Scambio di Coppia
Legami Karmici
di Karenina_Vronskij
01.10.2024 |
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"Sono fuori di me dal piacere, non so chi mi stia scopando il culo, ma certamente lo fa molto bene mentre mio marito mi spinge il suo cazzo in bocca con una..."
UN POMERIGGIO DI AGOSTOUn lunedì in città, specialmente in Agosto, è sempre di una tristezza infinita, una settimana di lavoro appena iniziata, i colleghi in vacanza ed io in ufficio a lavorare.
Alle 16:00, nell’elegante ufficio al centro di Treviso, l’aria condizionata rende più sopportabile il caldo afoso ed assistere al ritmico fluire dei passanti sulla strada antistante la mia finestra mi induce in uno stato quasi ipnotico.
Lascio i pensieri inseguirsi liberamente e quasi senza rendermene conto fotogrammi dei momenti trasgressivi vissuti con mio marito mi allietano, anzi, a dire il vero, mi eccitano ed i miei slip bagnati ne sono una testimonianza tangibile.
Da due anni ormai non incontriamo altre coppie, è troppa la paura, più che della pandemia, dello stigma sociale che ne deriverebbe soprattutto se si sapesse in che modo ne saremmo stati contagiati.
Certo, autocondannarsi a non vivere più la trasgressione che è sempre stata la nostra fedele compagna fin da quando, ormai 10 anni fa, ci siamo conosciuti è una scelta dura da accettare.
Già dalle prime uscite, da fidanzati, abbiamo scoperto di avere avuto occasionali esperienze da singoli e quindi abbiamo iniziato a parlare apertamente di scambismo e dopo qualche mese abbiamo sperimentato il nostro primo incontro in coppia con due nostri cari amici.
Da quel momento in poi abbiamo cercato di godere dei nostri istinti fin dove i nostri limiti ci consentivano e, più osavamo, più i nostri limiti scivolavano inesorabilmente in avanti.
Quello che non è mai cambiato è lo spirito distaccato con il quale affrontavamo i nostri giochi, qualche simpatia certo, ma non abbiamo mai incontrato persone con le quali si fosse stabilito un rapporto al di là dei giochi.
Il turbinio di pensieri che accarezza la mia mente continua ad eccitarmi e quasi in maniera distratta accendo il mio telefono e cerco la nostra pagina su A69. Come al solito, tanti messaggi, inviti, commenti sui nostri filmati e sulle nostre foto e le immancabili proteste di coloro prendono sul personale le nostre mancate risposte.
Questo è il variegato modo dello scambismo, sembra sempre diverso ma resta sempre uguale a sé stesso.
In questo momento il mondo scambista mi sembra lontano anni luce, quasi non mi riconosco più in quelle foto audaci, rileggo le vecchie chat, scorro la lista degli amici ma tutto sembra avvolto dalle nebbie del tempo. Sono dissociata, quella coppia non siamo noi, quella donna ribelle e trasgressiva non sono io, sto sbirciando la vita di qualcun’altra.
Tra i tanti messaggi non letti, mi colpisce uno mandato una settimana fa da una coppia di Mantova, è lungo, parla di arte e di filosofia, coglie dettagli delle nostre foto che soltanto io avrei colto e non fa nessun accenno al sesso o a richieste di incontri. Nulla.
Amo Mantova, ci sono nata, o almeno così mi hanno detto i miei genitori adottivi. Mia madre, a 19 anni, ha partorito due gemelli nell’ospedale della città, ma poi non ha trovato la forza di tirarli su sapendo di non poter contare su quel padre-bambino che, subito dopo quel fugace rapporto, è sparito. È bastata una sola ora di una sola serata per concepire due gemelli, un maschio ed una femmina e successivamente nove mesi per metterli al mondo per poi affidarli a persone che gli avrebbero certamente assicurato un futuro migliore rispetto a quello alla portata di due ragazzini incapaci di assicurare un futuro finanche a sé stessi.
