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Carla secondo episodio: La grande cena


di whymax
23.01.2021    |    72    |    0 6.0
"Forse che l'occasione mai capitata, fosse “incredibilmente” arrivata? Il dubbio che mio marito avesse organizzato il tutto stava prendendo piede in me in modo..."
Franco e Daniele si conoscono da tantissimi anni e Franco, forse, è il miglior amico di mio marito: è sicuramente un bel tipo ed è sensuale tanto che non mi sarebbe spiaciuto trovare un occasione per vedere come sarebbe stato a letto, ma per vari motivi non avevamo mai trovato quella giusta. Franco pur non sapendo delle mie fantasie su di lui, era a conoscenza di alcune cose che facevo con e senza mio marito, sapeva di un rapporto molto vivace nella sfera sessuale, avendone spesso parlato proprio con Daniele. Gli aveva sicuramente raccontato che il sesso mi piace parecchio in ogni sua sfumatura e che amo giocare con l’esibizionismo che a volte porta anche a coinvolgere sconosciuti e probabilmente gli aveva fatto vedere anche foto e video vista la sua passione nel farne. Non che questo mi dispiaccia sia ben chiaro.
Un giorno i due amici, era tanto che non si vedevano, tra tutti i soliti argomenti; lavoro, sport, politica e naturalmente l'argomento Carla con qualche racconto piccante come quello sui due indiani; Daniele gli racconta che è praticamente sicuro di avermi sentito più volte parlare di dimensioni extra, dicendo che nonostante ne avessi visti e provati parecchi, non mi era mai capitato un super superdotato, a volte usavo dei falli finti enormi ma non avevo mai trovato uno vero, allorché Franco scherzando gli disse che avrebbe potuto farmene conoscere uno davvero super, addirittura oltre 30cm.
La cosa tra loro nacque ridendo ma ovviamente, visto che ve lo sto raccontando, finì in una sorta di gioco nel accordarsi per farmelo conoscere. Il patto includeva che Franco avrebbe dovuto assistere alla sfida nella quale mi sarei trovata nel caso in cui avessi voluto approfittare del grosso arnese e mio marito sapeva bene come il gioco sarebbe andato a finire se ci fosse stata anche la presenza di Franco e probabilmente l'ho desiderava lui stesso. Ecco creata la “famosa” occasione giusta. Il piano prevedeva di farmelo conoscere proprio a casa di Franco, ovviamente doveva essere una sorpresa ma per essere più propensa al gioco sarebbe stato meglio mettermi nella condizione di essere anche pronta a scopare chiunque. Quindi Daniele mi raccontò che voleva andare in un locale nuovo, uno del genere che ogni tanto frequentiamo per gli scambi di coppia ma che quella sera, prima, avremmo dovuto andare per cena a casa di Franco perché sarebbe partito di li a breve per lavoro e voleva tanto stare con noi ancora un po'.
Effettivamente erano stati bravi infatti non solo non sospettai nulla ma l'idea di farmi vedere da Franco già in tiro per andare in un locale così, mi stuzzicava le fantasie per cui accettai di buon grado. Doveva sembrare una situazione molto naturale per non crearmi sospetti altrimenti che sorpresa sarebbe stata quindi Daniele quella sera stava mi disse che avrebbe fatto tardi solo all'ultimo momento e aggiunse che se avessi voluto sarei potuta andare avanti da sola visto che casa di Franco era proprio a mezza strada tra casa nostra e la ditta. Inizialmente non mi sembrava una grande idea ma poi ripensandoci, stuzzicare Franco in sua assenza l'avrebbe punito per il ritardo quindi partii da casa sola per arrivare anche con un po' di anticipo. Già pregustavo la faccia che Franco avrebbe fatto nel vedermi vestita da troia, ovviamente pensavo di fargli io la sorpresa. Di solito per occasioni come queste indossavo un abbigliamento molto spinto, quello da sexyshop per intenderci, ma uscivo da sola e Franco non abitava in un bel quartiere quindi scelsi il classico immaginario della segretaria zoccola perfetta, una super minigonna mozzafiato nera con spacco laterale che lasciava abbondantemente vedere i bordi delle autoreggenti nere e velatissime, ai piedi delle décolleté con laccetto alla caviglia e tacco 15 senza plateau per niente comode ma bellissime che mi fanno camminare come una zoccola principiante poco sicura sui tacchi, una camicia bianca leggerissima, allacciata giusto per lasciare intravvedere il gancio centrale del reggiseno a balconcino che senza la parte coprente sulle coppe, lasciava il seno praticamente scoperto sotto la leggera trasparenza della camicia, naturalmente neanche un pur ridotto perizoma poteva far parte della lingerie e la giacchetta nera che arrivava appena sotto la gonna a due bottoni era l'unica cosa che copriva davvero, era giusta per dare a chiunque la sensazione della vera impiegata di ritorno dall'ufficio. Beh forse avevo esagerato lo stesso soprattutto con le scarpe ma non potevo osare meno di così altrimenti che sorpresa sarebbe stata.
