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Prime Esperienze

Ely - Gli inizi


di Maturellobsx
19.12.2024    |    19    |    0 8.0
"Potente, dirompente, totale , tutti i mie muscoli erano contratti e tesi per concorrere al piacere, la pancia si strinse e un fiotto irrefrenabile scaturì..."
La prima volta, quel giorno che mi scopri’ mentre mi toccavo, lui era evidentemente imbarazzatissimo, pensando di tranquillizzarmi mi disse: non ti preoccupare, lo fanno tutti. Rimase stupito però dal fatto che io, invece di ricompormi, come forse lui sperava che facessi, mi piazzai davanti a lui, a gambe aperte, e continuai decisamente a masturbarmi. Se lo facevano tutti, pensai, potevo farlo tranquillamente anch'io, e mi eccitava ancora di più farlo davanti a uno ,
interessato, che mi guardava. A nove anni avevo ancora idee confuse e molto limitate sulle convenzioni sociali e sulla opportunità o meno di di certi gesti o atteggiamenti che si potevano esibire in pubblico. Se era normale, come aveva detto lui, io ero felice di farglielo vedere. Quello che ancora non sapevo era la reazione che poteva avere lui, ma in fondo non fui poi tanto stupita di quello che fece, anzi, un po' me lo aspettavo e lo desideravo, ero curiosa di vedere come poteva darsi piacere da solo anche un maschio. Curiosità presto soddisfatta! Il porco si apri la patta, già duro e completamente eretto, se lo prese in mano e con pochi colpi su e giù arrivò in fretta a spruzzare quel liquido denso, biancastro, morbido e cremoso davanti a me che non lo avevo mai visto. Era una novità interessante, molto diversa da quella delle femmine. Io se mi toccavo e arrivavo a sentire il piacere, il calore che mi scaldava, notavo solo che un po' mi si bagnavano le dita, ma quella eruzione, quella cascata improvvisa era una novità inaspettata, eccitante comunque.
Quel giorno la cosa fini li, lui si ricompose, non mi toccò neppure, e tornò ai sui lavori, io tornai in casa, ma ero visibilmente eccitata e mi toccai ancora parecchio quel giorno.
La sera, nel mio lettuccio caldo, con la solita manina tra le cosce, ripensavo all' accaduto, e mi fu chiaro da subito che quello che aveva fatto lui con le sue mani al suo pisello potevo farlo anch'io con le mie, non solo potevo ma decisamene volevo farlo io. Chissà com'era quella crema bianca, che effetto poteva farmi nelle mie mani, sarebbe piaciuto nello stesso modo anche a lui? Mi addormentai con la testa invasa da questi dubbi.
Superfluo dire che il giorno dopo, appena sola con lui nei paraggi, uscita da casa andai da lui, gli mostrai subito come mi toccavo senza mutandine. - dai, fammelo rivedere anche tu , gli dissi. Rifiutò, - vattene, disse, torna in casa e smettila. Lasciai ricadere la gonna, mi voltai per tornare in casa, ma indugiai un attimo per dirgli - ti aspetto dentro casa. Non passarono più di due minuti, ero sul divano e lui già col pene fuori dai pantaloni, si avvicinò mentre io mi toccavo, mi prese la testa fra le mani e mi infilò in bocca il suo arnese duro. Ero molto eccitata, mi stavo massaggiando la passerina furiosamente, ma anche frastornata dalla sua irruenza, mi teneva la testa e andava avanti e indietro nella mia bocca, fino alla gola, quasi mi soffocava. Lo sentivo caldo, duro, vibrante, aspettavo lo spruzzo, volevo vederlo da vicino, ma non lo vidi quella volta, mi spruzzò direttamente in gola. - ingoia tutto , mi disse, se vuoi imparare comincia subito. Bevvi tutto, e continuai a succhiarlo, smisi di toccarmi per dedicarmi a lui, lo mungevo con una mano e con l'altra spingevo da sotto mentre succhiavo il pene che si stava sgonfiando, mi ero accorta che così facendo uscivano ancora gocce di crema che succhiavo e ingoiavo avidamente. Lo mollai solo quando evidentemente non c'era più nulla da spremere, e lui si richiuse la patta e uscì.
Una volta rimasta sola potevo tranquillamente ripercorrere con la mente tutti i fatti appena vissuti, li riconsideravo minuziosamente da più punti di vista, cercavo eventuali errori, mettevo in evidenza cose diverse che avrei potuto fare, idee per altri modi in cui avrei potuto o voluto giocare.
Non avevo punti di riferimento per fare confronti, raccontarlo o anche solo parlarne alle michette della mia età non ci pensavo neppure, sapevo anche che non avrei mai dovuto parlarne ad altri adulti. Era un'esperienza che dovevo fare da sola, il vecchio porco era la mia palestra, a 55 anni era non troppo vecchio e abbastanza in forma per rispondere alle mie esigenze, alla mia voglia di crescere e sperimentare, scoprire cosa potevo ottenere da me stessa e dal rapporto con gli altri.