Mando, una faccina sorridente quasi in automatico, “click” e chiudo la pagina.
Mantova, tanti chilometri, persone che non incontreremo mai, ma almeno mi hanno fatto sorridere.
Ripongo il telefono in borsa e vado in bagno, devo masturbarmi, sono fradicia, ho voglia. Attraverso l’Open Space, con passo spedito, cercando di mascherare la mia eccitazione e mi dirigo verso i servizi, spero che non si notino le gambe umide, la mia gonna cortissima non mi dà tanta protezione ed in più, ho tolto gli slip perché troppo bagnati.
Passo davanti al cubicolo di Marco, il nuovo arrivato, è un ragazzone di 23 anni assunto come ragioniere in prova ed io sono la sua diretta superiore. Marco abbassa gli occhi imbarazzato, fin dal colloquio si vedeva lontano un miglio che avrebbe voluto scoparmi ed anche ora i suoi occhi mi stanno spogliando, partendo dai seni fino alla figa, chissà cosa starà pensando.
Nel passare davanti alla sua scrivania lascio cadere il fazzoletto bagnato e, con grazia, mi abbasso per raccoglierlo. Sono consapevole che l’assenza degli slip, abilmente sfilati prima di alzarmi, metta in mostra il mio culo e la mia fighetta leggermente pelosa ed intrisa di umori. In un attimo mi rialzo e continuo la mia sfilata, senza badarlo, è chiarissimo che è fuori di sé dalla voglia.
Entrata nel bagno, alzo una gamba e l’appoggio sul water e con la mano destra inizio a masturbarmi, penso a Marco ed a come mi scoperebbe. Impazzirebbe a scoparsi il suo capo, ed io farei impazzire lui dominandolo. Avrà certamente un discreto cazzo, lo deduco dalla sua stazza e dalle mani. Si le mani una delle mie parti preferite in un uomo. Marco ha delle mani grosse e dita forti, basterebbero quelle per farmi impazzire. Godo come una ragazzina, gemo ed alla fine squirto. Cavoli, il bagno è un lago, sarà meglio asciugare. L’odore di figa satura l’aria, tutti capiranno che ho voglia di cazzo. Cerco di sistemarmi al meglio e torno alla mia scrivania come se niente fosse, nemmeno uno sguardo verso Marco. Con lui, per oggi, ho finito.
È ora di uscire, sono le 17:30, ho fretta di tornare a casa e continuare con mio marito Lucio quello che ho iniziato in bagno pensando a Marco.
Nel riporre in borsa il mio cellulare mi accorgo di una notifica, un nuovo messaggio, sempre loro Gonzaga1010. Mi citano un divertente legame tra il Lambrusco di Mantova IGT ed uno scritto di Pietro Pomponazzi detto Peretto Mantovano, e sottilmente alludono ad una delle loro fantasie, il BDSM. Davvero interessanti, chissà chi scrive dei due. Sembrano educati, eleganti ed in sintonia completa con le nostre passioni. Questa volta gli rispondo perbene, citando un epigramma di Marziale alquanto piccante che riguarda il vino:
A Candido (cit. Marziale – Epigrammi)
“Soltanto tuoi sono i poderi, Candido, soltanto tuoi i denari, soltanto tuoi i vasi d'oro e di mirra, soltanto tue le anfore di vino massico e di cècubo del tempo di Opimio, e soltanto tuo il senno, e soltanto tuo l'ingegno. Soltanto tue sono tutte queste cose: né credere che voglia negarlo! ma la moglie, Candido, l'hai in comune con tutti”.
Chiudo il telefono con un misto di orgoglio e curiosità ed esco dall’ufficio con in mente altri piani per la serata ben più concreti di una chiacchierata virtuale con sconosciuti.
