Barcellona vietata

A 16 anni con i miei genitori in procinto di separarsi, mia mamma aveva pensato bene di mandarmi in vaca nza a Barcellona, ospite di una sua cara amica trasferitasi dall’Italia poco più di un anno fa.
Mi chiamo Giulia ed ero una sfigata del II anno, appena terminato con buona soddisfazione, del liceo scientifico di Savona.
Ero sfigata perchè, come mi hanno ripetuto più volte le mie compagne, ero grassoccia e non alla loro altezza, così mi trovavo a 16 anni sola e, quello che è più grave, senza aver mai avuto un orgasmo. Si, avevo provato a masturbarmi ma con scarsissimo successo e perenne frustrazione. Ovviamente non avevo mai avuto un ragazzo. Per dovere di cronaca avevo una quarta di seno e, come già evidenziato ero sovrappeso e sola e la mia depressione, il giorno della partenza per la Spagna, aveva raggiunto livelli cosmici….evidentemente non sapevo che i tre mesi che stavano per iniziare avrebbero cambiato drasticamente la mia vita di adolescente depressa.
L’amica di mamma si chiamava Carla ed era una bella donna molto formosa, di 48 anni. La casa, molto grande sita nel centro di Barcellona, aveva solo un piccolo (o grande) difetto….aveva un bagno solo e Carla mi disse che, essendo due donne, non poteva esserci privacy e quindi non ci si poteva chiudere in bagno ma si poteva entrare se si aveva il bisogno, occupato o no.
Così è capitato che mentre io ero sulla tazza a cercare di fare la cacca, Carla entrava in bagno nuda si chiudeva in doccia (che comunque era compltamente trasparente) e si lavava come se niente fosse. Se all’inizio soffrivo un po’ quella situazione dopo alcuni giorni ci avevo fatto l’abitudine e non mi scandalizzavo se quando entravo c’era Carla sul vater ed io, ignorando la situazione, mi facevo tranquillamente la doccia. Strano a dirlo ma quelle situazioni avevano rafforzato il rapporto positivo tra di noi.
Sabato, al termine della prima settimana, Carla mi propose di uscire con due sue amiche che mi raccontò essere molto simpatiche. Accettai con entusiasmo. Carmen e Maria erano due donne di 48 e 50 anni, divorziate e madri di adolescenti. Mi rilassai e bevvi qualche bicchiere di troppo così carla dovette accompagnarmi a letto mentre io ridevo come una sciocca. Mi dovette spogliare, io la guardavo negli occhi e parlavo senza fermarmi. Lei mi tolse la giacca ma non si fermò a gonna e camicetta, mi tolse anche le mutandine ed il reggiseno. Mi accorsi di essere nuda e, approffitando del suo viso vicino al mio la baciai o meglio, mi baciò lei…un bacio profondo denso di desiderio. Io ricambiai e improvvisai non avendo mai baciato nessuno prima, così. Mi piacque tantissimo e mi accorsi di essere completamente bagnata. La sua mano scese fino ad intrufolarsi nella mia passera, la accarezzò con dolcezza e poi infilò dentro un dito……ebbi il mio primo orgasmo che mi esplose in testa come tanti fuoci d’artificio e mi sentii quasi svenire….urlai il mio godimento e poi mi misi a piangere lacrime di gioia. Lei dormì accanto a me, abbracciata, io mi addormentai subito, ma quando mi svegliai ero felice e vogliosa ovviamente il primo orgasmo aveva scatenato in me voglie per troppo tempo soffocate. La guardai e lei mi sorrise, era nuda ed il mio primo gesto fu di abbracciarla e baciarla. Ero felice. Le baciai le tette succhiandole i capezzoli, con il desiderio di ricambiare quanto successo la sera prima. Essendo io molto goffa, mi prese la mano e la porto direttamente sulla sua figa bagnata, muovendola un po’ a caso fu sufficiente per provocarle un bell’orgasmo.
Da quel momento in poi si dedicò ad insegnarmi tutto del sesso lesbico. Mi insegnò a leccare la fica nel modo più efficace possibile, succhiando leggermente la clitoride e penetrando con la lingua al suo interno, divenni così brava che Carla mi confidò che mai prima di allora aveva squirtato. Mi insegnò che leccare il buco del culo è eccitantissimo e che i ditalini, per essere più efficaci, devono essere accompagnati dalla leccata della clitoride. Il 69 e lo sfregamento delle fighe a gambe incrociate furono l’apoteosi del mio insegnamento. Per concludere decise che dovevo perdere la verginità davanti e dietro, così si dotò di uno strap-on e mi sverginò figa e culo.
Dormivamo assieme ed il sesso divenne sempre più intenso, non solo a letto ma scopavamo in tutte le stanze della casa. In cucina dopo colazione mi sedeva sul tavolo, faceva scivolare le mie mutandine a terra e mi leccava la fica con una sensualità che mi procurava orgasmi consecutivi, poi pretendeva che le leccassi il buco del sedere mentre con tre dita le sparavo un mega ditalino..godeva urlando. In bagno, dopo aver cagato, mi leccava il culo per pulirmelo mentre io mi sditalinavo con urletti ed ansimi. A lei facevo lo stesso ma infilandole anche due dita in culo e facendogliele succhiare….la masturbavo e l’orgasmo era intenso. Un giorno anche al ristorante, mi chiese di togliermi le mutande e di masturbarmi sotto il tavolo senza che nessuno se ne accorgesse. Mi disse di infilarmi due dita nella figa e succhiarle. L’orgasmo fu silenzioso. Mi chiese poi di far cadere una posata e, facendo finta di raccoglierla, di infilarmi sotto il tavolo e farla venire leccandogliela. Fu emozionante ma lei non riuscì a mascherare completamente l’orgasmo e ci ritrovammo sotto gli sguardi attoniti degli altri clienti.
Decise quindi che avremmo dovuto coinvolgere altre figure per rendere più emozionante il sesso.