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Una notte, Quella notte.


di Membro VIP di Annunci69.it MrLicker
14.09.2024    |    101    |    0 6.0
"Ogni spinta era più forte della precedente, i nostri corpi che si scontravano in un ritmo animalesco, e ogni volta che la penetravo, lei spingeva i fianchi..."
Era una di quelle serate in cui non avevo nessun piano preciso. Mi trovavo a una festa organizzata da amici comuni, in un appartamento chic, luci soffuse e musica di sottofondo. Niente di troppo eccitante, finché i miei occhi non si posarono su di lei. Alta, capelli castani mossi che le cadevano sulle spalle, un vestito aderente nero che lasciava intravedere curve perfette. Sembrava distaccata, quasi annoiata, seduta in un angolo con un bicchiere di vino bianco in mano. Il suo sguardo non si soffermava su nessuno, come se niente e nessuno lì dentro potesse catturare il suo interesse.

Mi avvicinai con la solita sicurezza, pensando che sarebbe stato facile rompere il ghiaccio. “Ti annoi quanto me?” dissi, cercando di sondare il terreno. Lei alzò gli occhi dal bicchiere e mi guardò per un attimo, le sue labbra si incurvarono appena in un mezzo sorriso.

“Non direi che è la serata più emozionante della mia vita,” rispose, ma c'era qualcosa nel suo tono che sembrava chiudermi fuori. Come se fosse in un mondo a parte.

Non mi diedi per vinto. Continuammo a parlare, conversazione leggera, ma notai che più tentavo di farla ridere o coinvolgerla, più sembrava mantenere un muro. Non era scortese, ma era evidente che non stava cercando di impressionarmi. Questo mi fece venire voglia di insistere, di sfidarla. Forse voleva solo vedere fin dove sarei stato disposto a spingermi per catturare la sua attenzione.

Alla fine, decisi di giocarmela diversamente. “Vieni a bere qualcosa di meglio con me, questo vino è imbevibile,” le dissi con un tono di sfida. Non pensavo avrebbe accettato, ma mi sbagliavo.

“Scommetto che il tuo bar preferito non è poi così speciale,” disse alzandosi. Aveva una presenza che riempiva la stanza. Ogni movimento era lento, controllato, come se sapesse esattamente l'effetto che faceva agli altri.

Ci dirigemmo verso un bar più appartato, lontano dal caos della festa. La conversazione fluì meglio con qualche drink in corpo, ma il suo atteggiamento continuava a essere leggermente distaccato, come se mi stesse ancora valutando. La sua freddezza iniziale non faceva altro che accendere in me una curiosità crescente. Era come se dietro quella facciata si nascondesse qualcos’altro, e io volevo arrivarci.

Quando uscimmo dal bar, la tensione tra noi era palpabile. Non ci eravamo nemmeno sfiorati fino a quel momento, ma sentivo che c’era qualcosa di non detto, qualcosa che stava per esplodere. La portai a casa mia, senza troppi giri di parole, e lei non fece alcuna obiezione. Anzi, mi lanciò uno sguardo che sembrava dire “finalmente”.

Una volta dentro, tutto cambiò. Mi aspettavo di dover prendere l’iniziativa, ma appena la porta si chiuse dietro di noi, fu lei a prendere il controllo. Mi spinse contro il muro con una decisione che non mi aspettavo, il suo sguardo si fece improvvisamente più intenso. Era come se stesse aspettando questo momento per mostrarmi chi era davvero.

“Credevi di avere il controllo, vero?” disse, il suo volto a pochi centimetri dal mio, mentre mi bloccava le mani contro il muro. Il suo corpo premeva contro il mio, e potevo sentire il calore della sua pelle attraverso i vestiti. Mi guardava come una predatrice, e io ero il suo obiettivo.

Le sue mani scivolarono velocemente sotto la mia camicia, le sue unghie graffiavano leggermente il mio petto, e il suo tocco mi fece tremare di eccitazione. Le sue labbra trovarono le mie, ma il bacio non era dolce, era feroce, affamato. Sentivo la sua lingua esplorare la mia bocca, decisa a prendersi ciò che voleva. La sua mano scese rapida verso i miei pantaloni, e senza esitare, slacciò la cintura e li fece scivolare giù. Non era un gioco di seduzione lento, voleva il controllo completo, e lo stava ottenendo.

“Ti piace così, vero?” mi sussurrò all'orecchio, mentre la sua mano afferrava il mio cazzo duro, stringendolo con forza, quasi a voler dimostrare quanto fosse lei a dettare il ritmo. Non ebbi nemmeno il tempo di rispondere, che si inginocchiò davanti a me, tirando fuori il mio membro e prendendolo in bocca senza esitazione.

La sua bocca era calda, avvolgente, e ogni movimento della sua lingua era perfetto, un mix di dolce tortura e piacere intenso. Mi guardava negli occhi mentre lo faceva, i suoi occhi bruciavano di desiderio e potere. Sentivo il piacere crescere in me, mentre lei alternava colpi profondi e succhiate lente, giocando con me come se sapesse esattamente come portarmi al limite.