UNA FOLLE SORPRESA
Mentre guido verso casa mando un Whatsapp a mio marito, “amore fatti trovare in tiro. Vale“ e spengo il telefono. Voglio farlo consumare dalla curiosità e della voglia.
Arrivata nel parcheggio della nostra villa intravedo l’auto di Lucio parcheggiata e le luci della palestra accese, si starà di certo allenando. Adoro scoparmelo quando è madido di sudore.
Mi avvicino lentamente alla porta della palestra, è socchiusa, guardo Lucio allenarsi, ha un corpo statuario, è sudato mentre tira pugni al sacco da boxe. Indosso soltanto gli slip. Aspetto che si volti di spalle, voglio fargli una sorpresa.
Non appena si presenta l’occasione entro e mi sdraio sulla panca mettendo in mostra il mio culo coperto soltanto da una sottile striscia di tessuto nero. Lucio, si volta e mi sorride, un sorriso intrigante che mi preannuncia che le prossime ore saranno molto piacevoli.
Lui si toglie i guanti e si avvicina baciandomi appassionatamente, sento il sapore salato del suo sudore, mi eccita, il suo cazzo è già duro, lo sento mentre mi preme sui seni. Dolcemente mi mette carponi sulla panca e tenendomi la testa tra le mani mi ficca il suo cazzo in bocca e me lo fa assaporare fino in gola. Adoro spompinarlo, riempio il suo cazzo di saliva per farlo scivolare profondamente nella mia gola. Più spinge e più mi eccita, sono bagnata, vorrei mi sfondasse la figa, subito. Lucio continua a scoparmi la bocca e con le mani mi copre gli occhi, con la scusa di accompagnare i movimenti della mia testa. Non vedo nulla e quasi non respiro, sento solo la durezza del suo cazzo ed il sapore dei suoi umori.
Ad un tratto sento due mani possenti afferrarmi le natiche, tenendomi ferma, e sento un cazzo notevole che inizia ad entrarmi nel culo, mentre Lucio continua a tenermi ferma e con gli occhi coperti ed a scoparmi la bocca.
Sono fuori di me dal piacere, non so chi mi stia scopando il culo, ma certamente lo fa molto bene mentre mio marito mi spinge il suo cazzo in bocca con una meravigliosa sincronia con il misterioso compagno di giochi.
Nel parossismo del rapporto Lucio mi dice, “piscia, piscia adesso, facci vedere quanto sei vacca. So che lo sai fare“.
Non capisco nulla, non vedo nulla mentre il nostro meraviglioso amico mi tiene bloccate le mani dietro la schiena. Sento odori, sapori, sento voci, anzi sussurri ansimanti, sono una cagna che vive di sensi. Nulla di reale esiste, riesco ad immaginare la scena sulla base delle informazioni che i sensi disponibili mi concedono ma tutto potrebbe essere diverso, so soltanto che sto godendo.”
Seguo gli ordini di mio marito, mi lascio andare e piscio, una pisciata liberatoria, sento il calore del liquido che mi scorre tra le gambe ed inonda il cazzo che mi sta inculando. Lui non parla ma si sente che è eccitato perché inizia a spingere sempre più forte. Peccato non poterlo toccare, accarezzare, le mie mani sono bloccate da una presa sicura e forte.
Ad un tratto sento una lingua che mi scorre al centro della schiena, è una lingua veloce, sottile, sono confusa non capisco più nulla, sembra ci siano altre persone nella stanza. Mentre due mi scopano e ne sento i cazzi, dell’altra persona sento soltanto la lingua ed ora le mani che mi penetrano la figa. Non sono mani grosse, potrebbe non essere un altro maschio ma non ho nessun modo di verificarlo.
Mi abbandono alle sensazioni, soltanto quelle potranno aiutarmi a capire meglio cosa sta accadendo. Credo che Lucio non mi consentirà di usare la vista, almeno a breve.
