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incesto

Simonetta


di tea782002
16.01.2018    |    7.092    |    2 9.2
"Era estate, i miei zii avevano deciso di passare un weekend fuori, lasciando i figli e dividendoli ai parenti..."
La prima volta arriva per tutti .... prima o dopo.
Tutto è dettato dalla casualità. Non c'entra nulla essere belli o brutti, è solo una botta di culo.
A me devo dire è andata bene. Avevo 16 anni e, come succede in questi casi precoci, la casualità si è manifestata nelle forme aggraziate di una parente che avevo in giro per casa.
Ora pensate un ragazzo che l'unica forma di sesso che conosceva era l'autoerotismo, le famose seghe che praticava quasi giornalmente, condito dai famosi giornalini a cartoni che si compravano a chili nelle edicole (non esisteva internet con annessi e connessi).
E come succede quasi sempre le prime esperienze sessuali, quando c'è di mezzo una parente, vengono gentilmente offerte dalla cugina di turno.
Simonetta. All'epoca dei fatti 13 anni. Un fisico non proprio acerbo se si tiene conto che faceva piscina, con buoni risultati in rana, dall'età di 7 anni. Era il carattere ancora acerbo (una bambina che si apprestava ad andare alle superiori) ma il corpo esprimeva altro. Gambe lunghe e sode, un sedere ben pronunciato con due chiappe che sembravano fatte col compasso, occhi verdi, capelli a caschetto castani, delle labbra .... belle.
Era estate, i miei zii avevano deciso di passare un weekend fuori, lasciando i figli e dividendoli ai parenti. A noi era toccata Simonetta, anche perché era la figlioccia dei miei genitori.
Quel giorno tornavamo da mare, una normalissima giornata passata nelle acque di Mondello. Per il caldo a casa stavamo schiattando tutti, tanto che noi ragazzi decidiamo di restare in costume.
Finito di pranzare è l'ora della siesta. I miei ci mettono ben poco a chiudersi in stanza e dormire. Io, mia sorella e Simonetta, invece di rinchiuderci ognuno nelle proprie stanze, ci mettiamo a giocare e a scherzare.
L'unica cosa che ricordo è che il gioco sfocio' in una battaglia con i cuscini. Sfiancante per tutti. Eravamo veramente esausti. Mia sorella 11 anni si mette nel suo letto e praticamente si addormenta.
Simonetta si mette nell'altro letto e io vado nella mia stanza. Mi metto a leggere .... Tex Willer.
Le porte sono aperte. Dopo qualche minuto vedo davanti la porta Simonetta.
"Che fai leggi?" Mi chiede
"Così sembra" le rispondo
"Non ho sonno" e mi arriva un colpo di cuscino.
Riprendiamo la battaglia fino a quando non prende una botta che le procura dolore.
"Mi dispiace" le dico, avvicinandomi, solo che mi arriva una cuscinata indirizzata tra le gambe che, anche, se non particolarmente colpisce in pieno, mi fa piegare in due.
Rispondo allo stesso modo me lei mi ride dicendo che proprio lì a lei non faccio assolutamente nulla.
Saltandole addosso finiamo aggrovigliati nel letto. Le blocco le braccia prendendola alle spalle.
"Basta, basta, mi arrendo" mi dice.
"Ok" rispondo, rimanendo come abbracciati nel letto.
Era tutta sudata, con il costume intero, ansimava per la fatica.
Quel corpo così tonico, sodo per non parlare del contatto mi provocò una erezione, che fu subito notata da Simonetta.
Ridendo con la mano mi strizza il pene dicendo: "allontanati"
Per tutta risposta le strizzo la vagina.
"Non mi fai niente" mi ridice, solo che io resto con la mano ferma sulla sua vagina.
"Se lo fai tu, allora anche io" e mi rimette la mano sul pene.
Stiamo fermi così, con le mani sopra il sesso, coperto dai costumi. Dopo un comincio ad accarezzare la vagina, e lo stesso fa lei.
Mi alzo e socchiudo la porta. Se qualcuno arriva li sentiremo. Simonetta è distesa sul letto, mi abbasso, le allargo leggermente le gambe e le scosto il costume.
È la prima figa che vedo, non la dimenticherò mai. Completamente senza peli, gonfia, le labbra unite che non fanno scorgere il clitoride. Lei assolutamente ferma, non dice nulla .... sembra imbarazzata, ma non mi ferma.
Con un dito le apro leggermente le labbra della vagina e le comincio a tintillare il clitoride.
Come avevo visto nei giornaletti porno, mentre le faccio un ditalino, comincio a baciarla, usando la lingua, e riempendole la bocca di saliva (ero convinto si facesse così). Il clitoride le divenne duro, e socchiudova gli occhi in quei momenti in cui sentiva piu piacere.
