Prime Esperienze
Debora: una vera dark lady in cerca di se stessa_2
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01.05.2017 |
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"Finimmo sfiniti ma felici, certi che ci saremmo rivisti..."
Debora era ancora lì, davanti all'uscio della mia porta. Oramai mi dava la schiena, mentre se ne stava per uscire.Un sussulto di orgoglio e la trattenni. La abbracciai per un'ultima, ultimissima volta.
Lei si girò affettuosamente “Non avermene, conosci ancora troppo poco di me.”
Prese la mia mano e andammo verso il divano, ci risedemmo.
“Con te sono stata bene, un mix di passione e dolcezza difficile da trovare in un uomo, credimi. Ma da sempre sono attratta dalle donne, solo con loro riesco, almeno credevo, a sentirmi in piena armonia”. Io ascoltai tutto questo in silenzio, tra l'ammagliato e lo sbigottito.
Intanto lei riprese “però è splendida l'empatia fisica e mentale che tra noi si è creata. Non vedo l'ora di raccontarla ad Irene, la mia compagna. Ho combinato un bel casino..capisci?!?”.
Qui compresi il suo stato d'animo, e l'abbracciai forte.
“Comprendo bene Debora. Tuttavia se ti vuole bene come penso, comprenderà la situazione. Anzi, prova a telefonarle, spiegale che sei qui da me, che comunque il sentimento per lei è immutato, ma avevi bisogno solo di capire meglio te stessa.”.
Non la vedevo convinta, rifletteva, tenendo il cellulare stretto tra le mani.
Ad un certo punto si alzò di scatto, mi chiese se poteva andare in camera a telefonare.
Chiuse la porta, accesi la musica per rispettare la sua privacy.
Fu una lunga telefonata, sentivo la voce concitata che passava la parete, alternata a dei lunghi silenzi.
Dopo una telefonata se ne uscì piangendo, sbattendo la porta, inveendo contro se stessa.
Disse che aveva rovinato tutto e che Irene non avrebbe mai compreso, che tutto era finito.
Tentavo di confortarla, invano. Piangeva: la fredda dark lady ammirata il giorno prima al Parco ora era tra le mie braccia in tutta la sua fragilità. Il suo trucco colava lungo le guance.. tentavo con le dita di ricomporla.
All'improvviso il telefono: era Irene! Chiese il mio indirizzo, fredda, senza darle spiegazioni. Disse che sarebbe arrivata in dieci minuti.
Debora cominciò a tremare, la strinsi ancor di più a me, dolcemente. “Aiutami Ale. Spiegale che è stata solo chimica, una sbandata, nulla più, ma amo lei. E' inferocita.” La tranquillizzai, le dissi che ero pronto, se necessario ad assumermi tutte le responsabilità.
Irene arrivò in un battibaleno. Squillò il campanello, le andai incontro lasciando Debora seduta sul divano. Speravo dentro di me di poterla far ragionare.
Intravvidi la sagoma di Irene mentre saliva le scale, me la immaginavo anch'ella una dark lady.
Invece si fece avanti una splendida donna, bionda, liscia, un bellissimo sorriso, occhi azzurrissimi, carnagione chiarissima, lentiggini. Indossava attillati jeans e una t-shirt turchese e delle sneakers. I seni medi, tondi, sodi, senza reggiseno: le potevo intravvedere i capezzoli. Si vedeva che si era vestita in fretta, non portava trucco, ma era ugualmente affascinante.
Mi sorprese anche come mi salutò, non sembrava alterata. Un sorriso e due baci sulla guancia. Sembrava molto tranquilla, ci presentammo. Le dissi che Debora era seduta in divano.
Da dove parlavamo si vedeva la sua nuca, noi la osservavamo con le mani tra i capelli.
“Per favore, non essere dura con lei. E' stata una cosa di una notte, forse sentiva il bisogno di capirsi. Ma credimi che ti ama..” le sussurrai all'orecchio.
Parlandole così vicino crebbe la libido in me, la situazione si faceva molto eccitante.
Irene profumava di rosa. Un essenza molto fresca, eroticamente attraente. Dovetti ritrarmi perchè non si accorgesse della mia eccitazione crescente.
Lei sembrò annuire, ma si diresse verso Debora “Sei una troia!”. No..non era d'accordo evidentemente. Col dito rivolto verso di me continuava a lanciare le sue invettive. “Che cazzo significa capire me stessa? Ti starebbe bene se mi scopassi un altro?” al chè, il mio membro stava scoppiando sotto i jeans al solo pensiero di lei che mi fotteva sotto lo sguardo di Debora.
Ero presente fisicamente, ma con la mente altrove..
Ad un certo punto Irene fece un passo verso di me. Mentre continuavano a litigare lei si girò di scatto, mi baciò con veemenza infilandomi tutta la lingua in gola.
Io non opposi resistenza, anzi. Fu un bacio breve, ma intenso.
Si girò verso Debora “Sei felice ora? Che effetto ti ha fatto?”. Debora secca “Mi avete eccitato..”.
Irene rimase perplessa. Non era la risposta forse che si attendeva, ma riflettè.
“Perciò Debora..è questo che vorresti?”. “Sì amore, ho capito che dobbiamo trovare qualcosa di nuovo, ed Ale è perfetto per noi!”.
In quel momento credevo di venire. Era la situazione che avevo sempre sognato: due splendide donne, una dark lady e una splendida bionda nel mio letto a giocare tra loro e poi coinvolgere me, nei loro giochi.
Debora si alzò in piedi, baciò Irene e successivamente me.
Ci prese per mano, ci diresse in camera mia. Oramai lei conduceva le danze.
Irene si lasciava condurre, io mi misi per il momento seduto sullo studiolo ai piedi del letto, ad osservare che si spogliavano, che baciavano le loro pelli, i loro corpi.
Davanti a me cominciò una vera danza: i loro corpi si muovevano sinuosi, lenti.
Irene potevo vederla per la prima volta nuda: era anch'ella un capolavoro di bellezza.
Leggermente più alta e slanciata rispetto a Debora, la pelle ricoperta di lentiggini ne facevano una bellezza rara. Debora invece da questa prospettiva potevo ammirarla ancor meglio: era proprio splendida, i suoi sette tatuaggi la rendevano altamente erotica.
La stanza si impregnava del profumo dei loro corpi.
Io ero lì, la mia Nikon immortalava scatti rari, unici.
Debora mi fece un gesto con il braccio, era il mio momento, quello per anni sognato.
Pochi secondi ed ero avvolto dai loro corpi, completamente nudo.
Fu un esperienza forte, le bocche delle due ninfe al mio cospetto.
Irene con mio stupore si fece penetrare per prima, con grande gioia di Debora.
Godette, godettero entrambe. Godetti io, in primis.
Finimmo sfiniti ma felici, certi che ci saremmo rivisti.
Ora Debora e Irene potevano andare: finalmente di nuovo mano nella mano. Ciao Debora.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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