Quando pensai di essere vicino al culmine, si fermò. Si alzò lentamente, asciugandosi il labbro inferiore con un dito, un sorriso malizioso sulle labbra.

“Non ho finito con te,” disse, mentre si girava e si sfilava il vestito con un movimento fluido, lasciando che scivolasse a terra. Rimase in piedi davanti a me solo con il tanga nero, che tirò giù lentamente, mantenendo il contatto visivo. Era magnifica, il suo corpo scolpito, la pelle liscia e perfetta. Si girò, appoggiando le mani contro il tavolo, offrendomi una visione della sua schiena arcuata e del suo sedere perfetto.

“Sai cosa fare, adesso,” ordinò, e non persi tempo. Mi avvicinai e la presi per i fianchi, spingendomi dentro di lei con una forza che non mi aspettavo di avere. Lei gemette forte, ma non di dolore, era un gemito di piacere puro, il tipo di suono che fa capire che stai facendo esattamente ciò che vuole.

Ogni spinta era più forte della precedente, i nostri corpi che si scontravano in un ritmo animalesco, e ogni volta che la penetravo, lei spingeva i fianchi indietro con ancora più forza, come se volesse sentirsi riempire fino in fondo. Le mie mani afferrarono i suoi fianchi con forza, mentre il mio ritmo diventava sempre più frenetico.

Lei ansimava, gemendo senza controllo, le sue mani che stringevano il bordo del tavolo fino a farlo scricchiolare. “Più forte, dannazione!” gridò, e io obbedii, affondando in lei con tutta la mia forza, sentendo il piacere che si accumulava dentro di me.

Quando sentii che stavo per venire, lei si piegò ancora di più, inarcando la schiena fino a farmi perdere il controllo. Con un’ultima, profonda spinta, esplosi dentro di lei, riempiendola completamente mentre il mio corpo tremava dal piacere.

Restammo lì per qualche secondo, entrambi ansimanti, i nostri corpi ancora legati in quell'atto primordiale. Lei si raddrizzò lentamente, girandosi verso di me con un sorriso soddisfatto. “Hai fatto un buon lavoro,” disse con tono compiaciuto, accarezzandomi il petto. “Ma la prossima volta, sarai ancora più bravo.”

Mi guardava come se avesse appena iniziato un gioco che sarebbe durato molto più a lungo. Ed ero pronto a seguirla.

Ci svegliammo al mattino, ancora avvolti nel torpore della notte trascorsa. La luce che filtrava dalla finestra illuminava i contorni del suo corpo nudo disteso accanto a me. Mi voltai per guardarla, ancora incredulo di come la serata fosse degenerata in una spirale di puro piacere e controllo. Ma non avevo idea che la vera sorpresa sarebbe arrivata adesso.

Lei si stiracchiò pigramente, poi si girò verso di me con un sorriso enigmatico. “Credo sia giunto il momento di giocare davvero,” disse, la sua voce morbida ma intrisa di una promessa oscura. Prima che potessi rispondere, si mosse rapidamente, agile come un felino. Si alzò dal letto e andò a cercare qualcosa nella sua borsa. Tornò con delle corde sottili e forti, e prima che me ne rendessi conto, mi aveva legato i polsi e le caviglie al letto, immobilizzandomi completamente.

“Non fare storie,” sussurrò, vedendo il mio sguardo sorpreso. “Ora decido io.”

Mi piazzò una benda sugli occhi, e con quella semplice azione, il mio mondo si chiuse al buio, aumentando la sensibilità di ogni centimetro della mia pelle. Il mio respiro si fece più rapido, mentre aspettavo il suo prossimo passo. Sentivo il materasso che si abbassava sotto il suo peso mentre si avvicinava, e poi, senza preavviso, le sue mani afferrarono i miei capezzoli. Il tocco era inizialmente delicato, ma poi sentii un dolore improvviso quando applicò delle mollette, serrandole con precisione. Il dolore si irradiò attraverso il mio petto, mescolandosi a una strana forma di piacere.

Ogni respiro si faceva più corto, la tensione cresceva in me. Sentii il suo respiro vicino al mio orecchio. “Ti piace questo, vero?” mi sussurrò, mordendomi il lobo dell’orecchio.

Non riuscivo a rispondere. Ero completamente preso da quella strana sensazione che mi invadeva, un mix di dolore acuto e desiderio crescente. Ma non era finita lì.
Le sue mani scesero lungo il mio corpo fino a raggiungere il mio cazzo, già duro e pulsante. Lo afferrò con decisione, stringendolo tra le dita. Ogni sua mossa era precisa, calcolata per tenermi sul filo del rasoio tra piacere e sofferenza. Le sue mani scivolavano su e giù, e poi all’improvviso afferrò le mie palle, stringendole. Il dolore mi fece sussultare, ma c’era qualcosa di incredibilmente erotico in quel suo controllo totale sul mio corpo.

