Gay & Bisex
"Lezioni proibite" 5

21.04.2025 |
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"Marco viaggiava molto, sempre in giro per il mondo a tenere conferenze, seminari, invitato da università prestigiose..."
Per mesi la storia a tre aveva vissuto tra alti e bassi, momenti di passione pura, di lotta e riconciliazione. Giò e Luca si erano abituati a convivere con la presenza ingombrante di Marco, come due satelliti che orbitano intorno allo stesso sole. Il sesso, tra i tre, era spesso un campo di battaglia, un ring dove si scontravano desiderio, gelosia, bisogno.Marco viaggiava molto, sempre in giro per il mondo a tenere conferenze, seminari, invitato da università prestigiose. Era brillante, richiesto, magnetico. Ogni volta che tornava, tutto si riaccendeva: le tensioni, le carezze a tre, le notti folli, le parole mai dette.
Poi, il silenzio.
Una chiamata. Un messaggio freddo. Un volo disperso sull’oceano. Nessun superstite trovato. Nessun corpo.Nessun rottame. Solo notizie vaghe, incerte, e una frase ripetuta ovunque: Marco De Santis, tra i dispersi.
Il mondo di Giò e Luca crollò in un istante.
I primi giorni furono surreali. Entrambi si aggiravano per casa, dove Giò ormai si era trasferito da qualche mese, come fantasmi. Non si parlavano. Non si toccavano. Dormivano ai lati opposti del letto vuoto, con l’impronta invisibile di Marco nel mezzo.
Poi venne il dolore. Crudo. Animale. Ognuno lo manifestò a modo suo. Giò scoppiava a piangere nel cuore della notte. Luca si chiudeva in bagno per ore, senza dire una parola. Ma la cosa più assurda fu questa: non riuscivano a staccarsi l’uno dall’altro.
Era Marco a tenerli uniti, sì. Ma ora, nell’assenza, sentivano che qualcosa di lui era rimasto dentro entrambi. Qualcosa che li spingeva a cercarsi, a odiarsi e desiderarsi con la stessa forza.
Una sera, fu troppo.
Il silenzio li schiacciava, il vuoto li divorava. Luca stava seduto sul divano, la camicia sbottonata, gli occhi persi. Giò lo osservava da lontano, nudo fino alla vita, il corpo scosso da un fremito.
— Non posso più — disse Giò, con la voce rotta. — Non posso più far finta che tu non sia qui.
Luca lo guardò, il viso contratto. — Tu non capisci niente. Marco ci teneva in piedi. Senza di lui siamo solo… nemici.
Giò si avvicinò, lentamente, con rabbia. — No. Siamo due uomini che non hanno mai avuto il coraggio di guardarsi davvero. Due uomini che si sono sfiorati mille volte solo per ferirsi.
Le parole si sciolsero nel silenzio. Poi, come una detonazione, si gettarono l’uno sull’altro.
Le mani si aggrapparono ai vestiti, li strapparono. Le bocche si cercarono con violenza, con frenesia. Non c’era dolcezza, solo bisogno. Le lingue si intrecciarono come lame. I denti mordevano la pelle, lasciando segni, come a marchiarsi.
Giò spinse Luca contro il muro, lo prese per i fianchi e lo baciò con tutto il dolore e l’amore mai detto. Luca gemette, lo afferrò per i capelli, lo tirò verso sé e lo spinse sul divano. Si montarono addosso, rotolarono come animali in calore, tra sudore, grida e lacrime.
— Dimmi che non sei lui — sussurrò Luca, mentre lo penetrava con furia. — Dimmi che sei tu, solo tu.
— Io non sono Marco — ansimò Giò, la voce spezzata. — Ma sono qui. E ti voglio.
Fu una danza feroce, rabbiosa, bellissima. I corpi si unirono in un’esplosione di sesso e rabbia, un nodo viscerale di emozioni represse. Ogni gesto era una vendetta e una supplica, ogni respiro un grido per Marco, e allo stesso tempo una dichiarazione di presenza.
Quando crollarono, nudi, esausti, sudati e scossi, rimasero immobili. Il cuore batteva forte. Le lacrime scivolavano sugli zigomi.
— Non so cosa siamo — disse Giò, con il viso contro il petto di Luca.
— Neanch’io — rispose lui, accarezzandogli i capelli.
Quella notte fecero l’amore piu volte. Ma fu diverso. Fu lento, profondo. Con carezze, baci sul petto, respiri lunghi. Luca dentro Giò e Giò dentro Luca, stavolta senza guerra. Solo bisogno. Solo amore. E poi, sdraiati uno sull’altro, si addormentarono nudi sul divano, stretti, senza più paura.
Marco era ancora nei loro cuori. Ma ora… c’era spazio anche per loro.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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