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Carla primo episodio: La traduzione


di whymax
22.01.2021    |    207    |    0 6.0
"Iniziò così a descrivere il lavoro e le operazioni che avrebbero dovuto sostenere al rientro nel caso di questa collaborazione e nelle loro rispettive sedi..."
Conobbi il mio capo, Luca, ancor prima di entrare in questa azienda ed intendo anche sessualmente. Non ho mai pensato che mi avesse assunto per avere un giochino sessuale a portata di mano. Sapevo che mi reputava davvero in gamba, anche perché lo conobbi proprio in occasione di una vendetta ricatto nei confronti del mio precedente capo e lui era diventato un importante pedina nell'aiuto a rivalermi di un capo davvero inetto.
Infatti solo molto tempo dopo quando si liberò un posto di responsabilità ed organizzazione nella sua azienda, conoscendo il valore dei miei principi e delle mie capacità, mi contattò per affidarmi quello che é il mio incarico attuale e per il quale devo rendere conto solo e soltanto a lui, il proprietario.
Certo che non avere molti segreti della propria vita sessuale con il proprio capo potrebbe portare a fraintendimenti ma può anche dare grossi vantaggi in termini di libertà di azione.

Un giorno mi chiamò nel suo ufficio per presentarmi dei funzionari di una nostra sede estera; 2 indiani dall'India appunto. Ovviamente avrei dovuto fare la traduzione simultanea, visto che parlo bene 3 lingue. Iniziò in italiano, raccontandomi quanto i due fossero elementi davvero importanti per la nostra azienda e che avrebbero avuto bisogno di "un incentivo importante ed immediato" per continuare a lavorare duramente per noi. Le allusioni all’incentivo, visto la conoscenza intima tra me e Luca, erano precise anche se per niente scontate. I due probabilmente non avevano capito molto del suo prologo ma attraverso le nostre occhiate, sicuramente avrebbero potuto percepire che il discorso andava ben più in là del solo lavoro; era già capitato di organizzare con vecchi funzionari o clienti storici, serate interessanti in casa o in locali particolari ma presentarmi due sconosciuti proponendo di dargli un incentivo di quel genere direttamente davanti a loro in ufficio, era una cosa decisamente nuova ed inaspettata oltre che rischiosa per tutte le reputazioni dei presenti. Credo che Luca non si sarebbe mai spinto a farmi una proposta così se non motivato dal fatto che il progetto era veramente importante per la vita dell'azienda stessa e visto che i due erano già in partenza, non gli rimanevano molte altre opzioni per arrivare allo scopo.
Ripensando a quel giorno ricordo che già mi sentivo un po' su di giri, forse perché erano passati giorni dall'ultima avventura sessuale, per quello la presi senza scompormi troppo, probabilmente lui sapendo che le sfide mi piacciono, provò a fare leva sul mia intraprendenza, probabilmente nella speranza che almeno per quel giorno la puttana che sapeva essere in me lo aiutasse a portare a casa quel fondamentale obbiettivo.
Non sono stupida e conoscendo Luca, percepisco subito che sotto a quella proposta vi era un velo di tensione per la situazione anomala ne intuisco l'importanza e decido anche se con un po' di esitazione di provare ad assecondarlo, d'altronde la complicità avuta in passato mi aveva lasciato per lui anche una certa forma di gratitudine e fiducia. Il mio seguente passo fu quello di dirigendomi verso i due in modo lento e sensuale per potergli salutare più calorosamente stringendo a dovere le loro mani.