Non mi diede tregua. Sentii le sue labbra sfiorare la punta del mio cazzo, bagnata e sensibile, e quando la sua lingua iniziò a leccarmi con lentezza, ogni sensazione sembrava amplificata. Le sue mani non lasciavano le mie palle, e continuava a stringere ogni tanto, facendomi gemere, mentre la sua bocca lavorava con una lentezza snervante.

Il respiro si fece più pesante mentre sentivo le sue dita esplorare il mio corpo con una lentezza calcolata. La sua mano si fermò sul mio ano, il dito iniziò a premere leggermente sull’apertura. Ogni suo movimento sembrava studiato per spingermi oltre i miei limiti, e quando il dito finalmente penetrò dentro di me, fu una sensazione elettrizzante, un misto di sorpresa e piacere che mi fece sussultare.

Iniziò a muoversi lentamente, avanti e indietro, con una precisione quasi sadica, lasciandomi a metà tra il desiderio di essere riempito di più e il timore di quello che sarebbe venuto dopo. Ogni volta che il dito spingeva più a fondo, il mio corpo rispondeva, incapace di resistere a quel piacere nuovo che mi invadeva. Le sue labbra, intanto, non avevano mai lasciato la punta del mio cazzo, bagnato e pulsante. Il contrasto tra la sua bocca calda che lo avvolgeva e il dito che esplorava l’interno del mio corpo mi faceva impazzire.

Poi si fermò per un attimo. Il suo dito rimase dentro di me, immobile, mentre la sua bocca si sollevava leggermente dal mio cazzo, il suo respiro caldo contro la mia pelle. "Ti piace così?" sussurrò con una voce velata di soddisfazione. Non riuscivo a rispondere, perso in quella tempesta di sensazioni che mi stava travolgendo.

Senza preavviso, aggiunse un secondo dito, più prepotente questa volta. Il mio corpo si tese in risposta, ogni fibra di me gridava al piacere e al dolore, mentre i suoi due dita iniziavano a muoversi in sincronia. Le spinse dentro di me con una forza delicata ma decisa, e ogni spinta sembrava scatenare un’ondata di piacere più profonda. Mentre il ritmo aumentava, sentivo i suoi movimenti diventare sempre più audaci, esplorando ogni angolo, trovando quel punto preciso dentro di me che mi faceva gemere involontariamente.

Ma non era finita. Lei si allungò sopra di me, allungando una mano verso il comodino. Senza dire una parola, prese un elastico per capelli e tornò giù verso il mio cazzo e le mie palle. Sentii le sue dita esperte afferrare delicatamente il sacco scrotale, raccogliendo le mie palle una ad una, e poi le strinse con l’elastico. Il dolore era immediato, un'onda che mi fece trattenere il respiro, ma c'era anche una sensazione incredibile di tensione che sembrava amplificare ogni tocco, ogni sfioramento.

Con le palle strette dall'elastico, il dolore e il piacere si fondevano in un mix esplosivo. Lei non perse tempo, mentre le sue dita continuavano a spingere dentro di me, aggiungendo una pressione costante e deliziosamente insostenibile. Intanto, la sua mano tornò al mio cazzo, afferrandolo con decisione. Ogni movimento era un contrasto: le sue dita che penetravano il mio ano con lentezza, allargandomi, e la sua mano che iniziava a masturbarmi con un ritmo incessante. La sua bocca tornò alla punta del mio cazzo, leccando e succhiando, creando una tortura perfetta che mi faceva quasi impazzire.

Sentivo la tensione crescere sempre di più, ogni spinta delle sue dita dentro di me mi avvicinava al limite, mentre la sua mano stringeva il mio cazzo con una forza calcolata, alternando movimenti lenti e veloci. Quando aumentò il ritmo, le sue dita si muovevano più velocemente dentro di me, e ogni volta che raggiungeva quel punto profondo, il mio corpo si tendeva, in preda a una sensazione che non avevo mai provato prima.

Ero completamente alla sua mercé, ogni fibra del mio corpo in fiamme. Sentivo le sue labbra avvolgermi di nuovo, le sue dita che continuavano il loro assalto incessante dentro di me. La combinazione di tutto mi fece perdere il controllo. Il piacere si fece insopportabile, e in un’ondata finale di puro piacere, esplosi. Il mio seme schizzò fuori, ricoprendo il suo viso e il suo seno, mentre il mio corpo si contorceva sotto il suo tocco, in un orgasmo potente e devastante.

Lei non si fermò subito. Continuò a succhiarmi con avidità, le sue dita che ancora si muovevano dentro di me, spremendo ogni ultima goccia di piacere. Il mio corpo tremava, completamente sopraffatto dall’intensità dell’orgasmo. Solo quando fui completamente esausto, lei si fermò.

Mi guardò, il suo viso sporco del mio piacere, i suoi occhi che brillavano di soddisfazione. Poi si avvicinò a me, salì fino a raggiungere le mie labbra, e mi baciò. Le sue labbra sapevano di me, del mio piacere, e non potevo fare altro che ricambiare quel bacio, assaporando ogni goccia.

Era stata la notte più intensa della mia vita
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