Gay & Bisex
Terapia d'urto 4 - Breathe

14.06.2018 |
3.435 |
0
"Ti stavo pensando e mi è partito l'arrapamento e volevo sperimentare..."
Esco da lavoro e trovo il capellone ad aspettarmi fuori dalla macchina: impossibile non riconoscerlo con quella barba lunga, i capelli e il look da hipster."Hey, occhio che non ti lascino l'elemosina!" gli dico, scherzando e lui, risentito, mi manda a fanculo e poi mi fa "Dai, sali!". La macchina è profumatissima, prima di tornare a casa l'ha lavata, perché evidentemente era intrisa del suo odore: "peccato", dico, pensando ad alta voce "Cosa?" mi chiede lui "eh? no, nulla..stavo pensando ad alta voce" "okay,ma peccato cosa?" insiste lui.
"Peccato che tu abbia lavato la macchina. Pensavo di godermi il tuo odore una volta salito" "Seeh! E cosa dovevo dire a mio padre?" "eh, vabbè, pazienza", ribatto un po' deluso. Lui mi guarda con una faccia a metà tra il compiaciuto e l'offeso e poi mi fa "quindi ti piace il mio odore?".
"Che domande fai? - gli rispondo seccato - avrei detto che era un peccato, altrimenti?" "Ehi ehi! Guarda che dovrei essere io quello offeso! Ti vengo a prendere al lavoro e mi dai del barbone!" "Scusa, eh! Era una battuta! Dai, portami a casa che devo assolutamente farmi una doccia!", gli intimo con un tono che tutto è, tranne che affettuoso.
Si dirige verso casa mia, io scendo e freddamente gli dico "ok, grazie. Ciao": mi guarda deluso, triste, imbronciato. Giustamente si è fatto mezz'ora di strada e io l'ho aggredito da quando sono uscito. Sto per chiudere lo sportello, quando mi riaffaccio in macchina e gli dico "hey" "Cosa?" "scusa. è stata una giornata del cavolo al lavoro oggi. E tu ti sei fatto mezz'ora di strada per venirmi a prendere. E io ti tratto così, scusami." e dicendo così, risalgo in auto e gli stringo le mani. Vorrei abbracciarlo, ma siamo in mezzo alla strada ed è meglio di no. Le malelingue del quartiere non aspettano altro.
"Ti va di salire?" gli dico, con la faccia come il gatto con gli stivali di Shrek "No, dai. Vado" "E su! io a casa tua sono venuto un sacco di volte! (e non intendo usare un doppio senso)" e a quella frase lui scoppia a ridere "beh, anche se lo usassi, alla fine è vero!" "Allora, sali?" "Okay. Vengo a casa tua!".
Saliamo su e ci sediamo sul divano. Gli stringo la mano e appoggio la sua testa sulla mia spalla. Poi lo abbraccio. Sento che il suo respiro si fa pesante "hey, hey, che c'è?" "n-n-non..." mi risponde, continuando ad ansimare. Gli poggio una mano sul cuore: è un attacco di panico. "Tò, respira. Hey, va tutto bene. Tranquillo. Concentrati: cosa senti? Sei stanco? Hai fame? Ti senti solo? Arrabbiato?" e per tutta risposta mi abbraccia e scoppia a piangere.
"Va tutto bene, va tutto bene. Ci sono io qua." "Scusa - mi dice con la voce soffocata dal pianto - non volevo metterti in imbarazzo al lavoro. Ti stavo pensando e mi è partito l'arrapamento e volevo sperimentare..." "Ohi. Tranquillo! Non hai fatto nulla di male, anzi! La tua parentesi è stata la cosa più piacevole di oggi" gli dico, calmandolo e baciandogli la fronte, poi lui alza la faccia, mi guarda con gli occhi pieni di lacrime e mi bacia. Appassionatamente, la sua lingua è un fiume in piena, le sue mani si muovono senza sosta sul mio corpo, sulla mia schiena e mentre mi bacia, si strappa via la camicia di dosso, letteralmente. Toglie le scarpe, sfila via i pantaloni e rimane lì in slip, sta per abbasare anche quelli ma lo fermo.