Ho il culo in fiamme, mentre lo sconosciuto continua a scoparmi con forza e quasi non respiro con il cazzo di mio marito in bocca. L’altra persona mi sta mordendo i capezzoli e scopando la figa con le dita.
Lucio ansimando chiede all’altro di scoparmi la figa sussurrando che per il mio culo ha altre sorprese. Il misterioso amico mi sfila velocemente il cazzo dal culo e mi entra subito in figa. Tanto, bagnata come sono, sarebbe impossibile che incontri resistenza.
Subito dopo sento premere sul mio buchino qualcosa di durissimo e regolare, sembrerebbe un dildo ma non ne sono sicura, è liscio ma lungo e manovrato con maestria e decisione. Mi sovviene in mente il manganello da allenamento di Lucio. Lo tiene sul rack degli attrezzi, e dalle sensazioni che mi richiama la mia mente sembra si tratti proprio di lui. Non è la prima volta che mio marito mi scopa con il manganello, ed io lo adoro.
Ho tre cose dentro di me che violano ogni parte del mio corpo, i due uomini spingono come forsennati mentre l’altra persona utilizza con decisione l’attrezzo aprendomi il culo. Ormai non sento neppure più dolore, il mio didietro è sfondato, potrebbe entrarci una mano intera. Sto godendo, sono bagnata di umori e piscio il mio corpo è costellato da gocce di sudore, immagino delle stelle brillanti in un cielo scuro come la mia pelle.
Ad un tratto mi accorgo che il nostro amico sta per venire, ansima e spinge sempre più forte mentre Lucio gli urla di sborrarmi dentro. Io cerco di ribellarmi, dico che non prendo anticoncezionali da qualche mese e che potrei rimanere incinta. Mio marito mi zittisce dicendo che “è una cosa alla quale penseremo domani“.
Sono impazzita, tra poco uno sconosciuto mi sborrerà in figa ed io sono nel periodo fertile, potrei restare incinta di qualcuno che magari non vedrò mai in viso. Questo pensiero mi fa paura ma nel contempo mi fa impazzire. Con la voce rotta dal piacere lo imploro di sborrare. “Vieni dentro porco, dai sborra, cosa aspetti, gli urlo. Poi, rivolgendomi all’altra, continuo “E tu cosa aspetti rompimi il culo, non ho paura del dolore, sfondalo“. Godo e piango dal piacere.
Sto parlando a persone che non ho mai visto e gli chiedo cose che non avrei mai sognato di chiedere a nessuno, devo essere diventata pazza.
Il grosso arnese in figa sta pulsando, credo stia per venire. Un grido di piacere mi conferma che lui sta avendo un profondo orgasmo. Sento le sue mani tremare. Ad un tratto smette di spingere forte passando a spinte molto lente ma più profonde. “Il porco si sta godendo il momento”, penso tra me e me.
Subito dopo di lui sborra anche Lucio, la sua copiosa venuta mi riempie la gola fino quasi a soffocarmi. Mio marito ha sempre avuto orgasmi copiosi ed io adoro berne fino all’ultima goccia, ma non stavolta. No, non voglio vomitare, no anche questo no. Questi sconosciuti hanno preso tutto di me, non voglio che si prendano anche questa soddisfazione.
Sembra che mio marito mi abbia letto nella mente perché tutto d’un tratto mi spinge il cazzo in profondità nella gola facendo pressione sulla trachea senza tirarlo indietro. Vomito, anzi sono costretta a vomitare. “Se la è cercata lui” penso come per darmi una soddisfazione, “dovrà farsi una bella doccia, lo stronzo”.
Lucio mi libera gli occhi. Sul momento non vedo comunque nulla perché la forte pressione delle mani di mio marito e le lacrime di piacere mi hanno temporaneamente messo fuori uso i bulbi oculari. Cerco di ricompormi come posso, intuisco due sagome, una imponente e l’altra esile, non avevo sbagliato uno dei due sconosciuti è una donna. Avrò tempo per scoprirlo, intanto meglio correre in doccia a sistemarmi. Non posso restare un minuto in più in queste condizioni.
