Prime Esperienze
Giochi innocenti con mia cugina
di fedemio
10.10.2024 |
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"Anch'io le chiedo di fare piano altrimenti vengo subito un'altra volta..."
In estate è difficile trovare qualche bambino con cui giocare. Sono tutti in vacanza. Rimaniamo io e mia cugina a scorrazzare con le biciclette per il piccolo paese quasi deserto quando il sole non è troppo forte.Ci siamo trovati dietro la casa, dove, al pomeriggio, è ombreggiato. Di solito quando ci siamo tutti ci divertiamo con giochi di gruppo come 'uno due tre stella', 'strega comanda color', 'nascondino' eccetera, ma in due diventa troppo semplice e noioso.
Abbiamo iniziato a giocare a 'un due tre stella' e poi lo abbiamo modificato adattandolo al fatto che eravamo solo in due ed è stato un successo.
Il nuovo gioco si chiama 'l'uomo di ghiaccio': dobbiamo rincorrerci come per giocare a 'darsela' o 'chiapparella' con la variante che chi rincorre è l'uomo di ghiaccio ed una volta toccato il fuggitivo questo diventa di ghiaccio e non si può muovere per 10 secondi. Quando quest'ultimo è congelato, l'uomo di ghiaccio può cercare in tutti i modi di farlo muovere per guadagnare il punto, tranne che, ovviamente, spingerlo, altrimenti il punto va al ghiacciato. Ci stiamo divertendo molto però questa cosa che lei sta vincendo cinque a tre proprio non mi va giù.
Lei è ghiacciata ed io per farla muovere mi succhio un dito e glielo avvicino lentamente al naso. Quando ormai sono ad un millimetro lei, prima di farsi toccare, arrabbiata mi dice che così non vale. Che è una schifezza. Io le ricordo l'unica regola del gioco, cioè che vale solo non spingere e lei allora con tono minaccioso mi fa capire che cambierà il livello del gioco e passerà al contrattacco. Tocca a me fuggire. Due corse e due salti e mi incastra. Cosa combina questa maledetta? Finge di darmi un calcio nelle palle. Io faccio un salto indietro e lei porta a casa un altro punto. Tocca a me, stessa scena: rincorsa, toccata e ghiacciata.
Avvicino la mano alla sua piccola ma significativa tetta. Lei ferma. Impassibile. Sgrana gli occhi. Non se lo aspettava. Dalla maglietta si nota il giovane capezzolo inturgidirsi. Le appoggio il palmo al seno. Il mio uccello diventa d'acciaio. Lei resiste. Appoggio l'altra mano all'altra tetta. Mi fa male il pisello da tanto duro che è.
Lei rompe l'incantesimo del momento. Indietreggia e dice "tempo scaduto, punto mio. Ora tocca a me"
Io rimango incantato. Non reagisco. Lei mi tocca subito. Ed io sono già congelato senza nemmeno essermi mosso.
Si abbassa senza dire nulla.
Mi slega il cordino di pantaloncini corti e me li lascia cadere alle caviglie.
Io credo di essere diventato viola ma non mi muovo.
Ho il cazzo in tensione come una corta di violino.
Lei se la ride, mi prende i boxer dai fianchi e ma li abbassa alle ginocchia.
Sto per svenire, sono eccitato come un cavallo. Ho il cervello in tilt ed il cazzo che sta per esplodere.
Lei con pollice ed indice mi stringe l'asta marmorea e mi dice "wow, ma è durissimo, come facevi a tenerlo nei pantaloni? non ti fa male?"
Io non posso rispondere. Il tempo passa, altro che 10 secondi...
Lo prende con tutta la mano e lo piega per vederlo.
Lo piega con la delicatezza di chi non ne ha mai toccato uno ed io ovviamente ho un sussulto ed un lamento di dolore.
Lo riporta subito in posizione verticale e mi dice
"Scusami ti ho fatto male?"