Ora ricordo che già al mio ingresso in ufficio avevo notato i loro sguardi insistenti all'altezza del mio petto, forse perché i capezzoli induriti dovuti a quella sensazione di eccitazione, spiccavano decisi dalla camicetta spessa e poi era anche aperta sufficientemente a far intuire la possibile assenza del reggiseno e quando avanzai verso di loro sentii di essere sottoposta ad una radiografia probabilmente anche nella speranza di scoprire se anche sotto la gonna sarebbe mancato qualcosa. Dire che avevano lo sguardo di veri maiali era palese e loro evidentemente non intendevano nasconderlo; i loro occhi viaggiavano dal basso all'alto con ben poca discrezione, soffermandosi qualche istante in più solo sui miei piedini coperti dalle mie solite décolleté tacco 12 ma che ammetto estremamente sexy, per poi risalire al basso ventre coperto da una discreta gonna beige con un deciso spacco dietro ma credetemi con quelli sguardi ho fin pensato che l'avessi indossata al contrario. L'operazione ebbe termine solo al primo contatto con la mano dopo un altro deciso sguardo ai capezzoli per poi rialzare gli occhi verso la mia bocca e solo infine alla profondità dei miei occhi.
Dopo i convenevoli di “giuste” strette di mano, ritornai accanto a Luca in piedi. Iniziò così a descrivere il lavoro e le operazioni che avrebbero dovuto sostenere al rientro nel caso di questa collaborazione e nelle loro rispettive sedi. Naturalmente descrisse anche una serie di motivazioni che li avrebbero dovuto spingere a lavorare alacremente ma alle quali non sembravano per nulla interessati. Poi però sul finire della mia traduzione accurata, mi posò la mano sul fianco e la mia si posò sulla sua facendo quella leggera pressione affinché si spostasse fino ad accarezzarmi le cosce, probabilmente scoprendo leggermente le taccature dell’autoreggenti color castoro, negli sguardi dei funzionari finalmente si intravvide la presa di coscienza che la situazione poteva mutare in una direzione a loro decisamente più congeniale.
Lo lasciai fare da solo, dimostrando piacere nell’accogliere le carezze ma quando la mano si infilò sotto la gonna, raggiungendo con una decisa palpata il mio culo, diede a loro e a me, la pesante conferma che il momento dei giochi doveva avere inizio.
Con una pacca al mio sedere mi spinse nella loro direzione, era un po' umiliante ma in fondo in quel gioco, io ero la sua puttana, tutti comprendevamo che poteva essere veramente rischioso ma l'eccitazione saliva ancora di più proprio per quello. Mi avvicinai lentamente infilandomi in mezzo ai due appoggiando le mie braccia sulle loro spalle, una per uno come se fossimo amici di vecchia data, per poi tirarli sempre più vicini a me tanto da fargli sentire i miei seni nudi sotto la camicetta era come se avessi acceso un semaforo verde alle loro mani e mentre i due cominciarono, prima timidamente poi sempre più voracemente a palparmi dappertutto, Luca chiuse la porta a chiave ed ordinò alla segretaria con l'interfono che non voleva essere disturbato in questa importantissima e delicatissima riunione.
Nel frattempo i due si erano fatti sempre più intraprendenti, uno mi aveva tolto la camicetta scoprendomi i seni e la gonna era ormai arrivata alla mia vita scoprendo un perizoma che lasciava sicuramente ben poco di coperto, capisco che forse i due mi avevano immaginato senza intimo ma ero pur sempre in ufficio non mi aspettavo certo potesse capitare una situazione simile; allora per farmi perdonare non persi tempo, mi chinai all'altezza della loro patta e gli tirai fuori i loro arnesi, già durissimi. Cominciai a sbattermeli sulla faccia e dopo dei brevi colpi di lingua iniziai a ripassarli con le labbra dentro la bocca, anche Luca si era ormai unito a loro, tutti erano già molto eccitati e qualcuno iniziò, riuscendoci, di spingere il suo cazzo in fondo alla mia gola, provocandomi i miei consueti rigurgiti. La mia faccia si stava ricoprendo di saliva, visto che la pratica di sbattermelo sul viso era particolarmente piaciuta diventò subito il