Gay & Bisex
Scuola Guida (parte 1)
di LettoreErotico
15.07.2023 |
6.454 |
7
"Claudio disse a Luca che potevano subito cominciare la lezione e gli lanciò il mazzo di chiavi sperando che lo afferrasse al volo..."
Claudio guardò l’orologio appeso alla parete. Il prossimo appuntamento aveva già fatto dieci minuti di ritardo. Guardò poi la pagina su cui erano segnate le prenotazioni per le lezioni di guida e lesse che dopo questo ultimo appuntamento avrebbe avuto la giornata libera. Per un po’ sperò che il prossimo studente avesse dato buca così da potergli permettere di tornare a casa prima. Sarebbe voluto tornare a casa così da potersi finalmente prendere cura di qualcosa che non aveva potuto fare per tutta la giornata: segarsi.
I giorni precedenti li aveva passati in viaggio con i suoi vecchi amici di liceo che si erano riuniti per il matrimonio di Nicola. Lui si era trasferito anni fa in un’altra città e così avevano affittato un appartamento per andare a trovarlo i giorni prima della cerimonia.
Una delle ragazze che avevano ingaggiato per l’addio al celibato con una lap dance gli avevo provocato un’erezione di cui purtroppo non si era potuto occupare perché la notte dormivano tutti nella stessa stanza e in letti matrimoniali. L’esperienza l’aveva lasciato così arrapato che il mattino seguente si era svegliato avvinghiato ad uno dei suoi amici ancora addormentato.
Si era ritrovato schiacciato contro la schiena del suo amico, un braccio attorno il suo torso e il cazzo duro che si strusciava nella piega tra le chiappe del suo amico. La stoffa leggera degli slip di Claudio e quella morbida dei boxer del suo amico era l’unica cosa che li separava.
La sera prima avevano tutti scherzosamente convenuto che dormire in mutande era il modo più comodo per dormire e per sfida si erano tutti infilati sotto le coperte indossando solo la biancheria che avevano addosso. Ovviamente non si erano frenati dal fare battute sulla differenza in pienezza dei loro pacchi. In particolare in seguito alla vista di quello di Claudio i ragazzi avevano rispolverato l’antica usanza di ridere e chiamarlo in coro “pisellone”.
Si era svegliato nel mentre dell’azione con il bacino che si muoveva di propria volontà e la sua gamba che teneva ferme le cosce davanti a lui. Appena aveva realizzato cosa stava facendo si era fermato. Aveva staccato il braccio dal petto del suo amico e aveva fermato lo scorrere del suo bacino, ma il suo cazzo ancora pulsava vigorosamente al ritmo del battito leggermente accelerato.
Era rimasto così per alcuni secondi, con la mano sotto il piumone a pochi centimetri dalla spalla dell’amico che dormiva sul fianco, si era accertato che non fosse sveglio e poi aveva volto lo sguardo verso il resto della camera vedendo con sollievo che tutti gli altri stavano ancora dormendo nonostante il fascio di luce che iniziava a rischiarare la stanza. Fece un sospiro e lasciò cadere la mano sulla spalla dell’amico.
Il suo cazzo ancora pulsava e con il ricordo ancora fresco del piacere con cui si era svegliato decise di spingerlo di nuovo contro il culo che gli stava davanti. Solo per riassaporare un po’ quella sensazione di calore. Si disse che sarebbe stato solo per qualche secondo ma quel poco di piacere gli fece subito venire voglia di averne di più. Così prese a spingere in modo da avare la lunghezza del suo cazzo allineata con lo spazio tra quelle chiappe così soffici e piene che subito si senti il cazzo avvolto in un caldo abbraccio.
La voglia si era fatta ancora più incontrollabile e il suo bacino aveva ripreso di nuovo a muoversi con una volontà tutta sua. Cercare di strusciare il suo pacco senza far muovere tutto il letto lo obbligava a fare movimenti precisi ma lenti. La sensazione di scopare concentrandosi su un unico movimento del corpo era come assaggiare un cibo chiudendo gli occhi. Il piacere che provava ogni volta che si muoveva in avanti sembrava molto più intenso del normale. Così intenso che con poche vigorose e lente strusciate si sentì quasi sul punto di venire nelle mutande.
