Prime Esperienze

Culo


di amorepassailguanto
30.06.2024    |    169    |    0 8.0
"Una volta dentro, lentamente mi spoglia e io lo lascio fare..."
Ricordo il suo cazzo più grosso che lungo, le labbra carnose, da negro, e la sua espressione senza sorriso. A un certo punto mi ha anche detto di non riuscire a sorridere quando faceva l'amore, per lui una cosa maledettamente seria. Sul momento non ho saputo cosa pensare, ma non sono fuggita, come era stato il mio primo pensiero. Mi hanno trattenuto le sue labbra sensuali e, forse, proprio quella espressione grave. E una frase:

"Hai un culo da favola".

L'ha ripetuta non so quante volte, variando qualcosa nella pronuncia e nelle parole, fino a dire soltanto "culo". La parola che ripeteva più spesso: "culo". Così mi ha ribattezzata. "Vieni, Culo", "Entriamo qui, Culo?", "Guardami, Culo", e mi guardava negli occhi mentre metteva una mano su una coscia. Ogni volta che diceva "Culo" mi sentivo sciogliere, mi batteva il cuore e mi veniva perfino una salivazione più abbondante, come se avessi fame. Pensavo solo alle sue grosse labbra e alla sua lingua, mi sentivo bella tutta, naturalmente a partire dal culo, volevo baciarlo ma mi ero imposta di aspettare che lo facesse lui. Cosi inghiottivo la saliva, mi aggiustavo il culo sulla sedia sperando che l'alluvione là sotto non tracimasse e dicevo stupidaggini. Quando mi tastava il culo mi sentivo felice e quando alla fine mi volse contro di sé non aspettavo altro, mi abbandonai e gli abbandonai la bocca, provando un piacere in tutto il corpo mentre la mia lingua veniva risucchiata dalla sua forza oscura. Le labbra e le labbra si toccavano per la prima volta, premendosi contro di lui. Ragazze, che onda! Passano due signori di mezza età e sento echeggiare una risata argentina della moglie che si allontana, certo eccitata dal nostro spettacolino notturno.

"Culo?"
"Dimmi, amore..."
"Andiamo a letto".

Andiamo a casa mia, salgo le scale e mi pare di sentire i suoi occhi che vedono attraverso i pantaloni.

Ho un bel culo, c'è poco da dire. Una volta dentro, lentamente mi spoglia e io lo lascio fare. Ci baciamo e mentre mi bacia mi prende il culo e mi solleva da terra. Volo. Mi dice che sono bella, che lo eccitano i miei capelli rosso fuoco. Ma la cosa che mi eccita di più è il suo modo di guardarmi. Le mie labbra sottili, per esempio, che guarda e bacia, bacia e guarda, mentre con la mano cerca la mia bella, cara fica rossa pelosa, la tocca sotto le mutande di cotone, la scopre, la schiude, la prende, la tira forte fino a farmi gemere, e con le dita bagnate mi accarezza, mi eccita, mi appoggia la falange del medio sul buco del culo, mi fa tremare mentre me lo infila dentro, senza farmi male, senza prepotenza, quel dito nel culo lo voglio per sempre, ha una forza alla quale mi sembra di volermi abituare, mia mia mia, mentre con il pollice e mezza mano mi ha penetrato la fica e mi tiene così con due dita e la rossa pulsante in mezzo. Mi esce un suono rauco dalla gola che lo sorprende e sorprende anche me.

Poi viene uno di quei momenti che bisogna fermarsi a prendere fiato. Mi trovo mezza nuda, con le mutande calate a mezza coscia, lui anche, gli prendo in mano l'uccello. È duro e delicato allo stesso tempo. Lo stringo forte con la mano fino a sentirlo gemere e ritrarsi. E' un cazzo di lunghezza normale, almeno per la mia esperienza, ma è molto grosso in circonferenza. La mia mano non ce la fa a prenderlo tutto, quando si erige è fantastico, con bocca riesco a succhiare solo la punta della cappella, come sarà prenderlo dentro?

Lo apprezzo molto, mi intenerisce, così delicato con questa sua pelle ruvida... certi uomini credono che la brutalità sia virile, con lui è tutto il contrario. Mi rivesto, mi allontano, mi raggiunge, dice una scemenza, e mi rimette le mani addosso. Si ferma e mi chiede di fargli capire con le labbra cosa sente la mia pelosa, io provo, lui non capisce, poi si, poi ridiamo, sono sempre più bagnata e, posso dirlo, voglio rilassarmi finalmente, e dormire e svegliarmi mentre mi scopa. Mi tiro le mutande in modo che la veda, vedo che guarda il mio buco principale e spinoso, l'amore mio, si abbassa, freme. Mi prende di peso e mi porta sul divano.