miglior modo con il quale schiaffeggiare la loro puttana, da notare che l'ufficio è direttamente esposto con un intera parete a vetri che da sul parcheggio, forse per quello che nessuno si era abbassato i pantaloni anzi, li tenevano ben stretti non facendoli cadere più di tanto; non c'erano edifici alti vicini ma il pensiero che dal basso qualcuno avrebbe potuto notare qualcosa era assolutamente normale, i realtà i vetri sono un po' specchiati e da fuori di giorno era altamente improbabile che qualcuno potesse godere dello spettacolo, comunque quando la tensione sessuale divento veramente importante, uno di loro si allontanò dal gruppo, si tolse i pantaloni ed andò a sdraiarsi sulla scrivania lontana dai vetri, con un gesto mi invitò a salirgli sopra, non era certo un letto ma scopare sopra al trono del capo li avrebbe infoiati ancora di più. L'idea mi piaceva quindi accolsi subito la richiesta rialzandomi dai miei talloni e sculettando con un sorriso malizioso quanto arrapato, lo raggiunsi fino a salire in piedi sopra all'altare sacrificale, credo di essere riuscita ampiamente a dimostrare la mia reale voglia di sentirne quel primo cazzo dentro; quindi scostai il perizoma scesi lentamente sul pene tenuto come un palo dalla mano dell'uomo. Era dritto e discretamente lungo e la mia fica abbondantemente bagnata, lo ingoio in un colpo, quindi appoggiai le mani alle mie caviglie e iniziai a galoppare ancheggiando. L'altro indiano, rimasto ad osservare la scena con il cazzo teso ed umido della mia saliva, aveva iniziato a regalarmi un bel numero di epiteti volgari in inglese mentre si sfilava i pantaloni, poi si avvicinò per salire a sua volta in cattedra, con la volgarmente annunciata intenzione di incularmi. Forse fu la situazione di rischio unita amplificata dal non ricordo della vetrata a specchio, ma i due erano sempre più infoiati e frenetici. Luca, rimasto per un attimo a guardare tutti, capendo la situazione e conoscendo la mia tendenza discretamente rumorosa di godere soprattutto mentre mi scopano contemporaneamente i buchi, avvicinò rapidamente una delle sedie senza ruote, vi sali e mi tappo la bocca riempiendola con il suo cazzo, aspettò a spingerlo in fondo qualche istante in più per essere in sincronia con la prima penetrazione del mio culo di quell'uomo assatanato.
Era talmente eccitato che una volta appoggiata la sua cappella gonfia sulla mia rosellina iniziò a spingere con frenesia e poca attenzione senza successo, allora l'altro cazzo ed io ci fermammo un attimo per agevolare l'ingresso di quel bastone, Luca finalmente spinse in fondo alla mia gola il suo arnese prevenendo così le mie urla e finalmente, incurante della mia e probabilmente anche sua sofferenza, spinse con decisione fino in fondo, solo allo schiacciare del suo pube contro le mie chiappe si fermò per un attimo così mi ritrovai con tre grossi cazzi piantati nel profondo senza poter urlare ne di dolore ne di piacere, non so se avessi dovuto ritenermi fortunata viste le misure che mi riempivano contemporaneamente tutti i buchi disponibili ma i miei sensi squassati dal dolore di quest'ultima intrusione prepotente e frettolosa, insieme ai miei pensieri sulla situazione inedita mi confondevano, la mia voglia di soddisfare tutti me compresa mi aiutò a ricominciare la danza dei miei fianchi per accogliere a volte insieme a volte asincroni i due cazzoni il dolore si attenuò solo un po', probabilmente mi aveva davvero rotto il culo, comunque la voglia di godere e far godere era sempre più forte. La mia concentrazione si spostava rapidamente; un momento pensavo ad uno il seguente all’altro e poi all'altro ancora, cercando di godere a mia volta, sentivo il loro respiro sempre più affannato ed i colpi sempre più profondi e veloci erano il segnale che stavano arrivando al culmine ma poi rallentavano come se non avessero più fretta come prima, lo fecero più volte ed alla fine fui io la prima a tremare per l'arrivo del mio orgasmo ed ecco che quello che mi stava dietro, sentendo il contrarre dei miei