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Alexandra e il Martao

04.07.2024 |
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"Bassina, spalle strette, seno della quarta misura che sporge dai due lati oltre la linea delle braccia, vita di vespa e un culo enorme..."
Alexandra è fatta a fiasco. Bassina, spalle strette, seno della quarta misura che sporge dai due lati oltre la linea delle braccia, vita di vespa e un culo enorme. Non è affatto grassa, lei è così. Del tutto fuori dai canoni, fatta per parti plurigemini, superiori a tre bambini per volta, quelli che vanno a finire sui giornali. È nata in una favela di Porto Alegre in Brasile, in una famiglia povera. La sua pelle ha il colore della terra, i capelli ricci biondi le fanno una criniera da leonessa. Gli occhi sono verdi, i lineamenti del viso bellissimi. Sugli uomini fa di solito l'effetto di una cannonata e lo sa. Sa come tenerli a bada con modi tutti suoi. Sa anche come servirsi delle parole.
Sugli 11 anni ha avuto le prime mestruazioni, poi la fica ha cominciato a tirare e i seni a crescere. A 12 anni si è fatta sverginare in un parcheggio da un giocatore di rugby, padre di uno dei suoi compagni di scuola, che ha avuto paura delle sue urla ed è scappato via come un coniglio. La madre, che un po' le somiglia, l'ha istruita su come evitare gravidanze, e così lei ha conosciuto presto una sessualità attivissima. Scopa tutti i giorni, anche quando è mestruata, con persone diverse, da allora. La forma del suo corpo e il suo carattere volitivo spaventano i ragazzi freschi della sua età. Così lei si fa soddisfare da uomini di venti o trenta anni più di lei, che hanno odori più forti.
Ora va a fare le pulizie a casa di un avvocato. L'avvocato è un pezzo d'uomo enorme, atletico, alto due metri e quindici, largo come un armadio. È conosciuto nel quartiere come il Martao, non si sa cosa voglia dire se non qualche ricordo del dio Marte. Un giorno che la moglie si ferma a pranzo da sua madre, l'avvocato entra dove lei sta stirando. Lei, che da tempo lo pensa e lo desidera, si eccita subito e si appoggia all'asse da stiro cacciando versi rauchi quando sente le mani dell'avvocato che le frugano le mutande. Eccitatissimo si slaccia i pantaloni, si ritrova la cintura di cuoio in mano e il gran culone di lei nudo davanti e con un forte odore di femmina. Allora, senza averci pensato prima, le tira una cinghiata alla cieca. Lei, al confronto così piccola, caccia un urlo e cade in avanti sul lettino della stanza da stiro, dove ogni tanto dorme qualche ospite. Le lenzuola non sono state cambiate e hanno un odore eccitante di sconosciuto.
L'avvocato sorpreso dall'urlo, arrapatissimo, con occhi da pazzo, la frusta fino a farle il culo rosso mattone. Lei grida e grida a ogni schiocco di cinghia, ma in quelle grida, che si spengono subito, c'è qualcosa di selvaggio e voluttuoso, seguito da un respiro corto e rauco che non lascia dubbi che la cosa le sta piacendo. Il Martao prende Alexandra sotto le ascelle, la solleva da terra, la gira come un giocattolo, le sorride e la bacia tutta, sul seno, in faccia, nei capelli, poi di nuovo in faccia e le prende la lingua in in bocca, poi la alza e la bacia tutta di nuovo, le lecca la fica sempre tenendola per aria, mentre lei apre le gambe e le annoda sulla sua testa. Poi il Martao con le mani apre le chiappe di lei e la porta con la fica davanti al suo cazzo dritto, se la preme contro e la impala. Lei fa degli urli sfrenati, a piena voce, pare che goda anche di quello. Tutto è fuori misura, lei l'avvocato le mani il culo le urla. I vicini sentono e capiscono cosa sta succedendo. Quando l'uomo si ferma, la posa sul letto ansimante e le crolla accanto, lei si avvinghia al cuscino col grande culo nudo arrossato dalle frustate immobile, anzi fremente, come a chiamarne ancora, sembra una palla. Il Martao la gira e la copre col suo enorme corpo, con dolcezza di carezze e baci e gratitudine.
La seconda penetrazione, dopo poco, è travolgente. Appena sente la cappella dell'avvocato schiudere di nuovo le grandi labbra, Alexandra urla e in due minuti gli squirta addosso come una fontana. Il culo rovente per le cinghiate di prima sente il letto come se fosse di fuoco e il cazzo che si agita dentro di lei le procura un piacere intenso che lei esprime con un verso tenue, quasi un canto, ritmato sulle potenti incarcate dell'uomo, interrotto solo dal respiro, guardando l'avvocato fisso negli occhi fino a quando li chiudono, tutti e due insieme.
Alexandra sul letto fradicio ansima a lungo da sola, dopo essere venuta più volte e anche dopo che l'avvocato si è finalmente ricomposto, le maneggiato il sedere con una crema di foglie di coca ed eucalipto che le ha fatto passare il dolore e lasciato sull'asse da stiro un frullato di ananas fatto da lui e tre biglietti da 50 dollari, mentre lei, arrotolata nel lenzuolo di cotone, dorme e sogna. Ma niente, con tutta la coca la fica le continua a pulsare e la sveglia. Sembra una pila che si ricarica da sola. Lei si rimette al lavoro, ogni tanto prendendosi le labbra di sotto in mano e stringendole.
Quando tramonta il sole, Alexandra si avvia dondolando verso la sua povertà con i 150 dollari e il culo rosso.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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