Presi un taxi che mi portò praticamente davanti al portone dove suonai e Franco mi fece salire. Quando entrai in casa trovai Piero che era arrivato poco prima di me, Franco mi raccontò che Piero era un suo vecchio amico che gli aveva fatto un improvvisata e data l'imminente sua ripartenza e l'orario, si sarebbe fermato a cena con noi. Ovviamente non mi aspettavo il terzo incomodo anche se era un gran bel ragazzo, naturalmente mi aveva creato un po' confusione perché non sapevo se sarebbe stato il caso di sembrare così troia anche per uno sconosciuto proprio davanti a Franco. Poi dopo le prime chiacchiere di rito che tolsero il primo imbarazzo, Franco ci fece accomodare sul divano e si avvicinò al lettore dvd con la scusa di mettere dei video musicali, lo fece partire e poi si allontanò per andare in cucina, "incredibilmente" sulla tv apparvero le immagini di una scena porno dove due uomini stavano scopando in entrambi i buchi la protagonista. Io e Piero eravamo seduti ai due estremi del divano, l'imbarazzo tornò a regnare, almeno per me, d’altronde ero solo agghindata da troia e seduta vicino ad uno sconosciuto fuori casa e per di più in presenza del migliore amico di mio marito. La situazione cambiò quando Piero cercando di non essere eccessivamente invadente, anzi quasi timidamente mi disse che era a conoscenza della mia prossima meta per il dopo cena, il nuovo locale di scambisti, evidentemente qualcuno gli aveva parlato di me, e da come ne parlava lasciava intendere di conoscerlo anche bene e soprattutto con fare di chi sa come funziona; la cosa non mi metteva proprio a mio agio ma l'imbarazzo si trasformò presto in una sorta di curiosità sul personaggio. Il video intanto scorreva e i suoni continuavano ad attrarre la nostra attenzione, entrambi davamo non proprio delle timide e rapide occhiate al video finché in modo decisamente più diretto e sfacciato Piero mi domandò: "Ma tu le fai queste cose?" al che non potei che rispondergli per le rime: "Perché no, l'importante è avere una giusta atmosfera". Proprio in quel istante Franco ritornò giusto con una bottiglia di vino già stappata e porgendomi un intero calice gigante, disse: “chissà magari questo aiuta a creare la giusta atmosfera" il sorriso malizioso di Franco era decisamente troppo complice. La curiosità di capire anche queste strane coincidenze si fece sempre più forte e anche l'eccitazione stava prendendo piede. Forse che l'occasione mai capitata, fosse “incredibilmente” arrivata? Il dubbio che mio marito avesse organizzato il tutto stava prendendo piede in me in modo sempre più chiaro, una cosa dovevo comunque capire, la presenza di Piero. Le mie ipotesi furono interrotte quando Franco dopo un bel sorso di vino con relativo brindisi alla mia bellezza, divenne più deciso sedendosi sul bracciolo del divano accanto a me ed infilando improvvisamente una mano sotto la giacca sulla mia spalla invitandomi a toglierla per mettermi comoda, accolsi l'invito un po' impacciata sapevo che avrei rivelato un mise inequivocabile. Ma una volta riposta la giacca la mano di Franco tornò ancora sulla spalla e quando gli feci il classico sorriso da timida educanda ma sotto in realtà gran troia, fu l'invito che aspettava. Iniziò a palparmi la spalla in modo sensuale per poi scendere, con il mio sguardo prima fintamente sorpreso e poi di eccitato assenso, verso il capezzolo già duro, sopra al tessuto trasparente. Lo pinzò con due dita e disse: “forse non c'è bisogno di aiuto, tu Piero che ne dici?" A questa domanda anche la mano di Piero raggiunse il mio ginocchio iniziando ad accarezzarlo con movimento sempre più lungo fino ad infilarsi tra le cosce sotto la mini