Clara, a volte con altre. Quando Antonio e Michele si allontanarono per andare a bere, mi avvicinai a Clara e Angelo e gli dissi “volete bere?” e mio fratello mi guardò e sorrise “sì vacci a prendere due gin tonic”. In quel momento vidi negli occhi di mio fratello una capacità decisionale e autoritaria a cui non seppi rispondere, volevo venissero con me, o comunque non volevo lasciarli da soli, ma annuii e andai.

Ero al bancone del bar, affollato, in lontananza vedevo Clara e Angelo ballare e lui che le diceva cose e lei che rideva. Mi avvicinai a Michele e Antonio, stavo per chiamarli e così ordinare insieme, ma appena mi avvicinai rubai la loro conversazione, “che troia quella tipa”, disse il primo, “sì una rizza cazzi da paura, con quel vestitino poi...”, non capivo se parlavano di Clara o di una delle tante che erano in quel locale, ma la conferma mi arrivò subito dopo. “Secondo me Angelo se la vuole scopare” disse Michele ridendo, Antonio gli rispose, “ma è la ragazza del fratello, dai...” ricambiando la risata, fu allora che Michele disse qualcosa di inaspettato “oggi si so scambiati i numeri e lui le ha scritto di vestirsi provocante, e guardala sembra una troia... fidati il fratello di Angelo ha più corna che anni, Mario c'ha la faccia del cornuto nato è proprio diverso da Angelo e stasera alle corna degli altri aggiunge pure quelle del fratello” e i due si misero a ridere. Mi scostai per non farmi vedere dietro di loro, ero turbato, presi da bere e tornai da loro.

Alle tre avevamo tutti bevuto tantissimo. Uscimmo e mio fratello disse, “andiamo ai giardinetti di oggi, prendiamo prima in un supermercato una bottiglia di vodka” eravamo tutti alticci, Michele gli disse “ma quale supermercato è aperto alle 3 di notte dai...” e Clara a sorpresa rispose “c'è uno che fa 24 ore su 24”. Ritornò subito l'entusiasmo. Entrammo in macchina e subito notai che Antonio si era seduto accanto a me, mentre dietro c'erano Angelo, Clara e Michele. Guidavo e con lo specchietto davo uno sguardo a quello che accadeva dietro, li vedevo scherzare e ridere, le gambe nude di Clara toccare quelle di Angelo e Michele che erano rossi in faccia. Facemmo una fermata al supermercato e di nuovo tornò la voce autoritaria di mio fratello “scendi tu Mario e prendi due bottiglie”. Non dissi nulla, scesi e andai nel supermercato. Presi due bottiglie, pagai ed uscii.

Quando tornai in auto li vidi ridere e subito notai un gesto quasi impercettibile dietro, come se Clara si fosse aggiustata la parte di sotto del vestito che mi parve risalito troppo in su. Arrivammo ai giardinetti che erano praticamente vuoti e regnava il silenzio, gli unici a fare schiamazzi eravamo noi. Tutti ridevano e bevevano. Ci sedemmo poco oltre, in un punto più nascosto, dove eravamo stati nel pomeriggio. Fu Michele a portare il tema del sesso sul tavolo, come temevo l'atmosfera si stava surriscaldando. “Raga oggi avrei svuotato il cazzo almeno dieci volte...” e tutti risero. Antonio lo seguì a ruota, “porco giuda ho avuto il cazzo che mi esplodeva tutto il tempo con certe porche che giravano nel locale”. Angelo sorridendo disse “dai che c'è una signora” tracannò un po' di vodka e rise.