"hey. Calmati. Sta' calmo" e lo stringo a me: è un cucciolo impaurito, quella fretta dettata dalla paura, dal panico. Potrei approfittarmene e farci sesso, ma non voglio "vieni, andiamo di là" e lo porto in bagno, sotto la doccia, mi tolgo i pantaloni e la maglia e rimango in boxer, lui mi bacia e mi tocca, ma lo blocco, anche se il mio corpo non vorrebbe che si fermasse.
Lo abbraccio e lo stringo forte a me, lui mi bacia il collo e le spalle, mi stringe, si appoggia al mio petto con tutto quell'ammasso di capelli che mi finisce in faccia e sento il suo odore fantastico, mentre lo accarezzo dolcemente e si calma, finalmente.
"vieni, facciamo la doccia" gli dico e ci spogliamo, poi entriamo nella cabina. gli bagno il corpo ed i capelli, l'acqua gli scorre addosso, sulla barba, sul petto e giù verso il pube, scorre sull'asta e giù sulla cappella, sulle palle e sulle gambe, sulle ginocchia, verso i piedi. E dietro, sulla schiena, lungo la spina dorsale, giù nello spacco in mezzo ai glutei. "Dio se sei bello..." gli dico, mentre gli verso il sapone addosso e lo massaggio delicatamente. E lui si rilassa, respira finalmente. "Sei davvero bello" gli ripeto, mentre è tutto coperto di schiuma e lo abbraccio, lo accarezzo e lui mi insapona, soffermandosi su ogni parte del mio corpo, poi l'acqua ci scorre di nuovo addosso e usciamo dalla doccia.
Tutti e due nudi, dopo essersi asciugati, andiamo verso la camera da letto: lo prendo in braccio, come fosse un bambino e lo adagio sul letto. Mi stendo accanto a lui e lo bacio, le nostre mani si cercano, si trovano, continuiamo a baciarci, a stringerci, vicini, stretti, a sentire le nostre erezioni sfiorarsi, la sua cappella e la mia unirsi in un bacio, come le nostre bocche. continuiamo a baciarci, a stringerci, a toccarci e poi lui, dolcemente, posa la testa sul cuscino e mi guarda. Ed io guardo lui, il suo corpo peloso al punto giusto. Ha un neo sul fianco destro, non lo avevo notato prima. L'aureola intorno ai suoi capezzoli è leggermente irregolare, quasi a forma di cuore ad un certo punto. E il suo pube sembra curato da un giardiniere, tanto è perfettamente squadrato. E il suo pene è qualcosa di meraviglioso, un'opera d'arte: ritto, turgido, completamente scappellato, con una cappella rosea e lucida. E quelle gambe, quel corpo forgiato dalla palestra e dalla piscina, ma con quel po' di pancetta che non guasta. Sembra un guerriero di quelli che si vedono nei musei. Ora è accanto a me, supino, con le gambe leggermente piegate e aperte e io posso seguire la linea dei suoi peli lungo il perineo, fino a che si perdono intorno ad un perfetto buco rotondo e roseo.
Mi incanto nel guardarlo e risalgo il suo corpo con lo sguardo, fino al suo viso, a quelle guance un po' rotonde, quella barba, quegli occhi un po' a mandorla e quel sorriso perfetto, tutto incorniciato da quei lunghi capelli castani.
E lui se la gode, da buon narciso, dei miei occhi che lo divorano, della mia mente che sta pensando le peggiori porcate, che vorrebbe vederlo nel mezzo di un threesome o di un'orgia ad assaporare mille persone diverse in ogni suo centimetro di pelle. Lo guardo e decido di dirglielo: "Oggi mi sei piaciuto molto con le due banane e ho pensato che...." ma non faccio in tempo a finire la frase che lui mi dice "sì, a patto che solo io venga dentro di te"
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per Terapia d'urto 4 - Breathe:
