incesto
L'incesto
di tiguardo69
08.12.2021 |
92.551 |
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"Mi convinsi a portare sino in fondo questo gioco che, seppur mostruoso, mi eccitava, quindi cominciai il racconto scrivendo..."
Mi chiamo Paola, ho quarantacinque anni, sono sposata e vivo a Viterbo. Mio marito, uomo di sani principi morali, è un artigiano che cerca di farci vivere, me e i nostri tre figli, in modo dignitoso e senza che ci manchi nulla.Io non lavoro, mi dedico alla casa e alla famiglia pur sentendo che mi manca qualcosa ma che, in questo momento, non saprei veramente cosa possa essere.
Abbiamo la casa di proprietà e io mi sento la regina. Mi sono sposata giovane, avevo ventisei anni ed al ventisettesimo nacque il nostro primo figlio, Mario; dopo nell’ordine, a distanza di due anni uno dall’altro arrivarono Federico e Mattia. Mi reputo ancora una bella signora, sono molto curata nell’aspetto, ho lunghi capelli biondi, occhi azzurri, sono alta e di corporatura snella con piccoli seni dai capezzoli pronunciati, culo e cosce sode e ben tornite.
Porto avanti il menage familiare nel modo più consone possibile e quando i figli sono a scuola passo qualche ora in una chat a chiacchierare, giusto per scambiare due parole con altre persone.
Qualche mese fa venni contattata da un tale che disse di chiamarsi Ruggero. Mi chiese con molta gentilezza se avevo voglia di fare quattro chiacchiere. Io sono sempre diffidente a questi approcci visto quello che si sente dire sulle chat però, conscia del fatto che non si può andare in una chat per stare in silenzio acconsentii al suo dire e mi presentai dando il mio vero nome ma dicendo tutt’altra città.
Questo Ruggero mi parve da subito una brava persona, mi disse di avere sessant’anni e di avere un ottimo ricordo della mia città in quanto ne aveva frequentato la scuola sottufficiali. Mi raccontò parecchi aneddoti militari dicendo che aveva dei bellissimi ricordi giovanili, poi mi chiese di cosa mi occupassi; naturalmente mentì dicendo che ero impiegata come commessa in un negozio di casalinghi, poi mi chiese se ero sposata e risposi di si e che avevo tre figli grandi essendomi sposata giovanissima. Gli chiesi in seguito cosa ci facesse in una chat e cosa cercava, lui mi rispose che gli piaceva ogni tanto scambiare quattro chiacchiere con qualcuna ma che era troppo in la con gli anni per mettersi a fare il playboy anche se non avrebbe disdegnato qualcosa o qualche amicizia intrigante. Naturalmente risi al suo dire poi fu lui a chiedermi per quale motivo avessi risposto proprio a lui quando c’erano tanti più giovani di lui a cui rispondere. Glissai la domanda per chiedergli che mestiere facesse. Lui mi disse di essere uno scrittore in cerca di ispirazione. Questa risposta provocò in me una profonda ilarità e pensai subito ad una scusa per un approccio di genere erotico però questo gioco mi divertiva e portai avanti la cosa.
«Quindi rischio di finire in un libro?» chiesi e continuando «Allora dovrò fare la brava parlando con te.»
Lui non si scompose più di tanto poi replicò: «Perché, non ti piacerebbe essere l’eroina del mio libro?»
«Bhè, oddio, non saprei.» risposi celando la mia curiosità.
«Quattro signore lo hanno fatto prima di te, poi posso dirti che è stata un’amicizia sincera e fortissima.»
«Cos’hanno fatto per ispirarti?»
«Nulla» disse «mi hanno solamente ispirato.»
«E io cosa dovrei fare per ispirarti?»
«Mhà, non saprei, magari potresti dirmi se adesso sei già in pigiama oppure indossi qualche grazioso abitino.»
«In realtà» dissi «non essendoci in casa mio marito sono a letto seminuda.»
«Ecco vedi è già qualcosa, potrei cominciare il mio libro così.»
«Sentiamo!»
«Lei era già seminuda e aspettava con frenesia l’arrivo del suo amante...»
«Direi classica storia trita e ritrita.» dissi ridendo mentre lui riprese: «a volte guardava il piccolo orologio da polso, poi si avvicinava alla finestra e guardava dabbasso.»
«Non posso essere io questa credimi, se aspetto qualcuno non sono così ansiosa.»