Clara indispettita disse “pensate di essere gli unici? Anche a noi ragazze si riscalda la figa in certe situazioni”, tutti risero e fecero dei versi stupidi, io rimasi stupito. Angelo prese la palla al balzo, “anche a te stasera?” e ci fu quasi un silenzio eccitato, dalla risposta di Clara, con me presente, tutti sapevano che sarebbe potuta cambiare la serata, io deglutii. Poi lei rispose, “certo, mi eccito facilmente poi io...”. Angelo sorrise e mi guardò, “ah male, qua la ragazza ci dice che si è eccitata con altri eh...” e sorrise. Michele lo rincalzò, “magari parlava del suo ragazzo” e i tre scoppiarono a ridere, io ero rosso in faccia e per colpa dell'alcol capivo poco. Clara mi diede il colpo di grazia, “no, se... con lui è già tanto che mi eccito quando scopiamo”, tutti risero, io tenevo lo sguardo a terra, Clara si rivolse a me, “posso dirgli come ti chiamano nel gruppo?”, non sapevo cosa rispondere, Angelo voleva affondare il coltello, sapeva di avere la situazione in pugno, “dai diccelo... non ti preoccupare siamo tra amici”, si alzò e si avvicinò a Clara si posizionò dietro di lei e la fece bere, lei fece un sorso e disse ridendo “il cinese perché ha il cazzo piccolo” e tutti risero.
Mio fratello ridendo disse “dai bro, mi fai fare brutta figura...”. Clara non si fece scappare quella frase, “ah quindi è solo tuo fratello messo male in famiglia e nella tua città?” sorrise. Angelo le appoggiò il bacino al culo e disse “tu che ne dici?”.

Dovevo reagire ma non sapevo che fare o cosa dire, il mio unico tentativo finì in ulteriore umiliazione, “forse stiamo andando troppo oltre...”, Angelo mi guardò “dai bro, non ti preoccupare non lo diciamo a nessuno che sei un cinese, i miei amici so brave persone”, ero rosso dalla vergogna, “no dico per lei...” ma ancora una volta mi stoppò, “ma non sei tu che dici che le ragazze devono poter fare quello che vogliono? Lasciala divertire un po'... almeno è più felice e decide lei” a quelle parole allargò le braccia che teneva strette intorno alla sua vita, voleva mostrarmi che a Clara non dispiaceva anzi era lei che si strusciava sul rigonfiamento di mio fratello. A quel punto tra le risatine degli altri due mi sedetti umiliato.

Mio fratello aveva preso il controllo della situazione. Alzò il vestitino di Clara, mi smentì solo in parte, aveva le mutande, ma era come non averle, un perizomino nero, minimo intorno alla figa, tanto che le labbra sembravano divorarlo quasi, e un filo invisibile che ruotava intorno al culo. Angelo girò Clara verso di lui, erano faccia a faccia, stretti l'uno all'altra, lui le mise la lingua in bocca e con una mano prima strizzò una chiappa di lei e poi l'allontanò e la fece cadere di nuovo sul suo culo. Uno schiaffo forte, lei ansimò. Gli altri due si toccavano i cazzi. Io guardavo come uno scemo.

Angelo portò Clara vicino a un muretto e la fece piegare a novanta, le tolse il perizoma e lo fece cadere a terra, un altro schiaffo sul culo, altro mugolio di piacere e poi si buttò a leccarle la figa. Le allargò per bene le gambe e con la lingua leccava e con le dita giocava nella calda figa e la penetrava. Si alzò in piedi e la girò verso di lui, poi con la mano le fece pressione sulla testa, lentamente scese giù e si inginocchiò, cominciò ad accarezzargli la patta gonfia, era già chiaro che il mio fratellino era più dotato di me. Poi Clara cominciò a giocare con i pantaloni come si scarta un regalo a natale e quando la sorpresa svettò davanti a lei fu un misto di stupore ed eccitazione, un bel pisellone grosso, duro, almeno 19 cm. Angelo si rivolse ai suoi amici, “raga sta troia sembra che non abbia mai visto cazzi... venite”.

Antonio e Michele risero e si alzarono, si avvicinarono a Clara in ginocchio che segava e leccava mio fratello, anche loro fecero uscire dei bei cazzi. Michele lo aveva poco più corto di mio fratello, ma erano quasi simili, Antonio invece lo aveva sicuramente più piccolo ma più grosso a lattina di cocacola. Clara sembrava un'ossessa, una indemoniata, leccava, succhiava e segava e i tre ridevano e la insultavano. Era tutto un “succhia troia”, “ti piacciono i cazzi vero?”, “che maiala”. Lei mugolava parole eccitate, sembrava posseduta, “sì datemi il cazzo... voglio essere scopata”.

