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Prime Esperienze

un'estate al mare 3


di godere15
02.10.2021    |    271    |    0 8.0
"Io con mia cazzo in mano non sapevo che rispondere..."
Ormai avevo superato l'impaccio della prima volta, avevamo goduto insieme io e Maria, che mi aveva promesso altre novità. Come promesso, tornai al casolare. Questa volta Maria si fece trovare già nel fienile, tra la paglia nuda. Non mi ero conto di quanto fosse bella. I capelli ricci, gli occhi neri, la pelle scura abbronzata, a differenza delle ragazzine sulla spiaggia, sempre a coprirsi di crema protettiva per evitare le scottature. Mi fece spogliare e mi sdraiai accanto a lei. Cominciammo a rotolarci nella paglia, scambiandoci baci e carezze. Dopo un pò Maria si alza e si sdraia su di me con la testa verso il mio pisello, offrendomi il suo sesso in primo piano. Provai ad infilare la mano per accarezzarlo come il giorno prima ma non era agevole. mentre cercavo di capire cosa fare, sento un calore avvolgere il mio pisello, umidiccio, mi rizzo per capire cosa fosse e vedo che Maria me lo sta accarezzando e baciando e leccando come se fosse un gelato. Una sensazione inaspettata e sconosciuta. Ricordai che su qualche giornalino avevo visto qualche foto di donne con il cazzo in bocca ma non sapevo come fosse passare dalla statica alla cinetica. Maria lasciò per un attimo il pisello e mi disse di fare a lei quello che mi stava facendo, leccarle la "patana", senza infilare le dita. Cominciai ad esplorare quella parte del corpo femminile del tutto nuova per me, facendomi largo tra i peli infilai la lingua tra le sue grandi labbra, vedendo che gradiva seguivo la spaccatura per tutta la lunghezza, sempre leccando a lingua aperta, finché non ritrovai un bottoncino rosa che spuntava. Non appena lo sfiorai Maria ebbe un sussulto, gemendo, dopo qualche secondo ci tornai e la reazione fu più lunga, così cominciai ad alternare i passaggi di lingua su tutta la fessa e i colpetti al bottoncino. Maria sembrava volersi divorare il mio cazzo. Mi faceva anche sentire i denti quando la mia lingua colpiva il suo bottoncino, ma il piacere prendeva il sopravvento. Ad un certo punto misi la mano sul suo sesso e mi dedicai con la lingua solo al suo bottoncino succhiandolo anch'io come faceva lei con me ed allora i mugolii, amplificati dalla bocca piena del mio cazzo, crebbero, come i risucchi del bucchino, come scoprii dopo si chiamasse quella posizione, finché non esplosi nella sua bocca. Maria, preparata per la scuola della parente e del fidanzato, ingoiò tutto per poi abbandonarsi al suo di orgasmo, che mi donò nella mia di bocca. Esausti ci abbandonammo tra la paglia, abbracciati tenendo ben lontano i nostri sessi. La situazione non era di quelle da relax, gli ormoni della gioventù funzionavano a dovere e dopo qualche minuto di carezze e baci ero di nuovo arrizzato, duro. Ed allora Maria, anche lei pronta ad affrontare un nuovo incontro, riprende la posizione del 69 di prima e mi dice di allungare le leccate fino al buco del culo. Io non avrei mai immaginato che il culetto potesse avere altre funzioni oltre che a quelle corporali di evacuazione. Anche lei mi fa lo stesso e provo delle belle sensazioni quando mi infila la lingua dietro. Non finirò mai di ringraziare quella coppia di parenti di Maria per l'inconsapevole scuola di sesso che avevano fatto. Quando ritenne che fossero entrambi bagnati sia il mio cazzo che il suo buchetto, si mise a 4 zampe, e guidò il mio pisello verso il suo buchetto. Mi disse di stare fermo, che avrebbe dosato lei i movimenti (Famme fà a mmè). Con il cazzo appoggiato al suo buco, lei spingeva il suo corpo verso di me, il problema fu superare la prima barriera che cedette dopo alcune spinte, una volta dentro cominciò a muoversi avanti e dietro senza farlo uscire. Io, da parte mia, non capivo molto, ero lì solo concentrato ad assaporare quelle sensazioni, consapevole del fatto che non sapevo quando le avrei rivissute. Erano lunghissime spinte dentro e fuori, ormai avevamo preso il ritmo. Io mi aggrappavo ai suoi fianchi, poi cominciai a muovere le mani, prima lungo la schiena, poi davanti, dal seno al ventre, e spostandomi un pò scoprii che potevo toccarla davanti. Lei si prendeva tutto, mi accorgevo che godeva a fondo per quello che chissà quante volte aveva visto. Spingeva sempre più a fondo le mie penetrazioni, eccitata dalle mie carezze su tutto il suo corpo, finché non la sentii esplodere in un nuovo travolgente orgasmo, alle cui contrazioni non riuscii a resistere. Con il terrore di sborrale dentro, che ne sapevo che non correvo il rischio di gravidanze non volute con la penetrazione anale, lo tirai fuori giusto in tempo per schizzarle tutta la mia sborra sulla schiena. Che cazzo hai fatto? fu la sua reazione. Io con mia cazzo in mano non sapevo che rispondere. "Ed allora, visto che è roba tua, ora pulisci!". Io non capivo come, non c'era niente lì tranne i nostri vestiti. Se io me la sono ingoiata la tua sborra , ora lo puoi fare anche tu. Lecca tutto per bene e pulisci. Con timore, non sapendo che sapore fosse, misi la lingua su una goccia. "Lecca ti ho detto!" Allora ripassai la lingua con più decisione, non riuscivo a capire il sapore ma pensai più che altro a pulire la schiena e vidi che a lei piaceva farsela leccare. Alla fine si girò e mi regalò un bacio profondo in cui ci scambiammo tutti i nostri sapori.
Ci siamo rivisti altre volte con Maria durante quel mese di vacanza, affinando la tecnica dei nostri rapporti, il cui limite era la conservazione della verginità per lei, fino a quando la mamma non dovette più andare nei campi. Dopo qualche anno tornai in vacanza ad Ascea ma la ritrovai più, mi dissero che la famiglia di Maria si era trasferita al Nord per lavorare
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