Vorrei che mi penetrasse, ma lui non sembra avere fretta. Il suo cazzo è eretto fra di noi, lo accarezzo, vorrei succhiarlo, glielo dico, lui mi bacia, le nostre lingue si intrecciano, va bene cosi, scendo a prenderlo in bocca, mi piace leccare la pelle delicata della cappella enorme, che mi sloga la bocca. Mentre lo faccio sottovoce mi richiama, "vieni su, Culo", e mi invita con le mani, prendendomi sotto il mento, posandomi due dita sulla bocca, e poi dentro. Avverto i miei odori su di esse, le succhio e risalgo verso la sua bocca, magnetica, torno strisciando a baciarlo e a spingere la mia vulva pelosa su di lui, su tutto quello che incontro del suo corpo, lasciandomi dietro una scia bagnata di lumaca. Lui allora mi bacia con trasporto, è quello che vuole, ed è quello he voglio anche io. Tutto è molto, molto semplice.

"Dai, scopami -sussurro- fottimi, fottimi, fottimi la fregna, fottimi, cazzo cazzo, cazzo che mi fotte, mettimelo dentro, fottimi... fottimi... fottimi". Questo mio turpiloquio lo fa sorridere. Anche io sono diventata ripetitiva e mi piace un sacco sentirlo che ogni volta che pronuncio la parola "culo" finché lui reagisce e qualche volta mormora "culo" anche lui, finché gorgogliamo insieme come due piccioni: culo, culo… e ora penserete che me lo sono fatta mettere in culo, vero? Anche io ho temuto questo, perché in culo mi ha fatto male e non mi piace quel cazzo così grosso no, proprio no. Ma Culo è solo un modo di chiamarmi, di farmi sua con quella sola parola, magica.

No, il mio amore sente questa mia inquietudine e me lo mette in fica. Con gentilezza raccoglie il prepuzio con le dita sopra la cappella, lo appoggia sulle mie grandi labbra, spingendolo in avanti in modo che la penetrazione è profonda da subito. Sono già più che pronta, tutta bagnata, sento il suo enorme cazzo spingersi completamente dentro di me, al limite estremo, mi apre, mi allarga, mi toglie il respiro, forse sarebbe meglio che fosse più lungo, forse sarebbe meglio più corto, mentre la mia vulva vibra al contatto, i peli si toccano, sento quasi il rumore, Inizia a muoversi avanti e indietro e poco dopo io vengo. Rantolo, grido. Mi piace l'onda che mi invade e poi mi lascia, aspetto il suo ritorno slargata, slabbrata, sbavata, spossata.

Passiamo dei lunghi momenti così, a respirare. Lui mi bacia sugli occhi e continua, non è venuto, mi piace sentirmelo duro dentro, oh come mi piace allora quel suo grosso cazzo. Il suo dito medio mi scivola di nuovo nell’ano, sa cosa fare lì… Vengo ancora, sono tutta bagnata, sto sudando e anche lui suda, i nostri liquidi si mescolano, vorrei sentirlo venire, quella calda lava di vulcano in me, ma lui si trattiene, ormai è più di un' ora che mi sta scopando e sembra che non finirà mai, penso di sentire che qualcosa in me non risponde come lui vuole, o forse è solo stanchezza e appagamento... ma nel mio corpo passa ancora l'angelo della insicurezza, anche se io sono sotto di lui, a gambe aperte, piena del suo cazzo e del suo corpo, provo a baciarlo ancora, ma ora penso vorrei che smettesse, su vieni, finalmente, io sono venuta quattro volte, voglio girarmi a dormire, che cerchi ancora?

