Prime Esperienze

Sharon


di tiguardo69
19.12.2021    |    7.019    |    0 9.3
"«Ciao Ruggero, vado, mi raccomando, acqua in bocca..."
Stavo in dormiveglia ma con gli occhi chiusi beandomi della frescura delle candide lenzuola di lino e ripensando alla serata precedente sentivo il pene che si induriva, ma forse non era solo per questo. Troppo stanco per aprire gli occhi non mi accorsi che il vero motivo era una mano che lo stava accarezzando. Mi venne un tremendo dubbio e aprii gli occhi. Sul letto, accanto a me e seminuda vidi Sharon.
«Ma che cazzo, Sharon, ma sei matta?»
«Ciao, stamattina cambio di governante, sveglia, è molto tardi.»
Incapace di reagire a quella situazione guardavo il seno della ragazza che presuntuosamente stava davanti ai miei occhi. Sentivo la mano della ragazza sul mio cazzo e lo carezzava in un modo tale da impedirmi qualsiasi voglia di rifiutarle. Mi sentivo leggero come se la mia anima stesse abbandonando il corpo.
Tentai di reagire però mi fu impossibile. Ogni volta che tentavo di alzarmi Sharon mi spingeva e mi costringeva a restare supino mentre quel meraviglioso massaggio mi mandava in confusione.
Guardai la ragazza che molto lascivamente si accarezzava i seni e a volte pizzicava i capezzoli che si indurivano sempre di più ad ogni passaggio. Cercavo di respingere la ragazza ma sentivo il piacere avvilupparmi nelle sue spire. Poi Sharon, con mossa fulminea, aveva coperto i miei occhi con le sue mani impedendomi di guardare cosa succedeva, sentivo soltanto le sue labbra sulle mie che vagavano come alla ricerca di qualcosa, sentivo il loro calore ma nello stesso tempo mi sentivo incapace di qualsiasi reazione tanto un senso di beatitudine mi aveva colto. Sentii che Sharon aveva afferrato il mio labbro superiore e lo mordicchiava, poi timidamente la sua lingua fece capolino e lentamente sfiorava le mie labbra, sentivo il suo respiro ed il seno che si sollevava ritmicamente sul mio petto.
«Mi piace!» furono le sole parole che riuscii a profferire.
Scostai i lunghi capelli della ragazza e presi a baciarla sul collo che lei aveva inclinato per darmene la possibilità.
«Toglimi i pantaloni.» mi chiese la ragazza
Cominciai quindi a sbottonarle i bottoni dei jeans mentre le guardavo il seno, vedevo i suoi capezzoli tesi bramosi della mia lingua e delle mie mani; li afferrai e li avvicinai alla mia bocca, sfiorai un capezzolo con le dita lo sentii duro e pronto, lo titillai con la lingua poi lo afferrai, le labbra lo serrarono e cominciai a succhiarlo, era duro e turgido e io lo succhiai e lo leccai mentre lei allungò nuovamente la sua mano sul mio pene e anche sulle mie natiche. Le agevolai il compito alzandole quel tanto che bastava per farmele accarezzare.
«Toglimi le mutandine Ruggero.»
Ero impossibilitato a qualsiasi reazione, eseguii tutto quanto mi veniva chiesto, ma forse era proprio questo il mio desiderio: ricevere piacere e dare piacere. Tolsi le mutandine di Sharon e mi apparve un ciuffettino di pelo biondo appena pronunziato. Fu in quel momento che afferrai la testa della ragazza e la spinsi verso il mio pene. Lei non si ritrasse anzi bagnò un dito portandolo alla bocca e poi sul buchino del pene mentre io ponevo la mia di mano sul suo pube, lo carezzai, si aprì e allora misi un dito dentro alla ricerca della sua clitoride. Lei, a quel tocco, impugnò la mia asta turgida e tesa e cominciò a muoverla adagio adagio con carezze morbide, decise a tratti mentre avvicinandosi al mio orecchio mi sussurrava: «Ti voglio!»
E fu allora che allargai la sua fichetta, eravamo di fianco uno di fronte all’altra, ci guardammo, strofinai il pene sul suo pube e sentii di non poterle resistere; deciso, senza attendere altro tempo, entrai dentro di lei, in un sol colpo.
«Guardami mentre lo faccio, sei bagnata al punto giusto.» le dissi mentre lei mi guardava poi chiuse gli occhi.