muscoli compreso lo sfintere, iniziò a pomparmi dentro, credo almeno una decina di fiotti, l'avevo percepito dal pulsare del suo pene che sembrasse non smettere più; un enorme clistere. Nella mia pancia nel frattempo l'altro si era momentaneamente fermato per lasciare sfogare il suo compagno di giochi e solo alla sua dipartita, sancita della scesa rapida dalla scrivania, ricominciò a stantuffare. Io avrei tanto desiderato ripulire quel cazzo, lo cercai con gli occhi mentre si sedeva sfatto sulla poltrona, era anche per capire quali e quanti residui oltre allo sperma avrei dovuto contenere dopo tale profanazione, ma forse era davvero esausto e poi il cazzo del capo che scopava la mia gola, sembrava ben piantato e troppo difficile da sradicare. Non passò molto che cominciai a sentire del liquido fuoriuscire lentamente del mio buco lasciato vuoto ed allargato, cercai allora di stringere il tutto e così facendo i colpi inferti dal cazzo rimasto nella vagina mi dettero forti scosse che salendo al cervello che mi fecero raggiungere un secondo orgasmo; anche questa volta le mie contrazioni fecero effetto sull'uomo dentro la mia vagina ma a differenza del primo non aveva intenzione di riempirmi, difatti si tolse in fretta e con manovra veloce, sali sull'altra sedia, puntò dritto il suo membro alla mia faccia con la mia bocca ancora impegnata a succhiare l'uccello del capo e mi ricopri di sperma ovunque sul viso e sui capelli raccolti, persino sul cazzo che stavo continuando a pompare con quest'ultimo spettacolo anche Luca ebbe l'incentivo necessario a concludere le sue mani mi strinsero la testa guidando con maggior vigore la profanazione della mia trachea ed io feci appena in tempo ad alzare gli occhi, nei quali stava cominciando a colare dello sperma, per vedere il suo viso arrapato all'apice del godimento mentre dei fiotti violentissimi di sperma mi riempirono la bocca, continuò a spingere il suo cannone nel profondo della mia gola scaricandone alcuni anche là, poi rimase lì per alcuni istanti con lo sguardo soddisfatto ed estasiato, evidentemente gli era piaciuto davvero molto tutto lo spettacolo compreso il finale del mio corpo seminudo a carponi sulla sua scrivania riempito di sperma di tutti e tre.
A me l'idea di essere stata così apprezzata mi piaceva da morire tanto che mi e gli regalai lo spettacolo di un ultimo orgasmo, toccandomi furiosamente il clitoride per lasciare anch'io un piccolo schizzo del liquido del mio piacere insieme a quello di tutti gli altri su quel altare.
Ricordo che mentre venivo tenni lo sperma del mio capo in bocca e ricordo che feci una vera e propria passerella davanti al viso con gli occhi sgranati degli indiani per mostrarne il contenuto prima di berlo, feci anche un sospiro di apprezzamento del gusto prima di rimanere a bocca aperta per mostrarla vuota dichiarandomi pronta a ripulire i loro attrezzi. Detti naturalmente priorità agli ospiti e loro erano increduli da quanto mostrassi piacere e perizia nel farlo, anche se poi gli ricordai che oltre al piacere c'era anche un utilità in questo caso, visto la mancanza di bagno o di salviettine per ripulirsi e poi mi sentivo di farlo come se fosse un premio finale per la nuova esperienza, inoltre da tempo era diventata la mia esibizione finale, quasi un marchio di fabbrica, ma questo non glielo dissi.
Dopo il mio accurato lavoro, feci per rivestirmi ma i due indiani mi chiesero fermarmi e di aspettare perché volevano da me ancora una cosa, si sbilanciarono nel promettermi un bel regalo, per la sorprendente esperienza, non che ce ne fosse bisogno, ma volevano immortalare per ricordo il mio a loro dire splendido culo, ogni loro pudore esibizionistico era senz'altro svanito sempre che ne avessero avuto prima, ma la richiesta inaspettata mi spinse a fare qualcosa di speciale; così, seguendo un istinto irrefrenabile mi spogliai completamente e senza proferire altre parole, sotto li sguardi esterrefatti dei tre spettatori impietriti, andai completamente nuda ad appoggiarmi alla parete vetrificata.