Violenza, il solito incubo, da quando mio zio Ignazio mi scopava di nascosto da tutti e contro la mia volontà. Lui non si muove più avanti e indietro, ma spinge, mi prende con le braccia e mi spinge contro di sé, inarcandosi, sembra volermi fare diventare più piccola. Il suo cazzo è piantato nel mio corpo come un palo, duro, grande, e continua a spingermi forte, non so come siamo arrivati ad una posizione in cui la mia schiena si poggia contro la testiera del letto, e lui con una mano mi preme contro di sé e con tutte e due mi stringe e mi affonda le unghie nelle spalle. Cerco di secondarlo muovendomi verso di lui ma sono come bloccata dal suo cazzo che si spinge dentro come un toro, come un pugno, contro il muro, sono immobilizzata, prigioniera, totalmente sua. Preme, come preme, mi schiaccia. Non va più avanti e indietro. Non capisco cosa stia facendo non mi è successo mai in questo modo. Lo secondo, pensando per un istante che potrei anche fingere un orgasmo, leccargli o mordendogli un orecchio, rantolare, trovare un modo per farlo finalmente venire, come se volessi ucciderlo, questo bestione che mi annienta. Ma io lo amo. Provo a morderlo e lui risponde al morso. Sembriamo davvero due animali.

Ora si muove lateralmente, forse in circolo, come se stesse cercando qualcosa, il suo cazzo mi inchioda e sento la vulva schiacciata quando il clitoride stretto nell'urto delle ossa pelviche guizza sotto il pelo folto di entrambi e mi trasmette la sua specie di scossa elettrica, quella vecchia, del ditalino, che non viene da un dito, ma dai peli che sfregano. Strani questi peli, sembrano morti, come l'osso. Mi irrigidisco in una specie di scatto di bestia impaurita, con un piccolo gemito, lui risponde con un gemito quasi contemporaneo. Le labbra sono come incollate, e la mia lingua fa nella sua bocca eco di tutto quello che succede fra cazzo e fica. Spinge di nuovo, mi pare che voglia sfondarmi, muovo il bacino e sento di nuovo la durezza delle mie ossa pelviche e il suo che cerca il mio clitoride, come prima il suo cazzo duro mi riempie, mi immobilizza, respiro profondo, un momento anche lui, poi ricominciamo a premerci i sessi l'uno contro l'altro, i peli crespi si scontrano, si fregano, la mia lingua è perduta per sempre. Fra le ossa pelviche da un lato e i peli dall'altro, ci sono io che sono viva, con questo bellissimo cazzo tozzo in corpo, anche lui vivo, palpitante, urlante quando la cornea irrigidita delle ossa, dei peli, delle unghie e dei denti ci urta, ci scuote, ci graffia e ci arrossa la pelle.

Ecco cosa, ecco cosa, penso, e la sensazione dalla vulva sale potente, mai provata, mi scatta qualcosa e spingo di nuovo, di nuovo la scossa elettrica, i peli che fregano mi fanno diventare una besta in calore, di nuovo i nostri gemiti, ora insieme, il mio è rauco, da animale, viene dritto dalla fica piena e risale alla sua bocca, lui si muove un poco indietro ma sono io che lo richiamo, gli spingo contro la vulva mente mi sale uno strano tremito incontrollabile.

"Fregna, cazzo, fregna, fregami, il tuo cazzo che mi scopa nella fregna" gli dico in un orecchio, ripetendo il ritmo dei nostri corpi allacciati e lui mi bacia, mi succhia la lingua, che penetra nella sua bocca profumata come sotto il suo cazzo penetra in me, nel nostro segreto gioco di doppi.

È quello che vuole il mio amore, mi dimeno senza controllo e le ossa si cercano ancora, in mezzo c'è adesso il clitoride che ogni volta sembra esplodere. Continuo a spingere e di nuovo, ora so il nuovo gioco della pelosa pelle e della dure sorprese delle ossa, non c'è vita senza morte, mi investe una altra scossa elettrica che mi acceca, cerco di secondario spingendo anch'io su quel cazzo immobile e quel corpo sudato finché una pressione del suo osso pelvico genera in me ondate sempre più forti, angosciose e vitali. Penso a quei giapponesi che ho visto al cimema quasi strangolarsi forse per cercare qualcosa di simile a quello che sto provando io... noi... ma noi siamo meglio, gli sto strangolando il cazzo e non mi tengo più, sembra che mi stia venendo qualcosa di irrefrenabile, una crisi epilettica, lui mi immobilizza con le braccia, mi stringe i polsi, lo voglio tutto, lo mordo, qualcosa si scioglie, ho una contrazione, uno scatto, poi un'altra, ritornano i conati, mentre lui mi morde il collo come un animale, grugnisce, rantola, mi tiene ferma mentre mi dimeno come una bestia, mi esce dalla gola un suono assurdo e dalla fica un'onda di liquido caldo, inondo lui e tutto quello che c'è intorno penso al sangue ma so che non è sangue, penso alla morte ma so che è vita.
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