Lui & Lei
Inventario con Jessica
di MrLicker
18.09.2024 |
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""Allora, che aspetti?" La sua voce era un invito diretto, senza fronzoli, e io non potevo più trattenermi..."
Ero solo con Jessica nel reparto, le luci fredde del magazzino facevano risaltare la sua figura. Non era la prima volta che mi trovavo in questa situazione con lei. Avevamo già giocato con sguardi e battutine nelle pause, ma quella notte c'era qualcosa di diverso. L'inventario procedeva lentamente, con solo il rumore dei nostri respiri e il fruscio della carta.Jessica si muoveva tra gli scaffali, piegandosi a prendere delle scatole. Il vestito stretto seguiva le curve del suo corpo, il seno abbondante leggermente mosso, e il suo fisico formoso sembrava ancora più provocante nella penombra. Mi guardava da sotto le ciglia, con un mezzo sorriso malizioso che mi faceva sentire il sangue pompare in tutto il corpo.
A un certo punto si avvicinò, troppo vicina per essere solo un caso. Il profumo dolce e caldo della sua pelle mi colpì, e il suo sguardo azzurro era pieno di desiderio. "Sembra che ci stiamo annoiando un po', Mark," sussurrò con voce bassa e sensuale.
Le sue dita sfiorarono leggermente il mio braccio mentre mi fissava, mordendosi appena il labbro inferiore. Il mio cuore accelerò, e il mio sguardo scese su di lei, notando come il vestito si aggrappava al suo seno abbondante, che anche se un po' cadente, era incredibilmente invitante.
"Sai, potremmo trovare qualcosa di più interessante da fare... Non credi?" Fece un passo indietro, appoggiandosi al muro. Le sue mani si abbassarono sul vestito, tirando leggermente l'orlo e lasciando intravedere le autoreggenti di pizzo nero.
Mi mordetti il labbro mentre i miei occhi scivolavano lungo le sue gambe, soffermandosi su quel dettaglio delle autoreggenti. Il suo sorriso malizioso si allargò, vedendo il mio evidente turbamento. Jessica sapeva esattamente cosa stava facendo, e io ero completamente sotto il suo controllo. Fece scivolare una mano lungo la coscia, fino a sollevare appena l'orlo del vestito.
"Non pensavi che sarebbe stata una serata così interessante, vero?" sussurrò, fissandomi con quegli occhi azzurri carichi di lussuria.
Avvicinai un passo, il mio respiro già irregolare. Le nostre mani si sfiorarono per un istante, ma lei fu la prima a rompere ogni distanza. Tirò con decisione la mia cintura, aprendo i pantaloni con una velocità che mi sorprese. Jessica era sempre stata vogliosa, ma quel livello di desiderio, in quel contesto, mi lasciò senza fiato.
Il suo seno abbondante premeva contro il mio petto mentre mi spingeva contro uno degli scaffali. Con mani esperte mi liberò dei pantaloni, e prima che potessi dirle qualcosa, si inginocchiò davanti a me, con quel sorrisetto stampato sul viso. "Vediamo quanto sei pronto, Mark..."
Le sue labbra si avvolsero attorno al mio cazzo con una maestria che non mi sarei mai aspettato. Il calore della sua bocca, il modo in cui la sua lingua mi accarezzava mentre mi prendeva sempre più in profondità, mi fece sussultare. Le sue mani mi accarezzavano le cosce, mentre i suoi occhi azzurri, ora fissi su di me, trasmettevano puro desiderio.
Jessica non si fermava, non lasciava spazio a esitazioni. Il suo ritmo cresceva, rendendo ogni movimento più intenso del precedente. I suoni umidi e rochi riempivano il magazzino, echeggiando tra le pareti mentre il piacere cresceva dentro di me a un ritmo insostenibile.
Ogni volta che affondava, il suono del piacere riempiva il reparto vuoto. Le sue mani, abili e veloci, scorrevano sulle mie cosce, tirando leggermente, mentre io cercavo di trattenere i gemiti che mi salivano in gola. Jessica alternava movimenti lenti, profondi, con attacchi improvvisi, succhiando con forza e lasciando che il suo piercing disegnasse un percorso infuocato lungo il mio membro.
Il ritmo saliva, e lei sembrava godere del mio respiro affannato. Poi si fermò all’improvviso, tirò fuori il mio cazzo dalla sua bocca, le labbra luccicanti di saliva, e mi guardò con quegli occhi azzurri penetranti. "Ti piace, vero?", sussurrò, passandosi una mano tra i capelli, ancora inginocchiata davanti a me.
