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Ely, la ninfomane racconta


di Maturellobsx
20.12.2024    |    18    |    0 6.0
"Lui conosceva il posto, mi disse che c'era già stato tante volte e si sentiva sicuro e tranquillo..."

Di quei due anni affiorano sulla memoria alcuni episodi particolari, fuori dalla normalità. Per esempio uno di un giorno d'estate, che lui per non so quale motivo aveva libero. Mi portò con lui a pescare, un boschetto erboso ai lati di una vasca. Oggi purtroppo non se ne vedono più, l'agricoltura industriale ha eliminato tutti quegli angolini deliziosi, freschi, accoglienti e riservati che parevano fatti apposta per incontri amorosi. Lui conosceva il posto, mi disse che c'era già stato tante volte e si sentiva sicuro e tranquillo. Aveva preso con se tutto il necessario per la pesca, canne, ami, esche , supporti per le canne e due comodi e grandi teli da mare, nonché merenda e bevande. Si mise subito all'opera, gettando lenze in acqua e sistemando le canne sugli appositi sostegni. Una serie di cespugli che crescevano tra gli alberi di fatto costituivano una siepe che ad angolo formava un discreto riparo sia dal sole che da occhi indiscreti. Mentre lui armeggiava con le sue cose io mi stesi subito su uno dei teli, tutta nuda a prendere il sole, avevo solo un cappello di paglia che mi riparava il viso e la testa. Non vedevo quello che stava facendo, lo sentivo borbottare di tanto in tanto perché quel giorno i pesci non avevano fame, e ogni tanto sentivo la sua bocca che veniva a baciarmi sulla pancia o la sua lingua che mi dava rapidi leccotti alla passerina, il che inevitabilmente mi inducevano a toccarmi, cosa che facevo senza ritegno, a gambe aperte, e ansimando rumorosamente, forse esagerando apposta per attirare la sua attenzione. E la ottenni! A un certo punto mi accorsi che era steso accanto a me, non lo vedevo ma lo sentivo, non pescava, stava fumando una sigaretta steso sull'erba, fumava e mi accarezzava dolcemente, quasi distratto. Gettai di lato il cappello, lui teneva d'occhio le canne e i sugheri delle lenze sull'acqua. Indossava solo un paio di pantaloncini corti, io ero nuda, mi indispettiva che apparentemente non mi filasse per nulla quindi aperti i pantaloncini glieli sfilai da dosso, per un po' finse ancora di non badarmi, ma non resistette tanto a lungo, anche perché mi ero seduta su di lui, proprio sull’inguine, coprendo quasi tutto il suo pisello ancora morbido. A quel punto cominciò a carezzarmi le cosce, mi prese in mano le natiche, che nelle sue mani ci stavano tutte, mi toccò la vagina infilandoci un dito, sapevo cosa si aspettava ma in quel momento mi sentivo dispettosa , mi aveva ignorato per troppo tempo, appena fu chiaro che cominciava fare sul serio, a tirarmi verso la sua bocca per leccarmela, cosa facile per lui, ero si è no 35 chili, ancora liscia come una palla da biliardo e piatta come una sogliola, cominciai ad alzarmi e gli dissi: “ mi scappa la pipì “ , rispose subito “vai a farla”, “dove?” , “ ma dove ti pare!” la sua risposta. Allora mi alzai un po', ma non del tutto, solo in ginocchio su di lui e cominciai a farla sul suo pisello e sulla sua pancia. La sorpresa era evidente, scatto’ su con la schiena sui gomiti, “ che cazz…” sillabò, ma non fini la frase, fu immediata anche la reazione del suo cazzo, si indurì in un baleno e prima che finissi di farla era già tutto dentro di me! Non cambiai posizione, lo tenni dentro tutto, andavo avanti e indietro sfregando il mio clitoride sul suo pelo ruvido, e così, vuoi per il caldo, vuoi per la novità, quella volta ci mise molto meno del solito ad arrivare alla spruzzata finale, che fu intensa e abbondante. Rimasi seduta su di lui mentre lo sperma colava fuori sul pelo e sulle palle, lo sentivo pulsare dentro mentre espelleva gli ultimi schizzi, rimase duro per un po', poi mentre cominciava a sgonfiarsi feci per alzarmi, ma mi blocco in ginocchio su di lui, la passerina gocciolava e il suo cazzo ancora abbastanza eretto , fuori tra le mie gambe, mi teneva ferma con una mano, prese il suo pene nell'altra e comincio a spruzzarmi la sua pipì calda sulla vagina , sul culetto e anche sulla pancia fin quasi in faccia. I primi getti sul clitoride mi procurarono quasi un orgasmo, pensavo non finisse più, non volevo che finisse! Lo rivolevo dentro, quel calore liquido mi mandava in estasi! Solo dopo che ebbe esaurito la pisciata mi attirò di peso sulla sua bocca e mi lecco’ e succhio’ fino a procurarmi un orgasmo di quelli speciali.
Con calma andò poi a lavarsi nel laghetto, dove immerse anche me, ci asciugammo col telo che ancora non era stato usato, e, dopo aver raccolto canne e tutto il resto mi riportò a casa
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