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Il ritorno della passione


di neve_314x
17.03.2021    |    7.979    |    11 9.9
"Ho un cappotto lungo e dal quale si vedono soltanto delle calze nere velate e sensuali..."
Ciao a tutti, dopo qualche mese sono tornata con una nuova avventura.
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IL RITORNO DELLA PASSIONE (EPISODIO 3)

Dopo un lungo periodo di silenzio, ho deciso di risentire Marika.
Le ho mandato un meme su What’up tanto per rompere il ghiaccio.
(Se non vi ricordate cosa è successo in precedenza, vi invito a leggere i due racconti che trovate qui)
Dopo qualche messaggio, Marika, mi ha invitata a casa sua per bere un caffè.
Come nasconderlo che solo il pensiero di ritornare in quell’appartamento mi eccita da morire.
Ho sognato spesso in queste notti invernali, quei momenti erotici, intensi ed eccitanti.
Ho ripercorso con la mia mente il corpo affusolato, il seno piccolo e rassodato dalle ore in palestra, i suoi odori di eccitazione e il suo piercing.
Ho sognato in questi lunghi mesi di covid di rivederla e di sentire su di me le sue mani e dentro di me la sua lingua, non mi sembra vero che oggi stia per uscire da casa per rientrare nel mondo di Marika.
Sono indecisa su come vestirmi, vorrei sorprenderla, vorrei lasciarla a bocca aperta, vorrei per una volta essere io a comandare le danze.
Casa di Marika dista solo pochi minuti a piedi da casa mia, oggi è una giornata fortunatamente tiepida e allora decido di sorprenderla e di sorprendermi.
Esco di casa, sono emozionata, eccitata, ho un’adrenalina che mi scorre dentro, non sento il freddo e in un attimo sono sotto casa sua.
Cosa faccio? suono? scappo? Ma cosa mi succede quando c’è di mezzo questa ragazza!?, dove sparisce la razionale Margherita?
Marika risveglia in me tutte le mie personalità nascoste, i sogni, i desideri, mi sento euforica e suono il campanello.
“Era ora!! Sali!!!” ecco come mi risponde, entro e salgo, decido di fare a piedi le scale, seppur indossi dei tacchi altissimi e scomodissimi.
Ho un cappotto lungo e dal quale si vedono soltanto delle calze nere velate e sensuali.
Arrivo al piano e vedo la porta semi aperta, avrò la pressione a 160, sto sudando nonostante abbia freddo.
Entro e non vedo nessuno, dico “Permesso” ma non sento risposta, sono in sala e sento dalla camera Marika che mi chiama “vieni di qui”
Cosa avrà tramato? Ma non dovevo essere io a gestire il gioco questa volta?
Il mio incedere è timoroso, non so cosa mi aspetti.
Passo davanti al bagno e vedo la vasca vuota e nessuno dentro, beh penso, ormai il bagno insieme lo abbiamo già fatto, procedo e sto per entrare in camera e la vedo.
È seduta sul bordo del letto, è sexy da morire, ha cambiato taglio di capelli, li ha corti, ma che le fanno risaltare i suoi lineamenti perfetti, ha un nuovo piercing sopra il labbro che mi fa sesso solo a vederlo.
Indossa una minigonna di pelle nera e sopra un top nero velato trasparente; non indossa il reggiseno e le sue tette con l’effetto vedo non vedo mi fanno andare il sangue alla testa.
“Mi sei mancata, scema.” esordisce così Marika, “vieni qui da me”.
Mi avvicino e mi siedo vicino a lei. Sono muta, ho le mani sudate, mi prende una mano e mi avvicina a lei; mi bacia, quando la sua lingua tocca la mia, oltre ai brividi sento anche che il piercing sopra al labbro non è l’unico nuovo innesto che ha fatto.
Mi sento euforica, stranita, annebbiata.
Cerca di aprirmi il cappotto, mi blocco, cerco di opporre resistenza, ma non ho forze, avrei dovuto comandare io, mentre sono qui inerme e passiva.
Non ho nulla sotto il cappotto, le mie grandi tette hanno i capezzoli turgidi, l’ho sorpresa, è la prima volta che succede: “hai capito Margherita” mi dice ridendo, “Brava, amo le troiette”, Marika con queste poche parole mi fa bagnare, sono al tempo stesso imbarazzata per la mia idea di sorprenderla, ma eccitata perché con voracità mi si è gettata sulle tette; la sua lingua mi bagna i capezzoli, duri come due spilli, me li tintinna, me li succhia, me li morde, sono sua, sono nelle sue mani, la sua lingua con maestria mi inebria: ho i brividi, sono con gli occhi chiusi e vivo una realtà parallela.
Mi spinge sul cuscino e mi toglie le scarpe e i collant, di seguito le mutandine, rimango nuda e alla sua mercé.
Mi apre le gambe e mi inizia a leccare e mordicchiare il clitoride, vengo? Non so, non capisco, sono già venuta? Non capisco, sono confusa, eccitata, sento dentro di me un caldo salire dal basso e arrivare in testa.
Ha un dito nella mi vagina, ora due, ora ancora la lingua, sono bagnata di mio e della sua saliva, sento che con le dita, ora tre, va in profondità.
SI ferma??, no!, ma cosa fai? penso, lo penso ma non riesco a parlare, le parole non mi escono.
Apre il cassetto del comodino e tira fuori un foulard, nero.
“Cosa fai” le chiedo?
Mi fa segno con il dito di non parlare; mi prende la testa e mi adagia il foulard sugli occhi, me lo lega dietro la testa, non vedo più nulla e mi rimette sdraiata.
È la prima volta che provo un piacere sensoriale così, il buio, l’oscurità il non sapere, aspettare le mosse del tuo predatore, in questo caso, Marika la predatrice.
Sento dei passi, si sta muovendo, sono sola adesso, sento aprire un cassetto, la sento riavvicinarsi, lo percepisco dal suo respiro, anche lei è eccitata.
Sto zitta, seguo i suoi ordini, fin quando una sensazione di freddo lì in basso, si proprio lì.
Cosa stai facendo? penso, ma non lo dico, la lascio fare, mi metto le mani nei capelli, il freddo prima intenso è ora meno pungente, è dentro di me, ma cosa stai usando, il freddo diminuisce, adesso, è tiepido, mi piace, è una sensazione strepitosa, diversa, paradisiaca.
Mi contorco, mi inarco, comincio a gemere; ansimo e mi inarco, mi bagno e provo piacere.
Non riesco a gestire il mio corpo, digrigno i denti, lei continua costante nel suo incedere, costante nel suo piacere di dominatrice, allungo un braccio e con la mano la tocco, lei mi scosta e mi rimette il braccio e la mia mano al posto originario.
Sto per esplodere, sto per gridare, l’urlo lo sento in gola, il piacere sale da dentro di me, sta per arrivare.
Cosa mi stai facendo!? Eccomi, urlo e sento lei lontanamente anche se è attaccata a me dirmi “godi troia”
Mi toglie il foulard, sono sudata, bagnata, stremata, mi si avvicina è nuda, le sue tette dure e i suoi capezzoli sull’attenti, si sdraia vicino a me e si accosta all’orecchio dicendomi “Mi sei mancata”.
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