Affondai dentro di lei, poi mi fermai per fare aderire bene il mio pene alla sua vagina, sentii di impazzire, lo sentii pulsare dentro di lei che riaprendo gli occhi mi sussurrò: «Prendimi Ruggero, prendimi a colpi secchi ma lenti.»
Mi rotolai sul letto portandomi la ragazza addosso incastrati in quella strana unione. Lei restò a cavalcioni e flettette il suo busto sul mio, godeva della sua pienezza, poi cominciò a muoversi su e giù indietreggiando il bacino e prendendolo tutto.
«Sento come entra, Ruggero, è un piacere sublime.»
«Massaggialo con la tua vagina.»
«Cosa, dimmelo, voglio sentirtelo dire.»
«Il cazzo, tesoro.»
«Lo voglio dietro, prendilo, sbattimi a pecora.»
Girai la ragazza e lei si pose a culo in aria. Dal mio canto cominciai a leccarglielo e a penetrarglielo con la lingua.
«Prendi il cazzo Sharon e appoggialo sul buchino del culo.»
«Ecco dai son pronta.»
«E’ stretto!»
«Ma è tuo!»
«Allargati le natiche con le tue mani.»
«Ecco!»
«Vado dentro piano, non vorrei farti male.» dissi dopo aver sputato sulla mano e passata la saliva sulla cappella.
«Ahhh, è meraviglioso, tienimi il seno e imprimimi il ritmo io ti assecondo.»
«Entro tutto dentro, senti i coglioni che sbattono sulla fichetta?»
«Lo sai cosa voglio, Ruggero.»
«Dimmelo, Sharon!»
«Vienimi dentro, dammelo Ruggero, cazzo come mi piace sentirlo dentro, libero, smodato, sento la cappella entrare e uscire, godi.»
«Ti sollevo le gambe, voglio penetrarti meglio e di più, vuoi la sborra?»
«Si, ne voglio tanta.»
«Allora prendi tesoro, ti riempio.»
«Dai, tanta, calda, voglio che si bagnino anche i tuoi coglioni.»
«Arrivo tesoro, ecco, dai, vengooo!»
«Si Ruggero, è meraviglioso, lascia colare lo sperma sulle mie cosce, mi piace tantissimo.»
Ricaddi indietro ansimando e Sharon si mise tra le mie braccia.
«Delizioso, mi è piaciuto moltissimo.» mi disse guardandomi negli occhi e con un sorriso riprese: «Il riposo del Ruggero!»
«Vorrei rinfrescarmi Ruggero, dov'è il bagno?» chiese civettuola.
«Di là, alla tua destra, se vuoi fare la doccia puoi prendere il mio accappatoio, ti verrà grande ma meglio che niente.»
«Ok grazie, vado, faccio in un attimo.»
Allontanatosi Sharon guardai l’orologio posto sul comodino, caspita le undici. Avrei voluto alzarmi ma mi sentii stanco, quella piccola troietta mi aveva distrutto però mi aveva dato tanta felicità.
Tornò dopo dieci minuti pimpante come mai, d’altra parte la giovntù stava dalla sua parte. Raccolse le sue cose e cominciò a rivestirsi e vi assicuro che il piacere di vederla rivestire fu pari a quello di vederla spogliare. Quando fu pronta.
«Ciao Ruggero, vado, mi raccomando, acqua in bocca.» Mi baciò e scappò via dalla stanza.
Avevo voglia di un caffè adesso, infilai la mia vestaglia e scesi in cucina.
«Connie, ma come, sei qua?»
«Certo, dove dovrei essere, piaciuta la bambina?»
«Ma allora tu sapevi, ma ti è sembrato un comportamento corretto mandarmela in camera.»
«Ma dai fregnone, poverina mi è sembrata così carina, mi disse che voleva solo vederti dormire.» e rise non riuscendo a dominare la sua ilarità.
«Appena lo saprà sua madre!»
«E tu non dirglielo, a proposito, ti ha spompato?»
«Certo, non sono più un giovincello.»
«E adesso io? Il mio silenzio si paga, vieni qua!»
Mi avvicinai e tutto si svolse in un attimo. Connie afferrò il cazzo moscio e se lo infilò in bocca. Bastarono poche leccate per farlo diventare duro così come bastarono pochi avanti e indietro per farmi sborrare copiosamente nella sua bocca. Poi mentre si leccava le dita ebbi solamente il fiato per dire: «Preparami la valigia, lunedì parto!»
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