Sorrisi, ancora ansimante, incapace di rispondere a parole. Jessica si alzò lentamente, accarezzando il mio petto con una mano mentre tirava su la maglietta fino a scoprire completamente il suo seno. Era come se volesse metterlo in mostra apposta per me, abbondante e provocante. Lo strinse tra le mani, giocandoci un attimo, tirando i capezzoli leggermente, un gesto che fece schizzare la mia eccitazione alle stelle.
"Sai cosa voglio ora," disse con una voce bassa e carica di desiderio. Si girò, appoggiandosi con le mani su uno degli scaffali dietro di lei, sporgendosi leggermente in avanti. Il vestito si sollevò, mostrando la sua pelle chiara e le curve che sembravano chiedere di essere prese. Si voltò a guardarmi sopra la spalla, morsa leggermente il labbro inferiore, e con una mano si tirò indietro le mutandine, scoprendo quel lato di sé che non potevo più ignorare.
"Allora, che aspetti?" La sua voce era un invito diretto, senza fronzoli, e io non potevo più trattenermi.
Mi avvicinai a lei, il respiro sempre più pesante, i miei occhi fissi su quel corpo che si offriva a me senza alcun freno. Le mie mani si posarono sui suoi fianchi, sentendo la sua pelle calda sotto le dita. Jessica gemeva leggermente solo al tocco, i suoi movimenti lenti e sinuosi, come se sapesse esattamente cosa stesse facendo.
Abbassai i miei pantaloni, ormai incapace di trattenermi, e sentii il mio cazzo duro pulsare al solo pensiero di quello che stava per succedere. Jessica, piegata davanti a me, si voltò leggermente per guardarmi e si leccò le labbra, quel piercing sulla lingua scintillava sotto le luci fredde del magazzino.
"Voglio sentirti," sussurrò, provocandomi ancora. Allora, con un solo movimento deciso, la penetrati, sentendo il calore di lei avvolgermi completamente. Un gemito sfuggì dalle sue labbra, e io persi completamente il controllo.
Iniziai a muovermi dentro di lei, lentamente all’inizio, poi sempre più forte, mentre Jessica spingeva il suo corpo contro di me, i suoi gemiti diventavano sempre più intensi. Ogni volta che mi spingevo più a fondo, lei affondava le dita sugli scaffali, il respiro spezzato e carico di desiderio.
"Ancora," ansimò, voltandosi leggermente per guardarmi negli occhi, mentre una mano scivolava sotto di lei per toccarsi.
Non persi tempo, risposi a quel suo "ancora" con un colpo più deciso, facendola gemere più forte. Le sue mani afferravano gli scaffali, e il suo corpo tremava mentre il ritmo diventava sempre più selvaggio. Sentivo i muscoli tesi di Jessica che si stringevano attorno a me, come se volesse farmi impazzire.
Ogni volta che la spingevo più a fondo, la sua pelle si increspava di piacere, e quei piercing sulla lingua che avevo sentito prima, ora li immaginavo mentre mi succhiava con avidità. Il solo pensiero mi faceva eccitare ancora di più. La sua voce diventava un sussurro frenetico, sempre più sporca mentre si perdeva completamente nel piacere.
"Sei così duro… continua, non fermarti," mi incitava, e io la afferrai più forte, aumentando il ritmo fino a farla ansimare. Le sue gambe tremavano mentre il suo corpo si muoveva al ritmo delle mie spinte. Poi, con una mossa decisa, si tirò fuori e si girò di colpo, cadendo in ginocchio davanti a me.
Jessica afferrò il mio cazzo con una mano, il piercing sulla lingua brillava sotto le luci mentre cominciava a succhiarmelo con quella stessa voracità che mi aveva già stregato. Sentivo ogni movimento della sua lingua, ogni colpo più profondo che mi faceva pulsare di piacere.
Ogni volta che lo prendeva fino in fondo, il suo sguardo non lasciava il mio, rendendo tutto ancora più intenso.
Il suo seno abbondante, leggermente cadente, oscillava davanti a me, il corpo formoso che si muoveva al ritmo della sua bocca affamata. Mi teneva saldo per i fianchi, succhiandomi con una maestria che mi faceva vacillare.
Poi, senza preavviso, si fermò, mi guardò con un sorriso malizioso e sussurrò: "Non è finita qui."