"Da morire. Devi fare così"
Le prendo in mano la mano mentre ancora lo stringe e le faccio fare su è giù. Le lascio la mano e lei continua da sola "ma è sempre così duro? " ancora un paio di saliscendi e partono degli schizzi di sborra che le vanno sulla faccia, sulla mano e sulla maglietta.
"Ma cosa fai? Ma che schifo. Mi hai fatto la pipi addosso? "
"Ma va non è pipì, è sborra. Mi hai fatto esplodere. Leccati la mano, senti che non è pipì?"
Lei, incuriosita, prima la annusa e poi la lecca.
"Ma si può leccare?"
"Be si ovvio, non è veleno, anzi fa bene alla pelle"
Io intanto mi sistemo boxer e pantaloncini e lei si lecca la mano.
"È vero, non è male. È densa, un po' dolce ed un po' salata. Sembra yogurt."
"Guarda che ne hai anche sulla faccia e sulla maglietta"
Ci avviciniamo al rubinetto dell'acqua per i fiori e si sciacqua faccia e maglietta, tanto con il caldo che fa si asciuga tutto in fretta.
Abbiamo introdotto così la variante intrigante al nuovo gioco.
Mi ricompongo e dico "il punto è mio! Non mi sono mosso. Ora tocca a me prenderti"
E riprendiamo a rincorrerci. Dopo un breve è quasi finto inseguimento la tocco e lei si ghiaccia. Le faccio un giro intorno per decidere e poi mi inginocchio davanti a lei e senza che nessuno proferisca parola le slaccio il bottone dei pantaloni. Stessa precisa sensazione di prima. Il soldatino nei pantaloni scatta sugli attenti. Duro e dritto in piedi. Le abbasso la cerniera e le porto i pantaloncini corti alle caviglie. Mi ritrovo a faccia a faccia con i suoi slip bianchi a righe colorate. La guardo e lei è impassibile. Continuo. La prendo dai fianchi e le abbasso quel po' di stoffa che divide la pelle del mio viso dalla pelle della sua patatina.
Tanto nominata e sognata ma mai vista dal vivo e mi ritrovo davanti un ciuffetto di peli neri e ricci, mi avvicino istintivamente con le dita, attraverso la peluria senza curarmene e vado direttamente a toccare quella pellicina calda e morbida. Mi fa male il pisello bloccato nei boxer. Mi alzo in piedi proprio di fronte a lei abbassandomi pantaloni e boxer. Mi sposto un po' di lato e metto il cazzo nella sua mano mentre con la mia inizio a massaggiare la cosa più bella ed eccitante che abbia mai visto e toccato. I suoi occhi sono a pochi centimetri dai miei ed entrambi tratteniamo il sorriso. Lei ricomincia a segarmi il cazzo come le avevo mostrato poco prima ed io, roteando la mano e facendo un po' di pressione, piano piano le inserisco il dito medio nella fessurina calda e bagnata ed inizio a fare dentro e fuori. Lei mi dice di fare piano perché ha paura che le faccia male. Anch'io le chiedo di fare piano altrimenti vengo subito un'altra volta. Quando le dico così lei piega le ginocchia e si china davanti a me dicendomi che le è piaciuto vedermi esplodere ed inizia a segarmi puntando il cazzo verso la sua faccia. Le dico di leccarmi la punta ma lo fa per poco tempo perché se lo introduce quasi subito in bocca continuando a menarlo.
Non ho mai piu rimosso il piacere di quel giorno, di quel momento: la prima volta che la mia cappella è venuta a contatto con una lingua morbida ed è stata avvolta dalla saliva calda dentro ad una bocca. Dalla passione che ci sta mettendo, sento che le piace molto succhiarmelo. Tento inutilmente di resistere, vorrei che non finisse mai, ma a forza di lingua e saliva mi sono lasciato andare alla più bella sborrata che abbia mai fatto. O almeno quella che non ho mai dimenticato. I primi due schizzi li ha trattenuti in bocca e poi ingoiati ma si è dovuta spostare per non soffocare ed ha preso gli altri fiotti un po' dappertutto. Sulla faccia, sui capelli e sulla maglietta
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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