Claudio si era perso in quel piacere così insolito e fece un sobbalzo quando sentì lo sbadiglio dall’altra parte della stanza. Uno dei ragazzi si stava svegliando e Claudio si girò veloce cambiando posizione e fingendo di dormire ancora. i giorni seguenti non aveva avuto occasione di masturbarsi e quando tornò finalmente a casa sua era così stanco che si addormentò quasi con i vestiti addosso.
Quella mattina si era svegliato nuovamente arrapato ma vedendo l’orario sulla sveglia si era dovuto alzare in fretta per andare al lavoro. Il suo cazzo era stato inconsolabile tutto il giorno cercando disperatamente attenzione. Era rimasto duro quasi tutto il tempo della seconda lezione.
Lo studente era una diciottenne che come regalo di compleanno si era rifatta fare il seno raggiungendo così una quinta abbondante. Claudio preso da un attimo di genialità le aveva fatto fare pratica lungo una lunga strada piena di frequenti dossi che avevano causato un intenso rimbalzare di quelle tette perfette.
Con la scusa degli occhi puntati strada per lei e del controllare la posizione delle mani sul volente per lui, aveva avuto l’occasione perfetta per fissare a lungo la generosa scollatura della ragazza senza che lei se ne accorgesse. Il cazzo gli si era immediatamente fatto duro nei pantaloni di tuta e aveva prontamente coperto l’erezione con il blocco note che usava durante gli esami della patente.
Alimentata da quella vista e dalla libido accumulata nei giorni scorsi l’erezione era durata quasi tutta l’ora e solo poco prima di scendere dalla macchina, concentrandosi, Claudio era riuscito a calmarla.
Il ricordo di quello che era successo dopo l’addio al celibato e quello della ragazza con le tette rifatte avevano cominciato a fargli drizzare di nuovo il cazzo nei pantaloni e purtroppo la stoffa morbida della tuta era troppo leggera per mantenerlo sotto controllo. Pochi secondi e una tenda si era alzata in mezzo alle sue cosce.
Il ragazzo che stava aspettando ancora non si era fatto vivo e in ufficio non c’era nessuno oltre lui. La sua mano iniziò con indugio a scendere verso quella montagnola per aggiustarla. Spinse la punta di lato così che il rigonfiamento fosse meno prominente, ma col cazzo doppio e grosso che si ritrovava Claudio era difficile far passare inosservata una sua erezione. Il contatto della mano sulla stoffa tesa fu abbastanza per fargli venire di nuovo voglia di segarsi e iniziò a scorrere le dita lungo il chiaro rigonfiamento dei pantaloni.
Aveva appena iniziato a metterci un po' più di passione quando sentì il citofono bussare. Dalla scrivania allungò il collo per vedere attraverso la porta vetrata chi fosse e fece cenno di entrare al ragazzo. Luca, l’ultimo studente della giornata si scusò mortificato per i quindici minuti di ritardo. Claudio lo rassicurò dicendogli che non c’erano problemi e appena il ragazzo fece qualche passo verso la sua scrivania, lui avvicinò prontamente la sedia a rotelle in avanti così che la sua erezione fosse coperta.
Claudio disse a Luca che potevano subito cominciare la lezione e gli lanciò il mazzo di chiavi sperando che lo afferrasse al volo. Il ragazzo purtroppo non era pratico di sport e si fece sfuggire il tiro emettendo un gridolino di sorpresa. Claudio alzo gli occhi al cielo mentre Luca si era voltato verso la pianta in cui erano cadute le chiavi. Appena i suoi occhi tornarono giù si trovò davanti l’immagine del grosso culo di Luca che si era chinato a cercare tra le grosse foglie tropicali della pianta.
Durò qualche secondo in cui il movimento delle chiappe fece tornare alla mente di Claudio il soffice culo su cui si era strusciato qualche sera prima. Mentre il suo occhio notava i boxer bianchi che spuntavano dai jeans, il suo cazzo ebbe un rapido sobbalzo con cui andò a sbattere contro il legno della scrivania.
Il ragazzo si era finalmente rigirato stavolta con le chiavi in mano e appena Claudio tentò di alzarsi per andargli in contro verso la porta, il premere del cazzo contro il legno duro gli provocò un altro piccolo momento di piacere. Claudio disse al ragazzo di andare avanti senza di lui e che lo avrebbe raggiunto subito alla macchina. Fece alcuni respiri profondi e quando l’erezione si fu di nuovo calmata uscì finalmente dall’ufficio.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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