che si era alzata scoprendo la parte di pelle lasciata libera delle autoreggenti, poi il piacere sul loro viso della scoperta del mio sesso libero dall’intimo, due lievi tocchi alle grandi labbra e in meno di un istante due dita entrarono nella mia vagina già fradicia ed al quel punto disse: "sembrerebbe proprio di no è già un lago" mi girai verso Franco che incontrando il mio sguardo desideroso, volò ad infilarmi un bacio appassionato, stavo capendo che la situazione stava evolvendo molto rapidamente, ero a cosce larghe, con i capezzoli duri in mano al migliore amico di mio marito, probabilmente in arrivo e anche se sospettavo che avesse organizzato tutto, non ne ero ancora certa. Sapevo che gli sarebbe comunque piaciuto trovarmi così quindi appoggiai le mani su di entrambi i pacchi per controllare la loro eccitazione e quello di Piero mi sembrava decisamente importante, per togliere gli eventuali dubbi sulla mia prima impressione, Piero estrasse immediatamente un pisellone di proporzioni mai viste: provai a cingerlo immediatamente con due mani, bastavano a coprirne poco più che metà e mentre entrambe le mani erano impegnate con un solo cazzo gigante e sinceramente un po' di preoccupazione mi stava salendo, Franco tirò fuori anche il suo arnese, mi prese a due mani la testa portandola al suo membro, schiusi le labbra e l'ho presi in bocca, lo feci scivolare fino in fondo alla gola e visto le dimensioni dell'altro, fui contenta di mostrare almeno a lui le mie capacità esofagee. Mi trovavo in una posizione scomoda, seduta sul divano con la testa girata dietro ed un cazzo che mi frugava la gola, due mani all'opposto avvinghiate ad un mostro che mi preoccupava sempre più con il suo crescere costante. Mi divincolai un attimo alzandomi sui miei tacchi da equilibrista e cercai di finire di bere quel enorme calice di vino forse nella speranza o nella consapevolezza di agevolare ciò che sarebbe potuto succedere dopo. I due uomini, nel frattempo si erano già tolti i pantaloni e mi avevano raggiunto in piedi davanti a me, mi tolsero la camicetta ed il reggiseno mi abbassarono la gonna e posato il bicchiere mi inginocchiai sul freddo pavimento praticamente nuda ritrovandomi giusta per iniziare ad assaporare con la lingua i due membri alternativamente. Pochi baci ed un timido tentativo di spingere in gola il mostro quando suonò il citofono, era sicuramente Daniele, gli uomini si rimisero i pantaloni cercando di ricomporsi nonostante gli ingombri, io invece, in fondo cosa avrei dovuto nascondere e poi forse avevo capito tutto. Mi alzai ed andai a rispondere al citofono sotto gli occhi stupiti di entrambi, aprii il portone dal citofono e poi aprii la porta di casa e sotto i loro sguardi ancor più inebetiti uscì tacchettando nell'androne delle scale fino in fondo al corridoio per attenderlo davanti all'ascensore. I due pietrificati dietro la porta curiosarono per circa 2 minuti mentre vestita di soli tacchi e autoreggenti attendevo l'arrivo dell'ascensore. Avrebbe potuto non essere da solo o non essere lui a salire e poi se qualcuno avesse aperto una porta di casa per uscire? A me non solo non importava ma gli stavo facendo “pagare” un po' la sorpresa. Ma poi la porta dell'ascensore si aprì, potete immaginare la faccia all'apertura delle porte "lo stronzo" mi voleva troia ed io ero lì così per dimostrarglielo. Gli sorrisi e gli lanciai un occhiata di intesa con tanto di lingua passata sulle labbra superiori e mentre i due mi guardavano sbigottiti, con relativa calma in un bacio, appassionatamente rientrammo in casa, forse non pensavano di avere davanti una troia simile ed io stavo godendo per questa mia sorpresa per loro.
