incesto
04) La mia cuginetta (parte 4)
di SomeoneElse
17.08.2022 |
6.933 |
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"Ci affacciamo alla porta chiusa e appoggiammo le orecchie..."
“Ti stavamo aspettando” mi disse Marisa l’indomani nella stalla. “chi” dissi preoccupato io, avevo paura avesse detto qualcosa a qualcuno ma poi lei seduta su una balletta di paglia allargó le gambe e sotto la vestaglia vidi che non portava le mutandine. “Dai che aspetti muoviti abbiamo poco tempo prima che si sveglino tutti” non mi faci pregare due volte e inizió il nostro pomeriggio di strusciatine, seghe e ditalini vari.Il nostro appuntamento pomeridiano nella stalla nei giorni a seguire diventó un appuntamento fisso.
Aspettavo che i miei cugini si addormentassero e correvo da Marisa.
Mi ero anche tranquillizzato perché chiedendo ingenuamente a Carmine come si facessero i bambini, lui da buon cugino mi spiegó tutta la biologia femminile e mi accertai che Marisa non aveva ancora avuto il suo primo ciclo.
Le nostre mani ormai erano diventate abili a darci piacere reciproco ma il mio momento preferito era quello della strusciata del mio pene sulla sua vagina; Avrei voluto violarla chissà quante volte ma naturalmente non potevo, però la voglia era tanta e cosi inventammo un nuovo gioco. Lei si metteva a pecora sulla balla di paglia le allargavo le natiche infilavo il cazzo fino al a toccarle il buchetto del culo senza penetrarlo poi le facevo stringere i glutei e mi masturbavo andando avanti indietro come se la stessi inculando mentre lei con in mano si reggeva e con l’altra si toccava la patatina.
Passarono i giorni e a malincuore la mia partenza si stava avvicinando. Verso fine agosto tornati in casa dal nostro pomeriggio segreto di passione nel rientrare nelle nostre stanze sentimmo degli strani rumori provenire dalla camera degli zii.
Ci affacciamo alla porta chiusa e appoggiammo le orecchie. Si sentiva mio zio ansimare e incitare mia zia di continuare e nient’altro.
Decidemmo di fare il giro del casolare e affacciarci alla finestra della camera.
La finestra era aperta ma la tapparella era chiusa.iniziammo a spiare dai piccoli buchini della tapparella stessa. Vedemmo Zio Mario steso sul letto e mia zia sopra coperta da un lenzuolo con il volto ad altezza pube. Mio zio dopo qualche minuto prese la testa di zia con entrambe le mani emise un suono di compiacimento e mia zia smise il suo movimento. Capimmo che mio zio si era svuotato nella sua bocca, Mia zia si alzò prese dei fazzolettini per pulirsi e lasció cadere il lenzuolo lasciandomi intravedere i suoi generosi seni dall’ereola molto grande e scura e il pelo folto tra le gambe ben curato.
“Che schifo” disse Marisa “che ne sai” dissi io “non hai mai provato” “e mai proverò disse lei”.
Tornammo in camera ma prima passai dal bagno per dedicare una meravigliosa sega a mia zia immaginandomi di avere anche io il mio primo pompino.
Scesero i miei genitori con il mio fratellino e le attenzioni della famiglia fortunatamente si concentrarono su di lui a breve saremmo dovuti tornare e io volevo stare più tempo possibile con Marisa.
L’ultimo pomeriggio presi coraggio e mentre le stavo baciando i seni e la toccavo come di consuetudine, inizia a scendere con la testa. Iniziai a baciarle la pancia e piano piano scendevo sempre di più. Pensai che se l’avessi leccata per prima forse lei lo avrebbe fatto a me.
“Che fai ?” disse lei con voce eccitata ed io non curante iniziai a riempirle di bacini l’interno coscia per poi avvicinarmi sempre più. La sua vagina era bagnatissima come non mai così feci un respiro e sprofondai il volto in mezzo le gambe. La peluria sulle labbra mi fastidiava un po’. Iniziai a leccare un po’ a caso finché non capii i punti giusti da sollecitare e con l’aiuto del pollice che sfregava sul piccolo clitoride lei venne stringendomi le gambe intorno al volto e schiacciando la mia testa verso la sua vagina.
Rimase interdetta per qualche minuto poi le dissi “vuoi provare tu?” Lei rifiuto e mi disse che era tardi e che dovevo andare. Quel pomeriggio rientrai in casa da solo perché lei volle rimanere ancora un po’ nella stalla. Ho sempre pensato che si sia masturbata ancora ma non ne ho mai avuto la certezza.
La mia valigia era pronta la mattina presto io e la mia famiglia saremmo ripartiti. La magia era finita.
“Quando Alessandro e Carmine prendono sonno vieni in camera mia che ci salutiamo” mi disse Marisa fugacemente a cena.
Aspettai con ansia il momento e scappai dalla stanza dei miei cugini ed entrai in camera di Marisa lei si alzò chiuse bene la porta e mi bacio passionalmente in bocca e mi adagio sul letto.
Con destrezza mi sfilo pantaloncini e mutande e mentre ero seduto sul letto si inginocchiò e inizio e baciarmi la pancia. Io avevo il cuore il gola perché sapevo cosa stesse per succedere.
Il mio cazzo era ancora un po’ barzotto non in completa erezione ancora. Inizió prima a baciarmi l’asta con piccoli bacini poi il prepuzio, lo scappelló e continuò con i baci sul glande poi dai baci inizio con i colpi di lingua sempre sull’asta e il glande poi decise di prenderlo in bocca, inizialmente ebbe un conato di vomito ma non si arrese finché non si abituó al gusto e all’odore. Inizio un movimento su e giù solo sulla punta poi pian piano inghiottiva sempre più porzione di cazzo, io ero in estasi era più bella sensazione mai provata in vita mia a volte si fermava lo masturbava un po’ prendeva fiato lo risucchiava ancora. Avrei voluto che quell’istante durasse per sempre. Era il mio primo pompino non avevo altro paragone ma mi sembrava che lei fosse nata per succhiare il cazzo. ero al culmine lei smise di pompare e acceleró il movimento con la mano e sborrai dappertutto, su di me,sul suo braccio per terra e sopra il letto.
Si alzò mi bacio sulla fronte e mi disse vai domani ti aspetta un lungo viaggio.
Partimmo ma mi ripromisi di impegnarmi al massimo a scuola in quell’anno per farmi mandare di nuovo in vacanza anticipatamente dai miei genitori.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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