«Ma una certa dose di romanzo e romanticismo ci vuole o no? A proposito seminuda come»
«Indosso sola una canottierina ed un perizoma.» dissi a mo’ di provocazione.
«Mmm... eccitante, adoro le donne in perizoma.»
«Vecchietto, ma pronto vedo...»
«Sempre all’erta sto!»
Risi a questo suo dire e mentre ridevo pensavo che la cosa stava diventando un gioco molto eccitante che volevo condurre.
«Posso chiederti come stai a seno?»
«Non mi lamento, dopo tre figli sta ancora discretamente su, ho una terza!»
«In verità più che il seno io adoro i capezzoli grossi.»
«Io, io, io.» risposi cercando di eccitarlo, «con areola piccola e grinzosa.»
«Fantastica!» mi rispose senza perdere tempo, «e poi mi piace tenerli in bocca e suggerli come una caramella.»
«Allora accomodati.» dissi senza pensarci e poi «un po’ di troiagine ci può stare, ma solo un po’.»
«Allora lascia che li prenda in bocca.»
«Si certo, vieni, avvicinati.»
«Mettilo tu nella mia bocca.» disse il mio interlocutore.
«Ma stringi forte, io poi mi allontano, non mollarlo, voglio che me li torturi senza pietà; voglio svegliarmi domani con dolore e ripensare a che me l’ha procurato.» replicai fortemente eccitata.
«D’accordo Paola, vuoi giocare? Ok allora si gioca.» disse Ruggero.
Percepivo dal suo scrivere un po’ confuso che, effettivamente, il mio amico di chat si stava eccitando e che la cosa cominciava a piacere pure a me. Sapere di stare dominando una situazione surreale dai contorni strani mi dava un non so che di potere verso l’altra persona e quindi decisi di tenere questo potere e di condurre il gioco a mio piacimento.
Dopo qualche attimo di non scrittura Ruggero esordì.
«Prendi una corda, voglio legarti i seni e schiaffeggiarteli, intanto se vuoi puoi toccarmi il cazzo.»
«Uaooo, tutto quello che vuoi ma insultami, trattami male.»
«Troia prendi il cazzo in mano.»
«Siii mi piace segarlo.»
«E allora comincia è già bello grosso e duro.»
Inaspettatamente sentì dei passi in corridoio, forse mio marito stava rincasando. Lanciai un saluto al mio ospite e immediatamente spensi il Pc, non volevo mio marito sapesse quello che facevo in sua assenza. Falso allarme non erano passi in casa bensì dietro la porta, sul piano. Riaccesi il Pc colta da una strana frenesia e mi ricollegai al sito. Cercai immediatamente Ruggero e lo trovai, fortunatamente, ancora.
«Sei tornata?» mi chiese quasi sapesse che lo avrei fatto.
«Si! Ho bisogno di venire... ho bisogno di te! Sono tutta bagnata»
«Allora potresti fare bagnare anche me,» mi disse provocandomi «Prendimelo in bocca!»
«Mi piace farlo ma ancor di più mi piace quando non è ancora duro perché adoro che prenda la forma della mia bocca, sentirlo crescere dento di me sino al momento dell’eruzione e bere. Tienimi la testa con le mani e scopami con forza la bocca. Stringimi il collo e fammi mancare il respiro.»
In quel momento sembrava quasi che Ruggero fosse con me, nella mia stanza, nel mio letto. Sentivo la sua presenza con il corpo e con l’anima e questo mi diede vigore. Ripresi a scrivere mettendo da parte ogni ritegno; in quel momento mi sentivo come la peggiore delle puttane e la cosa mi eccitava e mi piaceva.
«Vuoi leccarmi la fica?» chiesi come se la cosa potesse essere vera «Ho tolto il perizoma, dai avvicinati e poi prendimi, non resisto più.»
«Allargati per bene che te lo metto dentro.»
«Insultami ti prego, vorrei che mio marito e i mei figli mi stessero guardando per vedere che moglie e che madre troia hanno. Fagli vedere come mi fai godere, dai cazzo, spingi, prendilo tutto, muoviti forte e appena sei pronto ti do la gola da inondare.»
Le mie sollecitazioni ebbero l’effetto. Non so Ruggero cosa stesse facendo, ma so cosa stavo facendo io. Le dita mi stavano scavando la fica dandomi quel piacere che ormai mio marito aveva sopito. Leggevo sul monitor cosa, Ruggero, scriveva e intanto stavo per raggiungere il piacere sino a quando...