Guardavo la scena e non potevo più nascondere anche io la mia eccitazione, fatta di vergogna, piacere e rabbia. Cacciai il mio pisellino, era ridicolo rispetto a quelli che profanavano la mia ragazza. Mio fratello si girò e mi vide, sorrise. “Che vergogna ti fai scopare la ragazza da tuo fratello e ti fai le seghe a quel clitoride, ho dieci anni in meno di te e ho il cazzo il doppio del tuo” a quelle parole Clara si fermò, mi guardò e sorrise e poi si concentrò sul pisellone di Angelo. Gli altri capirono che quegli insulti non le erano indifferenti anzi la eccitavano ancora di più.

Fu Michele il più cattivo, “Dai Angelo mettiamo a pecora la tipa di tuo fratello e facciamole sentire il cazzo come si deve” poi mi guardò mentre Clara si posizionava, succhiando mio fratello e segando Antonio, “cinese ti piace quello che vedi? Lo avevo detto che sei un coglione e cornuto nato. La riempiamo così tanto di sborra che domani ci puoi fare colazione cazzetto. Quando torniamo in città raccontiamo a tutti che hai la ragazza troia e ti prenderanno tutti per culo”. Michele si mise a scoparla forte, lei urlava e godeva, lui le tirava ceffoni sul culo, ad ogni gridolino Angelo le tappava la bocca col cazzo e le diceva “zitta troia che ti sentono, che puttana che sei”. Michele tirò fuori il cazzo e si segò alcuni minuti poi le sborrò sul culo.

Antonio che si era fatto segare si andò anche lui a posizionare dietro Clara, vide la sborra del compagno e disse “che schifo...” Michele sorrise, “è tutta roba sana...se ti fa schifo falla leccare al cornuto”. Ma Antonio non aveva voglia di giocare e di perdere tempo, prese il cazzo e lo puntò dritto in figa e la scopò. “Sì, oh sì è bellissimo sì...” mugolava Clara.

Angelo tirò fuori il cazzo e la schiaffeggiò sulle guance con il pisello. “Oh Antò, sdraiati e falla impalare...” Antonio tirò fuori il cazzo, si sdraiò e la fece accomodare con gentilezza su quel palo di carne, lei prese a muoversi vogliosa e porca. Angelo allora le andò dietro e le sussurrò pochi semplici parole “scommetto che con pisellino non lo prendi mai in culo...” e dopo pochi minuti cominciò a giocare con il suo buco del culo. Lei era diventata una pazza, “sì dai, fottetemi tutti e due... dai davanti al cornuto”. Era diventata così ingestibile che Michele ridendo dovette metterle di nuovo il cazzo in bocca.

Angelo portò il cazzo al buco del culo di Clara che si inarcò, lui le disse “rilassati” e dopo pochi secondi le profanò il culo, prima lentamente e quando vide che si era tranquillizzata e il ritmo era stabile cominciò ad aumentare il ritmo e le stantuffate. Angelo era concentrato sul culo di lei ma non mancava di dire qualcosa su di me “guarda coglione, così si fanno godere le troie...”. La scopata durò minuti lunghi ed intensi. Poi per primo sborrò mio fratello, poi fu di nuovo il turno di Michele che disse ridendo “e sono due...”, alla fine anche Antonio tirò fuori il cazzo dalla figa, glielo portò in bocca e lei con maestria succhiava e segava, segava e succhiava e alla fine lui le venne in faccia.

I ragazzi erano esausti. Si ricomposero dopo alcuni minuti. Ripercorremmo il tragitto fino all'auto in silenzio, questa volta lei si mise davanti, accanto a me. Arrivammo all'hotel dove alloggiavano i ragazzi. Scesero tutti e prima di entrare mio fratello si avvicinò all'auto e mi disse “stiamo qua altri due giorni, troviamo sicuramente altri modi per divertirci”. Erano le 4 e 38 quando lui e gli altri due entrarono nell'hotel.

Tornammo a casa ancora in silenzio, stanchi e assonnati. Ci sarebbe stato tempo per parlarne, forse, ora nessuno dei due voleva dire nulla. Entrammo in casa, ci dirigemmo in camera, ci spogliammo e fu Clara ad avvicinarsi a me, mi diede un bacio in bocca e mi disse “buona notte”. Ci sdraiammo e spegnemmo la luce. Non so se lei si addormentò subito, io certamente rimasi alcuni minuti con gli occhi aperti ripensando a quello che era accaduto, come fossi un personaggio esterno alla storia. Mi accorsi che ero di nuovo eccitato, ma ero troppo stanco e mi addormentai.
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