LE VIE DEL DESTINO
Dopo un’oretta abbondante esco dal bagno. Indosso una sensuale vestaglietta nera e perfettamente ricomposta. Faccio finta di nulla, ho recuperato il mio orgoglio.
I tre sono rilassati sulle poltrone del salotto a bere cognac ed a discorrere amabilmente come vecchi compagni di scuola.
Subito il mio sguardo cade sulla donna, “certo è davvero carina quella troia, si è divertita a martoriarmi, deve essere anche simpatica” penso mentre le sorrido. Poi guardo lui, il nostro amico misterioso, “È davvero fantastico” mi dico “Il mio maritino ha scelto davvero bene”. Noto che mi somiglia molto. Stessi colori, stessi occhi e stessa luce maliziosa nello sguardo. Penso che ho il suo sperma dentro di me e che molto probabilmente si starà facendo strada verso le mie ovaie. In un attimo di lucidità mi dico che “Quando quel pazzo di mio marito ricomincerà a ragionare bisognerà pensare ad un rimedio farmacologico”.
Saluto il gruppetto con cortesia ed un sorriso imbarazzato mi illumina il volto. Bacio mio marito e gli sussurro un “Grazie amore”. Mi accomodo sull’unica poltrona rimasta libera, intorno al basso tavolo in vetro e mi verso un cognac. Ho bisogno di qualcosa di forte.
Mio marito fa le presentazioni. “Loro sono Daniele e Valentina alias Gonzaga1010 e noi Lucio e Valeria alias DelfinidelSile1023” dice con fare scanzonato.
Chiedo spiegazioni a mio marito circa la gradita sorpresa e lui mi racconta che aveva intuito ormai da mesi che avevo bisogno di giocare di nuovo e quindi ha pensato di farmi un regalo. Per qualche settimana ha scandagliato attentamente il sito fino a trovare i nostri due amici. Lo ha incuriosito il loro profilo, molto affine al nostro. Stessi gusti e stesse passioni.
Immediatamente noto che i nostri nick hanno dei numeri che si richiamano. Questo mi suona davvero strano. Quando chiedo spiegazioni mi dicono che quei numeri sono il giorno e mese di nascita di Daniele. Subito Lucio interviene spiegando che nel nostro caso si tratta, per quanto riguarda il 10 del mio giorno di nascita mentre il 23 è quello suo. Non posso fare a meno di far notare che anche io sono nata ad ottobre e quindi condivido con Daniele sia il giorno che il mese di nascita. Una coincidenza davvero inquietante.
Loro ridono, forse per stemperare un po' la tensione, considerando “buffe” tutte queste coincidenze ma io ne sono, al contrario, molto inquietata. Mi raccontano di essere arrivati a casa nostra in mattinata e di avermi scritto quei messaggi per incuriosirmi.
L’atmosfera si rilassa e parliamo per un’oretta del più e del meno, svuotando la bottiglia di cognac. Ad un tratto Daniele racconta di essere nato a Mantova trentacinque anni fa e di avere la passione per l’arte e la filosofia. Poi ridendo mi dice che deve averla ereditata dai suoi genitori, o almeno così crede, perché non li ha mai conosciuti. Comunque quelli adottivi hanno passioni ben diverse e molto più pratiche.
Mi ritorna l’inquietudine ed inizio a tremare. Ad un tratto tutto mi sembra chiaro, fin troppo semplice. Siamo anche nati nello stesso anno e nella stessa città da genitori che poi ci hanno abbandonato. Siamo stati entrambi adottati!
Scoppio in lacrime, mentre gli altri mi guardano stupiti. Questa volta non sono lacrime di piacere ma l’amara consapevolezza che la ruota del karma ha di nuovo girato.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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