Ero preso tanto dalla voglia di sesso quanto dalla curiosità. E chi l'aveva mai vista una figa. Così mi abbasso, per guardare incuriosito da vicino.
Avevo il clitoride di Simonetta proprio lì, in primo piano; un bottoncino duro, che toccai in tutti i modi.
Una figa ancora non umida di quegli umori tipiche delle donne e che forte emanava unodore di pipi.
Allargai le labbra e notai il buco della vagina (oltre quella in vita mia avrei visto solo un'altra vergine) con il diaframma integro e roseo. Accarezzai tutto dall'esterno ma non appena ho provato a immergere il dito, Simonetta serro' le gambe, ricevendo un no deciso.
Stavo scoppiando e avevo portato la mia mano sul pene, masturbandomi. Fu a questo punto che le presi la mano, facendo vedere cosa volevo.
Non era una campionessa di iniziativa quando si trattava di dare. Però me lo meno' fino a quando non venni, con degli schizzi che le finirono sulla mano e sul braccio.
"Che schifo" mi disse ridendo. Col senno di poi vi dico che si sarebbe abituata a riceverne un po ovunque.
Si era adolescenti e praticamente ritornare in erezione mi ci volle un attimo. La fantasia non mancava. Avendolo visto fare in qualche porno (tele Sakura ha formato generazioni di Palermo) le diedi una leccata alla figa, non proprio pulita, ma chi se ne fregava. Giurerei di averla sentita gemere di piacere, e mentre che c'ero, forse perché distratta, le infilai un dito nel sedere (che entro beato senza storie). Ancora oggi mi chiedo perché penetrarla nel sedere non abbia fatto mai storie, fin dalla prima volta.
Avevamo fatto abbastanza. Uscì dalla stanza.
I giorni successivi furono un susseguirsi di emozioni strane.
Si passavano intere giornate al lido. Cercavamo ogni occasione per restare soli, ma avevamo attimi. Così capitava di ritrovarci nei bagni .... oppure a chiudersi in cabina.
Assolutamente non potevo nemmeno provare a penetrarla in vagina, solo ditalino e mi concedeva il secondo canale (qui il medio fu sostituito dal pollice prima e da due dita poi). Niente che potessi assimilare ad orgasmi, però si lamentava se mi fermavo o rallentavo.
Per me solite seghe, con tante risate quando venivo, e al massimo baci al pene (niente pompini).
Seghe, seghe .... in un giorno, a volte, riuscivo a tirargliene anche tre.
Un pomeriggio che ero solo a casa (giuro non era stata organizzato nulla), sento suonare al citofono. Era Simonetta che si era svincolata dai suoi.. Non potevo crederci. La faccio salire ed eccoci insieme, con una casa a disposizione.
La feci entrare in cucina dove mi trovo' completamente nudo e con già una bella erezione. Ridendo ci misi ben poco a levare quella maglietta stretta e dei boxer che vestivano Simonetta. Eravamo completamente nudi, uno di fronte all'altra. Simonetta con quelle tette appena pronunciate e la figa con un vago accenno di peluria bionda. Io magro magro, con il pene pulsante. Simonetta prese il mio pene in mano, sapeva già da un po' cosa fare.
Avevo centinaia di cose in mente. Cosa fare per prima?
Le chiesi: cosa vuoi fatto?
Fu cosi che Simonetta si distese sul tavolo di cucina, allargando le gambe, quasi mi invitò con un gesto a leccarle la fighetta. E giuro lo feci come mai avevo fatto. La sentii gemere di piacere, soprattutto quando le succhiavo il clitoride. Allargandola a piu non posso le infilavo la lingua nella vagina. Quella si la prendeva dentro.
Contemporaneamente penetravo il suo culetto con le dita e le piaceva, eccome se le piaceva.
Il problema ero io , che in tutto questo l'avevo duro da morire. Provai a metterglio in bocca, ma ottenne il solito netto rifiuto. Non potevo continuare ad accontentarmi di semplice seghe.
Non so se avevo sentito parlare del film .... quello famoso .... Ultimo tango a Parigi, ma pensai bene di approfittare dell'unica cosa che mi era concesso.
Presi un coltello, aprii il frigorifero, tagliai un pezzo di burro e lo spalmai sul buchino. Un po sulla punta del pene. Giuro che funziona.
Dopo averla preparata, prima con un dito, poi con due, appoggiai la cappella, spingendo leggermente. Dopo una resistenza iniziale, vedevo sparire il mio cazzo dentro lo sfintere. Improvvisamente, come risucchiato, entrai con una facilità disarmante e, a piccoli colpi, fregandomene di qualche lamento, lo infilai quasi per intero.