Quindi, in questa prospettiva, ripercorrevo in solitudine ogni singolo istante delle esperienze appena vissute. Ero euforica, abbastanza soddisfatta, dicevo a me stessa che ero stata brava, ma nello stesso tempo sapevo che potevo fare di più ed ero assolutamente decisa a farlo. Domani lo ritrovo, pensavo, vorrà fare la stessa cosa immagino ma io voglio di più, vedremo se riesco. Con questi pensieri e questi obiettivi precisi mi addormentai.
Il giorno dopo, una giornata caldissima, appena lui rimase da solo a lavorare nel capannone annesso alla mia casa, lo raggiunsi, nuda.- vieni in casa, gli dissi, non hai voglia oggi? E rientrai. Mi raggiunse poco dopo, ero stesa sul divano nuovo di casa, su un fianco, mi accarezzò, mi palpò le cosce, la pancia, il culetto, si tolse i pantaloni e si sedette accanto a me. Non era ancora eretto, allora mi alzai, mi misi in ginocchio sul divano accanto a lui e cominciai a mungergli e leccargli la punta del pene, lo tenevo saldamente con la mano e lo presi in bocca tutto, era quello che voleva e io lo sapevo. Mentre lo mungevo e succhiavo lui cominciò a palparmi da sotto la fessura e anche il buchetto, mi accarezzava mentre già gemeva per il piacere che gli stavo procurando. Mi piaceva sentirlo ansimare, mi istigava a fare meglio, cercavo di capire quali movimenti della mia mano e della mia bocca fossero i più efficaci, per ripeterli e fargli raggiungere l'apice del piacere. Le sue dita esperte che mi massaggiavano il clitoride mi davano sensazioni nuove, era diverso da come ero abituata a fare da sola, e trovavo anche molto gradevole le variazioni rapide sul buchetto.Lo sentivo vibrare nella mia bocca, ansimava, cominciava a contrarre i muscoli dell’addome, veniva incontro alla mia bocca alzando su e giù il bacino, ecco, pensavo ansiosa mentre aumentavo il ritmo, sta per arrivare, lo sentivo ed ero pronta! I primi spruzzi mi arrivarono in gola, poi alzai la testa continuando a mungerlo rapidamente, volevo vederlo mentre spruzzava, mi arrivò in viso, sul naso e sulle labbra, un po' ricadde sul pene e sulla mia mano, lo ripresi in bocca e, come il giorno prima continuai a spremerlo fino all'ultima goccia. Solo allora mi staccai da lui, che stava riprendendo fiato, mi sdraiai sul divano per toccarmi da sola. Non se ne andò subito stavolta, per un po' mi toccò anche lui, mise la sua mano sulla mia, muoveva rapidamente le dita a destra e sinistra sul clitoride, poi si alzò, si mise di fronte a me, mi spalancò le gambe, una sullo schienale del divano e l'altra giù fuori verso terra, aperte come quelle di una rana pronta per essere scuoiata. Si mise comodo, si abbassò e comincio a leccarmi la vagina, sentivo la sua lingua che si insinuava nella fessura, su e giù, il dito sul clitoride continuava a stimolarmi, poi la lingua sul clitoride, me lo titillava, le labbra lo stringevano, succhiava e leccava, cominciai a non capire più nulla, la sensazione era di essere con tutta me stessa nella mia vagina, il piacere che sentivo era immenso, e arrivò il primo vero orgasmo della mia vita. Potente, dirompente, totale , tutti i mie muscoli erano contratti e tesi per concorrere al piacere, la pancia si strinse e un fiotto irrefrenabile scaturì dalla passerina, innaffio’ il suo viso, tutto il torace, e, purtroppo anche il divano nuovo di mamma. Fu poi difficile inventare una spiegazione plausibile per l’ accaduto. Lui si alzò sorridente e soddisfatto, si asciugò alla bene meglio, mi aiuto’ rapidamente ad asciugare il divano e tornò al suo lavoro. Rimasi nuda sulla parte asciutta del divano parecchio tempo, esausta, rilassata, in fondo contenta , anche oggi ero stata brava e avevo anche ottenuto il mio premio.
Quella sera nel mio letto, rimuginando sui fatti di quel giorno, cominciavo a rendermi conto degli innegabili ed evidenti progressi che in un solo paio di giorni avevo fatto nel nuovo mondo dei piaceri del corpo, lo tsunami provocato dal cunnilingus ( anche dal punto di vista liquido!) era certamente un indizio concreto e importante di quanto potevo ottenere dalla mia vagina usandola senza troppe inibizioni e con una certa dose di spudoratezza. Sentivo comunque che per quanto entusiasmante l'esperienza del giorno era un inizio, mancava qualcosa, ed ero decisa ad approfondire la mia conoscenza.