Mio marito sicuramente non aveva molti dubbi su ciò che sarebbe potuto succedere anche prima del suo arrivo, ma anche lui certamente non mi aspettava certo all'uscita dell’ascensore nuda. Forse avrebbe dovuto immaginarlo, in fondo sapeva che a volte avevo reazioni esibizionistiche imprevedibili ma meglio così avevo piacevolmente stupito anche lui visto il suo bacio appassionato. Naturalmente sentì subito anche il sapore di sesso nella mia bocca e comprese immediatamente che l'incontro era già a buon punto. A Franco non rimaneva che fare la presentazione ufficiale di Piero a Daniele che con una risata eloquente, esordi dicendo "piacere di conoscerti, che ne dici di mia moglie, mica male vero?" Piero ancora con un lieve imbarazzo balbettò qualcosa tipo " ..certo, certo: gran bella donna", rivolgendo lo sguardo al suo amico Franco che completò dicendo: "sai noi ci stavamo già conoscendo meglio prima di cena e…” Daniele continuò: “ma certo è un’ottima idea prima di cenare siamo più leggeri"; non potei che aggiungere: "Altro che locale nuovo guarda che “grande” sorpresa mi ha fatto mio marito." Denunciando di aver capito l'inciucio per farmi scopare l’enorme cazzo di Piero fu il segnale che non solo ero pronta alla sfida, infatti, in meno di un secondo ero tornata in ginocchio ma che lo ero con voglia di tutti i 3 membri a disposizione, tre bei fusti sicuramente pronti a scoparmi ovunque. Il vino aveva già iniziato a fare effetto soprattutto per lo stomaco vuoto, sentivo nell’aria che tutti volevano vedermi al più presto presa dal grosso palo di carne, quindi perché non accontentarli; presi le mani a Piero per tirarlo a scendere sotto di me poi gli salì a cavalcioni e iniziai allargando bene le mie grandi labbra a sedermi su quel coso enorme, mentre gli altri due maiali se la ridevano osservando le mie smorfie di fatica e dolore mentre quel tronco entrava con decisione lentamente sempre più in profondità nella mia figa bagnatissima. Vergine di fronte a tali misure, molte furono le scosse elettriche di dolore ma il piacere esibizionistico del fare tale performance davanti al mio uomo preferito ed a quello tanto agognato mi spinsero a non interrompere l'avanzata se non che quasi alla sua scomparsa, dove per quegli ultimi centimetri, mi sollevai leggermente e mi lasciai cadere con decisone un ultima volta e la mia vagina si appoggiò alla radice delle sue palle, il dolore di quell’ultimo colpo fu Solo un po' attenuato dalla soddisfazione della conquista, mi sentivo piena come non mai, avevo provato altri oggetti enormi ma averlo di carne pulsate era un'altra cosa. Quando Piero iniziò a manovrarmi sopra di lui, invitai con un gesto a partecipare anche gli altri due, mi giravo per prenderli tra le mie labbra e giù in gola a turno, la mia vagina si stava adattando velocemente al grosso cazzo ed io cominciavo a godere; non ci misi molto a raggiungere un primo orgasmo, poi altri due orgasmi di fila e un quarto quando ormai il cazzo di Piero mi sembrava praticamente uguale agli altri, il che aveva portato la mia eccitazione ad essere alle stelle e così mi sembrò normale chiedere a Franco di sfondarmi il culo, desideravo far diventare anche lui una parte importante di quella serata. Con l’utero strapieno dal mostro, Franco iniziò a spingere per entrare sentii stirare l'ingresso dei miei pertugi ricordo di aver pensato che non sarebbero più stati gli stessi li sentivo allargarmi le viscere probabilmente il modo definitivo lo capivo dal tipo di dolore costante da stretching. Quando finalmente entrambi raggiunsero la massima profondità, insieme al cazzo di mio marito in bocca anch'esso nella profondità della mia gola, mi aveva impedito di urlare per quel allargamento forzato, il piacere e dolore si fusero insieme in una sensazione di riempimento totale che mi appago in un modo ancora oggi indefinibile. I due poi iniziarono a spingere il loro pali asincroni dentro di me ed iniziai dopo una manciata di secondi ad avere una serie di orgasmi o forse uno unico lunghissimo che, probabilmente spinse anche i miei “carnefici” al loro primo orgasmo. Mi inondarono tutti i buchi quasi in contemporanea spingendo bene in fondo il loro seme, compreso il fondo della mia gola infatti non ne sentii quasi il sapore nonostante l'abbondanza finì tutto direttamente nell’esofago, solo allora ci fu un momento di relax.