«Sto per venire, troia, dammi la bocca.»
Inconsciamente mi ritrovai ad aprire la bocca come se il fallo di Ruggero fossi li a pochi centimetri da essa e quando lessi ciò che ipoteticamente stava per accadere mi ritrovai ad inghiottire.
«Oddio santo... sono venuta!»
«Anche io!» lessi al mio monitor e provai un immenso piacere.
Ma non era finita qui. Avevo deciso di prolungare quest’attimo di eccitazione per dare fondo al mio ludibrio, tanto che scrissi... «Adesso apri la bocca, voglio pisciarti, adoro farlo dopo essere venuta. Bevi e dimmi che sapore ho.»
Non attesi neanche risposta. Uscii dalla chat. Ero spossata come se un uomo mi avesse davvero presa. Ecco era così che mi piacevano gli uomini: decisi, maschi e virili.
Dopo due giorni Ruggero mi ricapitò in chat. Appena lo vidi entrare sentii una fitta tra le gambe come se lui stesse violando la mia intimità. Istintivamente portai la mano a toccare il mio sesso come per sincerarmi che ci fosse, no, lui non c’era.
Poi...
«Ciao amica mia dolcissima.» lessi sul monitor e senza alcun ritegno immediatamente chiesi: «Vuoi scopare?»
«Si!,» rispose Ruggero e continuando: «Comincia a succhiarmi il cazzo.»
Rimasi piacevolmente scossa da quella richiesta come se mi fosse stata rivolta di presenza; ad ogni richiesta la mia mente cercava di dare un volto al mio interlocutore, immaginava le sue mani che mi frugavano, le sue dita che mi penetravano, la durezza e l’imperiosità del suo cazzo che si ergeva a poca distanza dal mio corpo. Sentivo il corpo scosso da fremiti indicibili però malgrado questo non voleva far capire che oltre al corpo, Ruggero, stava violentando la mia mente e quindi dissi: «Scopami la bocca come fosse una fica.»
Lui sembrò vacillare e per un momento pensai che forse il mio dire aveva prevalso il desiderio del maschio e stavo preparandomi ad una nuova domanda quando sul monitor scorsi la sua risposta.
«Apri la bocca voglio sbattertelo in gola sino in fondo, sputaci sopra così ti entra meglio.»
«Metti le mani intorno al collo e stringi sino a soffocarmi e mentre mi scopi la bocca voglio che chiami la mia famiglia e li costringa a guardare:»
Avevo perso tutti i miei freni inibitori, a tratti non sapevo nemmeno cosa stessi dicendo però quello era un gioco che mi piaceva e mi eccitava ed io ero fermamente decisa a seguirlo, accettarlo ed ampliarlo.
«Siii, lo sai che mi piace, cazzo in gola e mani in gola... lo senti meglio e voi, grandissimi cornuti, venite a vedere la troia come spompina.»
«Di cornuto c’è solo il marito poi ci sono i figli, facciamo guardare anche a loro, voglio che si eccitino e voglio che tu mi sfondi il culo.» dissi nella speranza che le mie parole potessero prevalere alle sue, ma da parte di Ruggero non c’era titubanza, alla fine di ogni mia frase la sua arrivava come uno schiaffo.
«Tu continua a succhiare troia, sono maschi i tuoi figli?»
«Si.»
«Ok allora li facciamo guardare e segare mentre ti rompo il culo.»
«Dai cazzo voglio che entri, allargami il culo mentre mi infilzi.»
«Mettiti bene in modo che possano guardare tutti, dai prendi troia urla.»
«Si falli guardare.»
«Hanno i cazzi duri?»
«Loro sempre.»
«Quando ti vedono fottere?»
«No mi spiano di tanto in tanto.»
«E non gli viene voglia anche se sei la loro madre?»
«Un paio di volte è successo qualcosa con uno.»
«Dimmi cosa ti ha fatto racconta, fammi eccitare.»