Mi toccavo un po' da sola già da due anni, mi piaceva, ci giocavo volentieri, ma le sensazioni non erano certo paragonabili a quelle provate con il vecchio, vecchio dal punto di vista di una bambina di nove anni ovviamente, ora direi “ maturo “, ma allora per me era vecchio e basta, ma ero decisa a proseguire con lui, che era lì comodo e disponibile, il mio percorso verso la conoscenza dei misteri del sesso.
Il pomeriggio seguente, come era prevedibile e ansiosamente atteso, lui si presentò in casa mia senza che lo avessi invitato, subito si stese nudo sul divano, - dai succhiamelo , mi disse. Mi liberai in un attimo della camicetta, unico indumento che indossavo, e mi impegnai per ubbidire alla sua perentoria richiesta. Con una piccola variazione però, in un modo un po' diverso da come lui si aspettava. Memore di quanto provato il giorno prima con la leccata, mi misi sopra di lui, a cavalcioni con la passerina sulla sua faccia e cominciai a leccare e succhiare il suo membro. Pochi minuti per arrivare entrambi ad un notevole grado di eccitazione. Improvvisamente interruppi la mia azione, mi alzai e girata verso di lui gli chiesi: - mettilo dentro! “sei matta, nooo, “ rispose spaventato. Aveva paura, temeva le eventuali conseguenze traumatiche, rotture probabili che avrebbero potuto richiedere interventi sanitari e, a seguire, giuridici. Non sapeva come io avevo già in parte allenata la passerina, nei due precedenti anni, infilandoci diverse volte non solo le dita, ma anche certe volte, oggetti vari, matite, lampostil, carotine ecc.. insomma mi disse che non voleva, ma in quel momento era in una posizione decisamente di inferiorità, sia fisica che psicologica, eccitatissimo, steso, col suo pene nelle mie mani e io seduta su di lui. Così mi ci volle poco , un saltino in avanti e me lo infilai tutto dentro da sola. Nessuna resistenza da parte sua, mi afferrò con una mano una coscetta con l'altra la natica, due o tre colpi su e giù e sentii il calore del suo sperma che mi riempiva e lo vidi anche colare fuori, i suoi gemiti erano anche più forti e intensi dei precedenti, appena smise di muoversi sentii la necessità, che pensavo fosse anche un mio dovere, di completare il rapporto come fatto il giorno prima, quindi mi alzai e di nuovo nella posizione del 69 lo munsi e succhiai dal suo membro le ultime gocce del suo piacere mentre dalla mia passera, ancora tutta sana e integra, il suo sperma gli colava sul viso. La cosa evidentemente non gli dispiacque, mi apri le natiche con entrambe le mani e cominciò a leccarmi, ero già ad un notevole livello di eccitazione e in poco tempo arrivò l’orgasmo, lungo, intenso, i muscoli interni si contrassero e sentivo che stavo buttando fuori tutti i liquidi che avevo dentro, i miei e anche i suoi, le sue labbra erano appiccicate a quelle della mia vagina e bevve tutto avidamente, non lo tsunami del giorno prima ma un piacere profondo, totale , spossante. Mi abbandonai su di lui, inerte, il viso sul suo pube, la vagina sul suo viso. Non so per quanto, avevo perso la cognizione del tempo, ma ricordo che mi spostò poi di lato, sul divano, si asciugò la faccia tutta fradicia con un fazzoletto e uscì.
Ecco, appena mi fui ripresa ebbi chiara una coscienza: non ero più vergine! Ammesso che lo fossi ancora prima di quel pomeriggio, cosa di cui dubito molto. Avevo perso a soli nove anni quella verginità tanto decantata e raccomandata dal prete, dalle vecchie beghine che frequentavano la casa, quasi tutte ex succhiatrici che non trovavano più nulla da succhiare. Non mi aveva mai convinta sta storia, ogni parte del nostro corpo, pensavo, eri lì per uno scopo, io l'avevo usata proprio per quello scopo! Che male ci poteva essere? Mi pareva inoltre di averlo fatto in maniera eccellente, convinta di essere stata brava, avevo raggiunto lo scopo, dare e ricevere piacere, insomma nessun pentimento, ero semplicemente soddisfatta e orgogliosa di me stessa. E soprattutto decisamente determinata a continuare a farlo. Il futuro che vedevo era ancora vago e incerto ma intuivo che poteva esserci anche molto altro da scoprire. Oggi lo so che c'era molto altro! E so anche che non si finisce mai di sperimentare e, soprattutto, di desiderare cose nuove! Di una in particolare parlerò più avanti. Forse solo quando riuscirò a realizzarla
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