Si alzò di scatto e si appoggiò di schiena al tavolo, alzando il vestito e mostrandomi il perizoma che si era spostato da un lato. "Vieni qui," disse, accarezzandosi il clitoride lentamente, facendomi vedere ogni dettaglio. Non potevo resistere.
Mi avvicinai a Jessica, con il cuore che batteva forte e l'eccitazione che mi consumava. Lei continuava a toccarsi, facendo scorrere le dita lungo il clitoride con un ritmo lento, provocante. Il suo sguardo era fisso sul mio, pieno di desiderio e provocazione.
Mi piegai su di lei, sentendo il suo calore avvolgermi mentre mi facevo strada tra le sue cosce spalancate. Il suo respiro si fece più rapido mentre la penetravo lentamente, sentendo la sua stretta attorno a me. I suoi gemiti erano profondi e gutturali, e ogni mio movimento dentro di lei sembrava accendere qualcosa di più intenso.
Jessica mi avvolse le gambe attorno alla vita, tirandomi ancora più vicino. "Più forte, Mark..." ansimò, tirandosi i capezzoli con una mano mentre l'altra si insinuava tra noi, accarezzandosi il clitoride con movimenti frenetici.
Ogni colpo che le davo la faceva sussultare, mentre mordeva leggermente il labbro inferiore, cercando di contenere l’ondata di piacere che montava. Le sue unghie si piantavano nella mia schiena, tirandomi più vicino, e io obbedivo, affondando più a fondo, più forte.
I suoi gemiti aumentarono d’intensità, il suo corpo tremava sotto di me, e con un ultimo colpo più forte degli altri, la sentii venire violentemente, un orgasmo che la fece quasi urlare.
Jessica si girò di scatto, mettendosi a pecora con una naturalezza che trasudava voglia. Il suo corpo si presentava davanti a me, il seno che si appoggiava leggermente sul pavimento, e il suo sedere pieno e provocante pronto per essere preso. Senza esitare, la afferrai per i fianchi e, con un colpo deciso, affondai di nuovo in lei. La sentii gemere subito, il suono che usciva dalle sue labbra era un misto di sorpresa e piacere puro.
Le mie mani scivolavano lungo il suo corpo, accarezzandole la schiena, mentre il mio ritmo diventava sempre più deciso. Ogni spinta faceva tremare i suoi fianchi contro di me, e il suono del nostro contatto riempiva l’aria. Jessica si voltò leggermente, mordendosi il labbro e guardandomi con quegli occhi azzurri pieni di desiderio, mentre i suoi piercing sulla lingua brillavano quando parlava con voce roca e ansimante: "Voglio che mi prendi ancora più forte, Mark."
Le sue parole mi infiammarono ulteriormente, e obbedii, aumentando la mia forza, la mia velocità. Ogni movimento sembrava spingerla oltre il limite, e i suoi gemiti si fecero sempre più intensi, quasi urlati. Sentivo che stavo per esplodere, il piacere montava in me come un’onda inarrestabile, e quando finalmente lo sentii, esplosi dentro di lei con una forza travolgente.
Jessica gridò il suo piacere contemporaneamente, il suo corpo tremava sotto il mio mentre raggiungeva l’orgasmo, le sue mani si stringevano nei pugni sul pavimento. La sua schiena si arcuava, e ogni muscolo sembrava rispondere alla scossa del piacere che l’attraversava.
Restammo così per qualche secondo, respirando pesantemente, mentre il silenzio tornava a riempire il reparto.
Jessica si rilassò lentamente, il suo corpo che continuava a tremare leggermente mentre mi staccavo da lei. Mi accasciai accanto a lei, entrambi esausti e soddisfatti. Lei si girò lentamente per affrontarmi, il volto illuminato da un sorriso sornione e soddisfatto.
"Non è stato niente male, vero?" disse, la voce ancora carica di desiderio e affetto."Assolutamente," risposi, ancora sorpreso dalla forza e dall'intensità dell'incontro. Mi passai una mano tra i capelli, cercando di riprendere il controllo del mio respiro.
Jessica si alzò, sistemandosi i vestiti con una grazia maliziosa, poi si avvicinò a me e mi diede un bacio leggero sulle labbra. "Questo è stato solo l'inizio," sussurrò, con un sorriso che prometteva ulteriori esplorazioni e piaceri.
Mentre ci rivestivamo, il magazzino tornava lentamente alla sua quiete normale, e i rumori del nostro incontro si dissolvevano nella routine del lavoro.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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