Questa domanda, per un attimo, mi riportò alla realtà. Avevo veramente avuto una storia con i miei figli, una verità incoffessata e incoffessabile. Sapevo di dover stare zitta, di non potere confessare ad uno sconosciuto una cosa così abbietta ma ormai ero coinvolta, ero eccitata al solo pensiero di rivelare il mio segreto e nel contempo fare eccitare il mio compagno di gioco. Volevo liberarmi di questo segreto condividendo con Ruggero questa cosa anche se non sapevo come avrebbe appreso la cosa e soprattutto la sua reazione. Mi convinsi a portare sino in fondo questo gioco che, seppur mostruoso, mi eccitava, quindi cominciai il racconto scrivendo.
«Noi abbiamo il bagno in camera quindi non uso chiudere. Quel giorno ero in bagno appena uscita dalla doccia e mi sono ritrovata uno dei miei figli a cazzo dritto davanti, gli ho urlato di andarsene invece lui si è avvicinato e si è strusciato. Prima mi sono divincolata, poi mi è piaciuto e l’ho lasciato fare tanto che l’ha infilato in fica subito.»
«E lo hai lasciato fare?»
«Sii, ho goduto da matti.»
«Ti è venuto nella fica?»
«Si!»
«E poi?»
«Poi quando si è ripreso gli ho fatto un pompino? solo dietro non l’ha mai messo, amen. E l’altra volta invece situazione simile sempre lui ma stavolta non ho fatto storie, non mi sono divincolata, ci sono stata subito e mi ha scopato.»
«Gli hai pulito bene il cazzo quando ha sborrato?»
«No la seconda volta no perché è andata così.»
«Tuo marito ti ha mai beccata?»
«No, sarebbe la fine del mondo se sapesse.»
«E con l’altro figlio invece?»
«Sempre lo stesso l’ho trastullato.»
«Ti piace il suo cazzo?»
«Si!»
«Allora adesso succhiami a me.»
«No, ora sei tu che me la devi leccare.»
«Ok ma ricorda, se ti viene da pisciare fallo in faccia.»
«Non me lo faccio dire due volte, adoro pisciare addosso alle persone, ti faccio bere, però adesso infila il cazzo in profondità, dai montami.»
«I tuoi guardano ancora? Falli partecipare.»
«Si, tanto uno l’ho già assaggiato e prima o poi assaggerò gli altri.»
«Ok dai ragazzi fottete questa troia, prendete il latte come da ragazzini.»
«Mordetemi i capezzoli, fatemi male.»
«E nel frattempo io ti fotto la fica; menali mentre succhiano.»
«Sii, voglio farli venire.»
«E farti sborrare sulle tette, dai menaglielo e fatti sborrare uno su una tetta e l’altro sull’altra, poi me ne lecco una io e l’altra la pulisci te, e poi ti lecco anche le labbra.»
«Eccoli i miei tesori che mi annaffiano, venite qui che vi pulisco il cazzo con la lingua.»
«Andate ragazzi ubbidite alla mamma.»
«Pisciatemi in bocca, piano, non deve cadere nulla e tu puliscimi la tetta e il terzo... lo voglio dentro di me.»
«Vuoi che glieli tenga io i cazzi mentre pisciano?»
«Voglio che succhi tutta la sborra dalle tette e appena hanno finito me la passi in bocca.»
«Dai fatti leccare, ecco adesso apri la bocca che te la passo, ecco prendila tutta.»
«Grazieee!»
«Ehi mi dicono i tuoi figli che vorrebbero mettertelo nel culo.»
«Il figlio aspetta.»
«Cosa ti sta facendo???
Non ricevette mai risposta, mio figlio mi aveva ficcato il suo cazzo da adolescente in bocca
Il giorno appresso lo ritrovai sempre al solito appuntamento di chat e senza neanche salutarlo cominciai a provocarlo.
«Apro le gambe per te tesoro.»
«Si dai, voglio penetrarti, circondami con le tue cosce.»
«Dai cazzo, insultami.»
«Puttana fatti fottere.»
«Si dai, ancora.»
«Troia prendi tutto il cazzo, muoviti fammi godere grandissima troia.»
«Dai cazzo, dentro e fuori, dai, muoviti, dai su cazzo, spruzzami dentro, dai ecco sto per arrivare, mmm, siii, dai.»
«Ecco, prendi troia.»
«Siii, adoro sentirla che arriva.»
«Adesso pulisci per bene.»
«Siii, vieni qui, te lo pulisco bene bene con la lingua.»
«Bacio, grazie, anche oggi mi hai fatto godere.»
«Bhè tu hai pensato per tutti?»