Rimasi là per un bel po’ con gli occhi chiusi, in punta di piedi ed avevo le braccia, la faccia oltre al mio seno spiaccicato sul vetro in pura esibizione. Lo sperma non smetteva di colare tra le mie gambe e nel silenzio risuonavano gli innumerevoli scatti dei telefonini di tutti i partecipanti, li sentivo avvicinarsi ed allontanarsi girandomi attorno, un servizio fotografico completo insomma. Ad un certo punto iniziai a sentire vociare senza capire però capire nulla e trascorso un altro buon momento di silenzio Luca si rivolse a me dicendo: “forse è ora che ti rivesta anche tu, è tardi ed i nostri funzionari devono partire, porterebbero perdere l’aereo". Fu la frase shock per svegliarmi del trans esibizionistico nel quale ero caduta, in un attimo mi resi conto che era l'ora di punta guardando il traffico fuori ma soprattutto che si era fatta sera ed i vetri a specchio senza una luce esterna riflessa e con la luce interna degli uffici erano sicuramente diventati trasparenti, realizzai di essere in uno stato bellissimo quanto imbarazzante per tutti, mi girai di colpo e nel vederli già totalmente ricomposti con la ventiquattrore in mano pensai che oltre ad aver perso il senso del tempo, ero stata forse l'unica a realmente esibirsi per un pubblico non previsto. Ancora un istante per capire cosa fare e con uno strano senso di servilismo e pudore, i due erano già pronti per uscire, pensai a quel punto che la priorità avrebbe dovuto essere quella di aprirgli la porta, anche perché se l'avessero dovuto fare da loro, qualcuno da fuori ufficio sarebbe sicuramente riuscito a vedermi così in mezzo all'ufficio. Quindi ancora nuda ed imbrattata mi precipitai ad aprirgli la porta, preoccupandomi di rimanerne nascosta dietro, li salutai con uno sorriso indefinibile, rimandandoli alle prossime conversazioni lavorative, poi mentre richiudevo la porta, un senso di confusione mischiato all’appagamento mi riempiva la testa, osservai la mia figura rimasta impressa sulla vetrata con tanto di sperma, mi fece pensare a quanto azzardata era stata la mia prestazione “lavorativa”, quindi feci un sospiro perché ora, era senz'altro arrivato il momento di andare a rivestirmi. Mi ricomposi frettolosamente e rindossando calze e tacchi e visto che non smetteva di uscire roba dal mio sedere non vidi altra soluzione per il perizoma che infilarlo totalmente nell’ano. Allacciata la gonna e la camicetta, uscì dall’ufficio sentendo Luca comunicare all'interfono con la segretaria dicendo di aspettarsi una relazione dettagliata della riunione da me. Il suo sorriso finale accompagnava un'espressione tra lo sbalordito e l’euforico e dopo qualche minuto anche il mio divenne così, esattamente mentre, da sola seduta sul divano nel mio ufficio, ripensavo alla giornata vissuta.
A dimenticavo, qualche giorno dopo, sulla mia scrivania, trovai in una busta, il regalo promesso dai due nuovi amici più uno personale del capo: una vacanza esclusiva tutto pagato nel loro paese per due, Luca evidentemente gli aveva parlato di mio marito, un perizoma nuovo, ottima scelta visto l'utilizzo dell'altro e per finire il progetto del residence aziendale nuovo, stampato però sul retro della gigantografia del mio sedere mentre giacevo appoggiata alla vetrata con il parcheggio sottostante pieno di macchine in movimento. Proprio un bel modo per ricordarmi l'ottimo lavoro sostenuto, no?
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