Fosse stato per me avrei provato a metterle dentro anche le palle.
Iniziai a stantuffare, volevo che durasse. Che bella soddisfazione, mi sentivo grande. Ad un certo punto vidi la sua mano andare verso la figa, per tintillare il clitoride. Che porca.
"Ma che nascono insegnate? O sono le mamme a dirle come si fa?" .... mi chiesi.
Fu così, sentendomi scoppiare, guardandola fissa negli occhi, le venni nel culo in modo fantastico. Un numero infinito di fiotti di sperma nel culo, ero veramente soddisfatto.
Rimasi spossato sopra di lei per un po, le baciavo i capezzoli. Uscii piano, piano ed osservai il suo buco, ancora dilatato, che si chiudeva. Qualche piccola scorreggia e cominciò a grondare una crema non proprio bianca...... "Mi fa un poco male" mi disse mentre la accompagnavo in bagno, perché sentiva bisogno di lavarsi.
Proprio il vederla, nelle sua abbluzioni, me lo fece diventare nuovamente duro. Lei accovacciata sul sanitario, e io in piedi di fronte a lei.
"Che vuoi ancora" .... aprì la bocca quanto basta per consentirmi di infilare il cazzo.
"Succhia ora", dissi alla cuginetta mentre le tenevo ferma la testa . Non si muoveva, ma non mordeva nemmeno. Fu così che cominciai a scoparle la bocca. Dopo un po capi bene cosa volevo, e fu lei a condurre. Faceva con la bocca quello che aveva imparato a fare con le mani.
Quando intuì che stavo per venire si sfilo', ma questo non mi impedì di venirle in faccia. Rideva, rideva .... come si fa .... ogni volta che mi vedeva venire, rideva. Si rivesti velocemente e scappò via immediatamente, avevo finito per quel giorno.
Finita l'estate ci furono praticamente poche altre occasioni di rimanere soli.
Una di queste fu quella volta che l'andai a trovare a casa, dagli zii. Quella volta, malgrado la presenza della nonna al piano di sopra, ci chiudemmo in bagno per delle cosette veloci. Prima la volle leccata e tintillata, la figa ma dopo mi presi le mie solite soddisfazioni.
Ormai aveva imparato a fare pompini. Insomma, quasi. Non succhiava si limitava a usare la bocca al posto della mano. Provai anche a metterlo nel sedere.
Non avevo burro, vasellina o creme sconosciute, e credetemi quel poco che riuscii a fare provocò solo tanto dolore. A tutti e due. A me si gonfio' la cappella per una settimana. Cure mediche, con tanto imbarazzo ... dalla cugina parente medico di famiglia. Lo usi il preserbativo? E di dare la figa non se ne parlava.
A Natale poi, un altra occasione. Mi sono fatta il suo culo, con i genitori e gli zii praticamente nella stanza accanto. Le venii dentro sperando che non colasse nulla, lungo le gambe. Che pazzia quella volta e giuro che fu lei a venirmi a cercare.
Siamo andati avanti per qualche anno, con picchi durante l'estate.
La cuginetta aveva iniziato a frequentare le scuole superiori e impiego' poco a trovarsi un ragazzo ufficiale. Capii ben presto che non avevo più spazi con lei.
L'ultima occasione di sesso con Simonetta capitò una sera in autunno. Aveva accettato un passaggio in macchina. Mi avventuro sul lungomare, a dieci minuti da casa. Alle 18, buio pesto, il nulla. Mi ritrovo a sganciare il bottone dei jeans ed ad abbassare la lampo. Con la mano arrivai ben presto all'obiettivo. La figa. I peli erano seta e le labbra umide e cremose. Per la prima volta non oppose resistenza quando la penetrai col dito.
"Sei una troia" le dissi, mentre continuava a menarmelo.
Accellero' i movimenti e mi fece venire.
"Ora vaffanculo" mi disse, "riportami a casa", spingendo fuori dalle sue mani la mia mano.
"Non lo faremo più"
Malgrado le mie insistenze così fu e per evitare anche ulteriori tentativi mi fece parlare da un'altra cugina comune, a cui aveva raccontato tutto.
Lei, la cugina più grande, nostro confessore, ma anche nostro medico di famiglia, mi invitò a dimenticare tutto.
"Incoscienti, e sotto i miei occhi. Almeno ditelo." .... mi disse ridendo.
Di ragazzi, fidanzati e uomini ne ha cambiati tanti la cuginetta.
In ogni occasione di incontro, compreso il suo matrimonio, continuo a guardarla fissa negli occhi, e so che spero ricordi quando la prendeva nel culo.
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