«Certo, prima ho soddisfatto pure il figlio, almeno dormirà bene stanotte.»
«E anche tu, con tutta la sborra ingoiata.»
«Dai bacio, alla prossima.
«Bacio grosso sulle labbra.»
Il giorno dopo avevo deciso di essere un po' più soft. Anche se Ruggero mi assecondava nelle mie perversioni capì che c’era in lui qualcosa di veramente sensuale, il modo con il quale mi parlava era per me veramente eccitante. Pensai e ripensai se non fosse veramente il caso di incontrarlo visto che abitava a Roma e quindi vicino a me.
Avrei aspettato ancora un poco per capire se fosse stato il caso anche se ormai, in chat, lo conoscevo da tanto tempo. So che lui non mi prendeva sul serio e questo lo avevo capito dal fatto che, malgrado la vicinanza, non mi aveva mai fatto alcuna proposta, ma quest’oggi ero decisa a tutto, avrei fatto l’ultima scorribanda virtuale e poi gli avrei fissato un appuntamento.
Così, all’ora convenuta, entrai in chat.
«Va tutto bene, sai che mi informo sempre.» disse scrivendo.
«Si certo, tu come stai?» risposi.
«Perfetto, mai stato meglio anche se, talvolta, sto male senza di te.»
«Oh, povero.»
«Mi prendi in giro?»
«Si!»
«Grazie.»
«Prego tesorino.»
«Se ti avessi tra le mani. Tuo figlio ti ha spiato più?»
«Ricordi la foto che mi mandasti?»
«Certo.»
«Mi manca quello che c’era sotto.»
«In quella foto non mi ricordo cosa c’era onestamente, ora nn c’è nulla.»
«E io ora vorrei vedere.»
«Si, figurati.»
«Comunque da quel che ricordo non ti mantieni niente male.»
«Per stare così in forma e per avere la pancia piatta faccio comunque un sacco di sacrifici.»
«Comunque sono sicuro che avrai un ficone di tutto rispetto.»
«Nessuno si è mai lamentato, giuro.»
«Ne sono certo.»
«Sei porcello!»
«Lo so, comunque pure io mi difendo.»
«Ti credo sulla parola non avendo riscontri, però adesso sono già bagnata.»
«Come mai?»
«Mi sono masturbata.»
«Da sola?»
«No, davanti a mio figlio.»
«E lui?»
«Anche lui.»
«Senza toccarti?»
«No non ci siamo toccati.»
«Bello, molto eccitante, ma eri nuda?»
«Si, mi è venuto sopra la patata.»
«Allora era vicino a te?»
«Si certo! Sono venuta pure io, ho ancora i peletti impiastricciati, vuoi che lo richiami?»
«Se vuoi.»
«Non mi tentare va.»
«Non è tentare...è... piacere.»
«Piacere nostro, un poco perverso.»
«Tuo, di tuo figlio, ma soprattutto mio, il piacere estremo è sempre perversione, l’uno non elide l’altro.»
«Vero, sai non ho mai trovato un’esteta come me.»
«Già, il popolo bue la chiama perversione io la chiamo estetica del sesso.»
«Quanto chiacchieri.»
«E’ sempre un piacere parlare con te.»
«Ehi, è tornato, sta leggendo ora.»
«Bene vagli vicino e fagli toccare seno e fica.»
«Tranquillo, lo ha fatto da solo.»
«Allora toccagli il cazzo da su i pantaloni.»
«Ma non ce li ha, ha il cazzo dritto.»
«Allora stavolta comincia a menarglielo tu.»
«Mentre e scrivere la vedo dura, sta succhiando un capezzolo, madonnaaa.»
«Molto bene, lascialo fare e appena finito prendiglielo in bocca e fallo venire nella tua bocca.»
«No è entrato in fica, o cazzo, dio santo, vengo, cazzo vengo, bellooo, oddio, cazzooo, dueeee.»
«Due sborrate del pargolo?»
«Ioo, cazzo mi sta chiavando alla grande, ora è venuto pure lui.»
«Dentro?»
«Si.»
«Splendido.»
«Splendido un ciufolo.»
«Perché, non prendi la pillola?»
«Ha detto che ha parlato con i fratelli, oh cazzo, gli ha detto che scopiamo.»
«E adesso? dovrai farti tutti i figli!»
«Scemo, non ci voglio pensare, è stato talmente bello ora, oh mamma mia, ancoraaa, è tornato.»