Mi svincolai, spostandomi sul tappeto, anch'io cercando di ritrovare un po' di energie ma quel riposo duro poco, i miei tre diavoletti, non erano per niente stanchi al contrario mio, anzi sembravano più eccitati di prima, avevano già in mano i loro cellulari per immortalare la mia sagoma sdraiata sul tappeto li vedevo farmi anche primi piani dei miei buchi allargati e colanti di sperma. Quanto furono sazi dell’ego per il risultato del loro complotto fu Piero di nuovo il primo ad avvicinarsi sdraiandosi al mio fianco dietro alla mia schiena, mi alzò una gamba ed ebbi un attimo di terrore quando sentì appoggiare la sua cappella sul mio buchino; assaggiava il mio secondo canale lasciato ben lubrificato da Franco, non ero pronta ma fu rapido ed incredibilmente più semplice che davanti; quando fu tutto dentro per qualche secondo il respiro mi venne meno, era come se mi avessero legato molto stretta e solo dopo le prime spinte, lente e profondissime, iniziai ad emettere qualche gemito di che tipo non ricordo, so solo che mi sembrava più grosso e duro di prima, poi aumentò man mano il ritmo, sotto li sguardi arrapati degli altri due che si masturbavano nel vedermi incredibilmente subire pressoché immobile, l'azione di quel palo gigante nel sedere, la troia era diventata una novizia inebetita, Piero ad un certo punto mi abbracciò con forza e mi alzò, dapprima sopra di lui poi con un movimento deciso si alzò in piedi, ero di nuovo senza fiato e mi reggevo a suo collo con le braccia all'indietro, fornendo la fica aperta a Franco che neanche a dirlo ci scivolo rapidamente dentro, anche lui con un cazzo più duro e grosso di prima, non toccavo terra ero impalata di peso tra loro ed i miei occhi si ribaltavano indietro ad ogni colpo, fino a che decisero di estrarre le travi quasi contemporaneamente per lasciarmi in piedi tremolante ed instabile sui quei tacchi ora più che mai improponibili. La soddisfazione di avermi ridotta così che si leggeva negli occhi di tutti e tre, era lampante. Vederli così fu mi faceva sentire tanto indispettita quanto estremamente appagata era come se mi avessero regalato un altro importante carico di sperma. Provai a fare un passo ma sentii le gambe cedere e mi lasciai cadere ancora in ginocchio ritrovandomi davanti alla faccia il mostro, "profumava" intensamente del mio culo e di tutto ciò che poteva essere scovato la dentro con una profanazione così profonda. Decisi di premiarlo regalando la mia lurida troiaggine al gruppo ripulendolo con perizia. Questo uso di bocca e lingua piacque di nuovo e parecchio a tutti, ci volle poco e furono pronti a darmi la seconda razione di sperma; ero ai loro piedi ed era evidente che non vedessero l'ora di inondarmi la faccia. Tanti schizzi dopo, avevo sperma ovunque: viso, capelli, orecchie, seno, pancia, gambe ancora coperte dalle calze velate ovviamente strappate perché troppo leggere per resistere alla veemenza dei miei amanti ne avevano veramente tanto da scaricare nonostante il primo turno, aspirai letteralmente le ultime gocce dalle loro cappelle ancora pulsanti volevo sentire bene ogni loro singolo sapore e tremore dopo l'orgasmo. Questa volta mi ci vollero più di un paio di minuti per riuscire a rialzarmi; a fatica riuscii a raggiungere la cucina ed aprire il frigorifero, avevo bisogno di acqua fresca e mentre mi appoggiavo al piano dei fornelli, sentì lo sperma rigarmi il corpo e contemporaneamente i telefonini scattare altre