«Cazzo, ti vuole distruggere, sempre teso è?»
«Pompino e vaiii, adoro fare pompini, adesso basta sono cotta.»
«Ahah, il ragazzo ti ha scardinato.»
«Oh a bello io prima ho fatto anche con il marito anche se, mio marito, è tradizionalista, tipo salire... infilare e venire e addio, comunque adesso mi vado a fare la doccia, lascio aperto, aspettami.»
...................
«Eccomi, quei tre disgraziati mi hanno dato un assaggio, mi hanno aperto dietro e fatto malissimo alle tette.»
«Ti hanno rotto il culo?»
«Si, uno alla volta, non ti basta, mi hanno fatto male ai seni. Sono stanca vado a nanna, devo pensare, non mi piace essere sotto ricatto ma non posso farci poi molto, mi hanno detto che se non li faccio divertire dicono tutto a mio marito.»
«Allora fai delle contromosse.»
«Che contromosse posso trovare.»
«Cerca di non stare succinta in casa, chiuditi a chiave quando fai la doccia.»
«Noi non abbiamo le chiavi delle porte, mio marito non le ha mai volute perché aveva paura che da piccoli si chiudessero dentro.»
«Ah be allora non saprei, ma le avrete da qualche parte conservate.»
«Credo che le ha pure buttate le chiavi, dovrei chiedere, dai, ti faccio sapere come va la giornata di domani.»
«Va bene, a domani, buona notte.
.....................
«Com'è andata?»
«Sesso!»
«Sesso? con i tuoi figli?»
«Sai quella cosa che a me infilano e voi infilate? Si esatto tre ore, sono a pezzi tutti e tre insieme.»
«Caspita ti va di raccontare?»
«Che ti devo raccontare... che ho ceduto? Che comunque sono venuta tante volte, che mi rode il culo ma mi è piaciuto. Sono entrati mentre ero in bagno a fare pipì e manco mi hanno fatto alzare; il grande me l’ha messo in faccia ma roba di due minuti e poi siamo andati di la in camera, immagina, basta dai non mi va pensa che io sono nuda perchè vogliono così.»
«Devi stare sempre nuda?»
«Diciamo che domani sera che torna il marito mi rivesto.»
«Quindi ti possono prendere quando vogliono?»
«Si!»
«Capisco ma non nego che mi piacerebbe moltissimo vederti.»
«Porco!»
«Invece di vedermi non ti piacerebbe scoparmi pure tu?»
«Bhè non nego che lo vorrei moltissimo ma...»
«Dai maiale, vediamoci oggi pomeriggio e saprò ricompensarti per l’aiuto e la solidarietà. Dammi l’indirizzo di casa tua, sarò da te intorno alle sedici.»
Alle sedici in punto fui davanti al portone dell’abitazione di Ruggero. Guardai sulla tastiera dei citofoni, individuai il nome e suonai.
Dopo una breve attesa finalmente...
«Sei tu?» chiese la voce dall’altro capo.
«Si, mio adorabile porco, apri fai presto.»
Lo scatto metallico del portone che mi divideva dalla mia voglia si aprì cedendomi il passo. Presi l’ascensore e cliccai il terzo piano. Mi guardai allo specchio per un’ultima controllata poi li giunta aprii ed ecco. Lui mi aspettava davanti l’appartamento con indosso solamente una tovaglia legata ai fianchi.
«Scusami stavo terminando la doccia.» disse scrutandomi da capo a piedi poi mi depose un caldo bacio sulla bocca e qui mi sentii rimescolare il sangue.
Ruggero aveva delle bellissime labbra, molto carnose e di buon sapore.
Entrammo e lui mi disse: «Scusami un attimo finisco e sono da te.»
Non avevo nessuna intenzione di aspettarlo e quando sentii l’acqua scorrere, velocemente, mi spogliai e lo raggiunsi in bagno.
Lo guardai dalla porta del bagno, lui appoggiato alla finestra guardava fuori, alto muscoloso quanto bastava per un uomo della sua età e con indosso solo i boxer neri era così eccitante guardarlo e piano piano cominciai a sentire dentro la voglia di toccare quelle muscolose rotondità. Silenziosamente mi avvicinai senza preoccuparmi di coprirmi, avevo solo indosso un minuscolo perizoma di pizzo nero, il seno scoperto ondeggiava a ogni passo dandomi sferzate di eccitazione. Gli arrivo alle spalle e mi strinsi a lui incollandomi alla sua schiena.
Lui Si girò di scatto e mi diede un bacio sulle morbide labbra.
«Che ci fai nuda?» mi chiese, poi dopo aver sorriso maliziosamente comincia ad accarezzarmi le natiche.
«Tu che dici ?» risposi con gli occhi pieni di desiderio.
Le mie mani cominciarono a stuzzicare quel corpo e lui piano piano cominciò a respirare affannosamente. In un attimo il boxer volò giù dalla finestra, lo avevo lanciato dopo averglielo sfilato.
«Ma che fai?» urlo, dalla strada potrebbero vedere.
«Non importa,» risposi «Girati guarda il panorama fuori.
Lui obbedì sapeva che era inutile resistermi.
Mi inginocchiai e cominciai a baciare e accarezzare quelle amate rotondità. La mia lingua scivolava morbida e calda, le mani si muovevano in senso rotatorio e lui cominciò ad ansimare dolcemente.
«Allarga le gambe!» gli ordinai, oggi comando io.
Lui allargò le gambe e io mi piazzai sotto alle sue cosce e comincio a baciare e succhiare il suo sesso con grande avidità, poi lo presi tra le mani e torno a concentrarmi sulle sue chiappe.
«Allargale,» gli dissi «Anzi aspetta ti aiuto.»
Con le mani allargo bene le natiche scoprendo quel bottoncino rosa nascosto. Mi avvicinò e ci passo attorno la lingua, lui ebbe un forte sussulto.
«Ti piace?» gli chiesi.
«Sì!» rispose lui.
Allora continuo, cominciò a leccare frenetica quella rosea fessura dal profumo e gusto particolare che mi eccita da morire, lui freme e ansima sempre di più, vedevo muovere l’ano dal piacere, lo vedevo aprirsi e chiudersi, contrarsi sotto i colpi della mia lingua e comincio a premere contro per penetrarlo così fino in fondo.
Mi muovevo dentro di lui e lo sentivo godere, e allora decisi di aumentare il suo piacere. Già ci avevo pensato bene e decisi. Avvicino le mani staccandole dal sesso duro come acciaio e accarezzo l’ano con un dito, lo avvicinò alla lingua lo bagnò con la saliva e poi dolcemente ma con movimenti decisi lo introdussi dentro.
Lui come avesse ricevuto una scossa strinse le natiche e imprigionò quel dito che senza sosta si muoveva impazzito dentro.
«Dai non fermarti adesso.» sussurrò con la voce spezzata dal grande piacere.
«No non mi fermo voglio farti urlare di piacere.» e così dicendo introdussi un altro delle mie sottili dita.
«Voglio scoparti il culo.»
Lui ansimava e piccoli grugniti di piacere gli uscivano sempre più vicini.
«non godere,» gli ordinai. «Non ho ancora finito.
«Voglio leccarti.» disse lui,
«No non ancora.» Risposi.
Volevo impossessarmi di quel sesso cresciuto a dismisura, lo volevo era mio e così feci, mentre le dita si muovevano a possedere il suo ano mi spostai e lo imprigionai tra le mie labbra. Cominciò a muovermi tra le sue cosce e sentivp che oramai lui non avrebbe resistito per molto, mi staccai da lui di colpo.
Mi alzai e gli dissi guardandolo eccitatissima e gocciolante.
«Ora tocca a te, scopami.»
Stravolto e al culmine di un immenso piacere con la voglia di esplodermi dentro non se lo fece ripetere due volte. Mi fece girare scostò il perizoma che gli si appiccicò alle dita tanto era fradicio di umori si leccò le dita per sentirne il gusto e con un colpo secco mi penetrò fino in fondo.
Gemetti soddisfatta della presa.
«Dai adesso muoviti e non fermarti, fammi godere.»
Sentii le palle contro il mio clitoride sbattere sempre più forte e non mi bastava.
«Dai, di più.» gridai. «Dai continua ci sono quasi.
Ma lui non mi sentiva, era troppo eccitato, il suo piacere si era impossessato del suo corpo.
«Aspettami non godere ancora, vieni con me, strizzami i seni.» gridai.
L’eccitazione era oramai al culmine e così l’uno nell’altra incastrati e prigionieri del nostro piacere esplodemmo in un unico orgasmo.
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