foto; dovevo essere davvero uno spettacolo in quello stato tanto naturale quando segno evidente della mia sessualità impetuosa. Sorridendo finì il bicchiere e tornai in salotto sculettando in modo pericolosamente instabile, lì mio marito mi prese la mano e mi disse: “vieni, sdraiati qui”, ritornai a sdraiarmi sul tappeto poi lui mi allargò le gambe infilando due dita nella mia vagina e pigiando con l'altra mano sul mio ventre sapevo dove voleva arrivare e lo lasciai fare abbandonandomi alle sensazioni di quel tocco magico. Mi fece godere squirtando ovunque il mio piacere, di solito questa pratica la teneva per noi a casa, sapeva che danni potevo fare con i miei schizzi, ma quel giorno decise di ridurmi allo stremo, voleva lasciarmi in quello stato di nuovo alla merce di quei cazzi. Avevo ridotto il tappeto ad uno straccio zuppo e con la mente ed il corpo di nuovo appagato anche se privo di forze, i tre insaziabili ricominciarono a riempirmi i buchi. Ero diventata un burattino nelle loro mani, mi sentivo usata, usata bene certo e quello è sempre molto piacevole ma la serata iniziò ad allungarsi senza darmi troppi momenti di recupero. I tre provarono tutte le posizioni possibili, era evidente che vedermi così succube e sfiancata dalle loro manovre era per loro un estremo godimento anche a me sarebbe piaciuto sfiancarli ma tranne rari momenti sembravano instancabili si davano il cambio come dei bravi operai in catena di “montaggio”. Dovevo davvero essere speciale perché non si stancavano neanche di fare foto e video. Non solo i miei buchi bruciavano, ormai anche le grandi labbra e le natiche prese a schiaffi sempre più spesso scottavano, l'odore di sesso riempiva le narici di tutti, era fortissimo ed ad un certo punto mi ritrovai sdraiata a testa in giù per terra, le gambe all'aria e la schiena appoggiata al divano con Dani con le sue mani d'oro a procurarmi un altro orgasmo da squirt che riversai direttamente sul mio viso. Gli orgasmi e lo sperma che gli uomini mi regalarono su ogni millimetro del mio corpo e della mia amina furono non quantificabili e quando li vidi esausti, seduti di fianco a me mentre non smettevano di osservarmi estasiati io mi ritrovavo con le cosce e il buco del sedere grondante di sperma caldo, la figa gonfia e fradicia con gli umori di tutti che colavano sulla mia pancia e la bocca piena di sborra di non so quale cazzo che non riuscivo neanche a deglutire dalla stanchezza. Che bellezza!?!? Missione compiuta tutti distrutti.
Si erano fatte oltre le 4.00 ci eravamo appisolati tutti per diversi minuti una lenta ripresa non avevamo certo recuperato le energie ma l'esigenza del letto per farlo era indispensabile, purtroppo l'appartamento di Franco era piccolo e non c'erano posti letto per noi, avremmo dovuto stringersi tutti appassionatamente nel lettone naaaahh! Era venuto il momento di ritornare a casa, potevamo farcela. Decidemmo di rivestirci senza una doccia, ci sarebbe voluto troppo tempo, non mi importava se il mio stato era un po' troppo esagerato, ero abituata a tornare a casa coperta dai resti biologici e non, spesso per poi finire la serata nel talamo nuziale ma questa volta ero talmente stanca ed affamata che lo feci solo perché non vedevo l’ora di ritornare, volevo solo andare a casa per riposare e magari mangiare qualcosa, quindi salutammo con un grande quanto speranzoso arrivederci ed uscimmo.



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